venerdì 14 gennaio 2011

Voglia di coccole e calamarata

Avviso importantissimo : se ci chiudono il blog in seguito alle verità che diciamo, non vi preoccupate perchè riapriamo in pochi minuti.


Forse perchè vivo a Torino e ho il cuore in Serbia sono particolarmente toccata dallo scempio che Marchionne sta facendo dei diritti.
In Serbia la Fiat aveva acquisito la fabbrica di automobili Zastava che era stata divisa a febbraio 2010 in due parti:
-la FIAT Auto Serbia (FAS), proprietaria degli stabilimenti di produzione delle auto, che aveva assunto con un nuovo contratto individuale circa 1000 operai
-la Zastava Auto, che risultava in pratica una scatola vuota, rimasta di proprieta’ pubblica a cui venivano affidati i restanti 1600 lavoratori non assunti dalla Fiat.
E’ il nuovo modello Marchionne: la creazione di una new company a cui conferire le produzioni e gli stabilimenti e una bad company su cui scaricare debiti e lavoratori in eccesso.
Il Governo serbo, a ridosso della fine dell’anno, attraverso il suo Ministro dell’economia, ha improvvisamente dichiarato la chiusura totale della Zastava Auto e la conseguente messa in mobilita’ di tutti i lavoratori a partire dal 5 Gennaio.
La situazione e’ pessima per tutti questi lavoratori, che si vanno ad aggiungere agli oltre 23.000 disoccupati censiti a Kragujevac.
La Fiat se ne è ovviamente lavata le mani, ha detto che era una questione che riguardava il Governo. In realtà ha ottenuto quello che le occorreva, la cancellazione del marchio Zastava, la proprietà degli impianti e un ampio serbatoio di lavoratori pagati pochissimo a cui attingere, a seconda del bisogno.
A Torino la Fiat ha deciso per noi che dobbiamo morire e la cosa bella è che ha anche indetto un referendum per chiederci come morire : subito o lentamente ?
In questa situazione si rimane smarriti e senza parole. Si ha la sensazione di essere solo marionette perfettamente manovrate.
In questi momenti io mi appoggio a dei punti fermi che possono essere i figli, gli amici, gli affetti.
Vi vorrei comunicare la gioia dello scorso 7 Gennaio e la bella serata passata con gli amici napoletani a preparare la calamarata.
Un breve spazio di serenità... che ci deve durare per tanto tempo...


I paccheri (chiamati anche schiaffoni), sono un formato di pasta trafilata al bronzo tipicamente campana, che per la loro grossa consistenza e intrinseca bontà, sono eccezionali anche se conditi con solo un po’ di burro; ne esiste anche un'altra versione simile ma più corta, non proprio facile da trovare al nord, analoga per forma a degli anelli di calamari che prende per l'appunto il nome di “calamarata”; con la calamarata si prepara l’omonimo primo piatto, molto saporito e condito con un sugo di calamari tagliati ad anelli, che cuocendosi si confondono con la pasta.

In un tegame molto ampio fate dorare con l’olio di oliva tre spicchi d’aglio passati nello schiaccia aglio e qualche pezzettino di peperoncino a seconda dei vostri gusti.
Pulite e tagliate ad anelli i calamari, separateli dai tentacoli e fateli scottare velocemente nell’olio sfumando con mezzo bicchiere di vino bianco; un paio di minuti dovrebbero bastare per dei calamari medi; togliete gli anelli che, se cuocessero troppo risulterebbero troppo duri, continuando la cottura dei tentacoli, unendovi i pomodorini tagliati in 4 e la passata di pomodoro.
Nel frattempo lessate in acqua salata i paccheri per 8-10 minuti; quando li scolerete dovranno essere molto al dente, e continuate la cottura unendoli al sugo, un po’ come fareste con un risotto; man mano che il sugo si asciuga bagnate con 1 mestolo di fumetto fino a terminarne la cottura.
Qualche istante prima del termine della cottura ponete nella padella gli anelli di calamaro precedentemente messi da parte, mischiate il tutto, spolverizzate di abbondante prezzemolo e servite ancora caldo.

