venerdì 29 gennaio 2010

La Svoboda non perde la memoria !

Dedicato a Teodor Catarama

Questa volta la Svoboda ha superato se stessa !
Sarà stata la "Giornata della memoria" o l'oratorio di San Filippo Neri, ma ringraziamo questi ragazzi meravigliosi per la bellissima serata e diciamo, anzi urliamo, che anche il pubblico era proprio tra i piu' migliori !!!
Gli Svoboda ci hanno ricordato il valore della resistenza e il sacrificio di tanti ebrei, rom, omossesuali, oppositori al regime.
Una canzone dice: "prima sono venuti a prendere gli ebrei e a me stavano anche antipatici, poi sono venuti a prendere i rom e io non ho detto nulla perchè mi davano fastidio, poi sono venuti a prendere gli omossesuali e non ho detto nulla perchè non lo ero, poi sono venuti a prendere me e non c'era piu' nessuno che potesse dire una parola in mio favore"






























Ma quanto è simpatico l'amore mio !
Svoboda.it
Chi sapeva :Uno,due,tre
Shprayz Ikh Mir uno e due
Magica questa Svoboda !
Dona dona
La cugina formosa

Fantastici il batterista che a fine concerto ringrazia il pubblico a mani giunte e il percussionista con la maglia dei "Vincoli sonori" !!!!!

giovedì 28 gennaio 2010

Aleksandar Jerkov


Aleksandar è uno scrittore e io l'ho incontrato all'Università di Torino.
Di quell'incontro ho un vago ricordo, perchè lui ha parlato per più di due ore in serbo, con la nostra prof che cercava di tradurre simultaneamente.
Faccio questo post, perchè quel giorno ho posto a Jerkov una domanda precisa e lui mi ha dato una risposta altrettanto precisa che non mi scorderò mai.
Si parlava di bombe Nato sulla Serbia e ho chiesto se erano evitabili.
Lui ha detto:
"Vedete.. pochi pensano che ognuno di noi ha una responsabilità bene precisa. Oggi siamo qui, siamo una trentina e ognuno di noi vedrà minimo minimo altre 30 persone oggi. Se ognuno di noi parla di pace e non perde occasione per parlare di pace, raggiungeremo sempre un numero enorme di persone che almeno un pensiero alla pace lo fanno. Se avremo la cultura della pace, della giustizia, dell'onestà, dei valori che sono basilari in qualsiasi società, li insegneremo ai nostri figli e voteremo cercando persone che inseguono questi valori. Viceversa provate a vedere come attecchisce in questo modo la cultura della guerra. Se incontrate un rom sul tram e uno dice che i rom sono tutti ladri e tutti dicono così, se incontrate una persona che dice che tutti gli stranieri sono criminali e tutti dicono così, è la cultura del razzismo che attecchisce e da queste culture è inevitabile che poi nascano le bombe e le guerre. Nulla è a caso. Non posso scordare l'immagine di quel papà che portava in braccio la sua bambina di 4 anni, morta perchè di notte non voleva andare a fare la pipì davanti a casa perchè sparavano ed è andata nel retro, dove una bomba l'ha colpita, mentre la sua famiglia si è salvata. Ogni parola persa è un'occasione persa."
Da allora non perdo occasione per parlare di politica e non solo. Ogni lasciata è persa e non vi dico quando sono in coda all'ufficio postale, o sull'autobus, o al lavoro o in internet..
C'è poi il piccolo problema che mi dicono che le guerre le scateno io...

mercoledì 27 gennaio 2010

Tatiana e la giornata della memoria


Ho ricevuto da Tatiana una mail troppo bella.....

Oggi è la giornata dedicata alla memoria e mi sento di dire anch'io la mia... siamo un popolo di navigatori, poeti, musicisti ed aggiungo discriminatori, ma sempre primi!
Il tentativo di distruggere ed annientare una identità culturale diversa... lo si deve ammettere, era già in atto fin da secoli remoti... prima cominciò con l'emarginazione e nacque il GHETTO, poi continuò con gli obblighi... poi con i divieti... e poi e poi...!
Il termine ghetto deriva dal caldeo geth (segregazione) oppure, forse, dal nome della contrada veneziana, gheto, dove esisteva una fonderia (appunto gheto in veneziano), ove gli ebrei di quella città erano costretti a risiedere
Mi risulta che il ghetto ebraico più antico del mondo sia sorto proprio a Venezia nel 1516... il secondo nacque a Roma 40 anni dopo, poi tutta Europa si adeguò alla Bolla papale "Cum nimis absurdum" di Paolo IV che nel 1555 ne ordinò ovunque l'istituzione... definendolo addirittura "il serraglio degli ebrei"... povera gente, già all'epoca avevano l'obbligo di portare un distintivo (un berretto per gli uomini e un velo per le donne di "glauci coloris" (entrambi di colore giallo) affinché fossero sempre riconoscibili, ma "quello" non contento, si preoccupò anche di regolamentare la loro vita quotidiana con una lista precisa di divieti minuziosi tesi ad isolarli dal resto della città.
Purtroppo la legge razziale del 1939 e l'aberrante, orrenda malvagità degli emanatori, non si è limitata a tutto ciò, ma ha attuato lo sterminio di massa su ebrei, rom e pure su chi aveva orientamenti sessuali diversi ... le parole di scuse non bastano, le cerimonie non servono se ancora oggi, quotidianamente registriamo violenze e soprusi inauditi sui diversi... c'è solo da vergognarsi!
Avrei voluto mettere qualcosa sul muro in face book, ma m'è sembrato troppo lungo e non volevo "tagliare" niente, anzi avrei voluto anche inserire un acquerello... spero di riuscire ad allegartelo... comunque ho almeno condiviso con te queste riflessioni.
Tatiana B.

