mercoledì 30 giugno 2010

Ana e Boro. Prima parte


Una sera d'estate del 1999, appena finiti i bombardamenti sulla piccola Jugoslavia, passai una sera con Ana, moglie di Boro, cari e fraterni amici; due giovani con la vita davanti che avrebbe dovuto essere vissuta.
Ana era disperata, Boro il suo amato compagno di vita, era uno dei 1300 serbi rapiti nel Kosovo Metohija dai terroristi dell'UCK, ancora non era tornato e non c'erano notizie sulla sua sorte.
Ana per tutta la sera pianse, pianse disperatamente e mi chiedeva se sarebbe tornato il suo compagno, il suo grande amore, se, uno di quei giorni avrebbe rivisto il suo viso, avrebbe riascoltato la sua voce, risentito la forza dei suoi abbracci.
Io non sapevo cosa dire e dissi solo che dovevamo sperare, sperare con forza.
L'abbracciai forte, le accarezzai quel viso dolce, bello, pulito, giovane.
Riuscii con difficoltà a non piangere, ributtai le lacrime indietro, anche a me stesso dicevo: dobbiamo sperare…
Poi uscii con ancora le lacrime di Ana sulla maglietta, sulle guance. Era estate ma pioveva quella sera di Luglio a Belgrado; così la pioggia si mescolò alle lacrime di Ana ed io camminavo e non mi riparavo dalla pioggia, essa mi stava aiutando…mescolava le lacrime.
Cosa potevo fare: nulla.
Quando tornai, scrissi le righe qui sotto, le scrissi per la mia amica/sorellina Ana, forse le scrissi per tutte le Ana, sole e ferite dal dolore. Lei, per anni mi disse che la teneva sempre con sé, addosso, in tasca e quante notti se la leggeva e le dava forza…
Ma forse non avrei mai dovuto scrivere quelle righe. Forse….

Aspettalo, tornerà.
Aspettalo tanto, tanto.
Aspettalo quando le foglie gialle, diffonderanno tristezza.
Aspettalo quando ci sarà la neve e avrai freddo.
Aspettalo quando ci sarà l'afa e ti mancherà il respiro.
Aspettalo quando gli altri non lo aspetteranno più e si dimenticheranno del passato.
Aspettalo anche se non arriveranno sue lettere, perché forse sarà troppo lontano.
Aspettalo insieme a tutti coloro che aspettano, anche se sarà sempre più doloroso aspettare.
Aspettalo, egli tornerà, dopo aver sfidato la morte, le tempeste, i nemici.
…Solo chi non ha mai aspettato, chi non ha la forza di aspettare, non può capire.
Egli tornerà, vincendo le fiamme e gli impedimenti, perché lui sa che tu lo stai aspettando.
E con la forza del tuo amore, sarai stata tu a salvarlo, a farlo tornare…
E saprete solo tu e lui…come sei stata capace ed hai saputo aspettare il tuo uomo…
E come lui ha lottato contro il destino e ogni avversità, per tornare da te.
…E sarete nuovamente insieme ed uniti…,
grazie alla forza dell'amore, del vostro splendente e vero amore!



Boro… questa sera sono qui e alzo l'ennesimo bicchiere di Sljiva (..che aiuta a vivere e affrontare questo mondo…), lo alzo al cielo e sorrido malinconicamente, pensando a quel nostro ultimo incontro di Marzo a Belgrado di dieci anni fa….La tua risata fragorosa, i tuoi abbracci forti, le tue pacche vigorose. Parlavi del tuo grande amore e dicevi: …meno male che ancora non abbiamo un figlio, così quando torno sarà la prima cosa che faremo insieme ad Ana, anzi ne faremo due… e ridevi.
Aveva saputo che sarebbe stato richiamato come riservista…e mi dicesti…non vado in guerra, io sono contro le guerre, vado solo a fare il mio dovere per il mio paese e il mio popolo…
E abbracciandomi aggiungesti ridendo: brate ( fratello), anche tu sei un soldato, perché sei qui, "mobilitato" per difendere la giustizia e ridevamo…alla stazione degli autobus di Belgrado…
…Vidimo se kume ( ci vediamo compare) ! Mi dicesti mentre già ero sul bus e nei tuoi, nei nostri occhi e nel cuore c'era la voglia di vivere, c'era la consapevolezza però, che occorre anche un senso
di dignità nel vivere…..
Fine prima parte...
Enrico Vigna

lunedì 28 giugno 2010

Due anni di balkan-crew. Skender


E festeggiamo anche il nostro favoloso Ske !
Che dire.. superimpegnatissimo con la sua pizzeria non lo sentiamo quasi più, ma ci è sempre vicino !
E quanto è bello ! Mhhhh.. Lo sapete che è amico di Edi Rama ?
Quindi gli dedichiamo una bellissima e appropriata canzone !

