martedì 31 agosto 2010

Zastava anno zero di Bruno Maran


Finalmente Bruno mi ha inviato il suo documentario. Io sono senza parole. Tanti morti per sentirmi dire a un convegno : "...sacrosante quelle bombe che hanno ammazzato i serbi, era l'unico modo per fermarli."
E.. sì, da morto non ti muovi !
Ma ora che gli italiani si sono resi conto che le fabbriche italiane non hanno più bisogno di andare in Cina o in Romania per fare affari, ora che a due passi c'è la Serbia, che ha delle persone così disperate che lavorano per uno stipendio lordo di 400 euro mensili e, sottolineo, parliamo di lordo, perchè il netto è 250 euro, adesso gli italiani si rendono conto di diventare poveri, perchè le nostre aziende hanno iniziato a farci fare "la guerra tra poveri".
Di colpo tutti sanno dov'è la Serbia e i serbi sono ancora più cattivi di prima, perchè prima non sono morti tutti sotto alle bombe e adesso ci portano via il lavoro !
Capite che questo documentario non lo posso portare a Torino, ma spero che ci aiuterete a farlo vedere in tutta Italia ?



Bruno Maran e la Balkania
Mostra fotografica
Ricatto alla Serbia di Ennio Remondino

sabato 28 agosto 2010

Il gruppo Abrasevic a Villar Focchiardo


Davvero una serata idimenticabile quella che si è tenuta il 27 Agosto 2010 presso il centro polivalente a Villar Focchiardo (Torino).
Il gruppo folkloristico Abrasevic di Sabac (Serbia) si è esibito con danze e musiche che rievocano le più antiche tradizioni serbe.
Davvero fantastici ! Complimentissimi !

Dedicato a Francy
Susa in serbo significa lacrima !
Prima danza
Seconda danza
Terza danza
Quarta danza : Prima e seconda parte
Fantastica orchestra !
Gran finale : uno e due !!!

venerdì 27 agosto 2010

Il gruppo Abrasevic a Susa


Rinunciamo al post enogastronomico per un invito calorosissimo il 29 Agosto 2010 all'Arena di Susa (Torino).
Potrete vedere uno spettacolo fantastico che ha dell'incredibile !
Questo gruppo serbo è più che divino !
Abrasevic.. vi ste fantasticni !
Lo spettacolo inizia alle ore 15.00 e si terrà nell'area romana di Susa (Arena) all'interno della manifestazione "Castagna d'oro". Ingresso a partire da 5 euro