lunedì 25 gennaio 2010

Maja Ljubotina


Quando si parla di olocausto si pensa agli ebrei e spesso si dimentica che anche il popolo rom ha pagato un caro prezzo al fanatismo e non pensiate sia tutto finito qui.
Purtroppo la storia spesso si ripete e il popolo rom è nuovamente perseguitato nell'indifferenza totale.
Maja, una bellissima ragazza rom, ricorda l'olocausto in un bellissimo sito, in cui c'è anche la possibilità di esprimere il proprio parere.

Maja Ljubotina

sabato 23 gennaio 2010

International Camp 09 - Human Rights and Peace Tent


Dear friends, here the link to enjoy a video about our last international camp in Trieste with youth from Sarajaevo, Bihac, Odzaci, Novska, Split and Italy.
A big hug!
For "Peace and Human Rights Tent"
Corrado

Corrado e la tenda
Report of the International Camp organized by the Human Rights and Peace Tent in Prosecco (Trieste) in August 2009 with the support of Trieste local government.
P.s. da casa mia il video non si apre, spero che dal vostro pc funonzi tutto !

Dodicesima lezione di italiano


Io ho un amico che mi ama,
mi ama e mi perdona.
Io ho un amico che mi ama,
il suo nome è Gesù.

La lettera h è un simbolo puramente grafico, cioè una lettera “muta” che non si pronuncia, ma che svolge ugualmente alcune utili funzioni:

■rende gutturali la c e la g davanti alle vocali i ed e: chiesa, ghiro;
■aiuta a distinguere il verbo avere in alcuni casi di omofonìa, cioè di identica pronuncia:
ho (verbo) – o (congiunzione)
hai (verbo) – ai (preposizione articolata)
ha (verbo) – a (preposizione semplice)
hanno (verbo) – anno (sostantivo)
■si usa nelle esclamazioni: ahi!, ehi, ah!, oh, ecc., sia per dare alla pronuncia un tono particolare, sia per evitare, in alcuni casi, la confusione con: ai (preposizione articolata), a (preposizione semplice), o (congiunzione), ecc. Attenzione: nelle esclamazioni la h segue sempre la prima vocale: ah, oh (NON: ha, ho che sono voci del verbo avere, né: hey che è inglese), e può essere seguita da un’altra vocale: ehi, ahi, ohi, ecc. A titolo di curiosità ricorderemo inoltre che la h sopravvive in alcuni nomi propri o geografici di origine latina (Rho, Thiene, ecc.).
www.scrittinediti.it

Io ho un amico che mi ama
Massimo Bugani

giovedì 21 gennaio 2010

Epifania ortodossa



E sempre perchè i serbi seguono l'altro calendario, siamo arrivati alla loro Epifania ortodossa, ma come potete vedere, è leggermente differente dalla nostra !



A Mosca
Calendario Giuliano

martedì 19 gennaio 2010

Trst je nas


Lo faccio, non lo faccio... non lo faccio, lo faccio.. alla fine questo post è rimasto fermo in attesa che si sbollentassero le acque.
Un mare di discussioni sono state fatte su Bora.la. Rifarle qui è inutile, ma anche non parlare di questo film sarebbe stato omettere una cosa troppo importante.
La cosa bella di Trieste, a parer mio, è che non sai se sei in Italia o in Slovenia, poichè in ogni luogo ci sono le scritte in 3 lingue diverse. Poi, se mi chiedete se sono contenta se Trieste è italiana, vi risponderei di si se fossi, come nel passato, contenta di essere italiana io. Al momento attuale soffro troppo la nostra politica e quella dell'Occidente in generale e le frontiere mi sembrano sempre più una cosa stupida. Mi ricordo una canzone che dice:
"La nostra terra senza frontiere è una speranza che sarà realtà, quando ogni uomo si sentirà figlio di una sola umanità".
Quindi che dirvi ? Forse sarebbe utile partire dal discorso dell'assurdità della guerra prima di parlare di questo film.