Il my space di Ske
Le corde in minugia
Il nostro vagabondo balkanico !
Dedicato alla nostra favola Ske
Perse in amore per loro !
Storie di balkani

sabato 26 giugno 2010

Vidovdan 2010

Ogni anno i pellegrini della marcia di Vidovdan, partono dal Belgrado e vanno a piedi fino a monumento di Gazimestan (vicino a Pristina) nella regione del Kosovo dove si celebra tutti gli anni la festa di San Vito.


Eccovi la rotta da percorrere (e la marcia dura 14 giorni, ma non si tratta di fare tanti chilometri o di esaurirsi, ma piutosto di percorrere il tratto che fece Zar Lazar con il suo esercito in via per il Ksovo Polje )

Si passa da Ralja, Mladenovac, Topola, Kragujevac, Knic, Kraljevo, Usce, Studenica, Raska, Leposavic, Banjska, Kosovska Mitrovica e Gracanica visitando anche i posti più importanti religiosi come i monasteri di Zica, Studenica, Banjska e Gracanica. La marcia e sostenuta dalla chiesa serbortodossa e dal ministero delgi affari interni della Serbia (polizia).
A proposito di quanto sono seri i punti di controllo per entrare nella regione del Kosovo. È il primo anno che il controllo non viene più effetuato dalla KFOR, ma dalla EULEX.

Nel video vedete prima i poliziotti serbi che non controllano nulla (per loro non è una frontiera) e poi (con i capellini turchesi) i polizziotti dell EULEX che cercano invano di controllare i pellegrini della marcia di Vidovdan.



Qui il nostro post di Vidovdan del 2008

Qui le foto della marcia dell'anno scorso che mi hanno mandato i miei amici di Zvecan (Johanna e Nenad)




giovedì 24 giugno 2010

Geri Zheji Ballo


Alle volte la vita sembra un puzzle. Grazie a Roberto Spagnoli ho saputo che Matteo Zola è di Torino e curiosando tra i vari blog ho scoperto che Torino è veramente balkanica !
Un bacione grande a Blenti Shehaj che si occupa della pagina albanese del sito del comune di Torino e un grande saluto a Benko Gjata, collaboratore di Vrata, un'associazione albanase.
La sorpresa è stata Gerarta Zheji Ballo, una bellissima e impegnatissima ragazza di Tirana che ora studia e lavora a Torino. A lei i piu' vivi complimenti e grandi auguri per il suo lavoro.

La voce albanese di Torino

mercoledì 23 giugno 2010

Le Genex reload


Carissimi,
siamo al collasso. Come previsto da tutti voi 8 blog, 14 account face book, 8 account in libero e 22 mails mi hanno fatto dei contatti strani nel cervello per cui pensavo di avere già fatto questo post e invece no.
Vi scrivo in un momento di barlume di lucidità per rassicurare tutte le persone che continuano a scriverci per dare il via alla promozione turistica balkanica per questa estate.
Eccovi accontentati con il nostro portafortuna : i due idioti.
Loro ci salutano al nostro arrivo e al nostro ritorno da Belgrado e stanno sempre con noi, nel nostro cuore.
Se andate da quelle parti diventeranno vostri amici e vi terranno compagnia.
Saro' lucida in questo momento o pensare che un grattacielo ti è amico non è poi un bel sintomo ?

Genex building in Belgrade
Genex 1
La traduzione di Cicciosax
Sigh ! susa imam !

lunedì 21 giugno 2010

La leghista che ballava con gli zingari


Di Fabrizio Mahalla. Foto di "Controluce"
Questo post (non è farina del mio sacco), è dedicato a Giancarlo Ranaldi, che ringrazio per le informazioni e gli spunti che ogni tanto mi da. Una piccola precisazione, conosco Miguel Martinez, l'autore del post originale, da qualche anno, ed in passato ci scambiavamo spesso opinioni. Mi aveva già raccontato brevemente questa storia ambientata ad Imola, e recentemente l'ha descritta per esteso sul suo blog. Buona lettura.

Mercoledì, 20 gennaio 2010

Una decina di anni fa, abitavo a Imola e avevo in casa dieci amici Rom.

La faccenda era meno problematica di quanto potrebbe sembrare: io me ne stavo a tradurre al mio computer, loro a guardare la televisione, allattare la bambina piccola e raccontarsi i loro sogni o a esaurire le loro poche schede telefoniche con chiamate interminabili a cugini sparsi per mezzo mondo. La cosa più preoccupante era che avevano riempito il frigorifero di sacchi di carne, comprati a poco prezzo su chissà quale mercato alternativo, ma le romnijàsono attente casalinghe, e il sangue che colava sul pavimento, lo pulivano subito e non dovevo mai pensare a fare da mangiare.

Così, tra una traduzione e l'altro, avevo un buon argomento per rispondere a chi mi urlava sui forum virtuali, "parli bene tu, se ti piacciono tanto gli zingari, perché non te ne prendi uno in casa?"

In quel periodo, avevo conosciuto a un tavolino in piazza l'allora segretaria della Lega Nord, una giovane signora molto energica che alternava i volantinaggi contro gli extracomunitari al suo lavoro di donna delle pulizie in case private. Giovanna - la chiamerò così - aveva ovviamente le idee tutte sbagliate, ma era onesta, coraggiosa e dotata di un notevole senso dell'umorismo.

