venerdì 18 settembre 2009

Rita e i balkani (seconda parte)

Continua da qui. ...Resta ormai soltanto una giornata prima del rientro ai patri lidi e dobbiamo decidere come spendere bene il nostro tempo. Casualmente scoviamo un artigiano che incide l'ottone e, ipso facto, concordiamo che per l'indomani, prima della nostra partenza, ci prepari una targhetta per il campanello di casa. E pensare che in Italia eravamo quasi impazziti in tale ricerca, cercando di approfittare delle ferie per sbrigare questa piccola faccenda domestica, ma avevamo trovato tutto chiuso fino a settembre. Decidiamo di visitare il parco forestale di Topcider che si estende in collina, lungo la valle del fiume Topcidenka, affluente della Sava, poco fuori dal centro. Qui gli ottomani avevano le fonderie per fabbricare i cannoni e tenevano l'artiglieria a difesa della città (Top in turco significa cannone e dare valle, da cui il significato “valle degli artiglieri”). Nel 1831 il knez Milos Obrenovic scelse la zona per costruirvi una residenza campestre, denominata Milosev konak. Dal 1954 tale residenza è adibita a museo, a commemorare la prima rivolta contro i turchi. La specie arborea qui più diffusa è quella dei platani, fra i più vecchi d'Europa; di fronte al Milosev konak ce n'è uno alto ben 34 metri. Pranziamo divinamente all'antico ristorante omonimo in compagnia, fra gli altri, di diplomatici giapponesi. Per la serata Zora ci invita ad un concerto di musica messicana che si terrà in municipio. A dire il vero siamo un po' scettici e accettiamo più per cortesia che per curiosità, mente poi l'esibizione si rivelerà al di sopra di ogni aspettativa. Zora è di Cacak ed è una persona naturalmente amabile: si presenta ai ragazzi dello staff organizzativo e si imbatte in un giovane dirigente suo compaesano; non si conoscono, ma scatta spontaneamente una simpatia che ci fa guadagnare dei posti d'onore, assieme a politici locali e all'ambasciatrice messicana. Ci presentano perfino all'affabile normalista Jorge Altieri Hernandez, che ci invita calorosamente a fargli visita anche in Messico. Egli è oriundo di Prato e ci considera “connazionali italiani.” Lo spettacolo del suo gruppo è veramente entusiasmante e coinvolgente, ascoltiamo un coro molto originale che canta in onore dei diversi messicani residenti a Belgrado. Un melange di musica classica, moderna internazionale e tradizionale messicana. Il concerto si chiude sulle note di una strepitosa versione di Guantaramera. Poi tutti veniamo coinvolti a ballare, cantando l'inno nazionale messicano. Anche lo sfondo è notevole, non ero mai entrata nel municipio cittadino e lo scenario che ci si presenta dall'interno dell'antico e curatissimo palazzo è veramente maestoso. La serata continua a Scadarlija, con degli squisiti cevapi e kaymak bosniaci e poi con una godibile passeggiata sull'acciottolato di questo quartiere, autentico gioiello di armonia. E' tutto così diverso d'estate, rispetto alle altre volte in cui l'ho frequentato in stagioni diverse: tutta la gente che cena beatamente all'aperto e gli svariati musicisti le cui melodie si alternano e si confondono assieme, contribuiscono a rendere l'atmosfera più magica di come l'avevo percepita in passato e di come la ricordavo. E' giunta ormai l'ora degli acquisti finali, di souvenir per gli amici e di cose per noi (cibarie e vino, film in dvd, cd musicali) e Terazije è il luogo perfetto per le nostre compere. Per poco non ci dimentichiamo della targhetta in ottone, che fra l'altro risulta di sapiente fattura, proprio come desideravamo e reperita ad un costo piuttosto conveniente. Consumiamo un pranzetto propriamente serbo, con particolare calma e tranquillità, al punto che è un vero miracolo se non perdiamo il nostro treno, quel treno destinato a riportarci alla solita routine di casa, seppure ancora una volta arricchiti dalle esperienze fatte, ma inesorabilmente iniziamo già ad essere pervasi da una certa nostalgia, nostalgia per terre accoglienti ed amate.

6 commenti:

  1. che bello rita !!
    chissa' se la tua amica zora è la zora che conosco io ??
    anche la zora che conosco io è di cacak, è avvocato ed ha un figlio

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  2. grande piccola svoboda alla galleria tirrena !!
    in 3 o 4 giorni su balkan !
    promesso !!

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  3. Che nostalgia!!!
    ..Sarebbe già ora di ripartire...
    Certo che è la stessa Zora ..infatti l'hai identificata subito ;-)
    Un caro saluto.
    Rita

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  4. una favola di persona !!
    mi ricordo il primo viaggio a cacak e poi a belgrado in skardalija con zora, vera e un amico architetto...
    cio' i lacrimoni...

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  5. ..L'amico architetto è Savo..
    Rita

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  6. mi sa' di si..
    un bell'uomo con la barba (se non l'ha tagliata) e con una figlia..
    basta rita..
    ho allagato il pavimento !!

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