lunedì 30 novembre 2009

Le città divise


E.. si', questo è proprio l'anello mancante di una catena che lega l'occidente ai balkani. Inutile dire che io adoro Gian Matteo al punto da considerarlo divino, ma la presentazione di questo libro è un atto dovuto e un ringraziamento a tutte quelle persone che hanno lavorato, lavorano e lavoreranno per la pace.
Pensate che io e Matteo la pensiamo diversamente su quasi tutto, ma in particolar modo la vediamo parecchio diversamente a proposito di Balkani.
Eppure non ho mai conosciuto nessuno così attento ad ascoltare e a mediare, sempre pronto a cercare un accordo.
L'esatto mio contrario, perchè io cerco sempre lo scontro con tutti.
Grazie a Matteo e al suo blog Metapolis, ho cambiato idea riguardo a una parte della mia città.
Bombardata da mille tv e giornali innegianti al razzismo, non passavo più volentieri da Porta Palazzo, una delle piazze più famose di Torino. Ora ci vado dinuovo volentieri e quando passo di la con l'autobus, guardo sempre chi sale.
Mi ricorderò a lungo la faccia stravolta di due anziani ben vestiti quando mi sono messa a parlare con una famiglia rom. Loro erano rumeni, ma erano del confine e parlavano anche un po' di serbo. Abbiamo così iniziato una conversazione che sembrava quel film : non guardarmi, non ti sento. Poi siamo scoppiati tutti a ridere perchè ci capivamo parlando chissà quale "arabo".
In quel momento mi è venuto in mente Matteo e l'ho ringraziato per quella "situation comedy" colorita da quei due anziani che mi guardavano stralunati perchè io parlavo con i rom. A proposito.. qualche brutta parolina gliel'abbiamo detta, ma per fortuna che non ci capivamo tanto neanche noi in quello che dicevamo !!!!!!


La città divisa è la negazione della città, tradizionalmente vista come luogo della pluralità e della diversità, è lo spazio pubblico che si fa confine invece che luogo di incontro, è la comunità che si fa luogo di chiusura invece che di sviluppo.
Lavorare sulle città divise significa lavorare sull’incontro di popoli, religioni e culture diverse, ma è anche il punto di partenza per il rilancio economico e sociale.
Il libro ha il patrocinio dell’Istituto internazionale Jacques Maritain e di Metapolis ed è realizzato in collaborazione con le Università di Trieste e Padova e con la Regione Friuli Venezia Giulia.


Gian Matteo Apuzzo, nato a Trieste il 28 gennaio 1969, insegna Sociologia del Territorio e Progettazione Sociale all’Università di Trieste e da quattro anni coordina il Master in Cooperazione con l’Europa centro-orientale e balcanica (Università di Padova e Trieste).

Dottore di ricerca in Scienze Sociali con studi di Social Foresight, dopo varie esperienze di ricerca in America Latina, e in particolare a San Paolo del Brasile, sui temi della povertà urbana e sul problema dell’abitazione, da alcuni anni lavora presso l’Istituto Jacques Maritain di Trieste, nel quale si occupa dei progetti socio-territoriali e delle attività di formazione, soprattutto verso i Balcani.

Già consulente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, tra le altre cose ha partecipato ad una ricerca dell’Ocse sull’integrazione transfrontaliera di città europee e per il Comune di Trieste è stato responsabile di alcuni interventi di progettazione sociale e progettazione partecipata, temi sui quali ha pubblicato numerosi articoli e libri.


Tengo a precisare che io preparo i post e poi li metto nelle bozze e li tiro fuori quando è possibile, compatibilmente ai post che dobbiamo pubblicare secondo gli impegni presi e anche dando la precedenza ad argomenti tipo mostre, concerti, ecc...
Quindi io credo di aver preso informazioni riguardo a Gian Matteo sul sito lascighera.org e dico credo perchè adesso non mi lasciano più entrare !

A Gian Matteo e a tutte le favole come lui dedichiamo questo video:

Un amico è la cosa più bella che c'è !

sabato 28 novembre 2009

Torta od kestenja i badema


Oggi finalmente ci diamo alla cucina. Ci voleva proprio questo spazio ! Noi combattiamo il razzismo con i dolci ! Tutte le persone acide possono assaggiare questa torta e diventare dolci dolci, slatki slatki !!

Ingredienti
15 castagne
210 grammi di burro
210 grammi di zucchero a velo
140 grammi di mandorle
tre uova intere
cinque tuorli
un limone

Preparazione
Arrostire prima le 15 castagne e una volta fredde pulirle e sminuzzarle.
Sbattere tre uova con lo zucchero a velo, aggiungere le castagne sminuzzate e il burro ammorbidito e quindi uno ad uno i 5 tuorli.
Aggiungere le mandorle tritate.
Dopo aver mescolato bene il tutto aggiungere la scorza di limone tagliata a listarelle.
Versare il composto in una tortiera imburrata e cuocere in forno medio per circa 45 minuti.
Una volta raffreddata ricoprire la torta con zucchero a velo e adornarla con le mandorle tagliate a listarelle.


Approfitto di questo spazio culinario per mantenere una promessa fatta a Milan.
Milan è un bellissimo ragazzo di Cacak che ha avuto una vita orribile. Ha perso il padre in miniera da piccolo e sua mamma si è sempre arrabattata per tirare su i tre bambini. Quando Milan aveva 16 anni la mamma è morta d'infarto e lui è stato 2 anni senza uscire di casa. Poi tanti altri problemi e il frutto di questa vita è un ragazzo meraviglioso che sorride sempre. Ultimamente è stato 3 mesi senza prendere neanche i 250 euro di stipendio. Quando sono andata in Serbia lo scorso Ottobre mi ha detto :
- Lina, non ho nulla da regalarti, ma se vieni con me al supermercato compriamo la polverina per il tiramisù, te la traduco e tu fai un tiramisù alla serba in Italia.
Io sono scoppiata a piangere e l'ho abbracciato. Ma perchè incontro tanta gente che semina odio? Perchè questo ragazzo che aveva tutte le ragioni per diventare un delinquente è un angelo? La polverina del tiramisù è sulla mia mensola in cucina e la guardo tutti i giorni ed è come se Milan mi sorridesse tutti i giorni.



E non vi scordate le torte di Dragana !

Decima lezione di italiano


Uno su mille

Gianni Morandi

Se sei a terra non strisciare mai
se ti diranno sei finito
non ci credere
devi contare solo su di te
uno su mille ce la fa
ma quanto è dura la salita
in gioco c'è la vita
il passato non potrà
tornare uguale mai
forse meglio perché non tu che ne sai
non hai mai creduto in me
ma dovrai cambiare idea
la vita è come la marea
ti porta in secca o in alto mare
com'è la luna va.

