venerdì 31 ottobre 2008

Fatmir, il re della pizza

Quella che sto per raccontarvi è una storia meravigliosa.
A lungo ho pensato se dirvi tutto esattamente od omettere alcune cose.
Poi mi è venuta in mente quella bambina antipatica che ad ogni incontro di catechismo mi ripeteva sempre la stessa frase: "albanesi tutti ladri".
Così ho deciso di raccontarvi tutto nei dettagli per spiegarvi cosa deve fare un albanese per non essere un ladro.
Sì, perché il protagonista della storia è proprio un ragazzo albanese. Si chiama Fatmir ed è nato a Scutari il 23 Marzo 1968.



Fatmir studia all’Accademia militare e lavora in polizia. Gli stipendi sono molto bassi e un giorno riesce ad avere un visto turistico per venire in Italia. Il giorno dopo il suo arrivo Fatmir già lavora in una azienda agricola come contadino. Scaduti i 15 giorni di permesso, Fatmir non sa che fare.
Tornare al suo paese e continuare a lavorare in polizia o diventare illegale e quindi “criminale” ?
Fatmir decide di rimanere in Italia. Fa tanti lavori in nero e malpagati. Rimpiange il suo posto di poliziotto a Scutari, ma ormai è tardi per tornare.

L'erede al trono


Così fa quello che fanno tutte le persone disperate: si compra una falsa identità. Ironia della sorte il passaporto falso era di un serbo e da quel momento Fatmir non è più Fatmir, ma Milan. Con una falsa identità Milan trova lavoro facilmente e per 5 anni lavora in una pizzeria al taglio.
Lavora talmente tanto che inizia a mettere su una pizzeria per conto suo, poi una seconda e poi una terza. Tutte attività che vanno a gonfie vele! Nel giro di 5 anni apre 10 pizzerie, poi un ristorante e poi un bar sulla piazza principale di Udine. Tutte le attività vanno alla grande, ma Milan tratta i suoi 100 dipendenti come collaboratori e non come era stato trattato lui. Nessuno lavora in nero, sono tutti regolari.

La vera signora


Ad un certo punto Milan rivuole la sua identità. In una sanatoria si presenta in questura come Fatmir.Al processo Fatmir chiede al giudice : - Ma è possibile condannare una persona che si è autodenunciata? La giudice gli dice di avvicinarsi e gli sussurra : - Non ti immagini nemmeno quanto mi dispiaccia condannarti.Fatmir è dinuovo Fatmir, condannato dalla giustizia italiana, ma re di un grosso impero: "Mondo pizza" che in Friuli è una piccola Mc.Donald. I giornali friulani riportano tutto a caratteri cubitali : “Il re della pizza arriva dall’Albania!” (il Messaggero) e “Stacanovista da record” (il Friuli). La notizia rimbalza anche sui giornali albanesi.



Fatmir riceve attestati di benemerenza dal comune di Udine, dalla provincia di Udine e dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Partecipa a dei dibattiti sull’integrazione (che il nostro governo non conosce!) in piazza del Duomo ad Udine. C’è da ridere perché per fare questo post ho messo il nome di Fatmir in un motore di ricerca e mi è apparso il nostro blog, grazie alla partecipazione di Fatmir ai “gusti di frontiera” e c’è anche da ridere perché il convegno in piazza del Duomo, Fatmir, l’ha fatto con un signore che di nome si chiama Enel. Forse qualche discendente dello scopritore della lampadina !!!


Adesso Fatmir è sereno con la sua famiglia: la moglie Altina e i tre figli, Aurora, Ema ed Eduard. La storia non finisce qui.. anzi direi che parte da qui: da una persona che dovrebbe essere un criminale e che invece ci ha dato una lezione di vita meravigliosa.Io spero un giorno di sedermi ad un tavolo del tuo ristorante con te Fatmir e prendermi, per la prima volta nella mia vita, una grande sbronza, cantando con te questa canzone.



