martedì 30 settembre 2008

La Provvidenza e Dečani


Uno dei più antichi monasteri ortodossi, la più grande chiesa medievale di tutti i Balcani, con l’affresco bizantino più imponente e bello che si sia conservato fino a noi, giace dietro degli orrendi sacchi di sabbia e filo spinato..mentre arrivo all’entrata del monastero, girando a destra qualche km dopo Peč, il verde mimetico e una piccola torretta di controllo con i vetri, fortunatamente anti-proiettile, tutti sforacchiati, destabilizzano alquanto.. Visoki Dečani, culla della religiosità e dello spirito, con quasi 7 secoli di storia (fu consacrato nell’anno 1330 dal suo fondatore, Sveti Stefan Dečanski) assurdamente sembra doversi proteggere, costretto a nascondere la sua bellezza, la spiritualità che emana..


Entrando nella cinta muraria circolare, un po’ sopraelevata rispetto alla chiesa, ti colpiscono le montagne sott
o le quali questo luogo incredibile è stato costruito..natura aspra e bellissima, torrenti di acqua spumeggiante ed un vento che attraverso le gole del Rugova sembra provenire direttamente dal Mediterraneo.. La sensazione di pace è immediata, ristoratrice dopo le immagini lì fuori..la prima cosa che penso è: non voglio più andare via..è un placidissimo pomeriggio di luglio, e il mondo e lo spirito degli umani, per quanto mi riguarda, si spiegano benissimo qui dentro..

Da un punto di vista urbanistico Dečani è la classica costruzione medievale..la funzione centrale (la chiesa) al centro, ben riparata dalle mura, e all’interno,attaccati alla cinta muraria circolare le altre varie funzioni: il magazzino, la distilleria, i laboratori, l’archivio, le celle..la loro collocazione segue le logiche della vita monastica ed un pò il progetto di difesa, quindi dal lato del costone di montagna c’è il magazzino, più riparato, mentre le prime celle sono a ridosso dell’entrata, in funzione di sentinella..


Quando parlo di Dečani, e di quei momenti che ancora vivono dentro me non so mai se usare la parola “fortuna”, “coincidenza”, o “destino”..poi mi ricordo di quel monaco che mi raccomandò di usare una sola parola: “Provvidenza”..


E fu la Provvidenza che mi fece prender parte alla funzione dei Vespri, bellissima ed assolutamente rara da vedere..fu sempre la Provvidenza che mi fece ricevere il “brojanica”, il braccialetto/rosario che tengo al mio polso sinistro e che non tolgo mai, perché so che è lì per farmi agire nel bene..in ricordo e per merito di quei fedeli ortodossi, quella gente anziana e giovane che entrò in quella chiesa quel giorno, tutti con lo sguardo rivolto al Cristo Pantocratore, tutti con la paura di non poter ritornare di nuovo lì..eppure tutti indissolubilmente legati a quella chiesa, a sfidare la morte per entrarci di nuovo..e quei monaci, quegli uomini che nella magrezza, nel nero delle vesti, nella severità delle barbe e dello sguardo portano il sacrificio e la spiritualità del mondo, erano lì a confortare, a fare “comunità”..quello sguardo severo divenne un sorriso solo qualche ora dopo, quando con tutta la serena, ingenua sfrontatezza dello star bene lì chiesi a padre Kiril (che parlava un discreto italiano, dal fortissimo accento serbo) se c’era un po’ della loro rakija da comprare..rakija distillata dalle pere, rinomata in tutti i Balcani..


Iniziava a far buio..la macchina dell’ONU era un mezzo troppo importante, da non poter perdere..ma adesso mi faceva rabbia vedere il bianco ed il blu della scritta UN..di quanti peccati ci stavamo macchiando, noi “civilizzati”..che mostro stavamo aiutando a far nascere con i nostri sterili rapporti sul niente.
.