Non ho barato né bleffato mai
e questa sera ho messo a nudo la mia anima
ho perso tutto ma ho ritrovato me
uno su mille ce la fa
ma quanto è dura la salita
in gioco c'è la vita
tu non sai che peso ha
questa musica leggera
ti ci innamori e vivi
ma ci puoi morire quand'è sera
io di voce ce ne avrei
ma non per gridare aiuto
nemmeno tu mi hai mai sentito
mi son tenuto il mio segreto
tu sorda e io ero muto
se sei a terra non strisciare mai
se ti diranno
sei finito non ci credere
finché non suona la campana vai

Uno su mille
I numeri italiani

1.000
mille millesimo
10.000
diecimila diecimillesimo
100.000
centomila centomillesimo
1.000.000
un milione milionesimo

un albero - una casa - uno scolaro
due alberi - due case - due scolari

giovedì 26 novembre 2009

Incontro con Anilda Ibrahimi


Alle volte la vita è proprio strana. Mercoledi' scorso ero molto giù di morale. Avevo litigato con un amico, avevo avuto discussioni in casa senza fine, avevo avuto problemi al lavoro e avevo tirato una scarpa al tg 1 che mi informava di come il nostro governo sta distruggendo, pezzo a pezzo, l'Italia.
Ogni tanto aprivo l'email di Chiara che mi avvisava di una conferenza al Circolo dei lettori. Diceva di una scrittrice albanese che aveva ambientato un romanzo in Kosovo.
Già sapevo di dover affronatre una discussione col martirio per l'orario della conferenza e infatti così è stato. Comunque ho preso l'auto, ho girato mezz'ora per trovare parcheggio e un'altra mezz'ora per trovare una macchinetta funzionante per il biglietto del parcheggio. Poi ho fatto ancora una mezz'ora a piedi per arrivare al Circolo lettori. Tra di me continuavo a pensare :
- Ma che ci faccio qui. Un caos per venire, cio' la testa altrove e l'ultimo meeting che ho fatto è stata la stessa solfa di Milosevic caino e colpevole di tutto dai tempi della mela. Immaginiamoci qui, tra albanesi che magari toccano anche il problema "politica balkani".
Così ero parecchio prevenuta quando ti entro nella sala e sento la voce dolcissima di Anilda. Già subito mi sono illuminata d'immenso. Il primo pensiero è stato che una voce così dolce non poteva portare che pace. Poi il tono delle prime frasi mi ha incantata ancora di più. Non so' come si dice "una che non se la tira" ovvero una persona semplice ed umile. Naturalmente io la pensavo all'esatto suo contrario, ovvero rabbrividivo quando diceva la Repubblica di Kosova è una democrazia giovane, poichè io penso che il Kosovo è Serbia, ma in quei momenti ho pensato che se mi dovessi trovare davanti una persona che in politica balkanika la pensa al mio esatto opposto, vorrei che fosse così : leale, sincera, aperta al dialogo e al confronto.. altro che guerre fraticide a suon di kalasmikof ! Il dialogo è possibile !
Ma Anilda non finiva mai di stupirmi. Riguardo all'intervento umanitario NATO ha detto :
- Ma quali bombe intelligenti cadono sulla testa delle persone e uccidono donne e bambini, ci vuole coraggio a chiamare una bomba "intelligente". Io ero al centro rifugiati quando arrivavano i serbi senza nulla, solo con i vestiti che avevano addosso e spaventati a morte. Con uno di loro che si chiamava Milos mi sono sentita in dovere di uscire e prendere un caffè per parlare un po' con lui. Alle volte bastava che dicessero una frase sbagliata e invece che rifugiati politici venivano considerati semplici clandestini ed espulsi.
Riguardo al Kosovo e etnie serbi e albanesi Anilda ha detto :
- Sono stufa di cercare se i primi ad arrivare sono stati i serbi o gli illiri. Che senso ha tutto questo ? C'è una leggenda che ci unisce, quella di Rozafa e vuol dire che eravamo un unico popolo e dobbiamo dinuovo esserlo. Come albanese sono vicinissima ai serbi che soffrono nelle enclavi in Kosovo e vorrei che non esistessero enclavi, che si potesse vivere assieme senza paure.
In quel momento mi sarei alzata a darle un bacio. E' stato come se mi avesse materializzato Ske sulla sedia accanto alla mia. Tutto quello che Skender
rappresenta per me e per Francy in questo blog si è materializzato nell'azione di Anilda, che non ha fatto nulla di strano, se non vivere la sua vita con coerenza e impegno.
Grazie Anilda, mi hai aperto una porta alla speranza, mi hai fatto credere che il nostro sogno è possibile, che tante ore spese qui al pc per parlare di pace non sono perse e non lo saranno mai finchè esiste sulla faccia di questa terra una persona splendida come te. E devo dire di più. Io che sono filo-serba e che spesso litigo con gli albanesi sui vari blog balkanici, anche se per correttezza devo dire che le discussioni esistono anche coi croati, coi bosniaci,con gli italiani, etc.. devo dire che se c'è c'è qualche persona che nella vita ogni tanto mi stupisce in modo particolare, questa persona, di sicuro, è albanese. E so' anche il perchè di questo. Perchè tutto nella nostra vita ha un senso. Una delle peggiori pugnalate che ho preso in pancia è stata quella bambina che al catechismo mi ha detto : "Gli albanesi sono tutti ladri !". Allora le avevo risposto che non sono tutti ladri, poichè avevamo parlato di Madre Teresa di Calcutta, ma già dal giorno dopo era arrivata una bambina albanese al catechismo che non era stata battezzata. Sua mamma l'aveva accompagnata dicendo che non sarebbe più venuta perchè lavorava 12 ore al giorno e la bambina stava tutto il giorno da sola. Ma la mamma ci teneva che la bambina venisse al catechismo perchè mi ha detto :
- In Albania hanno ammazzato mio marito, lasciandomi sola con 4 figli, hanno bruciato la chiesa del villaggio e il prete ha dovuto scappare. Io sono venuta in Italia per dare un futuro ai miei figli, ma voglio che imparino ad amare gli altri, non a uccidere, ad aiutare i compagni, non a rubare la penna all'amico. E' vero, mia figlia non è battezzata, ma voglio che senta cos'è il Vangelo e che impari a lottare per esso.
Tu Anilda è vero che sei una ladra, ma di spazi lasciati al male, all'odio, ai pregiudizi. Nel tuo libro si amano un'albanese e un serbo e questo succede tutti i giorni, la relatà non è quella che ci insegnano i mass media, ovvero che serbi e albanesi si odiano. Se poi in qualche caso è così, gli faremo leggere il tuo libro.