Grazie Milan.. ops !!! Grazie Fatmir !

giovedì 30 ottobre 2008

Lingua serbo-croata. Lezione 2°

Allora ragazzi, spero che l’alfabeto non vi abbia dato troppe noie. Anche perché adesso iniziamo a fare sul serio, poiché iniziamo a parlare del:
SOSTANTIVO
Il serbo-croato ha tre generi: maschile, femminile e neutro (muški, ženski i srednji rod) e sette casi:
- Nominativo: è il caso del soggetto e risponde alla domanda “chi/che cosa”? (ko/što?);
- Genitivo: indica il complemento di specificazione e risponde alla domanda “di chi/di che cosa?” (koga/čega);
- Dativo: è il caso del complemento di termine e risponde alla domanda “a chi/a che cosa?” (komu/čemu?);
- Accusativo: è il caso del complemento oggetto e risponde alla domanda “chi/che cosa?” (koga/što?);
- Vocativo: esprime una invocazione e risponde a “o chi/o che cosa?” (oj/ej);
- Locativo: esprime il complemento di luogo, segue le preposizioni e risponde alla domanda “dove?” (na kom/na čem); state attenti, perché per dire ad esempio “dove sei” (gdje si?) si usa appunto GDJE (in serbo GDE);
- Strumentale: esprime il complemento di mezzo e strumento e risponde alla domanda “con chi/con che cosa?” (s kim/čim?).
Come in tutte le lingue slave (tra cui il bulgaro) nella nostra cara parlata balcanica manca l’articolo. Il genere dei sostantivi, quindi, si determina o dal significato o dalla loro terminazione (o uscita).

Maschili per terminazione sono tutti i sostantivi che finiscono al nominativo singolare in consonante, e per significato i nomi di esseri animati di sesso maschile e vari nomi di esseri inanimati: jelen (cervo), roditelj (genitore), leptir (farfalla), brod (nave).

Femminili per terminazione sono i sostantivi che finiscono al nominativo singolare in –A, e per significato i nomi di esseri animati di sesso femminile, ed alcuni nomi di esseri inanimati: majka (madre), sestra (sorella), knjiga (libro), kuća (casa).

Neutri sono quasi tutti i sostantivi che al nominativo singolare finiscono in –O oppure in –E: selo (villaggio), more (mare), tele (vitello).

Fatevi una bella guardata di tutto questo e ricordatevelo, perché giovedì prossimo si attacca con i casi. Come compitini che dire…ripassatevi l’analisi logica italiana!

Doviđenja!
Davor

martedì 28 ottobre 2008

Vojvodina 5 - Il famoso cervo di Apatin

La Rakija (una spece di Grappa) serba è conosciuta in tutto il mondo, e ci terrei a segnalarvi due post bellissimi di Marija sul blog "Palachinka" uno sulla prouzione della Rakija qui e l'altro sulla fiera della Rakija a Belgrado qui.

Ma in questo post, vi parlerò di un altro prodotto culto della Serbia: La birra Jelen Pivo! (Jelen = cervo)
Questa birra ha fatto della piccola città di Apatin, una delle cittadine più ricche della Serbia.



L'entara della fabbrica con le bandiere della Jelen Pivo

Apatin è una cittadina (20'000 abitanti) all'estremita nord-ovest della Vojvodina, proprio al confine con la Croazia e sta sulla riva sinistra del Danubio. Gli emigranti dalla Germania e Austria (che sotto Maria Teresa di Ausburgo si insediarono in queste zone intorno al 1748) hanno portato la tradizione di fare la birra in questa zona. Nel 1756 fu così fondata la birreria di Apatin: Aptatinska pivara Apatin.
E da li che è inizata una storia di sucesso. Da inizialmente 12'000 ettolitri all'anno di produzione, oggi con quasi 1'300 impiegati se ne producono 3.5 mio. di ettolitri. Nel fratempo la prorietaria della birreria è la InBev una ditta belga-brasiliana (spesso la privatizazione ha portato investori dall'estero).


Il mosaico nel altrio della birreria (psst..non si poteva fotografare..)

La fabbrica a prima vista sembra un composto di casette in tipico stile della Vojvodina, ma dietro si ereggono i silos e le sale di produzione. Quest'idustria che si trova in centro città (a due passi dalla zona pedonale) lavora 24 su 24 ore.
La produzione è di attualemente 3.5 mio di ettolitri. Živeli! (cin-cin)

Se telefonate prima e riuscite a mettere insieme un gruppetto di almeno 10 persone, vi fanno un "tour" per la fabbrica, con varie dimostrazioni, degustazioni e regalini!
Tutto gratis!

