sabato 30 agosto 2008
Gemellaggio Derventa / Pinerolo
Bè ? Siete tornati tutti dalle ferie ? Un buon numero di voi mi ha tenuto compagnia anche nel mese di Agosto. Qualcuno è anche riuscito a navigare dai posti di villeggiatura, incredibile !
Se siete pronti.. possiamo cominciare, adesso si fa sul serio ! Finora abbiamo scherzato ? Si ! Ci siamo tenuti sul leggero, ma ora cominceremo con le conferenze, i quesiti di storia e i corsi di lingue, sempre se i nostri insegnati ritornano alla base, perché adesso sono latitanti.
Scusate se io parto sempre da Adamo ed Eva, ma per spiegarvi questa magnifica giornata che ho passato a Pinerolo, devo cominciare dal mio amico Goran Savic, grande campione di nuoto e unico serbo (tra quelli che conosco io) che parla con lo jot.
Per capirci la differenza è vestica/vjestica.
Goran è nato a Derventa, in Bosnia. La sua famiglia ha origine serbe e lui è andato a scuola con tanti bambini croati. Nella sua classe vi erano mussulmani e ortodossi e nessun bambino si poneva un minimo problema. Tutte le famiglie erano amiche, c’erano i matrimoni misti e le famiglie ortodosse vivevano secondo la religione ortodossa festeggiando le loro ricorrenze, mentre i mussulmani vivevano le loro tradizioni. Le case e le macchine si lasciavano aperte, perché non vi era delinquenza e Goran, le rapine in banca, le vedeva solo nei film.
Poi è arrivata la guerra, tanto crudele, quanto senza senso. Lui avrebbe dovuto odiare i suoi vicini di casa, i suoi compagni di gioco. Non ce l’ha fatta ed è scappato.
Pero’ ha tanta amarezza e per questo adesso aiuta molto volentieri l’associazione Arcobaleno di Pinerolo (To).
Questa associazione è nata quasi per sbaglio, per meglio coordinare gli aiuti che i privati cittadini mandavano nella ex- Yu, ma nel tempo si è concretizzata e ha realizzato progetti impensabili. Non posso elencarli tutti, ma veramente sono stati fatti dei miracoli: dall’aiuto agli ospedali, alle scuole di ogni ordine e grado, ad un cane addestrato per una ragazza cieca. Io vado ogni anno a Natale alla serata di beneficenza e l’anno scorso mi sono divertita tanto. Un po’ perché si balla e poi c’è la lotteria e un po’ perché il progetto era di aiutare dei ragazzi disabili, ma il presidente dell’associazione non riusciva a dire il nome giusto. Il progetto si chiamava “sunce” che vuol dire sole e si legge sunze. Il nostro carissimo e simpaticissimo Silvano leggeva sempre suncie e io con tutti i serbi, giù a ridere.
Comunque in una sola serata abbiamo raccolto 1.000 euro, non male !
Una cosa che l’associazione Arcobaleno ha sempre notato è il senso di isolamento dal resto del mondo e l’abbandono a se stessi che queste popolazioni della ex-Yu provano. Cosi’ nel 2005 si è concretizzato un altro progetto caro all’associazione . Il gemellaggio tra Derventa e Pinerolo.
Sono arrivati politici e amministratori da ogni dove. Il sindaco di Pinerolo si stupiva del fatto che i politici e gli amministratori bosniaci necessitavano di un visto per uscire dalla Bosnia. Io e i miei amici ci guardavamo e ci sembrava che il sindaco arrivasse da Marte.
Ma sono poi cosi’ sconosciuti questi Balkani che ci stanno a due passi ?
Comunque è andato tutto bene. La cermonia è stata bella ed è stata fatta in una chiesa sconsacrata. Una cimice ha attraversato il libro delle firme. Io l’ho notata e l’ho detto ad un vigilie urbano, ma lui ha detto che portava bene.
Per i nostri amici militari posso dire che c’erano molti militari presenti ed erano tutti con tante stellette. Comunque erano tutti a bocca aperta nel vedere quanto erano carine le due interpreti serbe.
Quanto amo queste giornate passate ad unire diverse culture e diversi popoli, al contrario sento solo piu’ discorsi razzisti.
Pensare che ho sempre creduto che il diverso arricchisce e lo sto sperimentando veramente !
giovedì 28 agosto 2008
Lučene Paprike
Uno dei grandi piaceri dei balcani è il cibo! Non sono solo le ricette che sono buonissime...è proprio la materia prima che viene coltivata con grande cura e amore (e nel caso della frutta e verdura..gode anche di un'ottimo clima). Così non è del tutto incomprensibile perché la gente dei balcani, quando viene in Occidente, si porta dietro quintali di cibo!
Mio marito è appena arrivato da Leskovac con 15kg di peperoni rossi presi lì per pochi soldi al mercato. Che farne? Vi svelo la ricetta per le "lučene paprike" della sua zia Ljubinka!
E un modo di preparare i peperoni molto poplare nel sud della Serbia (appunto nei dintorni di Leskovac)
Prima si lavano bene i peperoni e si scartano quelli che eventualemnte sono ammaccati. Poi si lasciano asciugare (preferibilmente al sole). Dopo li si passa al forno (200gradi) e si lasciano per 20 min. minimo (la carne del peperone dovrebbe diventare bella morbida).
