lunedì 30 giugno 2008

Summer in the Balkans







One of the big differences between beaches in Western Countries and Balkan-Beaches is this:



More about Fashion inspired in the Balkans here in Lina's post.

GROBLJE

Questo post non è molto allegro, lo devo ammettere, ma siccome la morte fa parte della vita, l’hanno scorso sono andata a trovare un mio amico di Cacak al cimitero.
Sono rimasta senza parole a vedere i loro cimiteri. In realtà chi mi conosce sa che io sono una grande strega. Le streghe hanno un buon rapporto con le cose più strane e così , nulla di fuori dal normale per me, se vado spesso al cimitero del mio paese.
La cosa mi da tanta pace anche se poi penso le cose più strane. Una di queste cose è che il cimitero al mio paese è proprio lontano ed è recintato.
Vi sono quasi esclusivamente tombe di famiglia e sei considerato veramente povero se non la possiedi.
Mi ricordo che quando ero piccola e andavo a fare la chierichetta ai funerali, la frase che più mi colpiva era :- Ma lo mettono nella terra ???.
Quando si è trattato di ampliare il cimitero , il comune ha costruito solo “loculi”.
Questo per dirvi quanto sia stata impressionata a vedere un cimitero completamente diverso.
Sulla strada che porta alla collina del cimitero, prima incontri le case, poi le tombe. Queste sono nella terra e vengono iniziate dall’alto della collina, scendendo verso la cittadina.
E’ così un tutt’uno tra le persone che vivono e i parenti che ci hanno lasciato.
Non vi sono muri di cinta, non vi sono vecchiette che cercano la scala per mettere i fiori.
Io , quale strega che sono (velika vestica), ho subito pensato che avrei salutato bene il mio amico.
Mi scuso per la foto. Quel giorno pioveva perché in Serbia c’era la mia amica Ljubinka e quando c’è lei piove sempre.

sabato 28 giugno 2008

NIKOLA TESLA

Devo pagare pegno. Arrivando all'aereoporto di Belgrado ho chiesto ai miei amici : - Chi sarebbe sto Nicola Tesla ???
Loro si sono guardati e mi hanno risposto:- Lina, non tornare più in Serbia senza sapere chi è Nikola Tesla !

Nikola Tesla nacque nella notte fra il 9 e il 10 Luglio 1856 a Smilijan. Il padre, Milutin Tesla di origine serba, era un ministro del culto ortodosso. Sua madre, Duka Mandic, abile ricamatrice, era una donna non istruita , ma dotata di memoria prodigiosa. Tesla ha sempre ricordato che la propria madre citava interi testi della Bibbia e di poesia e affermava di avere ereditato da lei molte delle proprie abilità, non solo una memoria fotografica ma anche altre facoltà intellettive come una notevole inventiva e industriosità. Ella infatti ricavava dalle fibre vegetali delle piante da lei coltivate il filo utilizzato nei lavori di ricamo e di cucito .
Dopo aver terminato gli studi di fisica e matematica al Politecnico di Graz, Austria (contemporaneamente aveva iniziato a studiare filosofia all'Università di Praga), studiando 19 ore al giorno e dormendo solo due, il nostro dimenticato scienziato provò sempre di più strani fenomeni, risalenti all'infanzia.Nel buio poteva sentire l'esistenza di oggetti "come un pipistrello". Non solo. E' vero che fin dall'infanzia VEDEVA LAMPI DI LUCE CHE INTERFERIVANO LA SUA VISIONE DEGLI OGGETTI REALI, ma in quel momento all'età di venticinque anni, l'intensità di tali lampi di luce non solo era aumentata, ma addirittura questi lampi lo circondavano costantemente. La sua reazione a tali fenomeni consistette nel fatto che un semplice concetto, espresso verbalmente, si delineava nella sua mente come un'immagine che egli vedeva e sentiva come se fosse reale.
Nel 1881, mentre lavora come disegnatore e progettista all'Engineering Department del Central Telegraph Office, inizia ad elaborare il concetto della rotazione del campo magnetico che rese la corrente alternata, quale è tutt'oggi, uno strumento indispensabile per la fornitura di corrente elettrica. L'anno successivo, il nostro scienziato, sempre più interessato al principio della corrente alternata, si trasferisce a Parigi, essendo stato assunto dalla Continental Edison Company. Nel 1883 egli dà vita al primo motore a induzione di corrente alternata, in pratica, un generatore di corrente alternata.
Nel 1884, il giovane Tesla, desideroso di far conoscere le proprie scoperte, si reca negli Stati Uniti, sempre per lavorare alla corte di Edison.
Tesla espose i concetti della sua scoperta relativa alla corrente alternata al grande Edison. Tuttavia, quest'ultimo era un fiero sostenitore della tecnologia relativa alla corrente diretta, e le idee espresse suscitate dal giovane scienziato serbo non suscitarono alcun interesse. Tesla non si perse d'animo e continuò a lavorare duramente per Edison.
Tesla non solo vide respinte le proprie idee e innovazioni, ma dovette subire dalla una beffa dallo stesso Edison: per l'opera di modifica dei generatori di corrente diretta, a Tesla era stato promesso un compenso di 50,000 $. Una volta terminato il proprio compito, egli si vide rifiutato il proprio credito dallo stesso Edison con una battuta ironica di dubbio gusto. Le nostri fonti sostengono infatti che Edison liquidò Tesla con la frase " Tesla, voi non capite il nostro humour americano", sostenendo in pratica che la ricompensa promessa fosse uno solo scherzo.
Non sembra troppo difficile comprendere il motivo per cui il nostro Uomo di Scienza abbandonò la Edison Company.
Nel frattempo, seguendo sempre il suo metodo, Tesla giunse ad un'altra delle sue brillanti scoperte, la bobina di Tesla, un trasformatore ad alta frequenza, che è uno strumento indispensabile per la trasmissione, e quindi la fornitura a case ed industrie, della corrente alternata.
Nel maggio del 1885, il magnate Westinghouse acquistò i brevetti di Tesla relativi soprattutto, al motore a corrente alternata e alla bobina. Così da creare la Westinghouse Electric Company.
Non sembra azzardato affermare che fu Tesla comunque, che per primo lavorò con le onde elettromagnetiche radio. Del resto esistono dei brevetti, patents, che provano ciò. E proprio fondandosi su questi brevetti che il nostro Uomo di Scienza ricorse in giudizio per tutelare i propri diritti. Sfortunatamente, una prima sentenza del 1915 non gli riconobbe tali diritti.
Solo nel giugno del 1943, cinque mesi dopo la sua morte, la Corte Suprema degli Stati Uniti in una sua decisione, (caso 369, 21 Giugno 1943) riconobbe che Tesla aveva per primo inventato la radio.
Tutt'oggi, si riconosce ancora a Marconi questa invenzione, perché questi per primo inviò un segnale oltreoceano.Ma se Marconi riuscì a conseguire tale successo, è grazie anche alle scoperte attuate precedentemente da Tesla.
Non ci sono notizie precise relative alla data precisa della sua morte. Si suppone che sia morto il 7 gennaio 1943, all'età di 86 anni. Tesla viveva solo, in una stanza d'albergo. Il suo corpo senza vita venne trovato il giorno dopo. Più di 2000 persone presenziarono il suo funerale a Manhattan. Così, questo vecchio, dopo una lunga esistenza dedicata all'evoluzione della scienza e del benessere dell'Umanità, morì solo, povero e quasi dimenticato.Solo pochi mesi dopo la sua morte la Corte Suprema Federale gli riconobbe la paternità della radio. Ancora una volta la sua vita è coerente con quanto egli scrisse o disse: " Lasciamo che il futuro dica la Verità, e giudichiamo ciascuno secondo la propria opera e gli obiettivi".