France, figlio di un partigiano che il primo giorno di scuola gli ha donato la propria titovka (il berretto partigiano con la stella rossa) perché ricordasse sempre la guerra di liberazione (storia che continua a ripetere a tutti, anche se ormai tutti lo sanno), è dedito ai wargames assieme ad un gruppo di amici che mettono in scena battaglie tra partigiani e nazisti, ed hanno lo scopo di “liberare” Trieste. Questo mentre la moglie gli rimprovera di non dare una mano nella gestione dell’azienda agricola, la figlia Mateja lo prende amabilmente in giro e la polizia cerca di convincerlo dapprima gentilmente, poi con le maniere forti a smettere con i “combattimenti” perché ci va di mezzo la vita politica locale. Ma quello che più preme a France, alla fine, è trasmettere i valori della lotta di liberazione alla figlia e quando, durante il combattimento decisivo per impedire ai “tedeschi” di mettere le mani su Trieste, arriva la polizia e cerca di arrestare France, Mateja in sella al suo cavallo si lancia tra i poliziotti e il padre, impedisce l’arresto e porta con sé la bandiera partigiana per metterla in salvo. France la guarda e dice ai suoi “compagni” che possono deporre le armi come vuole la polizia perché “Trst je naš”. Il messaggio che se ne ricava, a parer mio, è che “Trst” è il simbolo per indicare la presa di coscienza della giovane figlia, quindi France ha ottenuto il suo scopo. Deliziosa, infine, la scena di coda, quando France è a letto con la moglie che gli domanda se è contento di avere liberato Trieste e lui le risponde “sì, ma adesso dovremo pensare a liberare l’Istria”, con la moglie che sbarra gli occhi sconvolta.
Claudia Cernigoi

Bora.la
Cogliamo l'occasione per un saluto affettuoso a Bora.la, uno dei primi blog che abbiamo e che ci ha seguiti con interesse.
E' bellissimo leggere i commenti in friulano tipo : "I sciacalli mediatici ga fato la solita splendida figura".

Petromil Ivan Ticac

Roberto Saviano


Dopo il precedente post sono rimasta un po' sconcertata, anche perchè di Zastava se ne parla spesso nella nostra crew. Così ho ritirato fuori l'argomento nella mia consueta telefonata domenicale a Cacak e loro mi hanno parlato di Roberto Saviano come un italiano che sfida la mafia e non si arrende mai.
Come al solito i Balkani sanno di noi molto più di cosa sappiamo noi di loro.
Ma far vedere ai Balkani questo ragazzo meraviglioso è una cosa bellissima e piena di speranza.
Penso che questo post nel nostro spazio ospiti sia più che meritato. E' grazie a persone come Roberto che sono contenta di essere italiana, o per meglio dire, quando penso che in Italia c'è tanta gente favolosa come lui !

RobertoSaviano.it . Il sito è in diverse lingue.

domenica 17 gennaio 2010

Associazione Zastava Brescia e Trieste


Facendo zapping nella community di Libero ho dinuovo incontrato il sito della Zastava di Brescia e ho capito che era un segno del destino, avendo promesso da tempo, al magnifico Gilberto Vlaic, uno spazio su balkan.
In realtà non so' da dove iniziare e quasi non trovo le parole. Ci sono persone che ci stupiscono solo col loro carisma e Gilberto e i suoi amici sono tra queste persone.

Uso le parole del loro sito :

L' Associazione " Z A S T A V A " di Brescia è nata, quasi spontaneamente, subito dopo i bombardamenti Nato che avevano distrutto i reparti essenziali della più grande fabbrica di autoveicoli dei Balcani: la "ZASTAVA", appunto, situata a Kragujevac, a sud di Belgrado. Su iniziativa di delegati delle RSU e sindacalisti FIOM-CGIL era sorto un primo coordinamento presso la Camera del Lavoro di Brescia.

Dov'è questo mare , delle lacrime dei bambini
che ogni giorno diventa più grande?
Si trova forse su qualche carta geografica
perché lo veda tutto il mondo?
Si è abbattuta una tempesta feroce
su questo pallido mare .. delle lacrime dei bambini.
E' stata la tempesta a distruggere i sogni
oppure è stato il frutto delle mani di qualcuno?
Però i bambini hanno trovato l'aiuto di qualcuno
di persone che combattono per i diritti dei bambini
Persone che amano e saranno amate.
Perché questo si chiama amicizia.
Simovic Milica


Se cercate in internet il RESOCONTO DEL VIAGGIO A KRAGUJEVAC 22-25 OTTOBRE 2009
a cura di Amneris Bonetti, rimarrete stupefatti dalle parole di questo racconto:
....Torno in camera stanca pur non avendo fatto nulla, stanca per tutti i pensieri le sensazioni, le gioie, le angosce vissute con intensità in questi giorni. Stanca di non poter far nulla, stanca di vedere la povera gente pagare, stanca delle ingiustizie del sistema economico di questo mondo, stanca degli eccessivi e offensivi privilegi ostentati con indecenza dai furbi .
Cerco un filo di fiducia, di speranza, che mi aiuti a trovare pace per la notte, sarà vero che dopo ogni temporale torna sempre il sole?
Dopo la pioggia e i temporali di bombe che hanno lasciato negli animi odio, paura,
distruzione, morte, spero che la nostra presenza, pur fatta di piccole cose, silenziosa, fedele negli anni, possa essere quel raggio di sole che aiuta a riaccendere nei cuori la fiducia nell’altro, nella vita e nell’uomo.
Mi addormento con l’impegno di non cedere mai alla sfiducia, di lottare sempre, di tenere accesa nel cuore la certezza che anche l’immensità del mare e’ costituita da umili gocce come me.
Alleggerita dal senso d’impotenza, rigenerata dalla dignità di questa riscoperta consapevolezza , riposo pronta a ripartire domani con tutto il mio impegno per lasciare ai nostri figli un mondo migliore ....