Solitamente io li lascio interi con gambo e semini. C'è anche la variante di chi li svuota e toglie il gambo (più belli però con gambo!)
E quindi si passano sulla griglietta oppure sul grill e si abbrustoliscono finche diventano quasi neri.
Si fanno raffreddare e poi si mettono in sacchettini (far uscire di piu che si puo l'aria) e si congelano.
Quando si ha bisogno, si scongela uno dei sacchettini (io metto ca. 15 peperoni per sacchettino), delicatamente si pelano e in una ciottola si mette uno strato di peperoni, poi un filo d'olio di semi, dell'aceto (nei balcani usano quello di alcol), un po' di sale, dell'aglio trittato fine e del prezzemolo trittato. Poi di nuovo una strato di peperoni, e di nuovo olio, aceto, sale, aglio e prezzemolo e così via, affinche si son consumati tutti i peperoni. Poi si lascia macerare al fresco per almeno due ore (meglio ancora di più, tranquillamente anche più di un giorno).
Si servono insieme a carne (si sposano benissimo con il rostlj) oppure con gli antipasti (zakuska).
One of the big pleasures of the balkans is food! My husband just arrived from Leskovac with with 15kg of red peppers. And now what to do with them?
Here I tell zou how to prepare "lučene paprike" a recipe from his aunt Ljubinka from Kovaceva Bara (a little village near Leskovac). This is a very popular way to prepare bellpeppers in the south of Serbia, namly in the Leskovac area.
Wash and sundry the peppers. Then bake them for 20min in 200°C oven and after that barbeque them until they get almost black like in the pictures above. Now you can freeze them in batches of 15 peppers per bag.
When you want to eat them, take them out of the freezer, defrost them, peal them and put one layer of peppers in a bowl. Season with seed oil, vinegar of alcool, finely chopped garlic, salt and parsley. The proceed with a second layer, season again and go on like that until all the peppers are stacked in the bowl and seasoned. Now let stand in cold place for min. 2 h.
Now you can serve them with BBQ meat or appetizers!
Qui c'è una versione di Belolučene paprike con formaggio, dall'archivio di: "iz moje kuhinje".
mercoledì 27 agosto 2008
Festival Internazionale Adriatico Mediterraneo
E’ più che certo che Francesca, Skender ed io ci stiamo divertendo un sacco a fare questo blog.
E’ bellissimo ricercare notizie e scoprire che ci sono dei mondi favolosi vicino a noi.
Poi ci siete voi lettori che ci date tanta forza e ci sono le persone come Veronica che ci ha segnalato questo festival di Ancona molto moltissimo interessante.
Ho dato un’occhiata al programma e gli appuntamenti culturali sono veramente tanti. Questi sono solo alcuni:
- Damir Imamovic’ trio (Bosnia). Una tra le più belle voci dei Balkani, che rivisita la musica tradizionale bosniaca.
- Concerto di Massimo Zamboni associato alla presentazione del film “Il tuffo della rondine” di Stefano Savona. Il film parla della città di Mostar.
- Il film dedicato alla Bosnia di Emanuele Cicconi “Sarajevo,Bih-storie di un dopoguerra”.
- Mostra dedicata ai disegnatori serbi “Cartoline dalla Serbia” con la partecipazione di Zograf, uno tra i più importanti fumettisti del mondo e tra i più significativi intellettuali serbi.
- Performance musicale dei Tehno Muda, gruppo underground serbo di techno electro dub
- Diversi i gruppi di musica klezmer e rom, coinvolti per animare luoghi suggestivi del centro di Ancona: Muzikanti, Siman Tov, Gattamolesta, Taraf, Zaraf Klezmer band.
Peccato che al festival non c'è il reportage di Davor "Kosovo me fat? Frammenti di uno stato nascente".
In ogni caso direi che è proprio un festival d.o.c.
Grazie Veronica ! Sei grande !
lunedì 25 agosto 2008
KLEDI KADIU
Anche questo post giaceva nella mia mente da tempo.
Io lo dedico a quel ragazzo albanese che ho incontrato nell’ultimo meeting che abbiamo fatto sul Kosovo a Torino. In realtà non so come si chiama. E’ scappato quando mi sono avvicinata con carta e penna per chiedergli l’email. I miei amici dicono che dovrei stare io in Kosovo per risolvere i problemi, visto che faccio così tanta paura che scappano tutti (quindi anche gli americani).
Quello che so con certezza è che se tutte le persone fossero come Kledi non ci sarebbero le guerre e le persone si stimerebbero per quel che sono e si vivrebbe bene, perché ci si aiuterebbe un con l’altro.
Questo lo so perché il povero Kledi ha subito un’agressione con insulti e pestaggi, ma non ha avuto una sola parola cattiva contro chi gli ha fatto del male e l’ha insultato solo perché è albanese.
Si è limitato a sporgere regolare denuncia e si chiede perché tanta cattiveria quando tutti gli vogliono un bene infinito.
Lui non sa che a Roma e non solo a Roma, negli ultimi tempi, si sono moltiplicate le aggressioni agli stranieri e non solo agli stranieri, ma anche ai gay.
E’ il frutto di una politica di giustizia “fai da te”. Le ronde che molti comuni hanno adottato come “aiuto” alle forze dell’ordine si sono tramutate in cinque ragazzi assassini a Verona.