L’ultima cosa che feci fu un giro intorno alla chiesa, da solo, senza Antonella (la mia amica dell’Osce che ringrazio infinitamente) e Luigi, il mio compagno di Balcani..piano piano piangevo, da solo, e poi mi stesi sull’erba, istinto fetale di ritornare al grembo materno..chè quella la sentivo una terra di cui volevo essere figlio.. Questa è stata la mia prima visita a Dečani, e vorrei che tutti quelli che dicono che il Kosovo non è Serbia, avessero il coraggio di dirlo li’, guardando l’affresco del Cristo Pantocratore, guardando gli occhi di quella gente..

Quasi uscendo mi voltai, era buio e nello scuro delle vesti nere, delle poche luci, solo gli occhi chiarissimi di Padre Kiril si vedevano bene..”ricorda, la Provvidenza” disse..
“Amin..” risposi piano..

Alf

lunedì 29 settembre 2008

VULKANIZER RIZZARDO CACAK

Come avevo anticipato in un commento, l’intervista a Giorgio Rizzardo è stata divertentissima.
I miei amici mi avevano detto che c’era un italiano a Cacak.


Dato che io dico sempre che voglio trasferirmi la e tutti mi dicono che stanno facendo carte false per scappare da la, volevo proprio conoscere questo italiano pazzo come me.
Da Giorgio mi ha portato il mio amico Dejan con la sua Mercedes tedesca euro 0. In balkania si puo’ inquinare come e quanto si vuole e questo lo sa bene l’America che non sapeva dove mettere l’uranio e ha detto : to’.. nei balkani si puo’ inquinare.. dobro dobro.


Così ho cercato e ricercato Ulica Gavrilo Princip contro il parere di tutti quelli che mi dicevano che questa strada non esisteva e quando l’ho trovata ho chiesto a Dejan di venirmi ad aiutare.
Ma Dejo mi ha detto tranquillamente : vai pure a fare brutte figure col tuo serbo tanto tu poi parti. Io se accompagno una amica pazza rimango qui per sempre con questa nomina.
E così Dejo mi aspettava in macchina.
Io avevo già mandato un mesetto fa una lettera scritta in tre lingue nella quale chiedevo il permesso per l’intervista.
Avevo anche masterizzato il nostro blog in maniera che Giorgio pensasse ad una cosa seria.
Quando sono arrivata l’officina era piena di uomini. Sono riuscita a chiedere in serbo chi era Giorgio ed era il più carino (dobro dobro). Mi sono presentata e lui ha detto : ah.. quella pazza della lettera!


Così abbiamo iniziato l’intervista. Ragazzi.. sapete quando vi sentite una “sranje” e non ricordate più niente della grammatica, dei casi, dei verbi ?
In quel momento mi è venuto in mente il mio prof. Ivan di Novi Sad e ho pensato : Svetac Ivan me pomoci brzo ?
Ma niente da fare.. non riuscivo a porre domande e anche Giorgio parlava serbo troppo in fretta.
M’è venuta una tale rabbia che ho preso il telefono e ho chiamato Dejo che aspettava fuori in macchina. Ho parlato in inglese, ma probabilmente ero molto incavolata e chissà cosa ho detto.. non mi ricordo neanche più.
Allora Giorgio calmo come non so cosa mi ha detto in un perfetto inglese : ma potevi dirlo prima che parlavi inglese.. sembravi ancora più matta a gesticolare in serbo !
Subito dopo è arrivato Dejo e gli ho detto : Grazie amico.. adesso ho risolto senza di te.


Allora Dejo ha detto : bene.. mi posso controllare le gomme dell’auto ?
Di solito voglio bene ai serbi.. non sò perché in quel momento li avrei bruciati tutti ..
Finalmente è cominciata l’intervista ! Giorgio mi ha chiesto se doveva ripetere tutto da capo in inglese e io ho detto : si.. ti prego.
Vengo così a sapere che suo nonno, che abitava dalle parti di Verona, ha preso moglie e figli ed è andato a vivere in balkania (all’epoca di Tito !).


A quell’epoca c’era molto benessere e la famiglia ha subito fatto fortuna. Il padre di Giorgio è morto, ma Giorgio puo’ testimoniare che era innamorato di Cacak e della Serbia. Aveva sposato una serba e non ha mai parlato dell’Italia. Stava troppo bene ed era integrato nella cultura balkanika.