Anilda Ibrahimi (Valona, 1972) è una giornalista e scrittrice albanese, attualmente residente in Italia.
Laureatasi in lettere moderne all'Università di Tirana, ha lavorato nel suo paese come giornalista radiotelevisiva e della carta stampata ma nel 1994 si è trasferita all'estero, prima in Svizzera e poi, dal 1997, a Roma, dove è stata consulente per il Consiglio Italiano per i Rifugiati.
Nel 1996 ha vinto a Losanna il primo premio per la poesia albanese contemporanea e ha pubblicato la raccolta di poesie Cristallo di tristezza.
Nel 2008 è stato pubblicato da Einaudi il romanzo Rosso come una sposa, scritto in lingua italiana e incentrato sulle vicende delle donne di una famiglia attraverso i cambiamenti sociali della storia albanese, dal mondo arcaico di inizio Novecento al socialismo reale del regime comunista di Enver Hoxha, alla società post-comunista.
In questi giorni è uscito il suo ultimo romanzo "L'amore e gli stracci del tempo".
Un uomo e una donna divisi dalla guerra. Lui è serbo e lei kosovara, e la guerra è proprio quella del Kosovo, nei Balcani squarciati dai nazionalismi. Lui la cerca per anni tra i profughi dispersi per l'Europa, perché gliel'ha promesso. Lei lo aspetta, seduta in un angolo di mondo, perché aspettarlo è l'unica cosa che sa fare. Ma a volte la sorte trasforma le persone in «lettere mandate al momento sbagliato».

mercoledì 25 novembre 2009

Serbia Hardcore


Credetemi non so' più come fare. Vi ringraziamo di cuore perchè siete assidui nella lettura del blog e ci mandate un sacco di notizie, dandoci così l'opportunità di interessare sempre più persone. Ma nei giorni scorsi è ricomparsa sulla scena la favola "Andrea". Io come strega muovo le antenne appena si avvicinano favole..
Di Andrea spero proprio di potervi parlare un giorno, magari con una sua nuova esperienza balkanica, chissà... Per il momento Andrea sta leggendo "Serbia hardcore" che ci interessa non poco. Ma quando ti vengo a sapere che Andrea nel passato ha intervistato un'altra nostra divinità e precisamente Alessandro Di Meo, allora ho detto : è un segno del destino. Così questo post passa davanti ad altri come se fosse un'ingiustizia, ma forse è perchè ho fatto delle promesse a delle persone fantastiche che sanno che usare alcune parole od usarne altre, ha poca importanza, perchè l'importante è che tutti mandano lo stesso messaggio.
Quindi ragion per cui ecco il pensiero di Andrea:
"...beh, per quello che ho letto fino a adesso il libro non mi sembra affatto favorevole ai bombardamenti. Di solito, quando regalo un romanzo a qualcuno, al destinatario del regalo do sempre il mio parere sulla quarta di copertina (ed eventualmente invito a non leggerla) perchè a volte gli editori per questioni di marketing insistono su qualcosa che non ce ne entra con il contenuto... più o meno lo stesso lato può esserci tra un libro e la sua presentazione..."
Ed ecco il pensiero di Alessandro :
Serbia hardcore or hardlucky

lunedì 23 novembre 2009

Sami Mustafà


Chiedo le scuse a tutti. Da quando ho conosciuto Mustafà ho avuto il desiderio di fare questo post, ma lui parla molto bene inglese e io il contrario. Così ci siamo cercati diverse volte tra i suoi innumerevoli impegni di lavoro, ma non siamo mai arrivati ad una intervista, perchè io tante cose non le avrei capite.
Naturalmente mi sono rimasti tanti dubbi, tipo come vede la situazione kosovara, se si considera serbo o albanese o nessuno dei due, quali sono le condizioni di vita nella sua zona....
Chissà che non ce la facciate voi, con un inglese migliore del mio, a porgli queste domande.

Sami Mustafa was born in Kosovo/Serbia, on the 22nd of August 1984. He is a young filmmaker from the Roma community of Plemetina village. His documentary filmmaking experience began in 2003 with a Balkan Sunflowers (NGO) project which included Plemetina Roma youth. A year later, he began working with Koperativa and Quawava (Production Companies). The experience of working on these productions increased his motivation and interest in documentary filmmaking. Since then, he has continued producing his own documentaries. One of them, "Road to Home", was screened at Cannes Film Festival in 2007 and was the only film representing Kosovo. In 2007, Sami founded Romawood, a production house focusing on Roma issues. Later in the same year, he initiated the "Jekh Kham Jekh Sel" project: the one which has made the most indelible impact on his life and work. This project invited eleven Roma boys and girls from Plemetina to learn about documentary filmmaking and spread their message to the world. Sami is currently producer and manager of Romawood Productions and continues his voluntary involvement with Balkan Sunflowers.

Sami Mustafa è nato in Kosovo / Serbia, il 22 agosto 1984. Lui è un giovane regista della comunità rom del villaggio di Plemetina. La sua esperienza è iniziata nel 2003 con un Balkan Sunflowers (ONG), progetto che comprendeva anche la comunità rom di Plementina. Un anno dopo iniziò a lavorare con "Koperativa e Quawava" (Production Companies). L'esperienza di lavoro su queste produzioni ha aumentato la sua motivazione e interesse per il cinema documentario. Da allora, ha continuato a produrre i suoi documentari in proprio. Uno di loro, "Road to Home", è stato proiettato al Festival di Cannes nel 2007 ed è stato l'unico film in rappresentanza del Kosovo. Nel 2007, Sami ha fondato Romawood, una casa di produzione, concentrandosi su questioni relative ai rom. Più tardi nello stesso anno, ha avviato il "Jekh Kham Jekh Sel" del progetto ed è stato un impatto indelebile sulla sua vita e sul suo lavoro. Questo progetto ha invitato undici ragazzi e ragazze provenienti dai rom di Plemetina a saperne di più delle loro tradizioni e a diffondere il loro messaggio al mondo. Sami è attualmente il produttore e manager dei Productions Romawood e continua il suo coinvolgimento su base volontaria con Balkan Sunflowers..


Sami Mustafà

Romawood

Rolling Film Festival

sabato 21 novembre 2009

Wild Boars Kragujevac

Dedicato a Milos e a Sanja e a "Kuky leggenda"

E dopo i favolosi Angel warriors di Cacak, i Vukovi di Beograd e la rappresentanza serba ai giochi di Bolzano, non potevano mancare i bellissimi ragazzi di Kragujevac !
Tutti sanno che io e Maria abbiamo questa città nel cuore. I primi aiuti piemontesi nel '99 sono arrivati proprio a Kragujevac e poi adesso c'è la Fiat, quindi è una città che sentiamo vicina.
Allora che dire di piu' ? Ragazze, sgraniamoci gli occhi !!!




































Wild boars.


Le foto sono di proprietà della squadra e sono protette da Copyright

Nona lezione di italiano



Apro gli occhi e ti penso
ed ho in mente te
ed ho in mente te
io cammino per le strade
ma ho in mente te
ed ho in mente te
ogni mattina uoh uoh
ed ogni sera uoh uoh
ed ogni notte te
io lavoro piu' forte
ma ho in mente te
ma ho in mente te
ogni mattina uoh uoh
ed ogni sera uoh uoh
ed ogni notte te
cos'ho nella testa
che cos'ho nelle scarpe
no non so cos'e'
ho voglia di andare uoh uoh
di andarmene via uoh uoh
non voglio pensar ma poi ti penso
apro gli occhi e ti penso
ed ho in mente te
ed ho in mente te
ogni mattina uoh uoh
ed ogni sera uoh uoh
ed ogni notte te

Present to have
Io ho, tu hai, egli ha, noi abbiamo, voi avete, essi hanno

Io ho in mente te.

mercoledì 18 novembre 2009

Per il patriarca Pavle di Serbia



Spero che Lina mi perdoni, ma oggi ho intrufolato questo post, perchè mi sono appena arrivate queste foto da Belgrado.

Oggi avrà luogo il funerale del patriarca della chiesa ortodossa serba Pavle deceduto domenica 15 novembre 2009.