Srecan Vidovdan svima!

Dopo aver visto il film "Boj na Kosovu"
mio figlio Neil (7 anni) ha ricreato la scena tra Milos Obilic e Murat I con il Lego.
Buon Vidovdan (giorno di S. Vito) a tutti!

After seeing the movie "Boj na Kosovu" my son (7 years) recreated the scene between Milos Obilic and Murat I with Lego. (look at Murat's hat!)
Have a nice Vidovdan!

DALLA NOSTRA CRONACA...

Una giovane mamma di 21 anni viene stuprata nella metropolitana mentre corre all'ospedale dalla figlioletta nata prematura. Un'ondata di sdegno e indignazione percorre il Paese. Le reazioni sono rabbiose, la campagna elettorale si infiamma. La destra convoca una manifestazione davanti alla stazione in cui chiede di espellere tutti i membri dell'etnia dello stupratore e castrarli chimicamente, durante il corteo alcuni immigrati vengono inseguiti e malmenati. I moderati invocano più sicurezza nelle città, chiedono telecamere ogni venti metri, più polizia, più carabinieri, più espulsioni e certezza della pena. Walter Veltroni dichiara che la sicurezza non è un tema di destra e che, bisogna ammetterlo, c'è un problema immigrazione. Il Ministro dell'Interno rivendica per il suo Governo il 30% di espulsioni in più rispetto al precedente e comunque – continua – sta valutando l'ipotesi di un decreto ad-hoc che permetta temporaneamente l'espulsione collettiva di alcune categorie di persone.
Invece no. Niente di tutto questo.
Lo stupratore è italiano. E' una guardia giurata: un dipendente di una di quelle società private a cui viene appaltata la garanzia della sicurezza sui treni della metropolitana. E la ragazza violentata è una donna ivoriana, che significa negra. La notizia è venuta fuori dopo otto mesi dai fatti. Perché la ragazza, benché nera e sprovvista di titolo di viaggio, aveva un permesso di soggiorno. Quindi, a differenza di molte altre probabili vittime della solerte guardia, ha potuto denunciare il violentatore senza la paura di essere rimpatriata. Violentatore che, per inciso, ha continuato a "lavorare" per questi otto mesi, finché il giudice non ha emanato un mandato d'arresto. La vicenda si può leggere in qualche trafiletto in cronaca sui giornali locali napoletani.
E fin qui sarebbe una storia di ordinaria doppia morale, ipocrisia, malafede, e schifezza varia dell'apparato medial-politico.
Ma a noi che i media li conosciamo fin troppo bene, e i politici anche, questa storia e una sua curiosa appendice telematica raccontano qualcosa di più.
Un sito web riporta la notizia ripubblicando l'articoletto del quotidiano locale. Poco dopo, sullo stesso sito, appare un commento intitolato "Città più sicure! ;-)" (proprio così, con l'occhiolino) che dice, più o meno, "la guardia ha fatto molto bene, ne abbiamo abbastanza di questi negri che non pagano il biglietto", o qualcosa del genere. Il commento sfacciatamente razzista è, ovviamente, ironico. Vorrebbe far riflettere sulla relazione tra il delirio securitario di questi mesi, che ha portato a pogrom di rom, minacce di espulsioni di massa e incarcerazione di lavavetri e mendicanti, con un fatto di violenza sconcertante, frutto esattamente di quella temperie culturale (oltre che del sessismo e machismo che non hanno tempo) e opportunamente taciuto da tutti. Ma i gestori del sito, pare vicini al Partito Democratico, non lo capiscono. E qui comincia il bello.
Il commento viene subito rimosso, l'autore viene insultato dallo stesso gestore del sito e denunciato alla polizia postale ("incitazione a compiere atti criminali" yup!). Viene pubblicato l'IP da cui il commento proviene, con l'opportuna indicazione dell'istituzione da cui avviene il collegamento e la città.Una reazione da buon cittadino, democratico e progressista. Desideroso di fare "la cosa giusta", dare una bella lezione al cattivo con tutta la ragione dalla propria parte e il piglio da vendicatore della notte col mouse. Il tutto non senza un certo compiacimento.
La storia suscita un paio di considerazioni.Prima considerazione: è possibile che ci fosse effettivamente poco da ironizzare. Un atteggiamento beceramente e sfacciatamente razzista è stato preso per buono, senza esitazione, da qualcuno che non dovrebbe essere proprio uno sprovveduto. Vuol dire che tale atteggiamento è quanto meno verosimile. Vuol dire che è plausibile che un onesto impiegato padre di famiglia, o addirittura un ricercatore del CNR, si abbandoni a considerazioni razzistissime e violente. E' un segno dei tempi, vuol dire che siamo messi molto male.