Però il padre di Giorgio non ha visto le bombe del 1999.
Su questo argomento tutti i serbi sorvolano. Nessuno ne parla. E’ un dolore troppo grande e troppo recente. Chiunque ha visto morire qualcuno o ha avuto un lutto in famiglia.
Anche con Giorgio io ci ho provato, ma ho dovuto subito desistere..


Pero’ sono stata tanto contenta di aver fatto questa intervista. Mi spiace che Giorgio vedrà solo le figure e non capirà un gran che.
Alla domanda : vorresti vivere in Italia, mi ha risposto . Zasto ? Perché ?

sabato 27 settembre 2008

Gastarbajterske Kuće


Una cosa strana ma anche divertente, che mi incuriosisce sempre quando vado in Serbia, sono le case che si costruiscono i "gastarbajteri" ovvero i "lavoratori ospite" (che dalla parola tedesca 'Gastarbeiter', nei balcani, ne hanno fatto una vera parola). Se all'inizio andare nell' occidente capitalista a guadagnare soldi era disprezzato dal cittadino comunista modello, oggi è una necessità vera e propria per portare soldi alla propria stirpe. In Svizzera, per esempio, la maggioranza dei 'Gastarbajter' provengono dal Kosovo e dall'est della Serbia, le zone dove non c'è assolutamente lavoro.

La vita che vivono nel paese ospitante è piena di sofferenze. Sono lontani dalla patria e dalla loro cultura, certi anche lontani dalla moglie e figli, fanno lavori duri, non sani e mal pagati, abitano magari in baracche, confrontati con razzismo e lingua straniera da imparare sotto pressione e tanti altri svantaggi che la vita, in un paese che si sceglie solo per motivi economici e non perchè ci si sente attratti, può avere. Così l'unica consolazione è di tornare in patria con un machinone da invidia e di costruirsi una casa che sembra un castello. Se già uno per esempio in Germania deve stare peggio del più sfortunato dei tedeschi almeno a casa, per esempio in un paesino dell'est della Serbia, può essere quello che sta meglio di tutti.

E allora costruzioni enormi, marmo a go go, staccionate copiate a Versailles, colonne e colonnine di tutti gli stili combinati insieme, dettagli classicisti combinati con decorazioni barocche...e chi più ne ha più ne metta.


In verità i primi Gastarbajter che portavano soldi a casa, faccevano anche un sacco di atti altruisti: a parte sostenere varie famiglie e parenti, facevano magari asfaltare la strada che raggiungeva il villaggio, oppure portavano la corrente elettrica o costruivano il serbatoio per l'acqua per un intero quartiere.
Nel villaggio da dove viene mio marito, per esempio, uno che ha lavorato tutta la vita in Svizzera, si è costruito la casa grandissima...ma poi il pianterreno l'ha messo a disposizione del villaggio come ambulatorio (equipaggiato anche di ambulanza). Al giorno d'oggi sono pochi i "gastarbajter" comuni che fanno dei gesti generosi per la comunità. Adesso la tendenza è di costruirsi un "castello", fare i cafoni con machine nuove ogni anno e sbattere in giro soldi al Kafana.
Per fortuna non tutti! Per esempio Emir Kusturica che ha vissuto a Parigi ha costruito un intero villaggio in stile etnico serbo (ne ho parlato qui) nelle montagne della Mokra Gora per dare un aiuto all'industria del film indipendente. E lui avrebbe avuto i soldi per costruirsi Buckingham Palace nella zona più cara di Belgrado se voleva!

venerdì 26 settembre 2008

Demonstracija u Beogradu

Vi chiedo scusa se tardo un po’ nel parlare di Cacak…
Avrei ancora tante cose da dire, ma ho anche fatto una promessa e ogni promessa è debito…
Quest’anno ho solo visto due posti interessanti a Belgrado : San Sava e Skadarlija…


San Sava è la chiesa più grande tra le chiese ortodosse.


Skadarlija è una antica strada che può essere paragonata a Montmartre di Parigi.
Naturalmente ne parleremo meglio in seguito.
In questo post vi vorrei parlare dei dimostranti che ho incontrato nel centro di Belgrado.
All’inizio avevo un po’ paura di loro. Poi mi sono fatta coraggio anche perché sono arrivati tanti giornalisti.
Facendo una fatica tremenda ci siamo scambiati qualche parola in serbo.