La bara con il corpo di Sua Santità il Patriarca Pavle per ora è nella Cattedrale dell'Arcangelo Michele a Belgrado. Il tempio è aperto ininterrottamente, in modo che i credenti possono dire addio al Primate della Chiesa Ortodossa Serba.



Quello che vedete in queste foto è la fila di credenti che aspettano pazientemente davanti alla cattedrale dell'arcangelo Michele. La fila va dalla catedrale fino alla piazza di Terazije (chi conosce Belgrado sa che è una fila lunghissima!!!)
Dapertutto poliziotti e preti aiutano a organizzare traffico e danno aiuto dove c'è bisogno.




Ai funerali del Patriarca Pavle parteciperanno circa mezzo milione di persone provenienti da tutta la Serbia e dall'intera regione balcanica. Ieri sono giunte al patriarcato le adesioni delle alte delegazioni ecclesiastiche. Il Patriarca russo Kiril, per motivi di salute non potrà partecipare alla funzione, come anche Papa Bendetto XVI, che ammirava molto il Patriarca Pavle, dicendo: "Il Patriarca serbo gode di un'alta reputazione nel Vaticano. Se fosse già stato in Serbia, sarebbe venuto al funerale".


Tra i dignitari e le delegazioni ecclesiastiche vi sarà il patriarca ecumenico Vartolomej, il capo della chiesa ortodossa Anastasia in Albania, e l'arcivescovo Ceco Slovaco Hristijan. La delegazione russa sarà guidata dal Metropolitca di Misk e Slucka, Filaret. Della chiesa cattolica romana sarà presente il Cardinale Angelo, scelto da Papa Benedetto XVI come suo rappresentante. Dalla Grecia è stato annunciato l'arrivo dell'alta delegazione dello Stato, ma non si sa ancora chi ne farà parte, anche se si pensa ad una partecipazione del Primo Ministro Jorgos Papandreou. E' stata confermata l'arrivo della delegazione della Republika Srpska e del Presidente macedone Djordje Ivanov.


Alla commemorazione e ai funerali del Patriarca, presso il Monastero di Rakovic, per mancanza di spazio, non potranno essere presenti tutti i cittadini e gli ospiti. Per questo motivo, il vescovo di Bac, Irinej, ha espresso il suo rammarico ed ha sottolineato che nel tempio di Sveti Sava i cittadini potranno dare il loro saluto al Patriarca Pavle.

I cittadini sono stati pregati di non comprare fiori e e candele, secondo il desiderio dello stesso Pavle, e di dare tali soldi alla ricostruzione del tempio di Sveti Sava, dove saranno sepolti i futuri Patriarchi, se non esprimeranno altro desiderio.

La commemorazione comincia alle 11, la funzione funebre sarà servita dal Mitropolita Amfilohije. Il Patriarca sarà sepolto alle ore 13 nel Monastero di Rakovic, come suo desiderio.
(da rinascitabalcanica)


Da leggere anche sul sito del nostro amico Padre Giovanni Capparelli: arberia ortodossa e l'itinerario sul blog di merkat traveler.

Roberto Durkovic e i fantastici del metrò


I 'fantasisti del metrò', sono i bravissimi musicisti rom che Roberto Durkovic ha ha visto suonare nelle stazioni della metropolitana milanese molti anni fa.

Da allora sono passati tre album, molti successi, ed uno spettacolo, "La bella strada", che finalmente racconterà in musica la storia di quel fortuito incontro

Li ha conosciuti mentre suonavano canzoni tzigane in metropolitana per guadagnarsi da vivere. Li ha seguiti vagone dopo vagone, li ha presi con sé e assieme a loro è arrivato a esibirsi davanti a Papa Wojtyla, in piazza San Pietro. Il viaggio artistico di Roberto Durkovic, madre italiana e padre cecoslovacco, comincia così, dopo un incontro casuale e un po’ magico con un gruppetto di rumeni. Il risultato è una musica che ha patrie diverse, o forse non ne ha affatto, e la conferma arriva dall’ultimo lavoro: «Semplicemente vita»

Giovedì 1° Aprile 2004, Roberto Durkovic si è esibito in Piazza S. Pietro, alla presenza di Papa Giovanni Paolo II, nell'ambito dell'incontro con i giovani voluto per il terzo anno consecutivo dal Vicariato di Roma. La manifestazione è stata trasmessa in diretta da RaiUno a partire dalle ore 17.15 nel programma intitolato "Vogliamo vedere Gesù". Un appuntamento di grande prestigio e di elevati contenuti, durante il quale Roberto Durkovic è stato protagonista insieme ad alcuni grandi nomi della canzone, quali Ron, Alice, Fausto Leali e altri artisti emergenti del scena musicale italiana. Il cantautore milanese di origine ceca, accompagnato dalla band di gitani con i quali abitualmente tiene concerti in tutta Italia, ha presentato un brano inedito scelto appositamente per questa occasione davvero unica

Il quinto cd di Roberto Durkovic si muove tra sonorità tzigane e cantautorato italiano, canzone jazzata, echi mitteleuropei e influenze flamenche. Si parte con una cover di Fanigliulo, «A me mi piace vivere alla grande», in una versione orecchiabilissima. Dopodichè arrivano la fisarmonica, il violino e il contrabbasso di «Scintille», i ritmi gitani e le percussioni de «Gli uomini di Lisa», l’allegria un po’ alla Bregovic del «Mago dei Colori» (il pezzo strumentale suonato il primo aprile 2004 davanti a Giovanni Paolo II durante la giornata «Il Papa incontra i giovani») fino alla veneziana «Soffio» e a «Fantasisti del metro», che racconta l’inizio di tutta la storia: «Come un treno locale ci fermavano in ogni stazione, una chitarra un pianoforte, gioia come Savicevic con il pallone». Si conclude con «Insonnia d’estate», arricchita dalla voce di Silvia Scrofani.

Per partire dal principio, bisogna dire che la carriera di Durkovic comincia una ventina d’anni fa. «Ho iniziato a suonare per ribellione, strimpellando Guccini, e ho fatto la gavetta sui Navigli, esibendomi nei vari locali milanesi». In quel periodo si avvicina al Club Tenco e nel ’93 ottiene una segnalazione al premio della critica «Sanremo Nuovi Talenti». Arrivano i primi due dischi, sperimentali e un po’ artigianali. «Poi, dopo il fortunato incontro in metrò con i miei amici rumeni, ho potuto finalmente realizzare un grande sogno: unire due anime, legate probabilmente alle mie origini. L’anima italiana, cantautorale e quella tzigana. Ma non mi sono fermato qui: nel mio gruppo sono entrati anche musicisti cileni, ucraini e spagnoli».

Assieme a questa allegra combriccola Durkovic realizza un altro paio di dischi prima di arrivare al risultato più maturo, «Semplicemente vita», che lui presenta così: «E’ un lavoro che ha diversi colori, diverse gradazioni. C’è ovviamente il colore balcanico, qualcosa di sudamericano e pezzi molti intimi, sentimentali. Un disco che è il proseguimento di questo mio viaggio a contatto con la strada, il racconto di emozioni vissute assieme a musicisti straordinari che sono spesso costretti a suonare ai margini. Persone che mi hanno regalato una grande ricchezza, musicale e culturale». Niente male, per una storia cominciata per caso, tra i vagoni del metrò.