Zastava Brescia

Appena possibile faremo un secondo post sull'associazione "Non bombe, ma solo caramelle".

sabato 16 gennaio 2010

Undicesima lezione di italiano


Acqua azzurra, acqua chiara
Ogni notte ritornar
per cercarla in qualche bar,
domandare ciao che fai
e poi uscire insieme a lei.
Ma da quando ci sei tu
tutto questo non c'e' piu'.
Acqua azzurra, acqua chiara
con le mani posso finalmente bere.
Nei tuoi occhi innocenti
posso ancora ritrovare
il profumo di un amore puro,
puro come il tuo amor.
Ti telefono se vuoi
non so ancora se c'e' lui ...
accidenti che faro'
quattro amici trovero'.
Ma da quando ci sei tu
tutto questo non c'e' piu'.
Acqua azzurra, acqua chiara
con le mani posso finalmente bere.
Nei tuoi occhi innocenti
posso ancora ritrovare
il profumo di un amore puro,
puro come il tuo amor
Da quando ci sei tu
tutto questo non c'e' piu'.
Acqua azzurra, acqua chiara
con le mani posso finalmente bere...
Sono le quattro e mezza ormai
non ho voglia di dormir
a quest'ora, cosa vuoi,
mi va bene pure lei.
Ma da quando ci sei tu
tutto questo non c'e' piu'.
Acqua azzurra, acqua chiara
con le mani posso finalmente bere
Acqua azzurra, acqua chiara
Nei tuoi occhi innocenti....

Acqua azzurra, acqua chiara


La lettera q non ha un suono proprio e si pronuncia sempre unita alla u formando il nesso qu che si lega alla vocale seguente: qua, que, qui, quo:ac-qua, que-sto, a-qui-la, quo-ta. Attenzione a non fare confusione con: -cua, -cue, -cui, -cuo (proficua, innocue, taccuino, cuoco). In alcuni casi la differenza è sensibile: mentre in aquila la u, inglobata alla q, quasi non si pronuncia e si scivola velocemente sulla i, in cui la u ha tutto il suo valore vocalico e si pronuncia distintamente: Il cui libro. Purtroppo non sempre il suono può aiutarci: quota e cuore si pronunciano allo stesso modo pur scrivendosi diversamente. Quanto al problema del raddoppio, si risolve con cq: acqua, acquistare (e in questo caso la divisione sillabica spezza le due consonanti: ac-qua, ac-quistare); fa eccezione soqquadro, con due q perché la parola è formata col prefisso latino sub che raddoppia la consonante iniziale (così come in: sommossa o sottrarre).
Tratto da scrittinediti.it/blog/2009/02/05/appunti-di-grammatica-italiana-1-ortografia

giovedì 14 gennaio 2010

NO MEN'S LAND


Ed ecco finalmente il film più popolare sulla guerra in Bosnia.
Credo che nessuno di noi non l'abbia visto e molti, probabilmente lo hanno visto più volte. Io sono fra questi.
Il primo giorno che è stato proiettato a Torino, io ero al primo spettacolo.
Allora non avevo molte notizie sui Balkani o meglio avevo notizie falsate, come ancora oggi se ne hanno.
Voi non ci crederete, ma la cosa che mi è più piaciuta in questo film è la figuraccia che facciamo noi occidentali e poi, naturalmente, è favoloso il dialogo tra il serbo e il bosniaco su chi ha iniziato la guerra.
Prima di questo dialogo c'era stato un altro dialogo e i due si riconoscono amici, anzi, quasi hanno giocato assieme da piccoli.
E poi che dire dell'idea geniale del regista che fa uscire i due uomini senza divisa col fazzoletto bianco. E' la divisa che ti fa capire chi è il nemico ? Senza quel vestito riconosci l'amico ?

Ko je poceo rat ?
Trailer
Problemi di comunicazione
La guerra è orribile !

mercoledì 13 gennaio 2010

Capodanno 2010


Sempre perchè i serbi seguono quell'altro calendario, siamo giunti al loro capodanno.
Vi chiediamo aiuto perchè abbiamo poche foto.
Mandateci le vostre foto e i vostri filmati e/o intercedete per noi presso Ivana K.
Io ho già rubato una foto senza chiedere il permesso, ma è stato unicamente per motivi di tempo.
Ivana, smo prijatelice , zar ne ?

Po navici ovo je 10 JUBILARNA SRPSKA NOVA GODINA koju pravimo u Milanu.... Kao i uvek dodjite svi i pozovite prijatelje.... Ulaz je slobodan.... muzika domaca (pop, rock, narodna tradicionalna,folk)....Dobro dosli ... Vidimo se!!!!!

Come ogni anno quest'anno festeggiamo per la decima volta il Capodanno serbo a Milano....Siete tutti invitati insieme a i vostri amici.... Ingresso libero.... Musica nazionale balcanica (pop, rock, folk nazionale)..... Benvenuti.....Ci vediamo presto!!!!!