Quello che non ho capito in quel momento, l’ho capito in seguito con l’aiuto di Riccardo che aveva letto un post su B92.
In pratica i dimostranti erano gli ex riservisti del Kosovo rimasti senza lavoro e mai pagati, nemmeno nel passato.
Loro vengono a vedere il nostro blog ed ecco perché vorrei prima parlare di loro e poi parlare delle nostre cose.


Per loro è questione di vita o di morte. Non esagero dicendo questo perché almeno 7 di loro hanno iniziato una forma di digiuno che ne ha già portato uno in condizioni disperate e si teme per la sua vita.


Un taxista (Sasa) mi ha confidato che anche lui faceva parte dei riservisti e mi ha mostrato il documento militare.
Ho chiesto se potevo fotografarlo e si è arrabbiato. Allora ho dovuto fare qualche passo indietro e chiedergli le sue opinioni.
In pratica mi ha detto di essere stato fortunato nel trovare lavoro come taxista; anche se guadagna poco.. ma è sempre meglio di niente.
Ai dimostranti ho espresso sostegno e ho promesso che avrei parlato di loro, qui, nel nostro blog.
Mi hanno chiesto perché lo faccio e non sapendo come rispondere ho detto che il mio cuore e la mia anima sono serbi e sono la, anche quando la mia persona non c’è.
Quando poi leggo, sul blog di Alf, che lui ha viaggiato con un criminale dell’U.C.K., che per gioco ha ammazzato una intera famiglia ai bordi della strada, mi chiedo che ne sarà dei balkani…
Mi chiedo anche che ne sarà dell’Italia con tanto odio e razzismo che predicano in tv.
Su un blog balkaniko ho incontrato una persona che parlava di secessione del tri-Veneto dall’Italia.
Ma vi rendete conto ? Noi siamo qui a parlare di cultura di persone dilaniate dal dolore e qualcuno vorrebbe ripetere la stessa storia anche in Italia!

giovedì 25 settembre 2008

Serate dedicate alla Serbia

Un post per ricordarvi due serate dedicate alla Serbia che avranno luogo oggi e domani. E non perdetevi il post di ieri che ha fatto Skender.

Rita ci segnala un'evento per chi ama la Serbia e i balcani.

Sabato 27 Settembre 2008, ore 20:00
a Isola Vicentina (VI) verrà inaugurata la nuova biblioteca e il Comune organizza una festa dedicata alla Serbia.
Nell'ambito delle serate tematiche:


Us and Them. Noi e Loro. Incontri e confronti
Le comunità immigrate si presentano attraverso testimonianze, musica, danze, assaggi gastronomici, costumi...

La serata si svolge in collaborazione con le comunità immigrate residenti a Isola: la "Pro Isola", l'associazione "Sloga" e gli insegnanti del corso di italiano per stranieri.
La manifestazione sarà aperta da una scrittrice serba, Rada Rajic, da
uno scultore e da una pittrice serbi.
Poi la serata continuerà con la degustazione di cibi tipici e più tardi a teatro ci sarà un concerto.

Presenzieranno il ministro della diaspora e quello della cultura (di Serbia).
L'evento è aperto al pubblico e tutti saranno benvenuti. Tutti gli incontri si svolgeranno in Villa Cerchiari. Qui l'indirizzo:
BIBLIOTECA COMUNALE R. GUARDINI - VILLA CERCHIARI Via Cerchiari, 22 36033 ISOLA VICENTINA Tel. n.:0444 599147 Fax n.:0444 975450 E-mail: info@biblioisola.it

Per ogni informazione vi potete rivolgere alla gentilissima responsabile della biblioteca, sig.ra Rosaria, che è stata molto carina al telefono. La serata dedicata al Marocco è stata super, sicuramente lo sarà anche la serata dedicata alla Serbia. Partecipate numerosi!!!!!!