Noi abbiamo fatto tutto senza il sugo ed è venuto buonissimo !!!
Un grande grazie a Roberto che mi ha reinsegnato i valori più belli della vita e a Pino che mi ha insegnato a non giudicare. I nostri cuochi napoletani sono diventati famosi in tutti i Balkani !

mercoledì 12 gennaio 2011

"L'urlo del Kosovo":dopo 20 anni guerra Balcani fa ancora vittime


Alle volte la vita è proprio strana, ma sicuramente non è fatta a caso.
Il 7 Gennaio 2010 vagavo per le vie di Napoli e aspettavo il messaggino del nostro divin maestro Davor.
Finalmente il messaggio arrivò e così ce ne andammo a passeggio per il centro storico con Davor che è davvero un'ottima guida turistica !
Parlavamo di tante cose di Balkani quando, ad un tratto, un'apparizione : Luca Romano.
Luca è uno dei registi del famoso documentario "Kosovo me fat, frammenti di uno stato nascente". Per intenderci è il documentario che racconta la verità nuda e cruda del Kosovo.
Luca è un giornalista bellissimo e incontrarlo con Davor ha avuto un non so' che di magico, ma non è finita qui, perchè egli ci disse che quella stessa sera sarebbe stato presentato un altro documentario sul Kosovo e io, tra me e me, ho pensato che non poteva essere altro se non quello di Alessandro Di Meo.
Mi sà proprio che era proprio così, perchè è stato presentato a San Sebastiano al Vesuvio !!!!!
Grande Davor ! Grande Luca ! Grande Alex !!! E' grazie a persone come voi che non perdo la speranza !!!!


"L'urlo del Kosovo":dopo 20 anni guerra Balcani fa ancora vittime

La guerra dei Balcani continua a mietere vittime. Nelle zone dell'ex Jugoslavia bombardate negli anni '90, 4 donne su 10 abortiscono a causa dell'inquinamento chimico e ambientale, i casi di bambini nati con malformazioni si sono quadruplicati dal 99 ad oggi, ed è cresciuto il numero dei casi di carcinoma per uranio impoverito. Sono solo alcuni dei dati emersi dagli studi condotti in Kosovo e in Serbia da Alessandro Di Meo, volontario della ONG "Un ponte per" e autore del libro e del documentario "L'urlo del Kosovo" presentato a San Sebastiano al Vesuvio in provincia di Napoli. Di Meo ha duramente criticato il coinvolgimento dell'Italia nei bombardamenti, e ha richiamato l'attenzione anche sui militari italiani che si sono ammalati dopo la missione in Kosovo.

L'urlo del Kosovo
Kosovo me fat ?
Un sorriso per ogni lacrima
Il nostro vecchio post

lunedì 10 gennaio 2011

PIOTR LOVES BALKANS

CAPODANNO BALCANICO, OSSIA PIOTR LOVES BALKANS

E anche questa volta mi sono fatto convincere (in 5 secondi netti) da Pat, detto anche "Anima della festa", a fare un salto nei nostri amati Balcani.
Io volevo a tutti i costi andare a Mostar, Pat non voleva partire il 29 subito dopo il lavoro, uno sguardo agli orari della Jadrolinija (ormai potremmo diventare soci della compagnia) e l'itinerario è stabilito: Ancona-Zadar-Split-Mostar e ritorno da Split.
Parto il 30 e in treno faccio amicizia con una ragazza di Durazzo, che bello scambiarsi luoghi comuni su italiani e immigrati, che mi dà preziosi consigli per un futuro viaggio in Albania.
Arrivo ad Ancona e mi incontro con Pat, il traghetto parte alle 22, è ancora presto. Iniziamo quindi con il dare benvenuto ad una delle caratteristiche dei nostri viaggi: l'alcool! Spesa (circa una decina di birre) e giro per Ancona, forse una delle città più depresse dell'emisfero boreale (ma non sono di Ancona e magari ho sempre visto male...). Unica nota uno stranissimo monumento raffigurante 3 rinoceronti, anche dopo un paio di birre e un miliardo di foto (ormai il mio amico Pat è più preso dal fotografare che un ciclista dal Giro d'Italia) nessuno dei due riesce a capire il perchè di quelle statue. Vabbè... imbarchiamoci.
Sulla nave non c'è quasi nessuno, fantastico! Quando viaggio odio avere vicino troppa gente di cui purtroppo capisco la lingua... Sento già il profumo di Croazia, di Cevapi e birra locale, ma per ora c'è da affrontare la cena preparataci dalla mamma di Pat, torte salate a carciofi e zucchine, mozzarella in carrozza e una torta buonissima! KO tecnico e si dorme.