Inizio: mercoledì 13 gennaio 2010 alle ore 21.30
Fine: giovedì 14 gennaio 2010 alle ore 4.00
Luogo: Blues Canal - Via Casale 7 - Milano (P.ta Genova )


Io continuo a pubblicare senza permesso ! Francy.. se mi mettono in galera, mandami un bel serbo a portarmi le arance !



martedì 12 gennaio 2010

Natale a Brcko














Finalmente ho avuto il permesso dal mio amico Miroslav di Brcko di postare le sue foto natalizie. Sono bellissime, ma io credo di avere il permesso, perchè non è che ci siamo capiti tanto con la traduzione.
Comunque Miroslav spiega che il giorno prima di Natale si va a raccogliere l'albero di quercia che gira per tutto il paese fino a sera, quando verrà incendiato.
La luce del fuoco è la luce di Cristo.

Ancora un post dedicato al capodanno e poi chiudiamo un ciclo di post dedicati alle feste e apriamo un ciclo di post che ci prepareranno a ricordare il "giorno della memoria".
E' un ricordo importante per tutti, ma in particolare per balkan-crew poichè molte persone della nostra ciurma si stanno prodigando a prepare manifestazioni e dibattiti.
Uno di questi è Bruno Maran e trovate alcuni suoi scritti in Politibalkando.

lunedì 11 gennaio 2010

Elza Pavic

Foto protette da copyright


In questo post non dirò tante parole e spero anche che qualcuno traduca quel che scrivo in inglese (ja sam katastrofa na engleskom !) ma semplicemente voglio dirvi che, sempre grazie al Gustoloso, abbiamo conosciuto una donna fantastica !
Si chiama Elza, è croata di Zagabria, è bellissima, simpaticissima, semplicissima e dimostra 20 anni in meno della sua età vera.
E' per questo che mi stupisco quando vedo i maschietti della nostra ciurma inacantati davanti ad una top model.
Elza è una bellezza vera, autentica, senza bisogno di trucco o di particolari vestiti incanta le persone.
Se non ci credete chiedete a Rino che l'ha fotografata. A proposito di foto, le foto di Elza sono protette da copyright e sono di proprietà indissolvibile di Rino Lo Turco.
Se poi non credete neanche a Rino, potete chiedere al Gustoloso che ha ballato con lei al festival di Loiano, quello che rischia di scomparire.
Si possono fermare cotante bellezze ??? NNNOOOOOOOOOOOOOOO !!!



Elza Pavic
Rino Lo Turco Photo
Loiano balkan festival

domenica 10 gennaio 2010

La paura del diverso


In Italia stiamo assistendo a dei gravissimi fatti di stampo razzista nei confronti di ragazzi dalla pelle nera, sfruttati da caporali mafiosi bianchi.
In realtà il nostro blog non si occupa di politica e nemmeno di immigrazioni dall'Africa, ma non molti anni fa, queste immigrazioni arrivavano dall'Albania e io non me la sento di non spendere nemmeno una parola in favore di persone rese schiave nel mio paese.
Perciò vi pubblico la storia vera che mi ha spedito un'amica.

Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla. Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un giovane di colore che stava leggendo il giornale. Quando cominciò a prendere il primo biscotto, anche il giovane ne prese uno; lei si sentì indignata, ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro. Tra lei e lei pensò: "Ma tu guarda che schifo, che arroganza, che maleducazione… se solo avessi un po' più di coraggio gliene direi quattro, tornatene al tuo Paese, prima di viaggiare impara ad essere civile...". Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, il giovane di colore accanto a lei, senza fare un minimo cenno, ne prendeva uno anche lui. Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò: "Ah, adesso voglio proprio vedere cosa farà.…!" Il giovane di colore prima che lei prendesse l'ultimo biscotto lo divise a metà!
"Ah, questo è troppo", pensò e cominciò a sbuffare ed indignata si alzò di scatto, borbottò a bassa voce "i cafoni dovrebbero restare a casa", prese le sue cose, il libro e la borsa e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa.
Quando si sentì un po' meglio e la rabbia era passata, si sedette su una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione e per evitare altri incontri spiacevoli. Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando....nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno. Capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era del giovane di colore che si era seduto accanto a lei e che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, schifato, nervoso. Al contrario di lei che aveva sbuffato, ma che ora si sentiva sprofondare nella vergogna… (Ignoto)