Una seconda considerazione è possibile, guardando la vicenda da un altro punto di vista. Il commento razzista, al netto dell'ironia, disegna un figura che chiameremo il razzista ideale. Il razzista ideale è un individuo assolutamente spregevole: fa affermazioni violentissime di fronte a una storia che sembra fatta apposta per suscitare commozione e indignazione; in più è assolutamente stupido: non si preoccupa neanche di mascherare il proprio IP. E' un razzista da fiction televisiva, una caricatura: incarna tutto il male possibile, è riconoscibile all'istante, è rozzo, ostentatamente violento, ignorante; fatto apposta per essere stigmatizzato. Uno che dice che i negri se ne devono andare, perché sono negri e non pagano il biglietto, e che se uno li violenta fa bene.Il razzista ideale è quello che ogni buon cittadino democratico vorrebbe sempre come controparte: gli fa fare bella figura.
Il razzista ideale, purtroppo, non esiste se non nelle fiction buoniste o, appunto, come caricatura.Quello che esiste davvero è il razzista reale, ed è quello che varrebbe la pena attaccare, insultare e denunciare. Il razzista reale non è così grossolano, non fa affermazioni così politicalmente scorrette. Il razzista reale chiama il proprio razzismo e la propria xenofobia "necessità di sicurezza". Il razzista reale è un moderato, auspica politiche di buon senso, come deportare i rom in mezzo alle campagne lontano dai centri abitati (magari facendo fare qualche affare agli amici), arrestare tutti i lavavetri e i mendicanti, espellere persone in massa su base etnica, oltre che rinchiudere i migranti in veri e propri campi di concentramento da far gestire, magari, a una bella associazione parrocchiale o a una coop rossa. Ma anche rendere il rilascio di un permesso di soggiorno un'odissea, impedire l'acquisizione della cittadinanza frapponendo millemila ostacoli impensabili, obbligare i cittadini stranieri a umilianti code antelucane, semplicemente per esercitare il diritto a vivere senza il rischio di essere rispedito a morire di fame o di guerra: sono tutte prerogative del razzista reale.
Ed è sempre il razzista reale che incita a compiere atti criminali. Sul serio però: dichiarando, ad esempio, che i buoni cittadini di Opera che bruciano gli zingari sono solo esasperati e vanno capiti, non lo fa certo inserendo commenti sconclusionati sui blog. E' molto pericoloso il razzista reale, indossa una giacca, un bel sorriso rassicurante e un programma riformista. Il razzista ideale, quello che permette al bravo cittadino di ricordarsi di essere un bravo cittadino, purtroppo fa solo ridere, mentre quello reale, ahimé, dal bravo cittadino raccoglie solo stima e apprezzamento. Oltre che il voto.(tutto questo era stato fatto presente direttamente sul sito in questione. Ma il gestore, per qualche ragione, ha preferito censurare tutto e lasciare solo il proprio proclama)Tratto da http://papuasia.afasici.net

In Alto Mare - Antonio Caiazza

CAIAZZA ANTONIO
IN ALTO MARE
VIAGGIO NELL'ALBANIA DAL COMUNISMO AL FUTURO

Editore: INSTAR LIBRI
Pubblicazione: 03/2008
Numero di pagine: 232
Prezzo: € 14,00
EAN: 9788846100924




Finalmente non si grida alle tragedie dell'Adriatico dei primi anni novanta che hanno riempito pagine lacrimevoli e girato coltelli nelle piaghe ancora aperte per almeno un decennio, ma si porta una testimonianza storica che conoscono in pochi:

chi quell'Albania l'ha vissuta e chi forse come me la ama al punto di averne ereditato tutto il bene e tutti i mali,

chi se l'è fatta entrare sotto la pelle come un tatuaggio indelebile a forma (e contenuto) d'aquila bicipite,

chi come l'Autore ne ha raccolto le voci e le memorie testimoniando fasi importantissime della storia di una piccola nazione pressoché sconosciuta

con l'abilità del giornalista,
la leggerezza del novelliere,
la fluidità del romanziere,
la precisione dello storico,
la sensibilità partecipata dell'umanista.