Quindi io spero che i nostri mass media cambino rotta e mandino in onda tante interviste a persone buone come Kledi.
Chi semina vento raccoglie tempesta e l’unico vento che amiamo è quello che emanano le persone che costruiscono la pace.
Kledi è maestro di danza, ma è anche maestro di vita.
domenica 24 agosto 2008
Il ponte sulla Drina - Ivo Andric
Grazie al premio Nobel che Ivo Andrić ha ricevuto nel 1960 per questo fantastico libro, si è intensificato il lavoro di traduzione di literatura jugoslava e balcanica favorendo la circolazione di queste opere .
"Il ponte sulla Drina" è frutto di una volontà di grandiosa sintesi storica, la narrazione abbraccia un arco di tempo estesissimo, quattro secoli, ora allargandosi in poderosi quadri di insieme ora invece soffermandosi sui fatti che coinvolgonon tra XVI e XX secolo gli abitanti di Višegrad, separati dal fiume Drina ma ricongiunti dal ponte che nel Cinquecento il Vizir Mehmed Pascià Sokolovic volle fare edificare in ricordo delle piacevoli emozioni provate quando attraversò questi luoghi da bambino.
Costruito grazie alla fatica e al sacrificio di numerosi cristiani spesso disumanamente trattati dai fiduciari del vizir, il ponte è anzitutto simbolo del dolore e della sofferenza. Ma è anche simbolo della fusione dei due diversi mondi che qui si sono contrapposti e succeduti, quello orientale e quello occidentale.
Prima vessati dagli ottomani che per mezzo millenio hanno governato la Bosnia schiacciando ogni libertà e disinteressandoli dei problemi economici di questa terra, e poi soggetti agli austriaci portatori di una morale fiacca, corrotta e corruttrice, gli abitanti di Višegrad hanno saputo adeguarsi alla mutevolezza del tempo conservando un ethos proprio e nello stesso tempo accogliendo i valori e i modi di vita che l'uno e l'altro conquistatore hanno introdotto.
Di fronte al variare delle epoche, dei costumi, delle forme di potere, il ponte incarna ai loro occhi ciò che di eterno, di indistruttibile resta, assurgendo quindi a stendardo della loro stessa identità. Così almeno lungo i secoli fin oltre la soglia del Novecento.
A segnare uno strappo decisivo interviene però con la sua ceca ferocia il potere distruttivo della guerra mondiale. Non crolla l'intero ponte, crolla solo uno dei suoi pilastri, abbattuto da un micidiale colpo di cannone. Sugli abitanti del luogo l'evento ha ugualmente un effetto sconvolgente.
Con maggiore o minore consapevolezza essi intuiscono che ciò che davvero è stato per sempre mandato in frantumi con quella cannonata è la fiducia nella continuità dell'esistenza che per secoli ha permesso agli uomini di sopportare pazientemente ogni angheria e ogni angoscia.
La cittadina di Višegrad oggi
Andrić da conferma delle sue ottime qualità di narratore interessato tanto alla psicologia quanto alla sociologia, e cioè consapevole che nessun caso umano può essere adeguatamente analizzato se non si esamina l'ambito sociale in cui esso ha la sua ragione di essere.
i link:
sito di ivo andric
Visegrad
Na drini cuprija - dokumentarni film BHT1 "na drini cuprija" deo 1 i deo 2
venerdì 22 agosto 2008
CIRILLO E METODIO
Parlando con i miei collaboratori, mi sono resa conto che vorrei dire tante cose, ma è necessario andare con ordine, perché si rischia di fare un putiferio infinito.
Quindi vi risparmio la creazione, Adamo ed Eva e arriviamo circa all’ 800 d. C., quando succedono delle cose interessanti in Balkania.
Premetto che accetto critiche poiché tutto ciò che dico, l’ho preso da differenti testi e non soddisfa neanche me , perché i miei perché sono ancora li, esattamente dove erano prima di leggere e rileggere la storia che sto per raccontarvi.
Succede che verso l’inizio dell’800 d.C. (scusate se non sono più precisa) il Papa inviò due persone molto colte nelle terre della Pannonia e della Moravia. Erano due fratelli originari di Salonicco e quindi greci.
Il Papa inviò i due fratelli per evangelizzare quelle terre. Ora si aprono molti scenari.
In realtà era normale andare ad evangelizzare. Tutto il libro degli “Atti degli apostoli” parla di evangelizzazione dopo la Resurrezione. Ciò che mi chiedo è quale religione abbiano trovato i due fratelli Cirillo e Metodio. Religioni pagane ? Che adoravano tanti dei o uno solo ?
Ma andiamo avanti. Cirillo e Metodio inventarono una scrittura per poter comunicare e lasciare i testi sacri alle popolazioni che avevano convertito. La scrittura si chiamava “glagolitica” e da questa nacque, in seguito, l’alfabeto cirillico che tanto tormenta ancora me al giorno d’oggi.
Altro problema, altro regalo. Perché inventare un nuovo alfabeto ? Perché non usare la lingua latina?
Ma andiamo avanti. Cirillo e Metodio tornarono a Roma a riferire al Papa del loro viaggio.