Dovevano spararmi nelle gambe per ricordarvi che qui ci siamo anche noi? E' necessario tutto sto casino per parlare dei negretti? Dobbiamo rompere tutto per manifestare il nostro disagio? Spiegatemi come si fa a farsi sentire in questo paese. Questo è solo l'inizio,l'esplosione è imminente.
Sono un immigrato di 25 anni,regolare se qualche pignolo volesse saperlo, lavoro nei campi della Calabria da tre anni e "vivo" in una fabbrica abbandonata. Ogni mattina all'alba pronto per una nuova giornata di lavoro, ogni giorno costretto a piegare la testa, ogni giorno zitto, ubbidiente, piegato. Nei nostri campi una cassetta di clementine vale più della nostra vita, più della nostra dignità; nei nostri campi se qualcuno prova a ribellarsi è fottuto, completamente tagliato fuori. Io per qualche parola in più mi ritrovo con due pallottole nella gamba destra. Scusate se non sono riconoscente verso chi mi offre questo lavoro, so perfettamente che non tutti possono pemettersi un cartone su cui dormire la notte, non tutti si concedono cenette a lume di candela tutte le sere, poche persone hanno la possibilità di vedere topi belli come quelli che vedo ogni giorno io. Non so come ringraziarvi, ma io da oggi ho deciso di smettere con la bella vita. Tutto questo poi per 25 euro. Non mi sarei mai aspettato un'accoglienza così calorosa quando son partito dal Senegal.
Qui a Rosarno sono 2500 gli immigrati, 15000 i calabresi doc. Ieri le bestioline dei campi sono scese per strada perchè non ne potevano più di questa situazione, non potevano più stare zitti. I nostri non sono modi cortesi, non facciamo girotondi, non ci prendiamo per mano, d'altronde qualcuno mi ha insegnato che violenza genera violenza.
Voi come al solito vi siete dimostrati dei servi fedeli, avete , a modo vostro, cercato di mantenere l'ordine, avete ancora una volta fatto il loro gioco. Come sempre i deboli si scannano fra di loro, i pezzenti si uccidono per una cassetta di clementine e due limoni, muro contro muro, paura e pregiudizio. Gli altri, quelli che mangiano le nostre clementine , quelli che decidono, quelli che ci guardano dall'alto, se la ridono, e mentre loro ridono io mi ritrovo zoppo.
Forse qui da voi è sempre stato così, forse per voi il nemico è il più debole... forse tutto ciò è quello che meritate : una cassetta di clementine e tanta tanta vergogna.
Io me ne vado un pò zoppo, ma con la testa alta. Attenti però, l'esplosione è imminente.

sabato 9 gennaio 2010

Loiano Balkan Festival


Il Loiano Balkan festival non deve morire !
E' un appello e non una minaccia, ma è un appello fortissimo che rivolgiamo al comune di Loiano.
Questo blog fa 500 entrate al giorno in media, ma guardate nel blogroll a destra quanti blog parlano di Balkani. Se ognuno di loro vi fa pubblicità, vi assicuriamo presenza di turisti a frotte e soldi che ribolliranno nelle casse comunali !
Non fermate questo spazio favoloso !!

Un bacione infinito ad una favola immensa : Karmen !

Loiano balkan festival

venerdì 8 gennaio 2010

Sandra Obradovic


Questo è un post un po' pazzo !
L'ho fatto perchè Sandra è la preferita di Riccardo, mentre io dico che ci sono centinaia di ragazze piu' belle, ma è bellissimo il seguente video :

svadba-nigor-i-sandra-obradovic

giovedì 7 gennaio 2010

Marina Abramovic a Torino


Ci sono quelle giornate in cui dici : ma tutte oggi capitano ?
In una di quelle giornate mi è arrivata una mail di Gennaro :

Ciao Lina, Caspita! solo adesso scopro che Marina Abramovic, la più grande artista performativa di tutti i tempi e la più grande artista serba contemporanea e forse di sempre, l'11/09 u.s. è stata a Torino per una conferenza alla galleria GAM. Avrei fatto di tutto per esserci! Non l'ho mai vista dal vivo, ma l'ammiro enormemente: è lei con la sua arte e soprattutto con il suo ciclo artistico sulla guerra balcanik, epik, che mi ha avvicinato alla Serbia e mi ha spinto a visitarla per tre volte. Ho letto di questo avvenimento su "Osservatorio sui Balcani" nell'articolo "Marina a Torino" scritta da una famosa scrittrice serba.Se dovesse tornare, se sapessi ancora qualcosa, sarei felice che me ne informassi. Grazie, Gennaro.

Marina a Torino

E' incredibile che a Torino con 4 Onlus e 2 blog che si occupano di Balkani non veniamo a conoscenza di questi avvenimenti !

La foto è tratta da un blog di libero.it

mercoledì 6 gennaio 2010

lunedì 4 gennaio 2010

Hristos se rodi - il Natale ortodosso



Visto che i Serbi seguono il calendario Giuliano il Natale si festeggia 2 settimane dopo il Natale cattolico. Il 6 gennaio è la vigilia di Natale e la tradizione vuole che si vada nel bosco a cercare enormi rami di quercia con foglie (il badnjak) e si cospargerga del fieno intorno al camino di casa per simbolizzare il collegamento con la terra.
Poi si mettono regali per i bambini, che tradizionalmente sono noci, monete e fichi secchi.
Per cena ci vuole un menu di magro (che sarà comunque molto ricco, ma senza grassi animali come carne, burro, latte uova) e questa cena si chiama „badni vecer“ cioè la cena del badnjak, questo ramo di quercia.