Sulla pagina web della Aptainska Pivara, potete mandare film o foto di voi con una "Jelen Pivo" e loro ogni mese scelgono un vincitore...quindi se vi trovate in Serbia ordinate una "Jelen" (non ci sarà bisogno di dire birra...) e non dimenticatevi di farvi fotografare....
Si può vincere una buffa poltrona sacco gialla con il logo dell a birra. (io preferirei uno degli ombrelloni giganteschi da mettere in giardino...)

Anzi, se avete delle belle foto di voi con della birra balcanica (tutte le marche, questa non deve essere una pubblicità...)...mandatele che ne faremo un bel post!

La "Jelen Pivo" è la birra più popolare di Serbia

Se non ci credete che la "Jelen Pivo" è veramente buona...guardatevi questo test fatto da una rivista tedesca.....


lunedì 27 ottobre 2008

L'albanese 3° lezione

Ecco qui la terza lezione di







albanese, non vi arrabbiate, ma stavolta non ci sono gli esempi audio...
Il tempo era poco, ma sono certo che qualcuno di voi il microfono ce l'ha (Lina per esempio di mike ne ha tanti essendo radiodipendente!!!!) e potrebbe cimentarsi dato che oramai l'alfabeto l'avrete stra-imparato, nella prima lesson vi sono gli esempi acustici e l'albanese SI LEGGE COME SI SCRIVE!
Mandatemi le vostre "interpretazioni"...sarò lieto di ascoltarle e di... deridervi.... CORREGGEVI (ove necessario!)

Ecco qua

III LEZIONE

IMPORTANTE: per scrivere il carattere "ë" dovete digitare 137 tenendo premuto il tasto ALT. Al suo rilascio compare la fantomatica e con i puntini!

P.S. ribadisco se c'è qualche albanese che vuole aiutarmi (sostituirmi) è bene accetto!!!
N.B. non perdetevi il post precedente su Max !!!

venerdì 24 ottobre 2008

Interview: Maximilian Hartmuth of 'Balkancities'

For all the Balkan interested people, I would like to present a very interesting website called: KAKANIEN REVISITED.

"Kakanien revisited" is a platform for interdisciplinary research in the field of Central and Southeast European studies supported by the Bunde
sministerium für (Austrian Federal Ministry for Science and Research) and the University of Vienna. This project focuses on publication, networking and communication for researchers in Central Europe and South Eastern Europe countries.

One of the contributors is Maximilian Hartmuth who writes about architecture in the Balkans in his weblog "BalkanCities".


Check it out!

Maximilian was very kind and answered a few questions for Balkan-Crew. Her's the Interview
:


What was your motivation to write about cities in the Balkan? Why
you choose this region?

Well, I do think aspects of the cultural history of the region,including architecture and cities, are greatly understudied and largely ignored in Western academia. I think it's a fascinating place that deserves more attention.
Trying to read more about what struck me as interesting upon "first contact", I couldn't really find the literature I was expecting (or hoping) to find. So I ended up studying (and writing about) the architectural history of the region myself; and I'm still far from the big picture. The weblog accompanies this quest, not least as anattempt to network with those sharing similar interests.



What is your personal connection to the Balkans?

I have lived, worked and/or studied in Sarajevo, Belgrade, and Istanbul for the last 7 years; so that - including the persons I had the pleasure to meet, the stories I've been told, and the experiences I made myself - is my connection to the region.
I try to visit as often as I can.



For whom are you writing? Which kind of readers do yo expect to read
your blog?

The weblog actually started as a Yahoogroup in 2005. That after a very short while there were already hundreds of subscribers was quite a surprise to me then, showing indeed that there is a number of people sharing my interests. After a while the social sciences platform "Kakanien Revisited" (which I had known and appreciated for quite a while then) provided me with the possibility to "migrate" my list to a weblog, as they were just starting a weblog project.
Initially, I myself was perhaps the harshest critic of this format. Back then I was subscribed to dozens of mailing lists but hardly visited any weblohgs regularly.
I eventually settled for a compromise: a weblog, but with an email notification service, a sort of digest. I also came to like the fact that my BalkanCities now had an actual home with an actual address (something more tangible than a mailing list), and that I could play around a bit with images links, etc. The old "readers" from listserv-times remained.
At times the individual visits to the weblog amounted to more than 4,000 per month. That alone should be enough to motivate me to maybe develop and maintain it a bit more regularly.