Qui Cirillo morì e fu sepolto nella Basilica di San Clemente.
Metodio tornò in Balkania come vescovo ed ebbe la sua sede a Sirmium, attuale Sremka Mitrovica.
Questo lo dico, lo sottolineo e lo grido in maniera che sentano nel blog accanto. In tale blog si rinnegano le radici ortodosse della Serbia.
Ma andiamo avanti. Purtroppo la chiesa tedesca non vedeva di buon occhio l’evangelizzazione di Cirillo e Metodio e incominciò a perseguitare come eretici i loro discendenti.
In realtà, anche in futuro, la Germania, avrebbe sempre e comunque messo il naso in Balkania.
La storia recente ci dice che l’esempio della Germania è stato seguito da una miriade di stati e probabilmente ciò è dovuto a due fattori : la posizione geografica e la possibilità del business facile.. purtroppo sempre a danno delle popolazioni locali.
Cirillo e Metodio sono stati proclamati patroni d’Europa da Giovanni Paolo II.
Ora la domanda che sorge spontanea è : come mai esistono i cattolici ed esistono gli ortodossi ?
Se Cirillo e Metodio sono partiti da Roma, anche se molti pensano che siano partiti da Costantinopoli, come mai sono andati a riferire sulla loro evangelizzazione al Papa a Roma e vi sono così tante differenze tra la religione cattolica e quella ortodossa ?
Ortodossia in realtà significa fedeltà alla prima fonte, alla prima regola. Quindi cosa se ne deduce ?
Che i cristiani si sono evoluti verso nuove credenze e gli ortodossi sono rimasti fedeli alle regole della prima religione ?
Tutto questo post in realtà era per spiegarvi che io in Balkania vado alla S.Messa ortodossa e vado a vistare le chiese ortodosse che sono dei gioielli di arte.
Inoltre abbiamo molte coppie miste e la domanda è : in che religione educare i figli ?
Tra cattolicesimo e ortodossia non vi sono molte cose incompatibili. Ben più difficile sarebbe tra cattolicesimo e religione mussulmana o tra cattolici e atei come è capitato ad una coppia che conosco.
Quello che mi fa impazzire della religione ortodossa sono le icone. I miei amici sanno che, se vogliono farmi contenta, me ne possono regalare una, anche piccolissima.
Un’altra cosa invece che non mi piace è che in 3 ore di Messa ortodossa non ci si può sedere e poi donne a sinistra e uomini a destra ! Loro credono di fermare gli inciuci, invece le ho viste io le ragazze che guardano dalla parte maschile e gli uomini che ricambiano lo sguardo !!!!
giovedì 21 agosto 2008
IL CONTE DRACULA
Finalmente in questi giorni sono riuscita a togliermi una vecchia curiosità. I miei amici serbi e quelli rumeni, spesso, mi hanno parlato del famoso conte Dracula. Il caro conte è una figura a metà tra leggenda e storia.
La Valacchia è una regione della Transilvania che si trova a nord del Danubio, nell’attuale Romania ed è qui che inizia la vera storia di Dracula con le gesta eroiche di suo padre Vlad II. Egli apparteneva all’ordine cavalleresco del Drago e il suo regno era a metà tra due imperi: quello cristiano a nord e quello ottomano a sud.
Gli Ottomani non erano gli unici nemici di Vlad II: molti altri conti cristiani si facevano la guerra per conquistare piccoli territori. Tra questi c’erano anche i signori della città bianca (Belgrado). Vlad II capì che il sultano Murad II era inarrestabile e quindi si alleò con lui, permettendogli di attraversare per la prima volta il Danubio. Molti principi cristiani preferirono arrendersi a Vlad II, rinnegato cristiano, piuttosto che arrendersi a un turco. Il sultano, temendo un tradimento di Vlad II, fece imprigionare i suoi figli, tra cui Dracula, nella rocca di Gallipoli. Vlad II si alleò nuovamente coi cristiani e col papa Eugenio IV, ma tutto fa pensare che facesse il doppio gioco, essendo tradizione turca avere un ottimo servizio di spionaggio (anche in Kosovo i turchi vinsero grazie al tradimento del serbo Brankovic).
La resa dei conti avvenne quando Vlad II fu ucciso in battaglia e il suo regno passò al figlio Dracula che era ancora nelle mani dei turchi. Dracula riuscì a fuggire e tornò in Transilvania, ma trovò il suo trono occupato. Divenne ferocissimo. Per sei anni non fece altro che massacrare sia i turchi sia i principi che gli avevano usurpato il feudo. Rimase famoso un grande banchetto al quale invitò i notabili del principato, i vescovi e i prelati: la leggenda vuole che egli continuasse a banchettare mentre i suoi servi uccidevano tutti gli invitati.
Si dice che in sei anni non furono meno di ventimila le persone uccise e che Dracula bevesse sempre il sangue delle sue vittime.
La leggenda vuole che la moglie di Dracula mori’ suicida piuttosto che consegnarsi agli Ottomani
Ancora oggi si pensa che il corpo di Dracula sia nella tomba, intatto, pronto a uscire ogni notte proprio per continuare a succhiare il sangue umano.
martedì 19 agosto 2008
F L A M I N G O S I
Eccovi i due simpatici musicisti/attori/presentatori che formano il gruppo „Flamingosi“.