E qui una serata segnalata da Riccardo. È organizzata da "Tavolo Trentino con Kraljevo"

mercoledì 24 settembre 2008

A TRIP TO HAPPYLAND 3

Quando sono in Serbia c’è un feeling così forte con questa gente, che non ho bisogno di telefonare o mandare sms.. Forse comunichiamo telepaticamente o forse sento cosa mi dice il terreno, come nelle barzellette degli indiani. Fatto sta che io so quando i miei amici dormono e quindi vado a fare un giro in città e so quando si svegliano e così inizio ad andare verso il mercato a comprare i kolaci per la colazione.
E’ un peccato che non possa fare foto al mercato. Loro, dopo le bombe del 1999, sono molto diffidenti…


Nei loro mercati c’è di tutto, anche gli animali strani come i furetti…
Per cui si possono trovare : galline, maialini, tartarughe, pesci e tutti gli animali sono in gabbie sotto una tettoia con una musica molto forte per tenerli svegli..


Questi kolaci sono simili ai nostri croissant, ma sono più grossi e più buoni..
Li mettono in un sacchetto di nylon e non di carta e a me fa un po’ impressione, ma anche in Francia le baguettes le mettono sotto alle ascelle..
Fa lo stesso.. tutto cio’ che è balkania per me va bene..


Da due anni, purtroppo, un mio amico lo vado a trovare al cimitero (groblje).
I loro cimiteri sono completamente differenti dai nostri. Il cimitero di Cacak è immenso, ma questo è dovuto al fatto che le tombe sono solo nella terra. Raramente si portano fiori ai defunti. Di solito si portano i ceri particolari che usano la e alcuni portano da mangiare. Su una tomba ho visto una tazzina di caffè. Questo fa si che sui cimiteri ci siano molti corvacci neri che aspettano giusto giusto il momento per mangiare qualcosa..


Il cimitero di Cacak è molto antico e vi sono delle tombe che hanno 600 anni.. Mi spiace non avere la possibilità di mettere tutte le foto..
In realtà ,nella parte vecchia del cimitero, si possono leggere tutti i segni della storia, dai turchi ai segni delle due guerre mondiali…


Adesso parliamo di un argomento più allegro : il ristorante Kalimero.
Non posso andare in Serbia senza fare una lunga sosta strafogatrice in questo magnifico ristorante.


Prendo sempre la carne alla griglia e le verdure grigliate. Si mangia da Dio ad un prezzo veramente conveniente.


Il mio amico Milan lavora in una ditta di lavorazione legname.
E’ considerato il migliore e il capo lo porta in giro per tutta la Serbia per acquistare i legnami migliori. Se c’è un lavoro particolare lo fa Milan..
Solo lo stipendio è un po’ strano perché varia tra i 250/300 euro mensili per 75 ore lavorative settimanali..
Adesso Milan sta facendo un lavoro particolare a Senta (terreno di Francy) e ogni giorno fa 4 ore di viaggio ad andare e 4 ore di viaggio per tornare.
Se tutto questo puo’ sembrarci strano, è normale per un serbo.


La porta e le finestre del ristorante Kalimero sono state fatte da Milan e ogni volta che le vedo mi inchino alla perfezione.

Ora abbiamo un problema. Domani vorrei mandare in onda l'intervista a Giorgio Rizzardo, ma abbiamo anche da fare un po' di pubblicità alla serata pro-Serbia che ci ha segnalato Rita a Vicenza.
Dragi kolegi moji.. sta radimo?

... fine terza parte...

martedì 23 settembre 2008

A TRIP TO HAPPYLAND 2


Quest’anno ho provato ad andare alla S.Messa infrasettimanale (un ora) e non sono andata alla Messa domenicale (tre ore).
Tanto io non capisco nulla, dico Gospidn quando lo dicono loro e mi faccio i grandi segni di croce che si fanno loro.
Spesso arriva qualche signora a buttarmi fuori, probabilmente perché non ho il velo in testa.
Quest’anno sono riuscita a vedere cosa c’è dentro la porticina. Io credo che sia l’equivalente del nostro tabernacolo. Cosa avrei dato per fare le foto ! C’è una croce meravigliosa con delle icone e solo il sacerdote si può avvicinare.