SPLIT

Arriviamo a Zadar, una città che conosco poco, il tempo di perdersi e vedere degli incredibili palazzi fatiscenti vicino al porto che siamo sul Pulmann per Split, dove ci aspetta la nostra cameretta a 15€ a testa, davvero niente male, presso lo Split Central Apartaments.
Entrare in un porto al mattino è sempre una splendida esperienza, l'alba sul mare è emozionante, a me personalmente mette molta serenità. Siamo di nuovo nei Balcani, che bello! Ci accoglie Ivan, tenerissimo per come si lamenta che tutti passano da Split per andare a Dubrovnik (anche noi nel viaggio precedente eh eh eh...) e come per il capodanno molte persone andranno a Zagabria.
Il tempo di cambiarci e si va a pranzo, troviamo il ristorante Atlantida, ed un birra a noi ignota: Birra Pan!!! Subito quindi mezzo litro di PAN, Cevapi e patate fritte, sia lode eterna al cuoco.
Via al mercatino a controllare la bancarella, ormai consueta, con le magliette dell'Hajduk. Io trovo una splendida felpa ma sono in vena di risparmio, e mi mangerò poi le mani in quanto a Mostar il negozio dove speravo di comprare una maglia del Velez sarà chiuso...
Split è splendida, la nostra stanza nel palazzo di Diocleziano, Karlovacko e Ozjusko nostre amiche, Pat che fa più foto di Corona (ma senza ricatto...) e il pomeriggio passa. In serata inzia il concerto sulla Promenade, ma noi commettiamo l'errore alle 22 (dopo circa una decina di birre e un paio di panini con cevapi o pollo) di andare a riposare un'oretta; MI SVEGLIO ALLE 00.48!!!! Con Pat che mi dice che ha tentato in tutti i modi di svegliarmi mentre russavo amabilmente... Che si fa in questi casi? Si esce a bere!!!! Chiunque conosca il cantante che verso la 1.00 suonava con una bandiera croata sul cappello mentre tutti cantavano le sue canzoni per favore me lo dica. Split di notte è superba, i muri del centro fanno rivivere un tempo passato che aleggia tra i vicoli del palazzo! Dormita, tentativi inutili di contattare Ivan (sarà sbronzo dormiente abbracciato a due sventole? Onore a lui!), colazione e partenza per Mostar

MAKARSKA

Il centro del mondo, ogni viaggio passo da queata città. Ormai comprare Cokta al baracchino e andare in bagno qui durante la sosta del Pullman è un obbligo.