Preparando il badni vecer


Si va a messa alla sera, dove viene fatto un falò enorme, in cui si brucia il ramo di quercia (il badnjak) dell’anno prima. Il prete ne distribuisce uno nuovo, lo benedisce e si porterà a casa quello nuovo.
All’uscita della chiesa, viene offerta la Rakija calda zuccherata.
La mattina del sette gennaio, quindi la mattina di Natale, la prima persona che entra in casa da fuori è il „polzajnik“ (il pellegrino). Gli si off
re dello „zito“ (grano bollito con noci e zucchero una specialità di Natale) e del vino rosso. Per colazione spesso si prepara la „cicvara“ (una specie di polenta fatta di farina, uova, burro e formaggio) servita con biscottini secchi, fichi secchi e rakija. Accendendo una candela si inizia la „mirobozenje“ (pace e rinconciliazione) e ci si augura „Mir Bozji“ ovvero un Natale in pace.


Il Natale ortodosso non ha molto a che vedere con il Natale
"commerciale" occidentale fatto di montagne di regali e poca spiritualità.
Qui il falò davanti alla chiesa per la messa della vigilia.

Per tutta la giornata il saluto sarà: „Hristos se rodi“ (E nato Gesù) e si risponde „Vaistinu se rodi“ (Infatti è nato). Il pranzo di Natale è lauto ed a partire dalla mattina di Natale il tempo di digiuno (o di magro) è terminato.

Srecan Bozic!
Per un bellissimo S.Natale ortodosso, pieno di luce, i migliori auguri !


The english version is in here in a post I made one year ago on www.sajkaca.blogspot.com

domenica 3 gennaio 2010

Sogno di Skopje



Un po' di tempo fa vi abbiamo presentato il primo libro (scritto in lingua macedone) di Biljana Petrova, la nostra amica di Skopje. Ora abbiamo una bella notizia: Biljana sta per pubblicare un libro in italiano! Il libro sara' presentato a Bologna, il 15 gennaio 2010 e vi terremo informati sui dettagli.

Ecco la prima intervista a Biljana (BP)  fatta da Miran Oblomov (MO), un etologo di specie estinta, sull'uscita del nuovo libro "Sogno di Skopje". Potete leggere altre infromazion su "Cahier di viaggio"  la collana di Edizioni Historica diretta da Francesca Mazzuccato.


MO: Posso darle del tu?

BP: Certo, prof. Oblomov, e devo dire subito che per me e' un onore essere qui a rispondere ad un egregio professore, ho letto delle sue ricerche nel dipartimento di biologia di Emildonia e quindi con molto piacere rispondo a lei, o le do del tu anch'io?

MO: Facciamo chiarezza, dammi del Lei. Perchè Skopjie?

BP: Sono nata e cresciuta a Skopje, e' la mia citta', ogni giorno respiro e vivo e sogno (di) Skopje..

MO: Non hai risposto, o hai risposto parzialmente. "perchè Skopjie"?

BP: Lei e' davvero troppo meticoloso. Perche' Skopje? Anche perche' Belgrado era troppo lontano e ad Atene svenivano i Pinguini..
forse la risposta migliore sarebbe leggere il petit cahier..
ma con poche parole: di skopje si sogna ogni giorno, con occhi aperti e con la fantasia, e con il cuore.
I sogni non finiscono mai..semmai, si avverano, ma dopo questo non sono piu' sogni :)
Questo sogno e' un omaggio a tutti quelli che portano Skopje nel cuore, che sono stati qui e vorrebbero tornare di nuovo, o che un giorno arriverano...

MO: Hai risposto a una domanda che non aveva risposta (perchè no!!!??). Comunque, la mia seconda domanda cui tu hai risposto anticipandomi telepaticamente, era: "Cosa sognate a skopjie di bello, e come sognate?
E dopo che sono stati sognati dove finiscono i vostri sogni?"
Vuoi aggiungere altro a questa ciangotteria?

BP: Giuro che volevo rispondere "Perche' no" ma mi pareva troppo ovvio e trasparente per un discorso cosi' oblique e laterale come questo intervista...
Ciangotteria? Mi dica professore, cosa vuol dire?
Intanto voglio dire che il petit cahier fa parte di una collana internazionale e segue le orme di un grande cahier (in ogni senso) di Francesca Mazzucato, direttrice e curatrice della collana.

MO: "ciangotteria" è chiacchiere, ma non sono sicuro sia italiano. Pensavo che dalla macedonia s'intuisse. Innanzitutto, cos'è un cahier?

BP: Cahier, letteralmente vuol dire "quaderno" in francese, quindi, prendere appunti, note, impressioni, ricordi e sogni di un viaggio...nei cahier di viaggio.
Visto che io sono in Skopje, il viaggio e' una metafora, e' un viaggio oneirico, poetico, ma sempre dedicato alla storia, alla magia di Skopje.

MO: Specificatamente, prima di entrare nel tuo sogno e nel tuo viaggio senza valigie, vorrei chiederti quali sono i tuoi riferimenti
letterari, in modo di consentire ai lettori di capire da subito chi hai copiato. Dimmi.

BP: Ah, ma professore, non si dice copiare, si dice "rende un'omaggio" (che poi e' la stessa cosa).
I miei riferimenti letterari innanzitutto sono sempre e comunque i grandi scrittori del realismo magico, come Marquez, Rushdie, Calvino et al..
In questo caso si potrebbero intuire anche alcuni esempi da oscuri scrittori macedoni e balcanici, ma siccome il libro e' per i lettori italiani, non capira' mai nessuno.
E ci sono anche riferimenti ai viaggiatori anonimi, amici che sono stati qui, a Skopje, che magari ritroveranno le sue tracce nel mio testo, dopo avermi raccontato loro esperienze..