Tratto dal "Corriere della sera"

Roberto Durkovic

Mi sono innamorata di questo artista perchè ha detto : "Balkani, non vi fate ingannare dal vuoto occidentale" e per questa frase lo amero' a vita !

Che meraviglia !
Il conte Dracula
Strumentale e danze
Venezia dorme
Scintille

lunedì 16 novembre 2009

Mirjana Dimitriadis

Siamo circondati da favole! E una di queste favole è Mirjana Dimitriadis una bravissima artista che si dedica ad un arte vecchia di tradizione: alla pittura di icone ortodosse. Creare icone non è solo un lavoro d'artista, anche perchè l'icona non rappresenta semplicemente un quadro, ma può essere vista come una finestra spirituale aperta a coloro che sanno coglierne l’essenza.
Quindi richiede una comprensione profonda dell'arte religiosa e delle tradizioni ortodosse. E questa comprenisone Mirjana ce l'ha.Infatti da quando era piccola (Mirjana è nata Belgrado) e sempre stata circondata dalle potenti icone bizantine della chiesa serbo-ortodossa.Da adulta si è messa a studiare agiografia (gli studi della vita di santi) mentre viveva in Grecia accanto a suo marito greco.


We are surrounded by fairy tales! One of these fairy tale is Mirjana Dimitriadis an exceptional artist who dedicates herself to a very old art form: to create orthodox icons. An icon is not simply a painting, but it can be seen as an open spiritual window to whom has got the ability to capture it.
So to create an icon is not just an artistic work, but it demands a deep understanding of the
religious art. And this understanding Mirjana surely has.
She was born in Belgrade and from early age, she was surrounded by the powerful byzantine
iconography of the orthodox church. As a young adult, she studied hagiography - the traditional artistic depiction of the saints and angels- alongside her husband on the island of Greece.


Per realizzare i suoi capolavori d'influsso bizantino, Mirjana ha deciso di utilizzare le tecnice ed i materiali più tradizionali. Questo quadro dell'archangelo Raffaele (misura 193 x 70 cm) è realizzato in tempera (una tecnica pittorica che utilizza pigmenti in polvere mescolati con vari leganti tra cui tuorlo d'uovo ed acqua distillata) prorpio come nelle icone antiche.

To create these unique Byzantine-inspired works of art Mirjana uses traditional techniques and materials. Like here in this Icon of Archangel Raphael (she made for a friend) that is made with egg tempera. The size of the Icon is 193x70cm.



Adesso Mirjana vive in Danimarca dove le sue icone vengono esposte in gallerie d'arte (sono state già esposte anche in Serbia e in Australia).
A Mirjana piace creare pezzi d'arte e ha una gran passione per la decorazione d'interni e per l'architettura. Inoltre le piace molto viaggiare, cucinare e conoscere la storia,le tradizioni e la cucina dei vari paesi, come per esempio l'Italia, la Spagna, il Marocco e l'Egitto....
Sarebbe bello trovare un posto in Italia dove esporre queste bellissime icone....vediamo un po' magari qualcuno qui ha un idea....!!!


Her work has been featured in Serbia, in Australia and in Denmark where she now lives with her husband. She loves to create art and has a big passion for interior decoration and architecture. Also she loves to travel, to cook and to learn about the history, the culture and the cuisine of the different places like Italy, Spain, Morocco and Egypt...

It would be great to find a place in Italy to exhibit her beautiful works.....let's see...maybe someone here has an idea!



Per informazione o per aquistare un icona visitate il suo sito web: http://www.byzantika.com/

sabato 14 novembre 2009

Padre Giovanni di Acquaformosa


Nei miei viaggi balkanici ho sempre incontrato qualcosa di religioso.
Quando si viaggia si è propensi a far frullare il cervello e a questo proposito vi voglio raccontare una storiella serba. Si dice in Serbia che abbiamo tutti un piccolo verme in testa, ma alle volte è lui che muore e alle volte è lui che si mangia tutto il nostro cervello ed è per questo che diventiamo pazzi.
Dejan dice che io sono già nata piena di vermi nel cervello, ma lasciamo stare e troniamo alla nostra cara e ben amata religione.
So' che molti dei nostri amici hanno già chiuso da mo', perchè sono atei. Io no, sono religiosa e sono cattolica, ma naturalmente in Serbia vado alla S. Messa ortodossa. Alle volte anche a Torino vado nella chiesa ortodossa e vi diro' che non è niente male.
Alcuni mesi or sono ho incontrato un blog carino. Oggi ve lo propongo e vi dico che anche chi non è religioso ci puo' zompettare dentro e lasciare un messaggino.
Quanti viaggi con la nostra macchina scassata e due bambini piccoli da Torino a Catanzaro e quando si arrivava sulla salerno Reggio Calabria si iniziavano le preghiere !
Bè.. da quelle parti c'è Acquaformosa, un paesino che ha veramente del magico.
Non posso dire tanto, perchè ho promesso di non parlare di politica, ma se fate voi una piccola ricerca, vedrete quanto questo paesino sia una bellissima risposta al razzismo dilagante contro cui anche noi ci scagliamo, politica o non politica.
Qui vive Padre Giovanni, un prete modernissimo, bellissimo, simpaticissimo, che ha il suo account face book e un unico difetto : consiglia di leggere Nothing against Serbia e non balkan-crew !!!
Ma.. Padre !!! Spero sia un lapsus !!

Arberia ortodossa

venerdì 13 novembre 2009

Ottava lezione di italiano



Io sono qui - I am here

Dove sono stato in tutti questi anni
io me ne ero andato a lavarmi i panni
dagli inganni del successo
A riscoprirmi uomo
io sempre lo stesso
piu' grigio ma non domo
Siamo tutti dentro la storia tardi o presto
E io sono qui
Tutti in liberta' provvisoria in arresto
o a nasconderci
E dove eravamo rimasti chissa' dove
Ma io sono qui
Forse prigionieri o fuggiaschi
forse altrove a difenderci
La realta' mi ha fatto atterrare
il mio errore fu di errare
e non ero un eroe
Ma sono vivo e sono qui
e vengo dentro a prenderti
da solo disarmato innamorato tu devi arrenderti
Ci sono io e sono qui
con la pazzia di stringerti
Mi hai perquisito gli occhi e sai
sono pulito
non posso ucciderti mai piu'
E si torna a scendere in pista
un' altro viaggio
e io sono qui
Non perdiamoci piu' di vista
ne' il coraggio di riprenderci
Dentro l'abito della festa quello scuro
ora sono qui
l'unica paura che resta del futuro e' di non esserci
Tra sparare oppure sparire
scelgo ancora di sperare
finche' ho te da respirare
Finche' ho un cielo da spiare
per sapere che
Io sono vivo e sono qui
e vengo dentro a prenderti
Da solo disarmato innamorato
tu devi arrenderti
Ci sono io e sono qui
perche' ora so pretenderti far fuori la tua scorta
e fuori dalla porta saro' ad attenderti cosi'
E scrivero' il mio nome sui fogli della gente
fino a sapere come
Mi chiamo e non chi sono veramente
ma quaggiu' sto a chiedere perdono
se non sono un uomo giusto
Ma sono giusto un uomo
Sono qui e vengo dentro a prenderti
da solo disarmato innamorato
e devi arrenderti
Se sono io e sono qui
e resto qui a viverti per vivere
da qualche parte a mettere le porte al vento
Per questo io sono qui
Per questo io sono qui

To be. Present.
Io sono, tu sei, egli è, noi siamo, voi siete, essi sono
Su qui, quo,qua l'accento non ci và !