Un giorno, nell'ambito delle solite cose inter-multi-culturali in cui eccellono le giunte di sinistra, avrebbe dovuto esibirsi al Teatro Comunale di Imola la Kocani orkestar, un vivace gruppo di musicisti Rom della Macedonia, sassofoni, trombe e clarinetti, con tutta l'ebbra allegria scaramantica con cui si caccia l'orrore imminente.

Molto prima, avevo conosciuto un musicista Rom su un treno, che ascoltava nastri con le strane melodie islamo-slavoniche dei sufi bosniaci, e mi raccontava dei pericoli del suo mestiere: a un suo collega, avevano sparato durante un matrimonio, perché la sua musica non era piaciuta a qualcuno. La follia, l'inatteso, la morte, sono sempre in agguato, e per questo occorre battere forti i piatti e ridere molto.

Ho telefonato al sindaco - impresa non facile, visto che lo avevano appena cacciato di casa, ma questa è un'altra storia - dicendogli che avevo dodici profughi Rom squattrinati che avrebbero voluto assistere allo spettacolo. E così, va detto a suo onore, mi ha fatto avere subito i biglietti.

Come potete facilmente calcolare, i profughi erano solo dieci, insomma ci ho marciato un po' anch'io.

Un biglietto era per me e uno era ancora da piazzare. Così telefonai a Giovanna, dicendole che avevo un biglietto in più per il teatro, senza accennarle che sarei arrivato anche con qualche amico.

Al teatro, ci hanno dato il palco d'onore, da cui dominavamo dall'alto la folla di abituali frequentatori di teatro, curati e composti come avviene solo in provincia, più quella particolare umanità che non manca mai quando c'è qualcosa di esotico.

Giovanna e la mia banda di clandestini, zoppi, profughi, extracomunitari, musulmani, zingari e mamme allattanti (tutto in uno e pure moltiplicato) si sono guardati in faccia, e si sono capiti subito.

Io avevo fatto conoscere molti italiani ai miei amici, ma con poche eccezioni - tra cui Riccardo Venturi - erano persone in qualche maniera mediate, come sono coloro che tollerano gli zingari nonostante tutto. I Rom, pur comportandosi con grande cortesia, mi confidavano sempre qualche riserva, notavano qualcosa che non quadrava, qualche sottile elemento di ipocrisia, che non era altro che la somatizzazione della buona coscienza borghese.

Che Giovanna fosse a capo della Lega non significava nulla per i miei amici: a parte la mitica figura di Tito, la politica era un concetto del tutto incomprensibile per loro, una bizzarra astrazione.

In tanti secoli di difficile convivenza con i gagè avevano affinato invece un'istintiva percezione che andava all'essenza delle persone: e con Giovanna, capirono con uno sguardo che si trattava di una persona che non aveva nulla di falso. Mentre la stessa semplicità non intellettuale che portava Giovanna a militare nella Lega, la stessa concretezza manuale del suo lavoro, le permisero di mettersi immediatamente alla pari del gruppo di Rom.

Quella sera, sul palco d'onore, tra il clamore degli strumenti della Kocani Orkestar, la segretaria della Lega Nord, solo all'inizio un po' imbarazzata, ballò con Bechir, gioioso e bruttissimo e affettuoso zingaro affetto dalla sindrome di Down, arrivato in Italia su di un motoscafo, che faceva sempre la cortesia con i non Rom, di parlare, non in Romanè, ma in un fitto serbo tutto suo.

Qualche giorno dopo, Giovanna mi telefonò per darmi qualche dritta per trovare lavoro per uno dei miei amici. Non alla maniera di chi aiuta gli extracomunitari, ma come si fa tra esseri umani che si danno una mano.

Siccome i Rom mi hanno chiesto spesso di Giovanna, qualche mese fa le ho telefonato. E' stata espulsa dalla Lega, per chissà quali feroci beghe interne, fatta fuori da qualche potentato locale; ma dice di credere sempre nell'Ideale.

Forse capite perché mi fa orrore demonizzare o santificare qualcuno come persona, solo in base al raggruppamento astratto - etnico, politico, religioso, umano - in cui le incredibili complessità del destino lo hanno fatto capitare.

Mahalla

sabato 19 giugno 2010

Due anni di balkan-crew. Davor


Continuiamo un po' a strappi i festeggiamenti per i nostri due anni di attività.
Toccherebbe a Francy, ma ci sta preparando una piccola sorpresa e quindi andiamo al nostro caro e ben amato e adorato Davor.
Lui è latitante in quel di Napoli e forse ci ha portato proprio bene, perchè ultimamente da Napoli ci arrivano solo lettori fantastici.
Ma non possiamo parlarne del tutto bene visto e considerato che ci ha mollato come trote quasi cotte con ben 3 corsi : quello sloveno, quello croato e quello serbo !
Solo Dio sà le richieste che ci arrivano e lui era divino come insegnate.
Davore.. mi te volimo bez kraja.. hajde !
Comunque, per festeggiare, Davor ha scelto una canzone più che fantastica.
Scommetto che piacerà tanto ai maschietti, ma anche noi femminucce ci MAGNIFICHEREMO !
p.s. secondo me i nostri amici Roberto e Pino di Napoli stanno cercando le chiavi dell'auto per portarla a lavare !!!!

