mercoledì 17 novembre 2010
Krvava bajka, fiaba cruenta
STERMINIO NAZISTA IN SERBIA
In un solo giorno 7300 morti nella città martire. È l'autunno del
1941. Pochi mesi dopo la dissoluzione del regno di Jugoslavia, la
penisola balcanica è insorta contro l'occupante nazifascista. Alla
rivolta partigiana i tedeschi rispondono facendo strage della
popolazione civile.
Il 20 ottobre 1941, sei mesi dopo l'invasione tedesca della
Jugoslavia, nei due Ginnasi di Kragujevac (leggi Kragujevaz), la città
serba posta nel centro della regione della Sumadija, le lezioni
iniziano alle 8.30, come di consueto. Sono in programma quel giorno la
sintassi della lingua serbocroata, matematica, la poesia di Goethe, la
fisica. In una classe, un professore croato, un profugo fuggito dal
regime fascista instaurato in Croazia da Ante Pavelic, sottolinea il
valore della libertà. Poco lontano, un altro spiega l'opera di un
poeta serbo del romanticismo risorgimentale. La mente rivolta alle
secolari lotte sostenute dai serbi per la loro indipendenza e a quella
presente che cresce irresistibilmente, anch'egli parla di libertà. La
voce calma e profonda che illustra i versi del poeta: "La libertà è
un nettare che inebria / Io la bevvi perché avevo sete", ne nasconde a
fatica la tensione, che aleggia anche nell'aula, che grava su tutti,
sulla cittadina, sui suoi abitanti, e che l'eco strozzata di fucilerie
lontane da alcuni giorni alimenta....
Tratto da Pugliantagonista 21 Ottobre 1941
Kragujevac era un simbolo per molti di noi jugoslavi. Da piccoli associavamo il nome della città all’eroismo, alla resistenza e alla solidarietà operaia. All’età di otto anni, quando i miei coetanei si ispiravano alle avventure di Tarzan o di Tom Sawyer, io sognavo di morire eroicamente, come gli studenti di un’intera classe del liceo di Kragujevac. Nell’ottobre del 1941 gli occupanti tedeschi avevano rastrellato, per rappresaglia, circa settemila abitanti di Kragujevac. Fu un massacro. Tra i fucilati c’erano molti studenti, prelevati direttamente dalla scuola. Questa atrocità ha ispirato la poetessa Desanka Maksimović a scrivere la poesia “Krvava bajka” (Fiaba cruenta). Ancora oggi ne ricordo i versi, che mi fanno venire i brividi:
Avvenne in un paese di contadini,
nella Balcania montuosa:
una compagnia di alunni
in un giorno solo morì
di morte gloriosa.
Nel 1962 sull’evento fu girato il film “Prozvan je Peti tri“ (Si chiamava anche classe V 3). L’ho visto varie volte, piangendo sempre. Fantasticavo, talvolta, di essere uno degli scolari, oppure il loro professore, che rifiutò di salvarsi e morì insieme ai suoi studenti. Prima di essere giustiziato, il professore dichiarò davanti ai fucili tedeschi: “Sparate, anche adesso sto facendo lezione”. Da allora considero nazisti tutti quelli che, per vendetta, puniscono degli innocenti.
Tratto da Osservatorio balcani
Il marchio Zastava
Prozvan je Peti tri
Strage nazista a Kragujevac
Da Cnj
mi sono venute le lacrime agli occhi :(.. spero non ci si dimentichi mai di questi atti.. il professore ha insegnato veramente cosa significhi lottare per la libertà.
RispondiEliminaArdi
Il tributo di sangue, di deportazioni e di distruzione pagato dalla Penisola balcanica dal "Congresso di Berlino" del 1878 in poi è smisurato: il tentativo dell'espansionismo Bulgaro, l'annessione della Bosnia-Erzegovina da parte dell'Austria, due guerre mondiali, particolarismi etnici, vendette e risentimenti che ancora oggi lasciano molte situazioni in forse.
RispondiEliminaLeggendo questo racconto mi viene di fare un commento tragicomico: il Professore spiegava il Faust di Goethe, ma a Kragujevac non si è potuto decidere di vendere l'anima al diavolo oppure no, perché l'inferno arrivò in ogni caso.
grazie per questi due bei commenti.. purtroppo, caro ardi, tutto questo è già dimenticato
RispondiEliminaecco perchè ho voluto fare questo post anche se noi ci siamo ripromessi di non parlare di politica... ma ogni tanto.. non se ne puo' non parlare !!!
perdonateci !
un ringraziamento particolare a piotr di milano per come segue il nostro blog e i balkani in generale e un appello a chiunque lo voglia portare in balkania !!!!!!!!
RispondiEliminapiotr.. se ci andrai.. ripiegami in valigia !
che bello !!
RispondiEliminasiamo ospiti da emina !
http://emyristovic.blogspot.com/
Grazie Lina per le belle parole e la "pubblicità". Mi sento un pò stupido, tanta voglia di fare e non riuscire a concretizzarla... Speriamo che gettare semini dia frutti in futuro. Si ti ci metto di sicuro in valigia... Scusa la digressione, ciao
RispondiEliminaio che conosco le tue scelte, caro piotr, ti ammiro e mi preoccupo allo stesso tempo !
RispondiEliminasperiamo bene e incrociamo le dita !
magari ti verremo a trovare in balkania e ci siederemo nel tuo giardino con una bella jelen pivo !!
con tutte ste lingue che studio non so' piu' se si dice siederemo o sederemo !!!!
kukulele !
kukulele heheheh ma quanto mi piace questa espressione?? :D
RispondiEliminaComunque si dice "siederemo".. comunque non ti biasimo, noi dei balcani abbiamo sempre a che fare con lingue tutte diverse una dall'altra.. italiano, serbo, albanese... hehehe ma anche questo è il bello :)
Per quanto riguarda il post.. sai mi dispiace tanto, non voglio che i nostri popoli vengano affetti dalla stessa sindrome che sta imperversando qua in Italia, scordarsi della propria storia nel bene e nel male. Spero che chiunque leggendo queste notizie si rianimi e provi a onorare i territori della ex-jugoslavija e degli altri.. perché solo con l'amore riusciremo a far ritornare un paradiso queste meravigliose terre :)
Ardi