Claudio Baglioni

giovedì 12 novembre 2009

Gustomaina


Finalmente il nostro gustoloso ci ha dato il permesso di parlare di lui.
In realtà non aspettatevi gran chè, nel senso che non posso parlare tanto di questa favola, ma posso dirvi che esistono persone come lui, che si impegnano sempre (nella foto sopra mi sembra che stia marciando sotto la pioggia !)
Alle volte gli eroi li abbiamo vicini e non ce ne accorgiamo. Forse pensiamo che sono quelli che imbracciano il fucile e vanno a fare le guerre di indipendenza. Invece gli eroi sono quelle persone che coltivano i loro sogni giorno per giorno, senza mai mollare.
Io da Daniele ho sentito solo belle parole. Quante volte abbiamo parlato di alcune discussioni lette sui blog balkanici, magari mentre io ero disperata e lui :
- Ma Lina, che ci vuoi fare, sono persone cosi' e tanto raccolgono quel che seminano.
Dany semina bene perchè raccoglie tanta simpatia e tanti amici.
Adesso faccio una cosa fuori legge. Posto il suo balcone di casa senza aver chiesto il permesso.
Ti avviso Dany che se mi denunci mi porti le arance per tutta la vita in carcere oppure ti fai rinchiudere con me e parliamo di Balcani tutta la vita.
E' meglio se non mi denunci !

Album di густомаина

mercoledì 11 novembre 2009

COLLETTIVO AZIONE PACE

Un'altra serata favolosa grazie al Cap
Io non ho parole e non so' da dove cominciare.
Punto primo : ho riabbriacciato Salima e Fudo (avevo i lacrimoni!)
Punto secondo : mi sono trovata il nostro strafigo Luka alla cena !!!!
Punto terzo : ho finalmente conosciuto Enzo la favola balkanika
Punto quarto : Bane ha fatto lo spogliarello e io sono finita svenuta a terra !
Ho conosciuto tante persone nuove e tante coppie miste.
Credete che dopo giorni e giorni di lotta sui vari blog balkanici per sfatare i soliti miti, una serata come questa mi ci voleva proprio !

Poi tanti sono arrivati organizzati. Chi mi chiamava e mi diceva : Lina, sai per quel tuo articolo.. io ho trovato questo materiale... Altri che mi chiamavano e mi dicevano : tu sei quella del blog e hai parlato di questo e questo e io era in Bosnia quando....
Non un filo di rancore, non il più piccolo screzio.
La cena è stata preparata dalle mamme serbe assieme con le mamme musulmane bosniache e sempre tutto nello scherzo : " ma come fate voi in Bosnia, non siete capaci a fare niente" - "siete voi in Serbia che non sapete cucinare".
E io a pensare : ma se sono giorni e giorni che scrivo sui blog balkanici che in Balkania si vogliono tutti bene e ci sono i matrimoni misti e tutti mi rispondono che do' i numeri ! Ma venite al CAP prima di aprire la bocca per farle prendere aria !
Milos e Fudo mi hanno convinta per non dire obbligata a comprare il libro di cucina balkanika e mo' che ci do' che ci do'.. imparerete tutti a cucinare !
Chiara è arrivata con suo marito che è la copia esatta di Kusturica e le foto della Bosnia nel 1994. Decine e decine di camion di aiuti e pochi militari all'inizio del convoglio. Sono stati fermati da uomini che avevano addosso armi di tutti i tipi e che ti puntavano un coltello alla gola e dicevano : "Se volete passare ci lasciate due camion".
Vai a dire il contrario !

Enzo è quella favola che dovevo conoscere da tanto tempo e che adesso che ho conosciuto posso dire che è ancora piu' favola di come mi era stato descritto.
Lui era davanti alla tv quando è caduta la bomba al mercato di Sarajevo e li' ha detto : "dobbiamo fare qualcosa". All'inizio erano pochi e male organizzati anche se hanno fatto delle cose bellissime, poi si sono strutturati bene e adesso è un piacere vederli in azione.
Io li guardavo servire a tavola e riordinare il tutto. C'è un'armonia tra loro, una sintonia che è invidiabile. Si capiscono con uno sguardo perchè guardano tutti ad un solo obiettivo. Qualsiasi cosa si dicano come ad esempio : "manca il pane a quel tavolo" o " là chiedono dell'acqua" è come se ti dicessero : " faccio questo per te, per farti capire che sono contro la guerra, contro l'odio, contro chi ci vuole divisi, indifesi, poveri, sfruttati, in diaspora"

Ho finalmente conosciuto Marija, una ragazza di Belgrado sposata con un ragazzo italiano. Lei è bellissima ( e quando mai una serba non lo è !) e ha detto : "Si, Lina, sono contenta di essere in Italia, ho una famiglia meravigliosa, ma vorrei tutto questo in Serbia, nel mio paese"
Ho conosciuto Emir (bellissimissimo!) e non c'era Sandrina. Sandra, mi sei mancata tantissimo !!
Per concludere un grosso bacione a Tatiana, la ragazza più bella e più simpatica dell'universo. Due occhi di un blu infinito come la simpatia che emana. Ci terremo in contatto Tatiana, ringrazio Dio di averti messa sulla nostra strada.

Chi ha piacere di vedere la propria foto la puo' richiedere tramite mail.
Ribadiamo il concetto di questo blog : noi ci opponiamo a tutte le guerre, i razzismi, le ingiustizie, le mafie e lavoriamo per la pace.
Che sia "Lettera 22" o "Svoboda" o "Arcobaleno" o "Cap" o "Sos yugo" o qualsiasi altra associazione per noi non fa differenza. Chiunque parla di pace e lavora per essa in qualsiasi maniera è il benvenuto. Questo blog è letto da persone che si portano dietro talmente tali drammi e sofferenza che non osiamo neanche trattare, se non dando qualche minuto di speranza, dicendogli che non sono soli, che c'è chi si impegna per loro. Abbiamo avuto problemi di ogni tipo, dalla mafia alle sette, ma erano problemi che ci aspettavamo. Per tutto il resto vi chiediamo il dialogo. Se non conosciamo i problemi non possiamo neanche affrontarli.

lunedì 9 novembre 2009

Srecan rodjendan Svoboda !


La Svoboda ha compiuto 10 anni e ha festeggiato con un concerto in cui è stato presentato il loro cd : Graditi ospiti.
Io ero al concerto in prima fila con una gradita sorpresa : mio marito !
In realtà non è stato tutto positivo, perchè non mi lasciava urlare "bravi" tra un pezzo ed un altro e credo che sia venuto a farmi compagnia perchè voleva dirmi che avrebbe piacere di fare un viaggio. Qui solo Riccardo e Francy mi possono capire e poi non è valido copiare le mie tecniche, ma torniamo alla nostra cara Svoboda.