"Hir aj kam, hir aj go" di Magnifico !
Cliccate sulla parola sottolineata per vedere il video.

mercoledì 16 giugno 2010

Magica Svoboda al Dado

Questo post è dedicato al "Panzerotto ciccio"


Serata davvero emozionante al Dado di Settimo To.se con i magici Svoboda, gli Evangelici e il popolo rom. Un grande GRAZIE a tutti i partecipanti alla serata.
L' Unione Cristiana Evangelica Battista ha incontrato la comunità del Dado a Settimo To.se. Rosanna, la meravigliosa responsabile del Dado ci ha illustrato la loro storia nata da un incendio nel campo rom di Borgaro To.se.
Un anno fa si è realizzato un sogno. Un sogno iniziato nel novembre del 2009 quando una notte è andato a fuoco un campo ROM alle porte di Torino dove vivevano molte famiglie di origine romena scappate in seguito ad una delle tante alluvioni che ha martoriato la Romania. In quella notte l’unico contatto che le famiglie avevano eravamo noi, che in quel campo svolgevamo piccole attività di mediazione culturale, accompagnavamo i bambini a scuola, mediazione sanitaria e poco più. Quando il campo ha preso fuoco noi abbiamo accolto le famiglie, che si sono trovate a perdere i loro pochissimi averi, nei nostri uffici allestiti insieme alla Croce Rossa con brandine nei corridoi e al posto dei pc. Da quel momento è iniziato un lungo percorso che ha visto le famiglie prima ospiti di un campo di emergenza con le tende, poi roulotte. La nostra proposta però fu subito quella di non gestire solo l’emergenza come spesso accade in Italia, ma provando a dimostrare che la tematica rom può essere governata in modo diverso, portandola a sistema. Da questa esigenza è nato il DADO. Una comunità nata grazie ad una struttura messa a disposizione dal comune di Settimo Torinese, alle porte di Torino. La struttura è stata ristrutturata completamente dalle famiglie che oggi ci vivono, questo ha permesso loro di sentire la struttura come casa loro a tutti gli effetti. Le famiglie hanno vissuto il cantiere, sotto la guida esperta di professionisti, durante i mesi nel cantiere si sono creati una professionalità che gli ha permesso di essere inseriti in contesti lavorativi. Il DADO è una comunità nella quale vige una regola fondamentale “dare diritti e pretendere doveri”. Le famiglie che stanno al DADO hanno la possibilità di essere inseriti in contesti lavorativi, i bambini vanno tutti a scuola, ma vi sono delle regole alle quali non è possibile declinare. Il quartiere nel quale è inserito il DADO era certamente spaventato dal trovarsi vicino a casa un gruppo di “zingari” come spesso vengono definiti con aria dispregiativa. Molte le proteste nelle prime settimane. Dopo i mesi di cantieri, grazie anche al lavoro svolto dalla parrocchia dalla scuola e da tutto il territorio, all’inaugurazione un anno fa avevamo più di trecento persone che ne hanno festeggiato l’apertura. Oggi i bambini giocano nell’oratorio insieme ai bambini originari di Settimo, vanno nella stessa scuola e sono diventati compagni di classe e non “zingari”. Al DADO si è bucata la bolla mediatica del razzismo, siamo riusciti con gesti semplici e concreti a dimostrare che stando con le persone è possibile uscire dal pregiudizio.
Fonte "Terra del fuoco"


Particolarmente toccanti le testimonianze di Elena L. e del pastore Carmine Bianchi.
Ci stanno capitando sempre più lettori di una certa età che non sono molto pratici di internet. Per vedere i filmati cliccate sulle scritte in grigio sottolineate e benvenuto al direttore di un'importante azienda italiana che ha sempre fatto fare tutto alla sua segretaria e non sa' come fare a vedere gli svobodi. Clicca direttore !

Svoboda.it
Ucebi
Ucebi al Dado
Pasqua ortodossa
Dedicato alla fantastica Elena 01 e 02
Pazzamente innamorate di Luciano !
Sonuska A e Sonuska B
Gelem gelem
Togliete Sergio dalla console 01 e 02
Niko... semplicemente un colpo di fulmine e amore senza fine !

martedì 15 giugno 2010

Matteo Zola


Una dolce scoperta nella mia città !

Matteo Zola nato a Casale Monferrato il 18 luglio 1981. E’ giornalista praticante dal novembre 2008, scrive per Futura, testata del Master in Giornalismo di Torino. Collabora con MIxa, magazine dell’Italia multietnica, e saltuariamente con Peacereporter, quotidiano on-line; scrive per Cafébabel, webzine trans-europea di politica internazionale; Cronaca Qui, quotidiano locale torinese; Digi.TO portale dell’informagiovani del Comune di Torino in collaborazione con LaStampa.it. Villatelesio, rivista on-line di arte e cultura. Nel dicembre 2008 apre EaST Journal, periodico on-line d’informazione sui paesi dell’Europa orientale.

