Grazie al premio Nobel che Ivo Andrić ha ricevuto nel 1960 per questo fantastico libro, si è intensificato il lavoro di traduzione di literatura jugoslava e balcanica favorendo la circolazione di queste opere .
"Il ponte sulla Drina" è frutto di una volontà di grandiosa sintesi storica, la narrazione abbraccia un arco di tempo estesissimo, quattro secoli, ora allargandosi in poderosi quadri di insieme ora invece soffermandosi sui fatti che coinvolgonon tra XVI e XX secolo gli abitanti di Višegrad, separati dal fiume Drina ma ricongiunti dal ponte che nel Cinquecento il Vizir Mehmed Pascià Sokolovic volle fare edificare in ricordo delle piacevoli emozioni provate quando attraversò questi luoghi da bambino.
Costruito grazie alla fatica e al sacrificio di numerosi cristiani spesso disumanamente trattati dai fiduciari del vizir, il ponte è anzitutto simbolo del dolore e della sofferenza. Ma è anche simbolo della fusione dei due diversi mondi che qui si sono contrapposti e succeduti, quello orientale e quello occidentale.
Prima vessati dagli ottomani che per mezzo millenio hanno governato la Bosnia schiacciando ogni libertà e disinteressandoli dei problemi economici di questa terra, e poi soggetti agli austriaci portatori di una morale fiacca, corrotta e corruttrice, gli abitanti di Višegrad hanno saputo adeguarsi alla mutevolezza del tempo conservando un ethos proprio e nello stesso tempo accogliendo i valori e i modi di vita che l'uno e l'altro conquistatore hanno introdotto.
Di fronte al variare delle epoche, dei costumi, delle forme di potere, il ponte incarna ai loro occhi ciò che di eterno, di indistruttibile resta, assurgendo quindi a stendardo della loro stessa identità. Così almeno lungo i secoli fin oltre la soglia del Novecento.
A segnare uno strappo decisivo interviene però con la sua ceca ferocia il potere distruttivo della guerra mondiale. Non crolla l'intero ponte, crolla solo uno dei suoi pilastri, abbattuto da un micidiale colpo di cannone. Sugli abitanti del luogo l'evento ha ugualmente un effetto sconvolgente.
Con maggiore o minore consapevolezza essi intuiscono che ciò che davvero è stato per sempre mandato in frantumi con quella cannonata è la fiducia nella continuità dell'esistenza che per secoli ha permesso agli uomini di sopportare pazientemente ogni angheria e ogni angoscia.
La cittadina di Višegrad oggi
Andrić da conferma delle sue ottime qualità di narratore interessato tanto alla psicologia quanto alla sociologia, e cioè consapevole che nessun caso umano può essere adeguatamente analizzato se non si esamina l'ambito sociale in cui esso ha la sua ragione di essere.
i link:
sito di ivo andric
Visegrad
Na drini cuprija - dokumentarni film BHT1 "na drini cuprija" deo 1 i deo 2
Ho letto qualche anno fa per due volte quel libro...
RispondiEliminaBellissimo... lo consiglio a tutti
favoloso post Francy
RispondiEliminasolo ed esclusivamente favoloso !
se non ti avevo come collega ti inventavo !