È un libro che va letto e meditato.
Un libro che consiglio a tutti coloro vogliano visitare l'Albania
(e consiglio a tutti di visitarla prima che l'Europa e l'America la fagocitino del tutto! Altro che turchizzazione...)

venerdì 27 giugno 2008

CELE KULA

Cominciamo con l’antefatto sfruculiando un po’ in Wikipedia
La battaglia di Kosovo Polje venne combattuta il 28 giugno 1389 dall'esercito serbo contro l'esercito ottomano, nella piana di Kosovo Polje (la Piana dei merli, a nord di Priština, capitale del Kosovo).L'esercito cristiano, composto da una coalizione tra l'Impero Serbo e il Regno di Bosnia, era comandato dal Knez (principe e condottiero) serbo Lazar Hrebeljanović. Le truppe della coalizione serbo-bosniaca contavano circa 25.000 uomini ben armati, suddivisi in tre armate. Erano comandati dal genero di Lazar, Vuk Branković, sull'ala sinistra, dal principe Lazar al centro e dal duca bosniaco Vlatko Vuković sull'ala destra.L'esercito ottomano era guidato dal sultano Murad I e contava circa 50.000 uomini. La battaglia iniziò con l'avanzata della cavalleria serba, che distrusse completamente l'ala sinistra ottomana. Le truppe comandate da Branković riuscirono inoltre ad annientare completamente anche l'ala destra degli avversari, ma gli Ottomani furono infine raggiunti da cospicui rinforzi e poterono così sconfiggere i Serbi, stanchi e inferiori numericamente.Pressoché tutta la nobiltà serba si fece uccidere sul posto insieme al Knez Lazar. Vuk Branković si ritirò e continuò la resistenza contro i Turchi finché fu catturato da questi ultimi, morendo infine in prigionia.Entrambi gli eserciti ebbero delle gravi perdite, ma per la Serbia l'esito fu catastrofico: vennero infatti uccisi più di 150 cavalieri serbi e il Paese vide sparire gran parte della sua élite politica e militare. Il nuovo sultano Bayezid I prese come moglie la figlia di Lazar, la principessa Olivera Despina. I Serbi vennero costretti a pagare tributi ai Turchi ed a compiere servizi militari presso l'esercito ottomano, come nel caso della battaglia di Ankara. In seguito, dopo altre due battaglie minori e l'assedio di Smederevo, gli Ottomani annetterono il resto del Regno di Serbia, completandone la conquista nel 1459. La fine dell'indipendenza serba fu l'evento che diede la possibilità all'esercito ottomano di arrivare fino alle porte di Vienna.La Battaglia del Kosovo è considerata dai Serbi uno degli eventi più importanti della loro storia, fonte di gran parte del loro sentimento nazionale. La battaglia e la sorte dei cavalieri cristiani divennero il soggetto di molta poesia epica medievale serba, parte della quale composta presso la corte della vedova di Lazar, Milica. Il principe Lazar venne canonizzato dalla Chiesa ortodossa serba.
Questo è ciò che è successo il 28 Giugno 1389 e ciò che i serbi ricordano ogni anno per non dimenticare la lezione di vita che hanno imparato : quando vogliamo fare da soli, perché pensiamo di essere i migliori, perdiamo. Ci sarebbe da fare una piccola discussione, ma la rimandiamo ai commenti. Tornando alla storia i serbi erano finiti sotto il dominio turco, ma non erano del parere di starci. Numerose furono le rivolte. In una di queste 35.000 turchi sconfissero 18.000 serbi nei pressi di Nis. Le perdite turche furono così elevate che il pascià fece decapitare 952 cadaveri serbi ed ordinò di sistemarli in una torre a memoria della superiorità turca e come monito. Nacque così la torre di Cele Kula che ancora oggi è meta di numerosi turisti.
La foto non è nostra. E' presa da Wikipedia.

giovedì 26 giugno 2008

FATEMI USCIRE !!!

Vi chiediamo scusa per questo post. Questa volta non parliamo di cultura balkanica, ma facciamo un appello a chiunque possa darci anche solo un consiglio per aiutare un amico in difficoltà. A Torino c’è un ragazzo bravissimo e anche bellissimo che è rimasto imprigionato. Sembra strano in un paese che fa grande politica contro gli stranieri che poi non li si lasci uscire per tornare a casa loro.
Lo splendido ragazzo si chiama Sasha ed è di Novi Sad. È in Italia con una borsa di studio per frequentare un master ed è talmente bravo che ha vinto la borsa di studio anche per l’anno prossimo.
Oltre che bravo è anche bello e io penso che siano le ragazze torinesi ad opporsi alla sua partenza. Invece lui chiede aiuto a tutti dicendo che da 9 mesi aspetta il permesso di soggiorno e le lunghe code fatte in questura non hanno prodotto nessun risultato.
Io gli credo al 100% poiché questa è soltanto l’ultima (in termini di tempo) storia che sento riguardo al “Visto”.
Il mio amico prete della Tanzania, dopo 2 anni di attesa, si è finalmente recato in questura a ritirare il permesso di soggiorno… ma .. incredibile ! era scaduto da 2 giorni !
Il nostro amico Nemanja si è recato al confine a prendere il cognato, ma ha messo un piede in area Schenghen e cosi’.. 100 euro di multa !!!
Io ho promesso a Sasha che il 15 Luglio prossimo lo accompagno alla frontiera e se non fanno passare lui, andrò io al suo posto, visto che non riconosco più il mio paese ed è sempre maggiore la voglia di vivere in Balkania.
Sasha invece dice che deve partire perché in Serbia ha impegni di lavoro e di studio e, soprattutto, non ci si vede bene come moglie di mio marito Giuseppe.
Vakka boja quando non ti puoi scambiare di posto !

mercoledì 25 giugno 2008

Piccolo buffet serbo

Piu o meno cosi, si presenta il mangiare per un pranzo un po' festoso in Serbia.