Scrive di critica letteraria su alcune riviste di settore: Italian Review of Poetry, rivista del Dipartimento di italianistica della Columbia University. Palazzo Sanvitale, quadrimestrale di letteratura» della Monte Università di Parma, L’immaginazione, La Mosca di Milano, La Clessidra. Nel 2008 ha partecipato al Convegno: “Poesia e Scienza: un dialogo?” in seno alla Fiera dell’Editoria di Poesia tenutasi a Pozzolo Formigaro (AL) presentando un intervento dal titolo: «Pier Luigi Bacchini: poesia della natura, poesia della morte». Poi in «Atti del Convegno», Puntoacapo Editore, Novi Ligure, 2008.

Fino al novembre 2008 è stato professore di Italiano e Storia . Laureato in in Letteratura, filologia e linguistica italiana, con una tesi in Letteratura Contemporanea dal titolo “Pier Luigi Bacchini: poesia biologica e superamento del Novecento”.

East journal
Processo agli scorpioni

lunedì 14 giugno 2010

Zastava orkestar


Nemmeno vi immaginate quanto mi sto mangiando le mani e strappando i capelli !
Nello scoprire questo gruppo ho pensato a quante favole balkanike esistono che non conosciamo ancora. Questi hanno di sicuro vinto in simpatia ! E io li ho avuti qui a Torino e non l'ho saputo !
Santa Balkania.. ma perchè non si vengono a sapere queste cose ?
Ringraziamo il fantastico Bojan di Bolzano che ce li ha presentati !


C’era una volta un paese la cui capitale era Belgrado, e in quel paese c’ era una grande fabbrica di automobili che si chiamava ZASTAVA.
Era una fabbrica molto importante: dava lavoro a 36.000 operai, e si calcola che altri 60.000 fossero impegnati nell’ indotto.
Nella primavera del 1999 la Zastava è stata rasa al suolo dai bombardamenti della Nato in missione “umanitaria”.
Tra gli operai rimasti a presidiare la fabbrica nell’ inutile tentativo di salvarla ci furono 124 feriti.
Le bombe “intelligenti” fecero saltare i depositi di sostanze tossiche che venivano utilizzate per la verniciatura delle automobili, causando intelligentemente gravissimi danni ambientali.
Ciascuno dei belligeranti ha raccontato questo disastro a modo suo: si è parlato di presidi volontari, di scudi umani coatti, di attività che sarebbero servite a coprire la produzione di armi “underground”………
Ma a prescindere da tutte le versioni e posizioni politiche rimane comunque un dato di fatto:
sono stati distrutti 36.000 posti di lavoro, che servivano a mantenere 36.000 famiglie.
Abbiamo scelto di chiamarci ZASTAVA per ricordare e ricordarci che le ragioni della guerra non sono mai quelle delle popolazioni che la subiscono.

Zastava orkestar
Zingari al 100 x ciento !
A Torino !
Al circo Togni
Questa è arte !
Nudi e crudi
Carnevale 2009
Official site
Girato dal grande Boky !

Zastava Brescia

sabato 12 giugno 2010

Due anni di balkan-crew. Lina


Alcune vicende hanno interrotto i nostri festeggiamenti per i due anni di attività. Purtroppo ogni qual volta pensiamo di aver visto il peggio, arriva una notizia ancora peggiore e sembra che non vi sia mai limite al peggio.
Ma questo ci sprona ad andare sempre avanti e anche a darci ancora più dentro contro le ingiustizie anche se arrivano da chi ci dovrebbe dare il buon esempio.
Per fortuna ci siete voi della ciurma che ci date coraggio e siete MERAVIGLIOSI !!!
Grazie !
Quindi.. tempo di consuntivi... abbiamo deciso di dedicarci una canzone.
L'ordine è dovuto alla nostra prima e quasi sconosciuta pagina
Ma chi è questa crew ?
Lina in questi due anni è cambiata molto. Tante vicissitudini tra gli amici in Balkania e soprattutto la fragile salute dell'amico Dejan l'han fatta maturare (era ora direte voi !). Per assurdo il primo anno in cui c'è libertà di circolazione ed è stato tolto il visto, non si è visto nessuno ! Questo per due motivi : primo perchè in Serbia ci sono enormi problemi economici e secondo perchè il visto è stato messo in Italia poichè è diventato quasi impossibile sopravvivere se sei straniero.
La speranza è l'ultima a morire e finchè c'è vita c'è speranza quindi aspettiamo l'arrivo degli amici e cerchiamo di fargli trovare il meglio, compresi alcuni prodotti balkanici tipo il caffè turco e il kajmak !
Perintanto deliziamoci di una bella canzone piena di vita e di speranza :

Bijelo Dugme - Đurđevdan

venerdì 11 giugno 2010

Pasta e fagioli


Il nostro cuoco Pino questa settimana ci ha fatto le corna perchè sta aiutando un amico e questa è l'unica ragione per cui lo perdoniamo.
In mancanza, quindi, di piatti estivi, parliamo di un piatto invernale : testo i pasulji (da verificare !).
A questo proposito c'è un video fantastico che non mi danno il permesso di postare e vi diro' di piu'... nemmeno me lo danno da mettere nel mio hardisk.. non si fidano.. chissà perchè ????