What is your background? What and where did you study?
I was Born in Vienna, and educated there as a historian (with a focus on Southeast Europe, especially on Bosnia, where I then had spent more than a year working for an Non-Governmental Organization), but interested in a much broader spectrum of topics and trying to feel at home in a number of disciplines. After being introduced to history, the interest in architecture came swiftly; initially over trying to understand cities and their planning and re-planning in the present and the past. From that point onwards I developed a broader interest in art and visual culture, anthropology, cultural studies, etc.


What are your plans for your weblog?

Plans for the
weblog? Nothing specific as of now; perhaps only to post more regularly. Unfortunately, I don't always have the time, so the frequency of posts fluctuates very much depending on that.

Thank you Max for answering the questions, we will follow you on your blog!



mercoledì 22 ottobre 2008

Lingua serbo-croata. Lezione 1

LINGUA SERBO-CROATA
LEZIONE 1

Il serbo-croato era la lingua ufficiale che veniva utilizzata nella ex Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia (Socijalistička Federativna Republika Jugoslavija – SFRJ o come “simpaticamente” Druga Jugoslavija (seconda Jugoslavija) per distinguerla dalla Prva Jugoslavija (la prima Jugoslavija) ovvero dal Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Ovviamente la denominazione “serbo-croato” ha perso di significato (ed anche il suo utilizzo è stato accantonato) dopo i tragici fatti degli anni ’90, anche se il caso della lingua serbo-croata costituisce un recente esempio di scissione, per ragioni essenzialmente di opportunità politica, di una lingua sostanzialmente unitaria in una pluralità di idiomi largamente coincidenti. Esistono più somiglianze tra l’odierno croato e l’odierno serbo che non tra il francese continentale e quello parlato in Canada!
Ma tuffiamoci nel vivo della lezione. Il corso lo volevo impostare così (da ricordarsi che io parlo il croato utilizzato in Dalmazia, zona Spalato, di variante jekava): le due lingue, il serbo ed il croato, verranno trattate unitariamente, e soltanto se presenti, verranno messe in luce le differenze linguistiche. Preparatevi, quindi, al doppio alfabeto (cirillico e latino). Ed ora passiamo appunto all’alfabeto (iniziamo da quello croato):

ABECEDA (Alfabeto)
Lettera Pronuncia Nome croato
A a a (come in italiano) A
B b b (come in italiano) BE
C c z sorda (paZZo) CE
Č č c forte (ghiaCCio) ČE
Ć ć c debole (Ciao) ĆE
D d d (come in italiano) DE
Dž dž g forte (peGGio) DžE
Ɖ đ g debole (Giro) Ɖe
E e e (come in italiano) E
F f f (come in italiano) EF
G g g gutturale (Gatto) GE
H h h aspirata (come la jota spagnola) HA
I i i (come in italiano) I
J j j come aGLIo. JE
K k c gutturale (Cane) KA
L l l (come in italiano) EL
Lj lj Forse la più difficile da rendere. È L+GL ELj
M m m (come in italiano) EM
N n n (come in italiano) EN
Nj nj gn di GNomo ENj
O o o (come in italiano) O
P p p (come in italiano) PE
R r r (come in italiano) ER
S s s di Serpente ES
Š š sc di SCivolo EŠ
T t t (come in italiano) TE
U u u (come in italiano) U
V v v (come in italiano) VE
Z z s sonora (roSa) ZE
Ž ž j (come il francese jour) ŽE






AЗБУKA (Alfabeto, ma in Serbo l’ordine delle lettere cambia)
Lettera Pronuncia Nome serbo
А a a (come in italiano) A
Б б b (come in italiano) BE
В в v (come in italiano) VE
Г г g gutturale (Gatto) GE
Д д d (come in italiano) DE
Ђ ђ g debole (Giro) ƉE
Е e e (come in italiano) E
Ж ж j (come il francese jour) ŽE
З з s sonora (roSa) ZE
И и i (come in italiano) I
Ј j j come aGLIo. JE
К к c gutturale (Cane) KA
Л л l (come in italiano) EL
Љ љ Forse la più difficile da rendere. È L+GL ELj
М м m (come in italiano) EM
Н н n (come in italiano) EN
Њ њ gn di GNomo ENj
О o o (come in italiano) O
П п p (come in italiano) PE
Р p r (come in italiano) ER
С c s di Serpente ES
T т t (come in italiano) TE
Ћ ћ c debole (Ciao) ĆE
У у u (come in italiano) U
Ф ф f (come in italiano) EF
Х x h aspirata (come la jota spagnola) HA
Ц ц z sorda (paZZo) CE
Ч ч c forte (ghiaCCio) ČE
Џ џ g forte (peGGio) DžE
Ш ш sc di SCivolo EŠ