(Qui un'esempio del buffet che ha preparato mia cognata a Belgrado per gli ospiti).

Per intanto segguono 2 ricette popolari...ne arriveranno certamente di più!



Punjene Paprike (4-6 persone)


Prendete 8 peperoni cecei, lavateli, togliete il gambo e svuotateli dai semi

Soffriggete

1 cucchiaio d'olio di semi di girasole

1 cipolla tritata

1 cucchiaio di riso

0.5 kg di carne di manzo tritata


Poi togliete dal fornello e aggiungete

prezzemolo tritato

1 uovo

sale, pepe (e se c'è un po' di vegeta oppure zacin C)

Mischiate il tutto. Poi riempite i peperoni con questo miscuglio.

5 pomodori

Per chiudere il peperone utilizzare delle fette di pomodoro. Poi mettere i peperoni farciti in una pirofila oppure in una casseruola, aggiungete il resto dei pomodori tagliati a cubetti e aggiungete un po' di acqua. Cuocete coperti a fuoco basso, e di tanto in tanto aggiungete un po' d'acqua.

1 cucchiaio di farina

1 cucchiaio d'olio di semi di girasole

polvere di paprika

Quando i peperoni sono teneri, preparate a parte una salsina (a fuoco medio) fatta di 1 cucchiaio di olio, la farina e della paprika in polvere. Quando è bella scura e aromatica la si versa nell’ acqua che cuoce i peperoni e si lascia ancora a fuoco basso per 15minuti.


Đjuveč (6-8 persone)


1.5kg pomodori tagliati a rondelli

per la verdura preparate un miscuglio con:

1 melanzana tagliata a dadini

5 peperoni cecei tagliati a dadini

2 piccole zucchine tagliate a dadini

1.5kg di cipolle piuttosto piccole tagliate in 4

Prezzemolo tritato

un po' di gambo di sedano tritato

sale, pepe (e se c'è un po' di vegeta oppure zacin C)

mezza tazzina di olio di semi di girasole

0.5kg di carne di maiale tagliata a dadini

0.5 kg di carne di manzo tagliata a dadini

mezza tazzina di riso


Mettete metà dei pomodori in una pirofila, ricoprite con metà della verdura, aggiungete la carne ed il riso, poi aggiungete il resto della verdura e ricoprite il tutto di rondelli di pomodoro.

Aggiungete quasi un litro d'acqua (o quanto basta per bagnare bene carne e verdura) e una tazzina di olio e passate in forno a 180 gradi per almeno 2 ore.

Si serve direttamente dalla pirofila.


Il Djuvec è un piatto unico e può essere variato come si vuole. Direi che però come base: riso, pomodori e carne non dovrebbero mancare .

martedì 24 giugno 2008

5 MINUTI DI "ANTIRAZZISMO"

Dopo tante politiche razziste in Italia, finalmente una buona e bella notizia !
Vivienne Westwood alla sfilata “Moda uomo” di Milano si è ispirata ai rom e li ha fatti sfilare in passerella con gli abiti della moda primavera-estate 2009.
L’assessore milanese Tiziana Maiolo assisteva alla sfilata con una bottiglietta di Malox in borsetta.
Naturalmente l’assessore milanese ha inveito contro la stilista dicendo che basta andare in un campo rom di Milano per vedere la realtà.
Bravissima assessore Maiolo… vada in un campo rom ! Magari facendosi accompagnare dal suo collega che li vuole ammazzare col veleno dei topi e scoprirà che vi sono delle persone e non dei ratti.
Che pazzia portarli su una passerella di moda ! Quella gente non esiste, va espulsa, annientata, eliminata, non considerata.
Tutto questo mentre la UE ci richiama all’ordine visto che stiamo criminalizzando un intero popolo esattamente come all’epoca del fascismo quando i rom erano deportati come gli ebrei.
Un messaggio per l’assessore milanese : “ Gent.ma Tiziana Maiolo, quando visita un campo rom e vede le privazioni a cui sono costretti i bambini, si chieda se anche lei, invece che nascere in una casa con le lenzuola di tulle, fosse nata in un campo rom e un assessore fosse venuto a dirle che è da derattizzare.. si chieda cosa avrebbe pensato”.
Comunque ci sono cose che puoi comprare e cose che non hanno prezzo. Per il mal di pancia provocato alla nobiltà milanese a Vivienne Westwood : un grosso grazie ! E’ una soddisfazione che non ha prezzo !

domenica 22 giugno 2008

Apsolutnih 100



Trama del fim: Igor Gordic campione del mondo di tiro a segno del 1991 viene chiamato alle armi, e durante la guerra riesce solo ad ammazzare sotto l'influsso di droga. Al suo ritorno dalla guerra, smette di fare tiro a segno, perché nel mirino del suo fucile vede solo le facce dei soldati ammazzati. Va avanti a drogarsi e si butta sempre di più in debiti con la mafia belgradese, di cui uno dei capi è un suo vecchio amico (un'altro veterano di guerra). Sasa, il fratello minore che è un tiratore bravo come Igor, si sta preparando per un campionato in Francia. Il bisogno di soldi per droga di Igor però lo costringono a vendere lo stand di tiro ereditato dal padre.