Il gruppo dei „Flamingosi“ ha iniziato nel giugno del 2005 con un EP con 4 canzoni, tra cui il grande hit „Ljubav“ con uno spiritoso clip musicale!
Ognien Amidzic (un presentatore di Pink TV serbo) e Marinko Madzgalj (un attore da teatro montenegrino) si sono fatti una gran fama con canzoni che diventano subito „hits“, un look divertente che prende in giro Elvis oppure la new wave inglese degli anni 80, oppure canzoni e stile di Zdravko Colic e poi con dei music clips carini e piacevoli.....usando sempre delle bellissime modelle serbe tipo Tamara Paunovic.
Erano stati scelti (insieme al cantante soul „Luis“ ) di rapresentare la serbia e montenegro al Eurovision Song Contest 2006, ma a causa di una serie di accuse di brogli tra le due emittenti televisive quella serba e quella montenegrina, la Serbia e Montenegro si è ufficialmente ritirata dalla gara, e cosi la divertente canzoncina dei flamingosi non è andata al concorso.
Ognien e Marinko presentano l’emissione da sabato sera: „Cao Darvine“.
Qui il nuovo clip di quest’estate 2008 (con la cantante jazz Nada Pavlovic).
lunedì 18 agosto 2008
Un viaggio fantastico
Bella Mostar, affascinante.
Belli i colori, belle le donne, belli i bambini,
bello il ponte, belli i mercatini, bella la casa turca e le moschee,
Bella la gente i turisti felici.
i minareti, le chiese, le case...
Mi sento in paradiso!
Ma non dimenticare
le lapidi sotto l'edera
le lapidi sotto l'edera
MILORAD CAVIC
Ed eccomi qui, pronta a rispondere a Davor, impazzito per la pallavolo.. emh..la pallanuoto croata.
Vi presento Milorad Cavic’ (si legge Ciavic’).
In realtà dire che ve lo presento è riduttivo , perché il mio pc è gravemente malato. Sono senza antivirus e non posso sfruculiare come al solito in internet causa uccisione immediata mia ad opera del martirio (il pc è suo).
D’altra parte prima prendevo almeno due virus al giorno.. mi sa che qualcuno ha fatto effetto, perché li mettevo tutti in 40ena.
Veniamo al bellissimo e fighissimo e bravissimo Milo.
E’ serbo, ma è nato negli Stati Uniti (le diaspore!). Al suo attivo ha moltissime medaglie, ma l’ultima, quella d’argento,presa a Pekino sui 100 metri farfalla è molto contestata.
I giornali serbi scrivono che un sensore ha lasciato Cavic’ senza oro.
Non dimentichiamo che solo due giorni prima, Cavic aveva fatto il record olimpico proprio sui 100 metri farfalla, dando addirittura 11 centesimi a Phelps.
I 100 mt. farfalla alla fine li avrebbe vinti Phelps per un centesimo di secondo, ma vedremo il risultato del ricorso presentato dalla federazione serba.
sabato 16 agosto 2008
venerdì 15 agosto 2008
A CAVALLO IN BALKANIA
Questo post era nel cassetto da un po’ di giorni.
Sono contenta di metterlo dopo Kotor , perché è altrettanto bello.
La scorsa estate avevo trovato questo sito meraviglioso chiamato “equidistanze”.
Mi aveva tenuto compagnia tutta l’estate e poi, non so perché, l’avevo perso e non riuscivo più a trovarlo.
Non vi dico che felicità quando l’ho ritrovato. Ci sono due signori che sostengono le teorie di Riccardo : la macchina non è indispensabile !
Loro girano il mondo a cavallo. Chissà perché mi viene in mente la battuta di Beppe Grillo sulla formula uno : 3.000 cavalli portano solo un uomo , mentre un cavallo solo traina un carretto con 15 uomini.
Questi due signori hanno fatto diversi viaggi meravigliosi e sono stati anche dalle mie parti : nel Monferrato.
In Serbia hanno trovato tanta ospitalità e io sono contenta di pubblicare questo sito a riprova e anche alla faccia di tutti quelli che continuamente mi dicono che i serbi sono cattivi.
Vi chiedo scusa perché in questi giorni ho tanti problemi con il collegamento alla rete (causa uragani) e con il pc. L’indirizzo credo che sia www.equidistanze.it
Trip to KOTOR
A very amazing town in Montenegro is the wonderful Kotor with around 14'000 inhabitants. It’s situated at the end of the only fjord of the meditarranean. The religious heritage of the land around the bay — its numerous Orthodox and Catholic Christian churches and monasteries — makes it one of the major pilgrimage sites of the region.
The old Mediterranean port of Kotor, surrounded by an impressive city wall built by Serbian House of Nemanjić (Serbian Duke Stefan Nemanja entered Kotor, which surrendered to him peacefully, so he spared the City and built an impressive castle within it) is very well preserved and protected by UNESCO. The downfall of Serbia in 1389 left the city without a guardian, and, after being seized and abandoned in turn by the Venetians and Hungarians, it passed under Venetian rule in 1420. Between 1420 and 1797, Kotor and its surroundings were under the rule of the Republic of Venice and the Venetian influence. The asymmetric structure of the narrow streets and squares, combined with the numerous valuable monuments of medieval architecture, made Kotor an UNESCO "world patrimony".