Il problema della balkania è la troppa ospitalità. Immaginate me, che devo visitare decine di persone in pochissimo tempo e tutti che ti offrono lo slatko (100.000 Kcal) , la torta, i biscotti fatti in casa e le bibite.
E i brindisi ? E’ d’obbligo brindare con la rakia o con qualsiasi alcolico e io odio sia gli alcolici che la birra.
Mi divertivo qualche tempo fa a sentire Francy che dava delle dritte a Riky : mai brindare con l’acqua..
Io i miei amici li ho fregati ! Gli ho insegnato che in Italia è un grande disonore brindare con gli alcolici e che noi brindiamo solo con l’acqua. Così ormai sanno già che quando si brinda si usa : acqua (ne gazira x me), aranciata e succhi di frutta. Qualcuno che si sente più a disagio mi chiede : Lina, usate brindare col caffè ?
Si, da noi è concesso. Non consideratela una bugia o una fregatura.. è soltanto la maniera che ho trovato per sopravvivere…


Al termine di una giornata passata a visitare gente e prendere il caffè con tutti indovinate cosa è venuto in mente ai miei amici ?
Di farmi le palacinke !


Ma come ? proprio le palacinke alle quali non so dire di no ? E così vai con le palacinke alla marmellata o al cioccolato o alla loro nutella (eurocream)..
Qui il video delle palacinke.
Se andate in balkania portatevi delle tute comode.. Io ho messo 4 kg in 4 giorni. E’ il contrario di quella dieta che prometteva 7 kg in 7 giorni di dimagrimento.
Ma quest’anno io sono già arrivata un po’ più grassa del solito e loro subito (maledetti!) : Lina , ti pensavi che ci fosse il mare per venire con quel salvagente attorno alla vita ?
Ma io ho sempre la soluzione pronta e per farli arrabbiare dico : Harvatski su najbolje !
Vuol dire : i croati sono i migliori !
Questa frase può anche avere delle conseguenze gravi. Una volta se non mi abbassavo il mio amico Mileta mi staccava la testa con una sberla.

Io sto cercando di tagliare e accorciare, ma vi avviso che, se qualcuno non mi ferma, potremmo andare avanti così per molto, molto tempo....

Per fare un regalo a Francesca, che è architetto, ho attraversato la città per fotografare un palazzo strano, ma che mi piace.
Questo è per farmi perdonare la battuta sui palazzi schifosi dell'era Tito sul blog di Francy !


... fine seconda parte...

lunedì 22 settembre 2008

A TRIP TO HAPPYLAND

Carissimi,
la valigia è ancora da disfare, ma io non stò più nella pelle..
Ho voglia di raccontarvi il mio viaggio..
La primissima cosa che ho fatto arrivando a Belgrado è stata comprare una brojanica (memore dei post di Francy ed Alf !)
Stranamente le brojanice erano con la foto di Karadzic'.. ma fa lo stesso..



A Cacak una sorpresa : il mio vecchio albergo è stato completamente ristrutturato, è passato in prima categoria e ha triplicato i costi.
Vi sono anche due italiani di Roma che in politica la pensano esattamente al mio esatto contrario, per cui inizio a litigare anche in Happyland.. ma fa lo stesso..




Dalla mia stanza riesco a vedere le mura romane.. e questo mi riempie di gioia.. Qualche romano simpatico a Cacak c'è passato !!!



Per fortuna scopro che il mio amico Dejan mi raccontava balle quando mi diceva che aveva dipinto la casa di nero, grigio e rosso...



La prima cosa da fare quando ti svegli in Serbia è prendere un buon caffè con gli amici..



Se poi uno di questi amici si chiama Goran ed è strafigo.. tantomeglio !
Pazite devojke ! Goran è single e ama in particolare le italiane !!!



Naturalmente non deve mai mancare il tempo per lo shopping !!!



Dejan vende jeans ed è rom.. Gli ho chiesto di farmi vedere i polpastrelli.. non si sà mai.. Maroni potrebbe estendere la sua influenza negativa anche in Happyland..
Ma Dejan mi ha detto : datemi per 5 minuti questo "Marroni", ci penso io !