Ingredienti per 4 persone: 200 gr di fagioli secchi (borlotti, cannellini o altri), 1 carota, 1 costa di sedano, 2 spicchi d’aglio, 100 gr di pancetta dolce, qualche foglia di salvia, 20 gr d’olio d’oliva, prezzemolo tritato, sale, pepe nero, 100 gr di pasta a scelta. A piacere, olio d’oliva extravergine crudo per servire.
Lasciate i fagioli a bagno in acqua per circa 12 ore. Per ridurre leggermente il tempo di ammollo, potete aggiungere all’acqua 1 cucchiaio di bicarbonato. Cambiate quindi l’acqua e lessateli in acqua salata finché saranno teneri (circa 1 ora, 1 ora 1/2).
Preparate il soffritto: sminuzzate assieme il sedano e la carota dopo averli lavati e sbucciati. Separatamente, sminuzzate gli spicchi d’aglio e tagliate la pancetta a dadini minuti oppure macinatela.
Soffriggete carota e cipolla in una casseruola con l’olio a fuoco medio. Quando le verdure sono appassite, unite la pancetta, l’aglio e le foglie di salvia lavate e asciugate. Lasciate soffriggere per qualche minuto. Passate i 3/4 dei fagioli attraverso un passaverdure assieme a circa 1L del loro liquido di cottura e lasciate gli altri interi.
Aggiungete il puré di fagioli alle verdure e lasciate cuocere per una ventina di minuti a fuoco basso, mescolando di tanto in tanto per non far attaccare il fondo. Unite a questo punto anche i fagioli interi.
Lessate la pasta in acqua salata. Se il liquido della minestra fosse abbastanza brodoso, potete lessarvi direttamente la pasta. Scolate la pasta al dente e unitela alla minestra. Unite anche un po’ di prezzemolo fresco tritato (anche questo è facoltativo) e lasciate insaporire per 2 minuti prima di servire. Ognuno aggiungerà a proprio piacimento un filo d’olio e pepe nero macinato al momento.

Per tutto cio' che riguarda i fagioli date uno sguardo anche alla fantastica Dragana

giovedì 10 giugno 2010

Filip Filipi

Foto di Filip Filipi sotto copyright


Vi giuro che sono senza parole. Dopo due anni di blog credo che sia più facile parlare di sport e di politica che di questa divinità.
Posso solo dire che ci ha cercati e trovati lui e non so' nemmeno come..
So' solo dire che mi sono persa in amore !
Koliko ti si li lep drago ????

Kings of Africa
Filip Filipi

martedì 8 giugno 2010

TIJANA DAPCEVIC. GOOL


Bene.. sotto pressioni sportive che ci arrivano da ogni dove, interrompiamo momentaneamente i festeggiamenti per il nostro secondo compleanno e ci spostiamo idelamente in sud Africa. Qui si lega bene anche il discorso di Filip, ma prima godiamoci questo bellissimo filmato proposto da Emina.
Ma voi per chi tifate ? Io tifavo Albania, ma mi hanno detto che non c'è !

Mondiali 2010

lunedì 7 giugno 2010

2 ANNI BALKAN CREW - per la ciurma!



Sembra veramente incredibile !
Siamo arrivati al nostro secondo compleanno e il tempo è passato velocissimo. Quante persone nuove, quante storie, quanti fatti di cronaca, quante amicizie, quanta storia abbiamo macinato.. non è più possibile fare un consuntivo, come al primo anno.
Solo un grande, grandissimo GRAZIE a tutti. Spesso questo sito è stato il rifugio quando la vita ci portava in cattive acque e solo Dio sà quanto le nostre vite siano peggiorate in questi due anni a causa di politiche sbagliate e crisi economiche che su paesi poveri come i Balkani si sentono ancora più accentuate. Pero' abbiamo anche incontrato tante persone favolose che ci hanno dato il coraggio. Non possiamo ringraziare uno per uno, ma idelamente lo facciamo.
Siete stati tutti "importantissimi", ognuno con un suo piccolo contributo.
E poi permetteteci una considerazione strana. Due anni fa eravamo preoccupati dei criminali e di tutte le persone che vanno sui vari blog ad insultare.
Qui non ne è arrivato nemmeno uno. Mai abbiamo dovuto mettere i commenti sotto moderazione o richiamare all'ordine qualcuno. Questo ci fa molto piacere perchè crediamo che chiunque legge capisca il messaggio.
Ci auguriamo ancora 100 anni così e chissà che un domani non siano i nostri figli a portare avanti i nostri discorsi!
Grazie e buona festa a tutti !!!