Un'altra gradita sorpresa è stato "Niko". Costui è un uomo, ma nelle due ore di concerto mi è sembrato piu' una divinità. Già ero innamorata da come suonava il violino e non me lo ricordavo agli scorsi concerti, ma quando ti vengo a sapere che compone musica e parole di canzoni divine, allora ho pensato che fosse proprio un angelo !
Mio marito è rimasto notevolmente ben impressionato dalla musicalità e dal livello di bravura del gruppo e mio marito se ne intende di musica. Naturalmente l'acustica nella sala non era il massimo e quindi vi consiglio di ascoltare i brani dal sito Svoboda.it o, ancor meglio, di acquistare il cd


Che bello conoscere le persone di un gruppo. Sapevo già tutti i nomi e conoscevo le parole di molte canzoni, anche se ci sono state delle novità.
Il concerto è stato dedicato ad un ex collega rumeno, Teodor Catarama, che è tornato in Romania, sigh !
Teodor, se ci contatti facciamo un post su di te.
Che dire di più ? Solo che Claudio ha un nuovo soprannome : "riccioli d'oro" !!!



Svoboda.it
Svoboda uno Niko, tu mi fai impazzire !!
Svoboda due Un premio in denaro a chi indovina cos' ha Luciano in tasca !
Svoboda tre Questo è un pezzo balkaniko lungo e difficile. Prevede un ritornello e alcuni pezzi che si possono chiamare per "solisti" (voce, sax, fiati). Qui solo il magico pezzo di Sergio !
Svoboda quattro Dedicato a Teodor, perchè torni indietro e ci porti con lui !
Svoboda cinque. Ce ne fossero tanti come te Niko !! Il mondo sarebbe una favola.
Magica Svoboda

domenica 8 novembre 2009

Dejan Stanković

Che io che non so' cos'è il calcio, mi debba mettere a parlare di calcio è proprio forte ! Ma questa volta sono proprio contenta perchè, anche se il post lo potete leggere tutti, è dedicato, scritto e inviato alla gioia dei nostri occhi : Afis.
Afis è un bellissimo ragazzo albanese e tra noi non c'è pace, solo lite, ma anche amicizia. Finita la discussione poltica c'è sempre uno spazio per due chiacchiere tra noi, ma naturalmente fino alla litigata sucessiva. Comunque ci vogliamo bene, non ci siamo mai detti brutte parole e ognuno è rimasto della sua idea (sempre!).
Quindi caro Afis : Dejan Stankovic è un giocatore dell'Inter, nato a Belgrado (Serbia) il 11.09.1978 ed è anche capitano della Nazionale serba.
Non capisco bene cosa dice Wiky. E' figlio di due giocatori ?


Figlio di due calciatori, viene lanciato nel calcio che conta dalla Stella Rossa, dove, dopo aver militato in tutte le formazioni giovanili, gioca con la prima squadra dal 1994 al 1998. Al suo debutto nella stagione 1994-1995, segna anche un gol, contro il Budućnost Podgorica, diventando ben presto titolare fisso della squadra.
A causa dell'embargo dell'ONU nei confronti della Serbia e Montenegro, la Stella Rossa non gioca nelle competizioni europee, e il debutto di Dejan nelle manifestazioni internazionali, avviene solamente nella stagione 1996-1997 quando segna due gol nel primo turno della Coppa Uefa 1997 contro il Kaiserslautern. La stagione successiva diventa il capitano della squadra, il più giovane nella storia del club.
Dejan chiude la sua carriera in maglia bianco-rossa con 85 presenze e 30 gol e la vittoria di 1 Campionato di Serbia e Montenegro e di 3 Coppe di Serbia e Montenegro.


Nel 1998 viene in italia e gioca nella Lazio per 5 anni.
Nel gennaio 2004, dopo un caso che lo vedeva dapprima vicino alla Juventus, passa all'Inter, dove dalla stagione successiva ritroverà Roberto Mancini, nuovo allenatore della formazione nerazzurra. Nel febbraio 2004 Stanković gioca la prima partita con la nuova casacca, contro il Siena e nella sua prima stagione, con 14 partite e 4 goal ha contribuito alla qualificazione in UEFA Champions League. Gioca tutt'ora nella formazione milanese, dove continua a dimostrare il suo talento e trova la definitiva consacrazione giocando in ogni ruolo del centrocampo dove l'allenatore trova il bisogno, ma soprattutto nella stagione 2006-07 esplode nel ruolo di trequartista, ma si dimostra capace pure di giocare davanti alla difesa con risultati eccellenti. Alla fine del campionato 2007-08, con l'esonero di Roberto Mancini e l'arrivo di José Mourinho, sembra che le strade di Stanković e quelle del club di Moratti si dividano e il serbo viene accostato di nuovo alla Juventus. Stankovic rimmarrà invece ancora nell'Inter diventando una pedina imprescindibile nel modulo di Mourinho.
Con l'Inter ha vinto 4 scudetti (2006(a tavolino), 2007, 2008 e 2009), 2 Coppe Italia (2005 e 2006) e 3 Supercoppe Italiane (2005, 2006, 2008). Nella stagione 2008-09 ha realizzato 5 gol, contro Roma (vittoria per 4-0), Chievo (vittoria per 4-2), Catania (vittoria per 2-0), Lecce (vittoria per 3-0) e Milan (vittoria per 2-1). Il 17 ottobre 2009 entra di diritto negli annali del calcio grazie ad un gol, valido per il momentaneo 0-3, al volo da 54 metri direttamente su rinvio del portiere Marco Amelia, nella partita disputata a Marassi contro il Genoa vinta 0-5 dai nerazzurri.
Attualmente è il giocatore interista ancora in attività ad aver segnato più gol nel derby di Milano, con 4 reti (Milan-Inter 3-2, stagione 2003-2004; Milan-Inter 3-4, stagione 2006-2007; Inter-Milan 2-1, stagione 2008-2009 e Milan-Inter 0-4, stagione 2009-2010).
Da wiky



D.Stankovic
Intervju Dejan Stankovic (quanto è bello !)
I goal in un filmato del "Dragone" che ha dedicato a Stankovic un blog
Un goal di 50 metri

sabato 7 novembre 2009

Settima lezione di italiano


Nessuno
di Giovanni Pellino

C’è una strada per andare dove l’odio non c’è
Senza muri né paure senza più bandiere su di noi

Qui non c’è nessuno che vuole sentirti gridare più forte
Qui non c’è nessuno che vuole vederti volare nella notte

Solo un passo nel futuro per sentire com’è
Non è tempo di fuggire è tempo di tornare a vivere
Qui non c’è nessuno che vuole sentirti gridare più forte
Qui non c’è nessuno che vuole vederti volare nella notte
Meglio che non dici a nessuno che in fondo ancora stai sperando
Meglio che non alzi la voce se rompi il silenzio cantando

C’è una sola direzione per uscire da qui
Ed è arrendersi incondizionatamente all’amore e dire di si