lunedì 20 ottobre 2008

Vojvodina 4 - Senta e Stevan Sremac


Nel post precendente vi raccontavo che ci sono luoghi della Vojvodina con la popolazione Serba in minoranza. Ebbene: Senta (in ungherese Zenta) è una cittadina con l' 80% di ungheresi e il 10% di serbi. Il resto sono minoranze di romani, ruteni, russini, croati e tedeschi.

Questa è la vista dalla 'Vikendica'
(casa per il weekend)
dei miei suoceri appena fuori Senta

Città indipendente dal 1506, fu poi occupata dall'impero ottomano, ma nel 1697 nella battaglia di Senta l'impero ottomano fu sconfitto e da quel momento in poi, Senta, fece parte della monarchia asburgica. Dopo il 1751 la più parte dei Serbi emigrò in Russia e cosi rimasero ungheresi, ebrei, tedeschi e slovacchi.


Dopo la prima guerra mondiale i Serbi tornarono a vivere qui. Il cittadino più famoso di Senta fu probabilmente lo scrittore serbo Stevan Sremac (scrisse Ivkova Slava nel 1895, Pop Ćira i Pop Spira nel 1898 e Zona Zamfirova nel 1906 (Lina aveva fatto un post qui),dai cui romanzi furono tratte le storie per i film.
Il Municipio


Senta da sulla Tisa, il fiume che divide
il distretto di Backa da quello del Banat.


La stazione di Senta

(C'è un treno che i tedeschi regalarono come indennità per i danni causati nella seconda guerra mondiale, che ancora oggi circola tra Senta e Subotica. Viaggia a 30 km/h e ci mette quasi 2 ore per un tratto di 40 km...)



Embarcadero sulla Tisa


Il ponte che porta nel distretto del Banat



Visto che la magioranza della popolazione di Senta è ungherese, vi propongo la ricetta per lo Strudel al papavero. Si tratta di una ricetta ungherese che però è molto popolare anche fra i Serbi. Queste delizie al papavero si trovano piutosto in Vojvodina, al sud di Belgrado non sono per niente conosciute.
E qui la ricetta:
Sciogliete un cubetto di lievito fresco in 2dl di latte tiepido, aggiungete 2 cucchiaini di zucchero ed un cucchiaio di farina.
Dopo un quarto d'ora circa il lievito dovrebbe essersi gonfiato.
In una bacinella mischiate 500gr di farina, 2 uova, una tazzina (da espresso) di olio, 2 cucchiai di zucchero,un pizzico di sale, la buccia di un limone gratuggiata e il lievito sciolto. Impastare bene, poi dividere la paste in due parti. Lasciare lievitare per un'oretta. Per il ripieno: in 1di di latte si aggiungono 125gr di margarina e si riscalda. Poi si aggiunge (sempre scaldando) 250gr di zucchero e 250gr di semi di papavero. Si stende la pasta di modo da ottenere un rettangolo alto un po' meno di 1cm. Poi si spalma su il ripiene. Poi si arrotola bene. Si ottenrranno così due "strudel". Adesso spennellare con bianco d'uovo sbattuto e passare al forno a 220° per mezz'ora. Quando è completamente raffreddato lo si taglia a fettine.



Questo è il treno che va da Senta a Subotica

Il corso di serbo-croato !!!!



Dopo il favoloso corso di albanese tenuto dal docente Skender, è in arrivo un bellissimo corso di serbo-croato.
Il docente è a sorpresa, ma l'abbiamo scelto tra i migliori sul campo !
Ha viaggiato molto in tutti i balkani ed è autore di un magnifico reportage in Kosovo e per di più ... è un grande musicista.
Infine.. che dire ancora? E' la mia simpatia !
Quindi : studiate e non confondete le due lingue !
Intanto in questo momento il docente di albanese si sta scervellando per la terza lezione che apparirà entro oggi.. siate fiduciosi.. io lo sono, anche perchè l'ho già minacciato !
Però Skender fa veramente molte cose sul lavoro, anzi direi che fa due o tre lavori contemporaneamente quindi è capibile...
Ohi Ske, se non gliela fai di oggi anche domani va bene.. ti prometto che ritiro la fattura e non ti trasformo in un carciofo !!!