Madam piano e franco massi
Eternal Love


Qual e' il segreto
Che attraversa il cielo e il mare?
Quale cantena unisce gli uomini?
Malgrado tutto
 Si oltrepassano i pensieri
Destini e orizzonti senza limiti

Što li mi te nema, što li mi te nema joj
Moja ružo
Daleko si za me' - što li mi te nema joj

Look far up in the sky
You'll see the light that shines
Eternal love will never die
Hold me and we could fly
Floating just you and I
New life will reach you If you try
Look far up in the sky
You'll see the light that shines
Eternal love will never die
Hold me and we could fly
Floating just you and I
New life will reach you If you try

Qual e' l'arcano?
Quale misteriosa luce Irradia le anime da secoli?
E l'uomo ombra
E' in um lago di paure
Che muta in desolanti lacrime

Što li mi te nema, što li mi te nema joj
Moja ružo
Daleko si za me' - što li mi te nema joj

Aj dededede, aj dededede, aj dededede, oj
Aj dededede, aj dededede, aj dededede, oj

Look far up in the sky
You'll see the light that shines
Eternal love will never die
Hold me and we could fly
Floating just you and I
New life will reach you If you try
Look far up in the sky
You'll see the light that shines
Eternal love will never die
Hold me and we could fly
Floating just you and I
New life will reach you If you try
Look far up in the sky
You'll see the light that shines
Eternal love will never die
Hold me and we could fly
Floating just you and I
New life will reach you If you try

domenica 6 giugno 2010

Ardita Gjeci



Suggerito da Tatiana. Grazie Taty !

Un viaggio come scelta di crescita personale e professionale (pure).

Quindi non e' stato difficile capire qual'era il mio progetto che apparentemente sembrava avesse niente a che fare con un viaggio o con la crescita professionale e personale, ma piu' un bisogno emotivo legato al passato (non poi tanto lontano) di quando da bambini volevamo conquistare il mondo con l'arte, diventando artisti, vivendo nell’arte, trasformando i nostri gesti, attitudini, modi di vestire, oggetti che ci circondavano in arte. Era cosi importante tanto quanto platonico e difficilmente immaginabile.


Antoine de Saint-Exupéry, l'autore dello splendito racconto "Il piccolo principe" scrive nelle prime pagine del suo racconto questa frase :

"Ma I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta."

E quindi, essendo ora "grande" ho le mie difficolta' a capire da dove nascesse quella grande voglia di formare un gruppetto di bambini e scegliere di vivere nell'arte. Quell' “ARTE” secondo la nostra percezione.

Ogni giorno, si doveva svegliare presto, per andare e "rubare" (ma era piu' un “prendere in prestito”) le mattonelle di nostro zio. Con quelle dovevamo costruire le case, il teatro, il parco e la scuola (non dimenticavamo mai la scuola!!).

Quindi ogni giorno, dopo aver costruito la nostra citta', si puliva la "casa", si andava a "scuola" (imparavamo anche l'inglese da soli, ma sicuramente nessun anglofone ci avrebbe capito), poi si riposava al "parco" prendendo le decisioni su che cosa avremmo messo in scena al "teatro" (Tipo : "L'incidente con la banana"; "Lui vuole diventare un attore, ma suo papa no!" ecc. ecc. ).

Tutto questo si interrompeva solo se da lontano disturbava il silenzio del paese qualche camion dell'esercito (non c’era la guerra!!! Mi raccomando!! Da mia nonna, c'era un importante centro militare albanese), il passaggio del quale noi non dovevamo assolutamente perdere, perche' chi sa quando sarebbe stata la prossima volta. E proprio come nei film (e non sto mica scherzando, chiedettelo a mia nonnaaa!!!), chi correva piu' forte riusciva ad aggrapparvisi da dietro, finchè l'autista ci "minacciava" con la mano fuori dal finestrino.

Quindi da li sognai "ferocemente" di diventare un artista.

Un ARTISTA!!! (Ma io un artista non lo sono mai diventata!!)


Io il mio "viaggio di studio" l'ho gia fatto.

Nel 2006, insieme a mio padre abbiamo imbarcato la nave da Durazzo fino a Bari, e da li siamo saliti a Milano. Ma ancora prima avevamo fatto altri viaggi, da quel villaggio "fiabesco" dei giochi da bambini, a Lezha (Alessio), e da Lezha a Tirana (la capitale. Lo scrivo solo per correttezza, giuro!!). Tutto per un obiettivo preciso, lo stesso che mi porto anche in Italia: studiare.

Quindi da “Artista”, scelsi di studiare Economia e Management per l'Arte e la Cultura.

L'intenzione era semplicemente (si fa per dire) da realizzare : “il sogno di vedere costruite strutture inesistenti o mal funzionanti che avrebbero dato l'opportunita' a chi ha talento di studiare, crescere e perfezionare la sua arte. O di dare la possibilita' di riconoscimento a chi arte ne stava creando in condizioni pietose.”