MOSTAR

Questa è la parte del viaggio che più aspettavo, in quanto sono attrattissimo dalla Bosnia. Viaggiare in pullman mi piace molto, col mio socio di viaggio riusciamo sempre a divertirci facendo anche discorsi molto profondi. Di solito finisce in sbronza, ed è bello così...
Sorvolando sui compagni di viaggio diretti a Medjugorie con conoscenze storico/geografiche che fanno rabbrividire: "esiste ancora la Slovenia?".
Arrivare a Mostar stringe il cuore, la città è in un catino, mi immagino durante la guerra i mortai appostati sulle alture. Una città ancora ferita, mancano i soldi per abbattere le case distrutte ma la voglia di vivere non si ferma e questa incredibile coesistenza di nuovo e vecchio è forse LA caratteristica della città. Basta guardare l'ex palazzo delle poste e la zona circostante, limite del fronte di guerra in città, per sentirsi stringere il cuore.
Ma si deve andare avanti, quindi prendiamo una stanza all' hotel (?) Ombrello (che sui biglietti da visita diventa Hombrelle) a quello che ormai è un prezzo fisso: 15€ a testa! Forse una grande alleanza balcanica stabilisce i prezzi, mistero....
Adesso turismo ossia zona del ponte, di Mostar ovviamente. La zona è meta per molti turisti di passaggio (mica vanno a vedere l'ex palazzo delle poste...) ed è stata ricostruita con i finanziamenti della Turchia. Che dire? La nerevta, i minareti, la chiesa dei Salesiani che fa molto par condicio, non ho parole che SPLEDIDO! Io amo questo angolo di mondo, sento dentro qualcosa, una emozione fortissima, ma forse anche fame...
Cena al ristorante Sardvan dove ai cevapic si affianca un Mostarski qualcosa e la birra Sarajevsko, che buona!!!
Dopo cena troviamo un disco bar, si chiama bar Bajga, ed entriamo: FELICITA'!!! Un video trasmette solo turbo-folk, musica di cui io e Pat siamo fedeli seguaci. OSANNA! Una quantità di belle ragazze canta Severina, Ceca, Lepa Brena (quanto mi piace questa cantante!); ci incolliamo al bancone e non ce ne andiamo più, birra dopo birra, cocktail dopo cocktail. Ma il vero mito è il barista, non si ferma mai, canta balla impugna un microfono gigante e ci rende felici! Chiediamo anche canzoni a richiesta e questo splendido personaggio ci offre da bere, è incredibile vedere come a Mostar, con la città ancora sanguinante tanti ragazzi di etnia e religione diverse cantino tutti assieme le canzoni di Ceca. Mostar può essere davvero una città modello, come ritengono molti suoi abitanti.
Adesso io e Pat abbiamo un nuovo mito balcanico: il barista del Bar Bajga, che si aggiunge all'intero Bar Mirage, a Dubrovnik, una vera porta dell'inferno. Se non ci credete andate in quella splendita città e ordinate un rum e cockta in quel bar, bevete con calma guardandovi intorno, non sarete più gli stessi...
In albergo ci ritroviamo come due idioti davanti ad un canale tv che trasmette solo tubo-folk cercando di mimare le mosse del barista del Bar Bajga, momenti indimenticabili.
Il giorno dopo c'è il rientro, compriamo del Borek da una giovane panettiera che orgogliosa ci dice circa 20 volte che è la specialità della zona.
Il rientro non è degno di nota, io vado al solito bagno di Makarska, a Split è tutto chiuso (è domenica), prendiamo il traghetto (dove scopro con rammarico la presenza di troppi turisti italiani vocianti) e torniamo a casa, con tante nuove emozioni, tantissime riflessioni ed un amore sempre più forte per una terra splendida.

CHE BELLA LA VITA!!! (a volte...)

Video
Photos

domenica 9 gennaio 2011

Balkan crew in Napoli 2

Ebbene sì, il miracolo si è ripetuto e sono tornata a Napoli. Chi dice che il paradiso non esiste dovrebbe prima vivere delle giornate fantastiche come le ho vissute io in questa città e poi pronunciarsi.
Questa volta l'aspetto balkaniko di Napoli è stato accentuato.


Sono i giorni del Natale ortosso e così sono andata a vedere la Chiesa greco ortodossa dedicata ai SS Pietro e Paolo.
A Napoli c'era il nostro divino maestro Davor e nemmeno vi immaginate quanto è bello.
Davvero c'è da perdersi in amore per questo ragazzo !


E poi che dire di Sara e Ibrahim ? Dolci e fantastici.. sono un inno alla gioia !
Sara mi ha preparato una torta e l'ha messa in un pacchetto col nastro blu, bianco e rosso che sono i colori della bandiera serba.
E infine i nostri cuochi Pino e Roberto, ma qui stendiamo un velo pietoso perchè noi ci facciamo sempre degli scherzi e stavolta loro me ne hanno fatto davvero uno brutto.. ma sto pensando alla vendetta !! ah! ah !
Finalmente questa volta sono andata a vedere la Cappella San Severo che contiene il Cristo velato, un'opera davvero stupenda.


Il principe di San Severo fece fare questa cappella che è un qualcosa di stupendo. La cosa triste è che tutto questo è stato fatto per la massoneria, anche se all'epoca, la massoneria, non era certo quella che è oggi !
Napoli.. non vedo l'ora di tornareeeeee !!!!!


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Balkan crew one
F.o.m. Spa Caivano
Notti d'oriente
Foto

mercoledì 5 gennaio 2011

Buon Natale ortodosso 2011


Hristos se rodi“ (E nato Gesù) e si risponde „Vaistinu se rodi“ (è nato veramente).


Il Natale ortodosso


Il Natale siamo noi

sabato 1 gennaio 2011

Aero East Europe


Salve ! E' difficile creare migliori blog di questo ! Complimenti !
Vivo a Kraljevo da più di 2 anni; date un'occhiata ai miei recapiti.
Tommaso Perosino

Ela aircraft
Aeroeast