venerdì 17 ottobre 2008

Vojvodina 3 - Sombor città romantica


Proprio nella punta Nord-Ovest della Serbia al confine con Croazia e Ungheria, nel distretto della Backa Ovest si trova Sombor (o Zombor in ungherese) la città più romantica della Vojvodina.
Fino al settimo secolo apparteneva a
l regno ungherese, poi fu ocupato dall impero ottomano e la popolazione ungherese dovette fuggire. Così fu popolata dai Serbi, ed ancora oggi 2/3 della poplazione sono Serbi ed il resto Ungheresi, Croati e Bunjevci.

Perchè vi scrivo le percentuali di gruppi etnici dei posti che vi presento?
Perc
hè la Vojvodina, che è una provincia autonoma della Serbia, è composta da tanti gruppi etnici. 65% Serbi, 14% ungheresi, 3% croati, 3% slovacchi e poi piccoi gruppi di ruteni, russini, romani e tedeschi. Questi gruppi etnici sono sempre stati presenti sul territorio e ci sono tanti villaggi dove la popolazione Serba è in minoranza.
Ci sono 6 lingue ufficiali e in generale in Vojvodina (come nel resto della Serbia al contrario di quel che uno vuole credere) c'è un elevato livello di tolleranza tra i vari gruppi etnici non solo al livello di legge ma anche nella vita quotidiana. (Direi di sicuro più alto che da noi verso certe etnie!!!)

Sombor è considerata una delle città più verdi della zona (quasi ogni strada è accompagnata da due file di alberi) e vien citata come città romantica per la sua architettura in stile del romanticismo del 19esimo secolo e un po' per le carrozze trainate da cavalli con cui si puo visitare la città in estate).

Non mancano parchi e viuzze romantiche con ristorantini e bar


Municipio (Zupanija) del 1808


Isometria/piano della città fatto negli anni 90.
(all'entrata del municipio)


La corte del municipio


La chiesa della santa trinità (chiamata anche 'la vecchia chiesa cattolica')
stile: barocco, 1743

La chiesa di Santo Stefano (Crkva Svtog Stefana)
stile: romanticismo, 1902


Un fenomeno un po' bizzaro che mi da nell'occhio in molte città della Serbia, sono gli edifici della catena di negozi "BEOGRAD" che durante il comunismo furono costruiti al centro della zona pedonale oppure affacciati sulla piazza principale. Veniva scelta un'architettura "moderna" e speciale...insomma erano un po' il simbolo della vecchia Jugoslavija.
Purtroppo la catena di negozi non c'è più, e cosi ogni città si ritrova con un magazzino (statale!) vuoto in mezzo alla città.
Ci vorrebbe una buona idea...e uno sponsor! (se avete un'idea qui è l'indirizzo del ministero di commercio serbo)



Alcune delle ricette della Vojvodina sono influenzate (sopratutto per i dolci!) dalla cucina austro-ungherese.
Eccovi qui una ricetta per i 'Knedle sa šljivama' ovvero una specie di gnocchi dolci con ripieno di prugne, che è molto popolare fra gli ungheresi della zona:

Fate cuocere 5dl di acqua, aggiungete 150gr di burro e 250gr farina bianca, mescolate bene e togliete dal fuoco. Quando si raffredda l'impasto, aggiungete 3 uova e ancora 250gr di farina bianca e mezza bustina di lievito in polvere.
Lavate delle prugne, togliete il nocciolo e chiudete dentro al posto del nocciolo un po' di zuchero. Con l'impasto fate delle palline un po' più grandi della prugna e poi formate un buco, mettete dentro una prugna e le richiudete. Si buttano in acqua bollente e si bollono affinche vengono a galla.
In un piattino mischiate pangrattato, zucchero e zucchero vanigliato e impanate le palline bollite. Poi si friggono un attimo nell olio.
Si possono anche impanare con noci trittate.

mercoledì 15 ottobre 2008

Vojvodina 2 - al Salaš a Aleksandrovo


Prima tappa per noi (mio marito Nemanja, mio figlio Neil e io) quando arriviamo in Serbia è subito dopo il confine alle porte di Subotica, il Salaš (tipici casali nella Vojvodina) dei Nedić a Aleksandrovo. I Nedić sono la famiglia del Kum (padrino di battesimo) di mio marito.