MO: ...E ti quereleranno per diffamazione..Ti sei già collocata in una corrente, perchè?

BP: No, no, mi hanno dato loro "benestare". Mi sono collocata in una corrente perche' credo sia la corrente migliore per esprimermi, permette tutto ed e' una ottima cornice per la mia immaginazione spesso troppo ricca e imprevedibile...Se mi permette un cliche', mi sento come pesce spada nel corrente..

MO: Bellissimo correlativo soggettivo! Li adoro. Io penso che lei faccia delle gran belle insalate di parole. Ma buttiamoci, "a babbo morto" (anche perchè mio padre è morto davvero), nelle frescura delle pagine del suo libro appena stampato. Quando nasce "il sogno di Skopjie",nel tuo tempo relativo e tra le righe, c'è un 'incipit vero e proprio come " sapete com'è la mattina presto, là, all'Havana..."? E se si, com'è?

BP: Insalate di parole..certo professore, dimentica che sono dalla Macedonia, piu' insalata di cosi' ..si, buttiamoci (la parentesi del tuo dolore la togliamo, immagino)
Il sogno di Skopje nasce all'improvviso, tra un log in e altro, alla tastiera, nello spazio virtuale tra Twitter e Facebook, come un ponte, l'idea arriva come un treno e io da buona pendolare parto..
E poi, un evento davvero importantissimo con cui questo sogno ha preso ali...la visita ad una cripta dove tra i resti dei soldati caduti nella prima guerra mondiale, c'era anche la targa sulla salma di un soldato italiano. Era una coincidenza straordinaria, ho deciso di rendere omaggio a questo soldato, questo episodio fa parte del sogno in una maniera particolare.

MO: E se dicessimo "una julienne di nuances" le pare più chic.?In che termini inizia l'inizio?

BP: "una julienne di nuances"..tres chic ...mi piace moltissimo...
L'inizio inizia come ogni sogno...nella terra di nessuno, quella sublime tra la veglia e l'incoscio. Una cartolina di Skopje che diventa viva ..e cosi' inizia il viaggio..

MO: Continua a darmi del Lei, per favore!Sei troppo laconica!. Mi dici allora, quanto del Cuore di Tenebra dei Balcani, che noi antipodi abbiamo conosciuto solo notando gli aerei partire carichi di bombe da Aviano e ritornare vuoti, c'è nel tuo Sogno? Pare sia una sorta di contaminazione ambientale laggiù, da voi.

BP: Niente delle contaminazioni nel mio sogno..e' un sogno pulito, decontaminato, chiaroscuro e sfumato.
Sono laconica apposta, egregio professore, dobbiamo lasciare qualcosa in sospeso per i lettori no?
...
Mi scusi per la mancanza della forma del Lei di prima, ma da autodidatta in italiano, trovo questa forma molto difficile. Comunque per Lei sto facendo lo sforzo, perche' le stimo..

MO: Autodidatta? Non ci crede nessuno. Lei sa d'accademia! Posso dirti che fino a ora non ho capito ancora nulla del tuo libro? E se non ci fosse nulla da capire? Esiste una trama, una canovaccio, uno straccio di abbozzo di improvvisazione di storia da raccontare? ( qui Oblomov diventa notoriamente molesto)

BP: E invece si! Autodidatta. Proprio come Conrad nella sua allusione di prima. Nel Sogno di Skopje non c'e' ne Mr. Kurz, ne una trama nel senso classico, e' un Sogno for crying out loud..lei capisce i sogni? Ci sono stracci di abbozzi ma sono come ombre, nel tempo e nello spazio..
Capira' dopo aver letto il libro, il libro e' onirico e poetico, e la poesia, si sa, non si racconta. (B. diventa bambina capricciosa).

MO: Ciurla nel manico, eh? Comunque di una cosa sono contento: che non siamo davanti al solito racconto balcanico in cui si parla del solito cuore di tenebra del balcani.Dato, per assurdo, che questi balcani esistano. D'accordo la poesia non si spiega, accade, come la neve o la pioggia. Sarebbe felice se la paragonassi a Dylan Thomas nel suo racconto di racconnti "molto presto di mattina"?

BP: Onoratissima..e felicissima..grazie.

MO: Intervista evitante, mi pare. Ultima domanda, lei ama la musica balcanica, con trombette, fisarmoniche, piatti e finti tzigani con baffi altrettanto finti?

BP:No. Mai e poi mai. Non sono il tipo.

MO: E' l'unica cosa che mi interessava sentir dire. Ciao, eh.

sabato 2 gennaio 2010

Danijel, Darko i Sandra Piler


Segnalato dall'Opera nomadi Catania e da Fabrizio Casavola, riportiamo un servizio fantastico !

Tre giovanissimi musicisti di strada Rom vincono in Serbia un'importante competizione musicale, che darà loro la possibilità di completare la loro istruzione musicale. Un talento straordinario

Danijel, Darko i Sandra Piler