Ma questo non fa di me un' eroina, poiche' niente e' quello che ho fatto, oltre a seguire degli studi che possono quindi portarmi a fare questo se verrano conclusi.

Essendo stato il mio percorso un viaggio (non solo metaforicamente), il progetto che e' oramai il mio chiodo fisso (come canta De Crescenzo) e' anch'esso un viaggio (e non solo metaforicamente!!).

Ardita, 22 anni
Nota bene . Noi abbiamo messo questo link, ma ancora non ci è chiaro se è la banca che si vuole fare pubblicità o cosa.. Anche il fatto che chiedano tanti dati personali per votare non è bello. Noi abbiamo fatto questo post unicamente per dare una mano a Ardita e le facciamo i nostri migliori auguri.

venerdì 4 giugno 2010

Trota al cartoccio

Il nostro cuoco Pino questa settimana ci ha deluso ! Ha dinuovo preparato gli spaghetti con i calamaretti, le cozze e le vongole.
Quindi, ragion per cui, questa settimana si parla di uno dei piatti che sà fare Lina:
trota al cartoccio. Come si dirà in serbo ?
Trota potrebbe essere pastrmka e cartoccio.. forse... fisek ????
Nemanja .. drago moj.. pomoci pomoci !




Ingredienti:

4 Trote
Prezzemolo
Aglio
Carota
Sedano
Pangrattato
Limoni
Olio D'oliva
Sale
Pepe


Preparazione trota al cartoccio:
Cominciate col pulire e lavare le trote. Pulite la carota, il sedano e il prezzemolo, tritateli e metteteli in una ciotola con circa due cucchiai di pangrattato, la buccia di un limone grattugiata, sale, pepe e due tre cucchiai di olio e il succo del limone; mescolate e amalgamate la salsa. Farcite con il composto le trote e disponetele ognuna su un foglio di carta di alluminio unta d'olio e ricopritele di fettine di limone; chiudete le trote a cartoccio e cuocete in forno a 200 gradi per un quarto d' ora circa.


Dei nostri amori Pino e Roberto di Napoli salviamo le fragole al limone !
mhhhhh !!!

giovedì 3 giugno 2010

Rokeri s Moravu

Dedicato a Sajkaca.


Rokeri s Moravu (in Serbo Cirillico: Рокери с Мораву, che significa Rockettari della Morava) era un quartetto musicale serbo, attivo dal 1977 al 1991, periodo durante il quale ha pubblicato 10 album.
Con l'album Krkenzi kikiriki evri dej del 1980 hanno venduto circa un milione e mezzo di dischi, che tenuto conto del numero potenziale del pubblico è un grande successo.


La loro musica era un eclettico mix di folk serbo, con elementi rock e i testi in dialetto folsky della Šumadija unito con numerosi riferimenti alla cultura popolare. In effetti, si trattava di una benevola parodia su stereotipi di abitanti di un villaggio serbo e musica folk.
Il loro marchio di fabbrica erano i berretti serbi šajkača, indossati sia con costumi tradizionali e/o in folli combinazioni con smoking, cappotti di pelliccia o camicie senza maniche.
La musica che proponevano ed il loro aspetto in generale si traducevano in un consapevole kitsch.



Mali Miloica
Turio Ljubisa
U nasega Rajka golema svirajka
Vruce pivo ladna supa (original)

martedì 1 giugno 2010

Alessandro Vecchi

Foto di Alessandro Vecchi sotto copyright


Mio Dio, nemmeno vi immaginate da quanto tempo c'è questo post nelle bozze. Sicuramente da più di un anno. Io adesso mi confesso. Sono tremenda, noiosa, come una spina in un fianco, come una mosca isterica. Ammetto di aver fatto impazzire Alberto samopravo. Ogni qual volta c'era un qualcosa che non andava sul suo blog, lo punzecchiavo. Non parliamo di quando ha lasciato il commento di una ragazza che ha detto che "se sei kosovaro hai diritto alla giustizia e se sei serbo no" senza una risposta ! Me lo sono mangiato vivo ! Un giorno ti leggo un post che titolava "Altri kosovari", un reportage di un fotografo in una enclave kosovara. La cosa mi interessava non poco, ma Alberto aveva messo un video all'inizio del post che iniziava così : "Non esitono problemi nelle enclavi... ". Alchè vado all'attacco e infatti, in breve tempo, il video sparisce. Contatto Alessandro che mi racconta di aver visto tanta sofferenza nelle enclavi e le sue foto lo testimoniano. Davvero delle belle foto dal punto di vista artistico, anche se molto tristi.. a parte la foto con la piscina ! Ma anche questa denota che un tempo non era cosi'. Sul sito vedete anche foto dell'America perchè mi sà che adesso Alessandro è là.. dall'altra parte del mondo. Comunque veramente grandi complimenti ad Ale, sia per il suo lavoro che per la sua pazienza e cordialità nelle mails di risposta. Grazie di cuore.. uno che mi sopporta !

Ale Vecchi
Altri kosovari