Quando il nuovo proprietario cerca poi di limitare l'accesso allo stand a Sasa, questi prende il suo fucile e si fa giustizia da solo... e il nuovo proprietario è solo la prima vittima ......

Questo è un fantastico film di Srdjan Golubovic che rappresenta in modo molto estetico una certa realtà della Serbia postbellica.

Le scene di tiro a segno mostrano l'immagine un po' retrò di sale sport dell'era comunista, poi ci sono i "blokovi" di Novi Beograd (la città satellite costruita alle porte di Belgrado) con la loro dura estetica di costruzioni prefabbricate ed infine l'immagine degli "splav" i disco-ristoranti zattere sulle sponde del Danubbio.




Il copione venne cosiderato abbastanza interessante tanto che il giovane regista Mladen Maticevic l'ha utilizzato per farne un film molto simile: "1 na 1".
Anche se "Apsolutnih Sto" è riuscito meglio (ottimi attori e inquadrature magnifiche) "jedan na jedan" si fa notare per la spontaneità e l'ottima musica rap belgradese. Come per esempio i pezzi rap del gruppo "V.I.P." di cui sono mebri i due attori principali (Relja Milankovic e Ivan Jovic).

STORIE D'ILLIRI E D'ALBANIA

Rubacchiato qua e là, ma spiega molte cose! Grazie per la lettura.
Le foto cui portano i link sono state prese dal sito http://www.albaniafoto.com/
Altri link da Wikipedia... ho letto... sono attendibili!! :)




Storie d’Illiri e d'Albania

Preistoria

Le terre che possiamo definire “Balcani occidentali” erano popolate già nell'età paleolitica (età della pietra) 100.000 anni fa.

In Albania, gli stanziamenti iniziali sono stati scoperti nella grotta di Gajtan (Shkodra), in Konispol, al monte Dajti (vicino a Tirana) e a Xara (Saranda). Il popolarsi delle terre albanesi è aumentato nell'età Neolitica ovvero fra il 5000 ed il 1200 a.C.

I popoli che abitavano qeste terre hanno cominciato ad abbandonare le grotte ed a stabilirsi in spazi aperti. Tantissimi stanziamenti sono stati scoperti in Albania, Kosovo(/a), Montenegro e la Repubblica di Macedonia.

Gli Illiri

Gli Illiri dell’area meridionale dei Balcani hanno assunto una formazione e una struttura politica verso 7° e 6° secolo a.c.

Artigiani eccellenti del metallo e guerrieri feroci, gli Illiri (primo popolo di quest’area ad utilizzare il ferro) hanno basato i loro regni sulla guerra ed hanno combattuto per la maggior parte della loro storia: gli Illiri erano divisi in tribù, ma era una la tribù dominante. Tali lotte intestine ad una civiltà tribale rappresentavano un po’ ciò che succede oggi durante i nostri “cambi di governo”!

Di seguito la lista di alcune delle le tribù illire:

*Messapi e Japigi fondarono molte città illire già prima che i Greci e dunque prima dei Romani nell’Italia Meridionale. Dunque sostenere che le popolazioni Arbereshe della Puglia, della Calabria, della Basilicata, della Sicilia e via dicendo si siano stanziate qui nel 1500 in fuga dai Turchi è una mezza verità! Calabria per esempio è una parola illira: in lingua arbereshe significa Kalaja Arberesheve: il Castello degli Arbereshe!!!

Hanno generato e sviluppato la loro coltura, lingua e caratteristiche antropologiche nella zona occidentale dei Balcani, come menzionano scrittori antichi fra cui Erodoto, ma ache Virgilio. Le regioni che gli Illiri hanno abitato includono l'intera penisola occidentale, il nord ed Europa centrale, il sud fino al golfo di Ambracian (Preveza, Grecia) e l'est intorno al lago Lyhnid (lago Ohrid). Altre tribù di Illiri, inoltre, hanno migrato e si sono stabilite in Italia. Fra loro erano i Messapii e gli Iapigi.

Il nome “Illiria„ è menzionato dal quinto secolo a.c. mentre alcuni nomi di tribù fin dal dodicesimo secolo a.c. da Homer. La formazione etnica degli Illiri, tuttavia, è molto più vecchia: ha luogo entro il quindicesimo secolo a.c., da metà dell'eta del Bronzo, quando le caratteristiche etniche illiriche hanno cominciato a formarsi. Dall'età del ferro, gli Illiri erano completamente caratterizzati ed avevano ereditato le loro caratteristiche antropologiche e lingua dalle età Neolitiche e del Bronzo.

Dagli Illiri agli Albanesi

I Romani hanno dominato gli Illiri dal 168 a.c. fino alla caduta dell'impero. Sotto i romani, le arti e la cultura fiorirono, particolarmente in Apolonia, la cui scuola filosofica si sviluppò assai. Qui studiarono, tra altri, il grande oratore romano Cicerone.

La lingua e la cultura latine hanno influenzato fortemente gli Illiri, comunque quelli che vivevano nelle terre albanesi di oggi riuscirono a conservare la loro lingua ed abitudini, anche se presero in prestito molte parole latine, che fanno parte oggi del lessico albanese.

La religione cristiana è comparsa molto presto nell'Illirico. San Paolo è segnalato predicare in Dyrrachium, odierna Durrës, in Albania centrale. Una diocesi fu fondata qui nel 58 d.c.. Le diocesi successive sono stati fondate inoltre in Apolonia, in Buthrotum (oggi Butrint, nella punta del sud dell'Albania) e a Scutari (oggi Shkodër).

