mercoledì 30 giugno 2010
Ana e Boro. Prima parte
Una sera d'estate del 1999, appena finiti i bombardamenti sulla piccola Jugoslavia, passai una sera con Ana, moglie di Boro, cari e fraterni amici; due giovani con la vita davanti che avrebbe dovuto essere vissuta.
Ana era disperata, Boro il suo amato compagno di vita, era uno dei 1300 serbi rapiti nel Kosovo Metohija dai terroristi dell'UCK, ancora non era tornato e non c'erano notizie sulla sua sorte.
Ana per tutta la sera pianse, pianse disperatamente e mi chiedeva se sarebbe tornato il suo compagno, il suo grande amore, se, uno di quei giorni avrebbe rivisto il suo viso, avrebbe riascoltato la sua voce, risentito la forza dei suoi abbracci.
Io non sapevo cosa dire e dissi solo che dovevamo sperare, sperare con forza.
L'abbracciai forte, le accarezzai quel viso dolce, bello, pulito, giovane.
Riuscii con difficoltà a non piangere, ributtai le lacrime indietro, anche a me stesso dicevo: dobbiamo sperare…
Poi uscii con ancora le lacrime di Ana sulla maglietta, sulle guance. Era estate ma pioveva quella sera di Luglio a Belgrado; così la pioggia si mescolò alle lacrime di Ana ed io camminavo e non mi riparavo dalla pioggia, essa mi stava aiutando…mescolava le lacrime.
Cosa potevo fare: nulla.
Quando tornai, scrissi le righe qui sotto, le scrissi per la mia amica/sorellina Ana, forse le scrissi per tutte le Ana, sole e ferite dal dolore. Lei, per anni mi disse che la teneva sempre con sé, addosso, in tasca e quante notti se la leggeva e le dava forza…
Ma forse non avrei mai dovuto scrivere quelle righe. Forse….
Aspettalo, tornerà.
Aspettalo tanto, tanto.
Aspettalo quando le foglie gialle, diffonderanno tristezza.
Aspettalo quando ci sarà la neve e avrai freddo.
Aspettalo quando ci sarà l'afa e ti mancherà il respiro.
Aspettalo quando gli altri non lo aspetteranno più e si dimenticheranno del passato.
Aspettalo anche se non arriveranno sue lettere, perché forse sarà troppo lontano.
Aspettalo insieme a tutti coloro che aspettano, anche se sarà sempre più doloroso aspettare.
Aspettalo, egli tornerà, dopo aver sfidato la morte, le tempeste, i nemici.
…Solo chi non ha mai aspettato, chi non ha la forza di aspettare, non può capire.
Egli tornerà, vincendo le fiamme e gli impedimenti, perché lui sa che tu lo stai aspettando.
E con la forza del tuo amore, sarai stata tu a salvarlo, a farlo tornare…
E saprete solo tu e lui…come sei stata capace ed hai saputo aspettare il tuo uomo…
E come lui ha lottato contro il destino e ogni avversità, per tornare da te.
…E sarete nuovamente insieme ed uniti…,
grazie alla forza dell'amore, del vostro splendente e vero amore!
Boro… questa sera sono qui e alzo l'ennesimo bicchiere di Sljiva (..che aiuta a vivere e affrontare questo mondo…), lo alzo al cielo e sorrido malinconicamente, pensando a quel nostro ultimo incontro di Marzo a Belgrado di dieci anni fa….La tua risata fragorosa, i tuoi abbracci forti, le tue pacche vigorose. Parlavi del tuo grande amore e dicevi: …meno male che ancora non abbiamo un figlio, così quando torno sarà la prima cosa che faremo insieme ad Ana, anzi ne faremo due… e ridevi.
Aveva saputo che sarebbe stato richiamato come riservista…e mi dicesti…non vado in guerra, io sono contro le guerre, vado solo a fare il mio dovere per il mio paese e il mio popolo…
E abbracciandomi aggiungesti ridendo: brate ( fratello), anche tu sei un soldato, perché sei qui, "mobilitato" per difendere la giustizia e ridevamo…alla stazione degli autobus di Belgrado…
…Vidimo se kume ( ci vediamo compare) ! Mi dicesti mentre già ero sul bus e nei tuoi, nei nostri occhi e nel cuore c'era la voglia di vivere, c'era la consapevolezza però, che occorre anche un senso
di dignità nel vivere…..
Fine prima parte...
Enrico Vigna
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
grazie enrico...
RispondiEliminatu e fabrizio siete i miei angeli
senza voi due non riuscirei nemmeno a trovare la via della speranza