Not only the unique architectural styles makes this place so wonderful but also the ambient atmosphere of this peaceful town are extreamly captivating.
In spite of reconstruction over the centuries, remains an outstanding example of romanesque architecture. Originally all the walls were covered with frescos.
The bones of St Tryphon were brought from Constantinople in the 9th century.
Now they are kept in the 14th-century reliquary chapel where there is a frieze of white marble, the work of 18th-century Venetian sculptor Fransesco Cabianca.
Very interesting is the large wooden crucifix.
Aleksa Šantić
BOKA 1906.
Naša mila Boko,
nevjesto Jadrana,
Pokrivena nebom k'o od plave svile,
Ljepša si od tvoje primorkinje
vile I svjetlija od njenog đerdana.
Nikada se tebe nagledao ne bi',
No da mi je jedno:
da postanem valom Sinjega ti mora,
pa pred tvojim žalom
Da vječito šumim i da pjevam tebi.
I da s tobom gledam na tvoj Lovćen plavi,
Pa jednoga dana kad se Gospod javi,
Kad orlovi naši visoko zabrode
I sa tvojih ruka panu gvožđa tvrda,
Da pobjednu himnu slušam s tvojih brda
I da s tobom slavim dan zlatne slobode! "
(a little translated)
Our dear Boka, Adriatic's bride.
Droped with the sky like with silk blue,
Prettier than any Nereid are you,
Upon you beauty you should yourself pride."
Kotor is connected to the Adriatic Motorway and the rest of the coast and inland Montenegro by Vrmac Tunnel. Inland is reachable by detouring from Adriatic motorway at Budva or Sutomore (through Sozina tunnel).
There is also a historic road connecting Kotor with Cetinje, which offers spectacular views of the Kotor bay.
The old Mediterranean port of Kotor, surrounded by an impressive city wall built by Serbian House of Nemanjić (Serbian Duke Stefan Nemanja entered Kotor, which surrendered to him peacefully, so he spared the City and built an impressive castle within it) is very well preserved and protected by UNESCO. The downfall of Serbia in 1389 left the city without a guardian, and, after being seized and abandoned in turn by the Venetians and Hungarians, it passed under Venetian rule in 1420. Between 1420 and 1797, Kotor and its surroundings were under the rule of the Republic of Venice and the Venetian influence. The asymmetric structure of the narrow streets and squares, combined with the numerous valuable monuments of medieval architecture, made Kotor an UNESCO "world patrimony".
Not only the unique architectural styles makes this place so wonderful but also the ambient atmosphere of this peaceful town are extreamly captivating.
In spite of reconstruction over the centuries, remains an outstanding example of romanesque architecture. Originally all the walls were covered with frescos.
The bones of St Tryphon were brought from Constantinople in the 9th century.
Now they are kept in the 14th-century reliquary chapel where there is a frieze of white marble, the work of 18th-century Venetian sculptor Fransesco Cabianca.
Very interesting is the large wooden crucifix.
Aleksa Šantić
BOKA 1906.
Naša mila Boko,
nevjesto Jadrana,
Pokrivena nebom k'o od plave svile,
Ljepša si od tvoje primorkinje
vile I svjetlija od njenog đerdana.
Nikada se tebe nagledao ne bi',
No da mi je jedno:
da postanem valom Sinjega ti mora,
pa pred tvojim žalom
Da vječito šumim i da pjevam tebi.
I da s tobom gledam na tvoj Lovćen plavi,
Pa jednoga dana kad se Gospod javi,
Kad orlovi naši visoko zabrode
I sa tvojih ruka panu gvožđa tvrda,
Da pobjednu himnu slušam s tvojih brda
I da s tobom slavim dan zlatne slobode! "
(a little translated)
Our dear Boka, Adriatic's bride.
Droped with the sky like with silk blue,
Prettier than any Nereid are you,
Upon you beauty you should yourself pride."
Kotor is connected to the Adriatic Motorway and the rest of the coast and inland Montenegro by Vrmac Tunnel. Inland is reachable by detouring from Adriatic motorway at Budva or Sutomore (through Sozina tunnel).
There is also a historic road connecting Kotor with Cetinje, which offers spectacular views of the Kotor bay.
giovedì 14 agosto 2008
BUON FERRAGOSTO !
Vi immagino tutti a pancia all'aria al sole o comodamente nullafacenti in acqua.
Siccome io sono in cttà o al massimo in campagna a rincalzare le patate vi auguro un buon ferragosto di riposo e divertimento.
Nelle foto vedete Sveti Stefan, il mio preferito (anche se non ci sono mai stata !)
Se tutto funziona a dovere dovreste vedere un estratto delle mie ferie qui. Vi avviso che il mio periodo di riposo non è precisamente nel periodo "estivo".
mercoledì 13 agosto 2008
IMBATTIBILE CROAZIA !
Abbiamo un problema !
A Pechino la nazionale croata di pallavolo ha vinto l'Italia e Davor è impazzito di gioia !