giovedì 26 agosto 2010

RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC. Seconda parte


Continua da qui

Venerdi’ 2 luglio 2010
Si inizia alle ore 8 e 15 in Municipio, dove incontriamo l’assessore alla istruzione e cultura Dragoslav Milosevic per la firma di un nuovo accordo con il Comune per il recupero di un grande locale in un quartiere periferico della citta’.
Come descritto nella relazione del viaggio di aprile 2010, la Direttrice della Scuola Primaria 19 ottobre nel quartiere di Marsic ci aveva chiesto di aiutare la sua Scuola a recuperare e ad arredare una struttura di proprieta’ pubblica attigua alla Scuola stessa, da destinare a centro di aggregazione a beneficio di tutto il quartiere.
E’ bene innanzitutto notare che e’ una costante significativa e di grande interesse che la scuola si fa centro propulsore della socialità attiva del territorio in cui è inserita. Ci e’ successo con la Scuola Jovan Popovic, con la Scuola Tecnica ed ora con la Scuola 19 ottobre.
La Scuola 19 Ottobre ha questo nome in ricordo dell’inizio della tremenda rappresaglia nazista dell’ottobre 1941, durante la quale furono fucilati 7300 abitanti della citta’; questa strage inizio’ proprio qui, nel quartiere di Marsic, il 19 ottobre 1941, con la fucilazione di 107 abitanti.
Il locale da ristrutturare e’ molto ampio, 210 metri quadrati, e gli abitanti del quariere vorrebbero trasformarlo in palestra. La grande sala e’ dotata di palcoscenico, e potrebbe essere dunque usata anche per spettacoli musicali e teatrali.
La direttrice ci aveva consegnato ad aprile scorso un preventivo molto articolato relativo alle attrezzature sportive necessarie, per un importo di circa 5000 euro.
L’interno del locale e’ in buone condizioni, con il pavimento ed i servizi igienici nuovi.
Ci sono pero’ alcune infiltrazioni di umidita’ dal tetto, che possono creare danni significativi.
Il Sindacato Samostanli, che seguira’ i lavori, ha fatto preparare un preventivo per la sistemazione edile dell’edificio; e’ diviso in quattro fasi, e i costi indicati sono tutti a corpo:
Rimozione della vecchia copertura di tegole e del sottotetto e rifacitura 7070 euro
Isolamento termico del tetto 650 euro
Nuovo controffitto in cartongesso 1780 euro
Pitturazione degli interni (pareti e controsoffitto) 1920 euro
Pitturazione degli esterni (mura e parti in legno) 2100 euro
Si tratta di un intervento molto oneroso, per cui si e’ deciso di limitarsi al momento alla sola parte essenziale di rifacitura del tetto.
Insieme alla Assoziazione Zastava Brescia ci siamo quindi impegnati a contribuire a questa iniziativa con 8000 euro complessivi.
Il Comune di Kragujevac, che ha gia’ rifatto i servizi igienici el il pavimento contribuira’ per 2500 euro all’acquisto parziale delle attrezzature sportive.
L’accordo firmato con l’Assessore Dragoslav Milosevic definisce questi contributi.
I lavori saranno direttamente seguiti dal Sindacato.
Abbiamo consegnato i primi 7000 euro per la prima fase dei lavori e consegneremo la restante quota di 1000 euro a ottobre prossimo, quando l’edificio sara’ restituito funzionante alla comunita’ locale.
Alla fine della mattinata abbiamo incontrato nella sede della Scuola 19 ottobre un gruppo di insegnanti per festeggiare questo nuovo progetto che nasce; in questa occasione abbiamo consegnato alla Direttrice la bandiera della Pace che accompagna sempre i nostri interventi .
Subito dopo la firma dell’accordo, alle 9 arriviamo alla Scuola Jovan Popovic, dove e’ finita la ricostruzione dei servizi igienici per gli alunni; la Direttrica Ljljana non riesce a trattenere le lacrime, anche perche’ andra’ in pensione a settembre. Tutti siamo molto felici di aver portato a termine questo progetto, che non ci sembrava possibile di poter realizzare dati i costi non piccoli (quasi 14000 euro). Consegnamo alla Direttrice il nostro secondo contributo di 5000 euro; il precedente, sempre di 5000 euro, era stato consegnato ad aprile. Il Comune coprira’ la differenza.
Fine seconda parte