Fra il terzo e quarto secolo d.c. regnarono imperatori romani di origine illirica. Fra loro erano alcuni nomi storici molto importanti, come Gaio Decio, Aureliano, Probo, Diocleziano e più importante di tutti, Costantino, che ha rese il Cristianesimo la religione ufficiale dell'impero romano.

È nel 2° secolo d.c. che il nome Albanesi, popolazione vivente nell'attuale Albania centrale, viene menzionato. Fu Strabone nel suo libro "Geographia" che per primo parlò di popolazione chiamata Oi Albanoi, con capitale Albanopoli, 20 Km a nord est dell'attuale Tirana. Albanopoli (o Albanopolis) è sita fra la città di Kruja e Fushë Kruja (dove pareva avessero rubato l’orologio a Bush!!! J

Prima menzione degli Albanesi

Dopo la divisione dell'impero romano in occidentale ed in orientale (395 d.c.), l'impero Bizantino, quello orientale, che sarebbe sopravvissuto per quasi mille anni, ha governato la regione. Il vecchio Illyricum è stato invaso dalle varie tribù barbare, quali i Goti, che rimasero 150 anni in Albania, gli Avari e gli Slavi.

L'invasione Slava, molto feroce ed intensa, ha avuto conseguenze durature nella messa a punto etnica dei Balcani. Le popolazioni dell'Illiria diminuirono ed infine sono state assimilate in misura più grande. Nell'Illiria del sud, le terre albanesi odierne, la popolazione autoctona riuscì a conservare una relativa identità etnica, ma il loro territorio originale si restrinse ad una piccola estensione soggetta alle varie occupazioni Slave, Bulgare e Serbe, attraverso il Medio Evo.

Il regno Ottomano

Alla conclusione del quattordicesimo secolo le terre albanesi furono conquistate dagli Ottomani. I signori albanesi non potevano resistere a lungo al superpotere militare di quel tempo. Dal 1443 al 1468 Gjergj Kastrioti Skanderbeg, eroe nazionale degli albanesi, ha condotto una resistenza riuscita contro gli Ottomani.

Ha combattuto 25 grandi battaglie contro di loro, vincendone 22. La resistenza Skanderbeg condotta degli albanesi fu determinante nell'arresto dell'invasione turca dell'Italia e di Roma. Dopo la morte di Skanderbeg, la resistenza è continuata fino al 1478, anche se con successo moderato.

Nel 1480 i Turchi entrarono in sud Italia e presero il castello di Otranto, nella punta del sud-est dell'Italia da dove progettarono di dirigersi verso Roma, ma la resistenza cristiana e i duri 35 anni in Albania, impedirono questa minaccia. Le lealtà e le alleanze generate e consolidate da Skanderbeg caddero gli Ottomani conquistarono il territorio dell'Albania subito dopo la caduta del castello di Kruja. L'Albania allora divenne parte dell'impero Ottomano.

A seguito di questo, molti albanesi fuggirono in Italia, principalmente in Calabria ed in Sicilia. La maggior parte della popolazione albanese che è rimasta è stata costretta a convertirsi all'Islam, ma è riuscita a mantenere la relativa identità etnica. Rimarranno parte dell'impero Ottomano fino al 1912.

La nuova Albania


Nel 1912, dopo la seconda guerra Balcanica, gli Ottomani sono stati rimossi dall'Albania e quasi la metà delle terre Albanesi sono state assorbite dalla Ex Jugoslavia (Kosovo, Macedonia occidentale, Montenegro e la punta sud dalla Grecia, la Çamëria).

Questa decisione fece arrabbiare gli italiani, che non desideravano che la Serbia avesse una linea costiera estesa ed anche gli Austro-Ungheresi non volevano la Serbia potente sul loro confine a sud. Fu deciso che il paese non dovesse essere diviso ma trasformato nel Principato di Albania. Nel 1914 scoppiò la 1° guerra mondiale.

L'Albania dichiarò la sua relativa neutralità, ma per la sua posizione strategica fu inasa da quasi tutti gli eserciti che combatterono nei Balcani. Un patto segreto fra l'Italia, la Serbia e la Grecia fu firmato in 1915 per dividere l'Albania dopo la guerra. Ma fu per il presidente Wilson, che era per il diritto di autodeterminazione in Europa che l'Albania evitò una ulteriore tragedia . Dal 1925 al 1939, il paese è stato regolato da Ahmet Zogu, che si nominò re Zog I nel 1928.


La seconda guerra mondiale e Enver Hoxha

L'Italia invase l'Albania la vigilia della seconda guerra mondiale, il 7 aprile 1939 ed prese il controllo del paese. I comunisti ed i nazionalisti albanesi combatterono attivamente una guerra partigiana contro le invasioni italiane e tedesche nella seconda guerra mondiale.

I socialisti ( più spesso denominati comunisti) hanno assunto la direzione dopo la seconda guerra mondiale. Nel novembre 1944, dopo una guerra civile feroce, sostenuta dall'intelligenza britannica, i comunisti hanno guadagnato il controllo del governo sotto il capo della resistenza, Enver Hoxha. Il partito comunista è stato fondato l'8 novembre 1941 con l'aiuto dei partiti comunisti del Bolscevici.


Per molte decadi sotto la sua dominazione totalitaria, Hoxha ha generato e distrutto i rapporti con la Iugoslavia, l'Unione Sovietica e la Cina. Verso la conclusione dell'era di Hoxha, l'Albania è stata isolata, in primo luogo dall' ovest capitalista (Europa occidentale, America del Nord e Australasia) e più successivamente anche dall'est comunista.