Con gli Stati Uniti, che prima dell'avvento di Rudic non avevano scuola e tradizione in campo maschile, l'Italia ha perso 12-11 e soprattutto ha speso troppe energie recuperando due volte tre gol di svantaggio e ha sbagliato molto in attacco dove il gioco è stato frammentario e raramente ha prodotto palloni al centro. Anche i numeri in difesa parlano a suo sfavore perchè ha lasciato troppa libertà di inserimento e tiro agli avversari. A ben poco sono valsi i due gol di Alessandro Calcaterra che si è fatto notare anche in fase di assist man.
Il capitano azzurro, alla seconda doppietta dopo quella con la Croazia, ha realizzato il gol del 3-3 con una conclusione dal perimetro in superiorità numerica e quello del 9-10 con una girata dai due metri. Calcaterra, che alla sua quarta Olimpiade chiedeva molto di più, spera ancora di raggiungere i quarti di finale e da buon capitano incita i propri compagni. Per riuscirci l'Italia dovrà sempre vincere: domani alle 10.40 con la Cina e sabato con la Germania ce la potrà fare ma il 18 agosto con i vice campioni d'Europa della Serbia servirà l'impresa.
lunedì 11 agosto 2008
RAZZE
Chiedo scusa ai miei due meravigliosi colleghi,perché avevo promesso di fermarmi un po’ per dare un po’ più spazio a loro, ma ieri ho visto un documentario troppo bello contro il razzismo.
Non posso tacere.. voglio condividere con voi l’emozione di sentire ogni tanto qualcosa contro la cattiveria.
Ieri “Primo piano” su rai3 ha mandato in onda uno spettacolo svoltosi al Palaverde di Treviso, cuore del nordest e terra di leghismo nudo e crudo.
Moltissimi musicisti e poeti si sono avvicendati sul palco. Io non posso citarli tutti, ma cito alcune cose che mi hanno colpito tantissimo:
La cosa più facile da fare in questo mondo è suscitare odio. Gian Antonio Stella.
24 milioni di italiani hanno lasciato la propria terra e sono andati a lavorare all’estero perché avevano fame.
Santino Spinelli , rom,compositore,cantautore,poeta e saggista ha detto che il 70% dei rom sono “italiani” e quindi abbiamo molti italiani poveri, poverissimi e sentiamo discorsi di razzismo verso il popolo rom senza accorgerci che sputiamo nel piatto in cui mangiamo.
Ecco la recensione di rai 3 :
Una banda di amici, uniti dalla voglia di stare insieme, ridere e riflettere. Così è nato"Razze", uno spettacolo andato in scena una notte, una notte sola, al Palaverde di Treviso, cuore del Nord est, terra di leghismo duro e puro. Sul palco, Gian Antonio Stella e Marco Paolini, Natalino Balasso e Bebo Storti, Moni Ovadia e Antonio Albanese, Santino Spinelli e Gualtiero Bertelli. Lo spettacolo sarà proposto da PRIMO PIANO del TG3 lunedì 11 agosto, alle 23.00.
Lo speciale, realizzato da Gianni Bianco, propone suoni e rime, ritmi e parole per sconfiggere la paura e l'intolleranza. Per non dimenticare che una volta gli zingari eravamo noi.
Ivan Generalić - A "naive" visit to Podravina region (Croatia)
When they speak of Eastern Europe's naive art, people usually have in mind the village of Hlebine in the republic of Croatia near the Drava River, not far from the Hungarian border, lost most of the year in the mist of the Podravina lowlands. In this little place amounting to a few muddy winding streets and one-story houses, a son, Ivan, was born to a poor peasant couple, Mate and Terezjija Generalić, on 21 December, 1914. At that time, virtually no one had even heard of the village of Hlebine, shrouded in the mist of the Drava plains. The Generalić family lived in an old house plastered over with mud and thatched with straw. "The two windows the house boasted looked out on a large pond complete with dipping geese and wallowing pigs, making an unbearable noise." The description is Ivan Generalić's, made after he had become famous, and it projects a typical picture of the peasant houses and barnyards in most of the Drava River area. Funerals, weddings, churche processions, fairs, work in the fields customs, beliefs and superstitions, nature in the various seasons of the year, all these together make up a mosaic of life as it has been lived on the land since time immemorial.
From Wikipedia:
Ivan Generalić (December 21, 1914 – November 27, 1992) was a Croatian naïve art painter.
Generalić was born in Hlebine near Koprivnica. In elementary school, painting lessons were his greatest joy and as a child he used to earn money. He mostly drew with pencil on paper bags and some of these sketches were seen by Krsto Hegedušić, at the time (1930) just a student of the art academy, later a professor. Hegedušić was impressed with Generalić's work and organized Generalić's first public art exhibition, held in 1931 in the Zagreb Art pavilion. Positive critiques and contacts at the time led to a new era of not only Croatian, but also world art as well.
After World War II, in 1945 he became a member of ULUH (society of Croatian artists). In 1953 he exhibited in Paris, where he lived and painted for a few months. In 1959 he painted The Deer Wedding - his most valuable work, according to followers of the Croatian naïve art world. Generalić has a large number of followers, beside his colleagues who form the first generation - Franjo Mraz and Mirko Virius. His second generation followers are Franjo Filipović, Dragan Gaži, Josip Generalić, Ivan Večeraj.