Ma qui non c’è nessuno che vuole sentirti gridare più forte
Qui non c’è nessuno che vuole vederti volare nella notte
Meglio che non dici a nessuno che in fondo ancora stai sperando
Meglio che non alzi la voce se rompi il silenzio cantando
E ti troverai nell'istante in cui ogni sguardo sarà spento e gelido
E ti sembrerà che davvero tu sbagli sognando contromano
Tu sbagli sognando


CHE = very big problem in our language !
Questo pronome assume solo il ruolo sintattico di soggetto e complemento oggetto. Considerando i seguenti enunciati:
La donna che vende la verdura è una mia amica
La donna che vedi è una mia amica
vedremo come il pronome che riveste nella frase subordinata del primo esempio il ruolo di soggetto ('la donna vende'), mentre nel secondo esempio riveste invece il ruolo di complemento oggetto ('tu vedi la donna').
Altri esempi:
1.complemento oggetto:
il gioco che ho comprato costa molto.
il libro che leggo è molto interessante.
la gonna che ho comprato è nuova.
2.soggetto:
il ragazzo che sta parlando è un mio amico.
l'amico che mi ha prestato il libro mi ha telefonato per riaverlo.
Questo pronome nella lingua italiana non fa dunque distinzioni per il caso come avviene invece in francese (qui per il soggetto oppure que per il complemento), né tiene conto di aspetti semantici come la distinzione tra cose e persone (in inglese, per esempio, si distinguerebbe tra which per le cose e who/whom per le persone).
From Wiky

Nessuno by Neffa

giovedì 5 novembre 2009

Moreno Locatelli

Questo post è dedicato a Chiara perchè è una favola.
E' dedicato a Beppe e a Roberto perchè non perdano di vista la famosa frase : "Quando pensi di aver capito tutto dei Balkani è proprio il momento in cui non hai capito niente" ed è dedicato a me perchè io mi spezzo ma non mi piego, vado sempre avanti, ma spesso mi è capitato di vedere una cosa molto triste ovvero che i miei errori li pagano altri.


Moreno Locatelli aveva 34 anni, era disarmato, attraversava in pace e per la pace il ponte simbolo di Sarajevo, citta` martire di questo secolo di sangue e tragedie. Sul ponte Vrbanja insieme a Moreno erano saliti altri quattro italiani. Sulle due sponde del fiume Miljacka, divise dalla guerra, i fucili erano puntati. Sopra il ponte camminava la speranza, coi passi lenti e misurati di un gesto politico non violento, cosi` mite ma cosi` dirompente in una citta` divorata dalla guerra. E’ stato colpito da un cecchino.
Locatelli, entrato nell'associazione pacifista Beati i Costruttori di Pace, si era recato a Sarajevo allo scopo di manifestare a favore di una soluzione pacifica della guerra civile fra etnie bosniache e serbe; la vita civile nella città era completamente paralizzata dalla presenza di cecchini che sparavano su chiunque fosse a tiro.
Il 3 ottobre 1993, con altri quattro pacifisti (Luigi Ceccato, padre Angelo Cavagna, Pier Luigi Ontanetti e Luca Berti, che con lui a Sarajevo stavano realizzando il progetto "Si vive una sola Pace") stava attraversando il ponte Vrbanja sul torrente Miljacka, che divide la città, per un'azione simbolica rivolta alle due parti in conflitto: volevano deporre una corona di fiori sul luogo della prima vittima di quella guerra (la giovane Suada Dilberović uccisa nell’aprile 1992 durante le prime manifestazioni per la pace a Sarajevo), e quindi offrire del pane ai soldati bosniaci e a quelli serbi, che si fronteggiavano dalle sponde opposte del ponte; di questa piccola manifestazione erano state avvisate le milizie in conflitto.
Sul ponte venne raggiunto dai colpi di un cecchino, quando assieme ai suoi compagni stava ritornando sui suoi passi a seguito di alcune mitragliate di avvertimento. Morì dopo due interventi chirurgici, le sue ultime parole furono «Stanno tutti bene?» riferendosi ai suoi compagni sul ponte. La sua uccisione è interpretabile come dettata dalla cinica volontà di riaffermare l'esistenza della linea della morte che divideva in due la città.

Intervista a Gigi Ontanetti

martedì 3 novembre 2009

EYOT


E si, un'altra cotta ! Ma non si poteva fare diversamente ! Questi ragazzi sono proprio proprio belli, anzi bellissimi e anche bravissimi !
Quello che mi stupisce dei serbi è la semplicità e la sincerità. Non tutti naturalmente, ma in molti vedo doti che ti fanno capire che tipi sono.
Ringrazio questo gruppo che ha subito risposto alle mie domande in maniera gentilissima.
Siamo sicuri di far contento Riccardo con questo gruppo che sapete di dov'è ? Niente poco di meno che di Nis !
E sono stati anche in Italia partecipando ad "Umbria jazz" !!!
Adesso pero' mi devo affidare un po' alla mia stregoneria per la traduzione.
Credo che Eyot voglia dire isolotto e i membri del gruppo sono quattro :

Dejan Ilijic / composer & piano
Sladjan Milenovic / Guitar
Marko Stojiljkovic / Bass
Milos Vojvodic / Drums


Facciamo una cosa intelligente ! Onde evitare grane vi copio/incollo quello che mi ha scritto Dejan :

I founded Eyot at the end of 2007. Some of the main information are that we played this year at the Umbria Jazz Balkanic windows contest and we where selected among 3 winners with one Hungarian and one Slovenian band in a competition of 28 bands of the Balkan. That brought us a title "one the most promising bands in Serbia"
Later we had a great performance on Nisville jazz festival.
The one on the right side on the myspace link was selected as a Daily fetaured video (24.09.2009) on a famous jazz web-site All About Jazz and we are the first band from Serbia to get there.:)
Later on, when Earl Grice saw that, he is a drummer of a famous guitarist Ronny Jordan, he named us " Nirvana of the Europian jazz" and on my space you can see one nice review of our performance by jazz pianist Sarah Jane Cion.
The band is now headed to the studio (next Sunday) and we are going to record our first record and the album will be released for American label "Ninety and Nine Records" probably in January.
"Their music represents a musicians hungering for a fresh sound, blending the culture of jazz, the sophistication of classical piano, the gritty elements of East European folk music, and just a hint of smooth electronic fusion..."
I hope in the spring we will be in a chance to play an Italian tour.
Best,
Dejan


Musician Dejan Ilijic pulls listeners through a deep groove of love, life and loss. Ilijic and his highly permeable musical soul has been punctured and inundated by dozens of musical traditions, from his grandmother's traditional lullabies in lilting 7/8 time to the pounding beats of Coltrane and the soothing tug of John Scofield's fusion. He has the languages of music under his fingers, from Mozart to Piazzolla, Bill Frisell to Moby, and the beat of his people is in the simple twist of his wrist across the black and whites. From Macedonia to New York, this completely original music is both new and old, gorgeous in its execution and its implications. His projects and ambitions run deep, and the heart in everything he touches runs deeper. Listen to his music for true depth of understanding; from politics and religion to freedom, love, suffering, and more, Ilijic's music explains much of the inexplicable in life… And more importantly, it's highly listenable!..."
"We need Art like Dejan's in our world!"
Jessica Williams



Dejan Ilijic
EYOT
EYOT final song @ Nisville jazz fest 2009