La caduta del comunismo e l'Albania democratica

Nel 1985, Hoxha morì e Ramiz Alia prese il suo posto. Inizialmente, Alia ha provato a seguire i passi di Hoxha, ma in Europa Orientale i cambiamenti erano cominciati: Mikhail Gorbachev era comparso in Unione Sovietica con le nuove politiche (glasnost e perestroika).

Il regime totalitario albanese era sotto pressione dagli Stati Uniti e dell'Europa. Dopo che Nicolae Ceauşescu, il capo comunista della Romania, fu ucciso nel 1989, Alia firmò l'accordo delle Nazioni Unite a Helsinki, che già era stato firmato da molti altri paesi nel 1975, riguardo alcuni diritti dell'uomo. Inoltre permise il pluralismo ed anche se il suo partito vinse l'elezione del 1991, era chiaro che il cambiamento non sarebbe stato interrotto.


Nel 1992 elezioni generali sono state tenute ancora e sono state vinte dal nuovo partito democratico con 62% dei voti. Nelle elezioni generali del giugno 1996 il partito democratico ha provato ad avere una maggioranza assoluta ed maneggiando i risultati, vincendo più del 85% . Nel 1997 un'epidemia di schemi piramidali ha scioccato l'economia dell'intero paese. L'anarchia è prevalsa e molte città sono state controllate dalla milizia e da cittadini. Il governo si è dimesso e un governo di unità nazionale è stato sviluppato. In risposta all' anarchia, il partito socialista ha vinto le elezioni del 1997 e Berisha si è dimesso. Ma ora è tornato…


Nel frattempo la repressione serba in Kosovo stava diventando sempre più insopportabile. Questo ha condotto all'insurrezione del 1998-1999, che condusse all'intervento della NATO, per arrestare la pulizia etnica degli albanesi in Kosovo dalle forze serbe.

L'Albania è stata sommersa da rifugiati dal vicino Kosovo nel 1998 e nel 1999 durante la guerra del Kosovo. L'integrazione Euro-Atlantica dell'Albania è stato l'ultimo obiettivo dei governi albanesi-comunisti. L'Albania nel 2006 ha firmato un accordo di associazione e di stabilizzazione con l'UE. L'Albania, con la Croazia e la Macedonia, inoltre pensa di ricevere un far parte della NATO nel 2008.


La mano d'opera dell'Albania ha continuato a migrare in Grecia, in Italia, in Germania ed altre zone di Europa e dell'America del Nord. Tuttavia, il cambiamento continuo di emigrazione sta diminuendo lentamente, poiché sempre più opportunità stanno ora emergendo nella stessa Albania, ma è un processo molto molto lento!!

sabato 21 giugno 2008

Lettura consigliata

Da http://www.albacenter.it/

vi propongo questa lettura: "24 imperatori albanesi alla guida di Roma" di ALban Kraja.

Tengo a precisare che MOLTO PROBABILMENTE è SBAGLIATO IL TITOLO:
Forse sarebbe corretto "24 imperatori illiri alla guida di Roma"!!!!
Albanesi è di parte, lo è la copertina del libro e immagino capiate da soli i perché (vd. sotto).

Tuttavia viaggiando attraverso i Balcani occidentali ho scoperto luoghi della romanità di inestimabile bellezza e valore storico architettonico, paesaggi e patrimoni archeologici conservati benissimo che menzionerò nei prossimi post proponendoveli per il vostro prossimo viaggio o per un consiglio agli amici che desiderassero scoprire qualcosa in più dei Balcani.

Il libro che propongo è l'unico che conosca al momento che approfondisce l'argomento in maniera non troppo accademica* (nonostante il vizio già citato). Farà un po' male agli italiani che si sentono numi tutelari della cultura latina e imperiale di Roma, ma, al contrario, fa percepire uno dei motivi per cui Roma è stata così importante nella storia del "vecchio mondo": ha saputo adattare la sua storia alla storia, ha saputo dominare, ma anche cedere i poteri a chi ad un certo momento non faceva parte delle sue gens (perlomeno direttamente), a chi era nato fuori dalla Civitas, a chi forse parlava sì il latino... ma... un po' a modo suo!

*leggi "pallosa"

Ringrazio Albana Temali di ALBACENTER.IT e i suoi collaboratori per l'impegno sempre profuso nella diffusione e nella promozione dell'arte e degli artisti albanesi ed in particolare della diaspora albanese.







Alban KRAJA

"24 imperatori albanesi alla guida di Roma"
terza edizione
2004

prima edizione 1998 "Iliria"
seconda edizione 2001 "Besa"


Viti
: 2004

Botues: Iliria

© Copyright 2004 Alban Kraja
Stampa: Centro Stampa Digitalprint
Rimini

(164 faqe)

Vlera:
Euro: 15,00

Indice del libro "24 imperatori alla guida di Roma"

Cap.I - Origini dell'antica civilta' Illirica

Cap.II - Due grandi Re di stirpe illirica: Alessandro e Pirro

Cap.III - Albori di una grande potenza: la Republica Romana

Cap.IV - Mitilo Re d'Illiria

Cap.V - Il regno d'Illiria verso le conquiste

Cap.VI - La vasta espansione della civilita' illirica (leggi)

Cap.VII - La prima guerra romano-illirica

Cap.VIII - La seconda guerra romano-illirica

Cap.IX - Verso la terza guerra romano-illirica

Cap.X - Le cause della terza guerra romano-illirica

Cap.XI - La terza guerra romano-illirica:

Cap.XII - L'Illiria dopo la Battaglia di Scutari

Cap.XIII - 24 imperatori illirici alla guida di Roma