Ci credete che solo quando Francy mi ha mandato un sms chiedendomi che tempo faceva mi sono accorta che pioveva ?



... fine prima parte...

domenica 21 settembre 2008

G I B A N I C A



La Gibanica per la Serbia è un po' come la Pizza per l'Italia...più che una ricetta è un simbolo di identità culinaria. C'è da dire che anche per la Gibanica vale quel che potrei dire per tante altre ricette dei balcani, le origini sono sempre due: o influsso dell'impero ottomano oppure dell'impero austro-ungarico. E poi ci sono varie sfumature ai diversi influssi.
Ci sono varianti con altri nomi in tutti i paesi dei balcani...e quasi ognuno sostiene di esserne l'inventore, e a noi non importa tanto questo...ci interessa di più mangiare un bel pezzo di...appunto: G I B A N I C A.


Questa ricetta l'ho ricevuta dal mio cognato Darko, che a casa sua è lo 'šef' della Gibanica. La ricetta però l'ha sviluppata la sua zia Gordana che vive a Monaco di Baviera, e quindi ha dovuto arrangiarsi a trovare modo di fare la Gibanica senza avere il Kajmak serbo oppure il "domaci sir" il formaggio casareccio serbo. Così questa è la Gibanica della diaspora.


Ingredienti

500gr di pasta "phyllo" o "kore za pitu" (questa al contrario del Kajmak la si può trovare qui in occidente, per esempio in negozietti turchi)

300gr di formaggio di tipo 'feta'

3 uova

1 bicchiere di acqua minerale gasata
1-2 dl di panna liquida
olio di semi di girasole
(se la feta non è molto salata si può aggiungere anche un po' di sale)


Sbriciolare la feta in una bacinella, e aggiungere la panna, un po' di olio, le uova e l'acqua e poco olio.
Poi sistemare 1 foglio di 'kore' in una teglia,spennellarlo con un po'di olio, metterne su un'altro, rispennelare con olio e coprire con un 3 foglio. Stenderci su qualche mestolo di ripieno e ricominciare con 3 fogli di pasta. Andare avanti cosi finche alla fine si finsisce con lo strato di pasta.

Personalmente io con questo metodo faccio 6 rotoli di pasta con ripieno e li sistemo a modo di lumaca nella teglia, ma credo che sia più lo stile del burek bosniaco di arrotolarlo così......

Adesso si spennella il tutto con un misculio di olio e acqua minerale (questo fa diventare croccante la Gibanica) e la si passa in formo (180gradi/40min ma che sia bella dorata).
Fare raffreddare un'attimo e servire...buonissima anche fredda.


Andrebbe mangiata con lo jogurt da bere (per ottenre una bevanda simile allo jogurt serbo da bere) io mischio un bichiere di jogurt bifidus/acidophilus e uno normale bianco, aggiungo un goccio di acqua minerale gasata e lo sbatto per qualche minuto.



Gibanica is for Serbia like Pizza for Italy...it's not just food..it's a symbol! For most of the balkan food its origins are influenced either from the ottoman or the austro-hungarian empire. And then there are a lot of local variations. There is the Serbian Gibanica and of course there are variations with other names in other balkan countries, and almost every country claims to be the real inventor of this dish.

The Serbian Gibanica is made with Domaci Sir or Kajmak, but in the diaspora you won't find Kajmak or authentic serbian homemade cheese. So I have here a recipe that my Brother-in-Law Darko gave me. It's from his aunt Gordana who lives in Munich and found out how to make a satisfying Gibanica without Kajmak or "domaci sir" the serbian cheese: here is "the Diaspora-Gibanica"


Ingredients

500gr "phyllo" dough

300gr feta cheese crumbled

3 eggs

1 glass of sparkling mineral water

1-2 dl cream

seed oil

(if the cheese is not very salty you can add some salt)


Mix the cheese,eggs,water, cream and a little oil together.
Place 2 sheets of phyllo in pan. Brush it with oil between them. Spread about 6 large spoons of mixture on top. Repeat and continue to layer with cheese mixture until 2 sheets of phyllo are left. Add last two sheets on top and brush it with a mixture of oil and mineral water (this gives a crispy Gibanica). Bake it about 40 min at 180 degree or until golden. Cut into squares and serve warm.