Generalić was born in Hlebine near Koprivnica. In elementary school, painting lessons were his greatest joy and as a child he used to earn money. He mostly drew with pencil on paper bags and some of these sketches were seen by Krsto Hegedušić, at the time (1930) just a student of the art academy, later a professor. Hegedušić was impressed with Generalić's work and organized Generalić's first public art exhibition, held in 1931 in the Zagreb Art pavilion. Positive critiques and contacts at the time led to a new era of not only Croatian, but also world art as well.
After World War II, in 1945 he became a member of ULUH (society of Croatian artists). In 1953 he exhibited in Paris, where he lived and painted for a few months. In 1959 he painted The Deer Wedding - his most valuable work, according to followers of the Croatian naïve art world. Generalić has a large number of followers, beside his colleagues who form the first generation - Franjo Mraz and Mirko Virius. His second generation followers are Franjo Filipović, Dragan Gaži, Josip Generalić, Ivan Večeraj.
E qualcosa in Italiano... sempre da Wikipedia:
Ivan Generalić (Hlebine, 21 dicembre 1914 – Koprivnica, 27 novembre 1992) è stato un pittore naïf croato. Fu uno dei più importanti pittori naïf a livello mondiale e rappresentante della famosa scuola di Hlebine, dal nome del piccolo villaggio ai confini con l'Ungheria nella regione della Podravina dove questo stile di pittura è stato sviluppato. La prima mostra di Generalić risale al 1931 al padiglione dell'arte di Zagabria, fino ad approdare a Parigi nel 1953 dove ha vissuto e dipinto per 2 mesi. Generalić non si è praticamente mai spostato dalla Podravina, salvo che per la breve trasferta a Parigi. Anche da pittore affermato, ha sempre condotto una vita semplice, non dissimile dagli altri contadini della Podravina; tra le sue grandi passioni ci sono il calcio (da giovane ha giocato nella squadra Lipa di Hlebine), i piccioni che ha sempre accudito amorevolmente e la pesca nel fiume Drava. Nel 1975 si è trasferito a Sigetec, un villaggio vicino a Hlebine. Generalić si è sposato due volte: nel 1934 con Anka Kolarek e nel 1975, dopo la morte di Anka, con Roza. Il figlio Josip e il nipote Goran sono entrambi apprezzati pittori naïf.
Note personali:
invito tutti caldamente a visitare le gallerie personali dei Generalić... da Zagabria non ci si mette molto, circa un'oretta. V'è qualcosa di magico, i dipinti sono preparati in questo modo: la bozza viene fatta a matita su dei cartoni, su questi poi vengono appoggiate le lastre di vetro che vengono dipinte ad olio ed esposte dalla parte non dipinta cosicché tutto si vede specularmente! E l'effetto "specchio" c'è anche perché tale tecnica fa sì che i dipinti riflettano buona parte dell'ambiente.
L'ambiente è a tutt'oggi quello caldo della vita di campagna ed ancora oggi si può scorgere nei lineamenti delle bellissime ragazze del luogo, quella bruttezza alla "signorina Felicita" o quella brutalità da mattatoio che i Generalić rappresentano nei volti stanchi delle vecchie, nelle gote rosse dei contadini ubriachi, nella ritualità quasi oscena delle crocifissioni o degli incendi della campagna, immagini accostate quasi sempre ad elementi carnali, quasi osceni: l'uccisione della bestia (la gallina o il maiale..), il sesso più materialista che s'incarna spesso proprio nell'animale domestico (la visione delle curve femminili in ogni rotondità materiale ad es.) E tutto ciò senza pudore alcuno, con accettazione, ma forse anche con un certo autocompiacimento anticonformista.
Sembra che il sacrificio del Cristo faccia parte della vita quotidiana, è nel Generalic un baccanale fondamentale per la fertilità della campagna, un sacrificio necessario non accettabile, ma di cui si deve prendere atto perché è passato e si rinnova come le stagioni, come i giorni in molti dei suoi dipinti ed in quelli del figlio Josip e del nipote Goran.
Segnalo alcuni dipinti che non vi propongo qui per stimolare la vostra curiosità, ma che introducono negli anni sessanta / settanta ancora un forte elemento di realismo portato dalla televisione e dalla modernizzazione dell'epoca: Generalic dedica alcuni dipinti a personaggi famosi come I Beatles, Janis Joplin, la nostra Sofia Loren.... NON PERDETEVELI! Sono deliziosi!!!!
Un mio divertissment a proposito:
Donne Naive
specie le donne -mistero della fede-
ognuna col suo fascino diverso
nell'ondeggiare ampio delle anche
oppure nello storcere lo sguardo
per farsi il trucco in un minuto specchio.
Le vedo ritornare allegramente:
le bimbe da dottrina, le vecchie dalla messa
e le puttane rincasare ad ora presta,
le vedo spente con le carrozzine,
certe mammine, le mogli dei soldati,
o vogliose, ma piene di imbarazzo
quelle che l'han scoperto or ora...
Sian bionde, more, belle, giovinette,
con tette grosse o solo la parvenza
le metto tutte quante in un dipinto
da appendere nel centro della stanza
davanti ben vestite, come dame, e dietro?
...
ci metterei delle candele accese
-colar di cera su bottiglie vuote-
a risaltare un po' di cupe rose
ché accenda lì il colore delle... gote!
P.S. L'ultima immagine è un dipinto di Josip Generalić, il figlio di Ivan.
PP.SS. Cliccare sulle immagini per ingrandirle.