Il Kum (che si chiama Bojan) ha una mamma che cucina divinamente...e non solo ci ha preparato delle cose fantastiche da provare...ma mi ha dato anche tante ricette che vi passerò man mano nei prossimi post.


La tavola apparecchiata: Krompiri sa paprikom (patate del proprio giardino con paprika), Pecene Paprike (ne ho già parlato qui), Pohovane Paprike (peperoni impanati), Kulen (salsiccia fatta da Zdravko, di cui parlo qui)



L'autunno è un periodo di grande lavoro al Salaš. Tradizionalmente si prepara la Zimnica (le provviste per l'inverno) cosi mentre gli uomini portano verdura dal campo e frutta dal giardino in casa, le donne sono indaffarate a fare marmellate, sottoaceti e a sistemare il tutto in cantina di modo di avere da mangiare per tutto l'inverno.



Ed è anche il perido per fare le torte: eccovi qui la ricetta di Jelena (la mamma di Bojan) per la sua fantastica torta di cigliege. Inutile dirvelo: è buonissima!

Per chi vuole ecco la ricetta in Serbo...e per tutti gli altri la mia traduzione:

Sbattere 3 uova fresche con due tazze di zucchero. Aggiungere mezza busta di lievito, una tazzina di olio e due tazze di farina e poi un bicchiere di jogurt bianco.



Imburrare una teglia, versarci dentro il composto e sparpargliarci su mezzo chilo di cigliege mondate. Cuocere per ca. 35 minuti a 180° oppure finche vi risulta bella dorata e dentro la pasta è cotta. Servire con zucchero a velo settacciato sopra.





martedì 14 ottobre 2008

Vojvodina 1 - Agnello a Mikićevo


Sono stata in Serbia con la mia famiglia.
Appena arrivati siamo stati invitati a mangiare l'agnello grigliato al Salaš (casale) dei Anišić a Mikićevo. Mikićevo è un paesino disperso nella piatta Vojvodina del
Nord (distretto di Bačka e municipalità di Subotica) che avrà al massimo 100 abitanti.
Gli Ainišić
sono Bunjevci (piccolo gruppo etnico proveniente dalla Dalmazia e dall'Herzegovina e sono cattolici). La ragione per cui hanno preparato al fuoco uno dei loro 200 agnelli è, da una parte il secondo complenanno del nipotino Miroslav e dall'altra parte (come vuole la tradizione) la messa in posa del tetto di una stalla che stanno costruendo.


Marko il padre di Zdravko, Zdravko e Dule

Jasna e la mamma di Zdravko, Dule, Marko, Zdravko, Bojan e il papà Marko

I nonni sono venuti ad abitare qui, perchè hanno ceduto la casa con le stalle in città (a Subotica) al figlio Zdravko.
Zdravko ha sposato Jasna, una ragazza anche lei Bunjevac, cresciuta a Vienna. Hanno provato a vivere a Vienna...ma a Zdravko non è piaciuta per niente la vita frenetica viennese e il lavoro malpagato da "Gastarbajter" e in più era costretto a vivere dalla famiglia di lei (nei Balcani non è il massimo per un uomo andare a vivere dai suoceri...l'opposto invece va bene). Tornato in Serbia ha avviato la sua fattoria (alleva animali ed è un bravissimo macellaio...vi raccomando le sue salsiccie!) e qui insieme a Jasna ed il piccolo Miroslav vive tranquillamente.

Ecco qualche foto dell bellissimo pomeriggio passato insieme:

Mio figlio e io curiosiamo un po' nelle stalle delle pecore

Ecco un tavolo improvisato in giardino con bevande,
pane freschissimo ed il posto per....


.... l'agnello (preparato solo con un po' di sale e basta!)
GUSTOSISSIMO!!!!

Marko e Neil

Il fratellino di Zdravko che si chiama Marko, come hobby alleva piccioni,

ne ha 16 e questo è uno dei più grandi.

Oltre alla famiglia e gli amici, dai casali intorno continuava ad'arrivare gente. Qui se uno vede che si fa il "rostilj" (la grigliata) automaticamente arriva a vedere e festeggiare.