It's wonderful to eat with jogurt, and here I tested how to make a drink (with ingredients I can buy in Switzerland) like the jogurt that is sold in Serbia.

giovedì 18 settembre 2008

Fumetti dai Balcani - Stripburek


Vero mi ha dato lo spunto per questo post perchè si è persa Zograf ad Ancona qui!

Stripburek era un edizione speciale della rivista "Stripburger" (rivista legendaria di fumetti slovena fondata nel 1992). Stripburek rapresentava i "fumetti dall'altra Europa" cioè un antologia dei Fumetti dell'Est. Nessuno vuol togliere a Bruxelles il titolo di "capitale del fumetto" e nessuno vuol negare alla Francia lo status die "Paese dei Festival del fumetto" si tratta semplicemente di far conoscere un paio di personaggi del mondo dei "Comics" neil balcani. La redazione è a Ljubljana, ma su "Stripburek" hanno pubblicato fumettisti da tutte le zone dei balcani. Qui l'intero indice della pubblicazione e qui il blog del sito di Stripburger. Ma chi sono i fumettisti dei balcani? Ve ne presento un paio:

Matej Kocjan



Matej Kocjan, sloveno, che usa lo pseudonimo Koco, studia pedagogia dell'Arte all'università di Ljubljana. I suoi primi fumetti furono pubblicati su Stripburger poi diventò lui stesso editore della rivista, per la quale non solo disegna nuovi fumetti ma rivista e pubblica i fumetti degli altri.
I suoi lavori li trovate su Stripburger e sul suo sito.


Aleksandar Zograf



a.k.a Sasa Rakezic è uno dei più conosciuti: con grande talento ritratta la confusione emozionale e le assurde condizioni della Ex-Yugoslavia in modo tragico ma con un pizzico di "humor".
Nel 1999 durante i bombardamenti NATO su Serbia&Montenegro scriveva delle e-mail creando cosi il suo diario di guerra. Nel 2001 pubblicò le email e i disegni nel libro "Saluti dalla Serbia" che vien tradotto in varie lingue.
I fumetti di Zograf vengono pubblicati ogni settimana in Serbia dalla rivista belgradese “Vreme”. Osservatorio Balcani propone la versione in italiana scaricabile qui. Sono anche raccolti da Black Velvet nella serie di volumi "Appunti - Un anno con Aleksandar Zograf" da ordinare qui. Le e-mail del diario di guerra si possono leggere qui e il suo favoloso sito web è qui.

Zograf e sua moglie Gordana Basta hanno realizzato dei fumetti ricamati (disegnati da lui, ricamati da lei)

Maja Veselinovic


Maja Veselinovic vive a Belgrado. Lavora come illustratrice, designer e fumettista freelance , pubblica regolarmente i suoi lavori in riviste specializzate e collabora come volontaria per il "webzine" Pionirov Glasnik. Ama gli animali (specialmente i gatti) e ha un sito web molto bello. Visitatelo qui.


Wostok


a.k.a. Danilo Milošev a.k.a. Mediocre è un fumettista die Vršac, che ha suscitato un'interessante fama con il fumetto: " Ilegalni imigranti affair" pubblicato solo su internet e dichiarato il peggiore fumetto dell'intera Serbia dal temuto critico di fumetti Dejan Stojijković.
Una chiamata del musicista/artista Rambo Amadeus (il quale chiese a Wostok se poteva far stampare "Ilegalni imigranti affair") bastò per fare cambiare l'opinione su quel fumetto: adesso "Ilegalni imigranti affair" viene considerato un ottimo fumetto di classe elevata.....
Leggetelo e decidete voi (trovate il fumetto su
l sito di Stripburger da scaricare)!

Wostok è conosciuto anche come editore dello "fanzine" Krpelj (che vuol dire Zecca) e pubblica spesso i suoi lavori su Stripburger. Anche lui collabora per Pionirov Glasnik. La collezione dei suoi lavori l'ha pubblicata con Nabor Devolaz sull'album 'Nikad Se Ne Zna' (non si sa mai).