martedì 24 agosto 2010

Ricatto alla Serbia, tra Pristina e Kragujevac


La partita balcanica in questo periodo, letta con calma, suggerisce una sorta di conto finale presentato alla Serbia sconfitta, con risarcimento di consolazione per cercare di tenersela amica. Dare-avere. Ti porto definitivamente via il Kosovo e i suoi monasteri ortodossi, salvo qualche territorio marginale da contrattare, e ti risarcisco con la nuova produzione della monovolume Fiat nell'affamata Kragujevac. Che il conto auto lo paghi la banca europea e la stessa Serbia, oltre ai lavoratori di Mirafiori o di Pomigliano, è un dettaglio. Come è rimasto dettaglio per 10 anni il numero di operai della Zastava uccisi dai bombardamenti Nato del 1999. Il Kosovo indipendente albanese è volontà americana con avallo complice di parte europea. La delocalizzazione Fiat in Serbia è puro e semplice ricatto antisindacale, ma, data l'attuale dimensione Fiat, anche questo è messaggio planetario. Cuochi diversi ma sempre la stessa frittata. Fatto a pezzi il diritto internazionale consolidato da parte dalla Corte di giustizia internazionale che si inchina al fatto compiuto. Frittata nelle conseguenze secessioniste che troveranno legittimazione in tutto il mondo, frittata industriale nel delicato rapporto tra impresa e lavoratori che colpisce l'Italia ma che punta ad educare quello che resta del mondo operaio nell'occidentale dei diritti sindacali.
Il Kosovo etnico albanese secessionista, riconosciuto indipendente da un terzo soltanto del Paesi Onu, diventa di colpo uno Stato «indipendente, democratico, unito e multietnico». Parola del vicepresidente Usa Joe Biden, con la benedizione a seguire della Corte internazionale. Audace piroetta sui confini labili tra diritto e politica. Vince la logica della realpolitik definita sempre dal più forte. La giravolta della Corte Internazionale riporta alla memoria l'altro miracolo imposto da oltreoceano a metà del 1998, otto mesi prima delle bombe umanitarie della Nato sulla Jugoslavia. Sino a maggio gli episodi di violenza contro il governo di Belgrado era condotti dall'organizzazione «terrorristica» dell'Uck: parola dell'allora inviato Usa per i Balcani Christopher Hill. A giugno, magia d'estate nella caricatura del famoso «contrordine compagni», i «terroristi» si trasformano prima in «ribelli» e poi in «partigiani». Sempre per indicazione atlantica. Cosa sia accaduto prima, durante e dopo i tre mesi di bombardamenti è materia di verità ufficiali taroccate e di verità scomode mai svelate compiutamente.
In un parere giuridico contrastato al suo interno, la Corte internazionale afferma che la secessione proclamata da Pristina il 17 febbraio del 2008 è coerente con la risoluzione 1244 delle Nazioni Unite. Perché, ovviamente, il Consiglio di Sicurezza s'era ben guardato dall'usare la parola «secessione», anche solo per vietarla. Cosa sia il Kosovo, nonostante le cronache inesistenti, è cosa nota. Forti ingerenze criminali all'interno stesso dello Stato, criminali di guerra non perseguiti, forte caratterizzazione etnica anti-serba, forma della democrazia dai risultati molti incerti, unità territoriale di fatto inesistente. Lo documentano i ripetuti documenti riservati dei militari Unmik e dei civili di Eulex. Lamberto Zannier, rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Kosovo avverte. «C'è sempre il rischio che una scintilla possa innescare un processo di crisi sul terreno, difficilmente gestibile da parte della comunità internazionale». Traduzione dalla prudenza diplomatica. La sentenza della Corte aumenterà certamente le tensioni interetniche e la comunità internazionale, in via di smobilitazione, non sarebbe in grado di gestirle.
Le cronache più attente accennano ora al timore di contagio sui movimenti separatisti diffusi nel mondo. Leggo di baschi, corsi, ceceni, abkazi. Elenco con lo sconto. Solo per la nostra autoreferenziale Europa, mi verrebbe da pensare, oltre che a Spagna, Francia e Russia, al Belgio di fiamminghi e valloni, agli ungheresi e ai rumeni mischiati tra loro dai confini di Yalta, alle minoranze russofone nei Paesi baltici, all'Ucraina. A lavorarci un po' sopra, ne verrebbe fuori una lista da capogiro. Poi ci sono, ignorati come sempre, gli stessi Balcani. La Bosnia multietnica imposta dal cessate il fuoco di Dayton. Altra politica internazionale allora, quando i confini nazionali preesistenti erano considerato intangibili. Dopo il Kosovo non più. Si agitano i serbo-bosniaci di Banja Luka che a Sarajevo preferirebbero Belgrado. Sono inquieti i croati erzegovesi di Mostar. Si agitano e spesso sparano gli albanesi del nord Macedonia che, col loro 25% di popolazione, controllano di fatto tutto il territorio ai confini col Kosovo e con l'Albania. Inquietudini albanesi anche nelle vallate serbe di Presevo e Bujanovac e lungo la sponda montenegrina tra Dulcigno e il lago di Scutari.
Problemi vecchi e noti, tenuti in sonno con la vaga promessa di un futuro Eldorado nell'Unione europea senza frontiere. Frottole ormai trasparenti. Al massimo un visto di libera circolazione Schengen, qualche privilegio commerciale, qualche delocalizzazione industriale nell'interesse dell'imprenditoria comunitaria in cerca di sconti sul costo del lavoro e sui diritti sindacali. Di allargamento prossimo futuro, fatta forse eccezione per la Croazia, non se ne parlerà per un bel pezzo. Con un nuovo e intraprendente protagonista che si affaccia sull'area. La Turchia che, snobbata dall'Unione, torna con credibilità politica e forza economica nei Balcani delle sue memorie imperiali ottomane. Bastava essere l'11 luglio a Srebrenica, in Bosnia, nella ricorrenza del massacro. Onu, Stati Uniti e Ue assenti. L'impressione è quella di politici occidentali che si credono statisti, pensando forse di potersi scegliere l'islam più rassicurante da avere in casa. Fuori dalla porta però. Di una diplomazia europea che crede di condurre una gigantesca partita a Risiko. Salvo accorgersi presto, temo, che era stato loro concesso soltanto il gioco dell'oca.
Ennio Remondino
Martedì 24 Agosto 2010, Il Manifesto
Il Manifesto
C'è una strada per andare dove l'odio non c'è !

sabato 21 agosto 2010

EKREM JEVRIC


Lo so'... qualsiasi blog serio fa un post per illustrare un argomento o un personaggio, ma noi di serio abbiamo poco e quindi il post lo facciamo perchè non sappiamo che dirvi a proposito di questo personaggio molto carino !
Per quello che abbiamo capito è montenegrino, ma ha vissuto in Canada e negli Stati Uniti (la diaspora). Il suo video " Kuca poso" è diventato famoso e qui io traduco : da casa al lavoro, ma è una traduzione del tutto personale.
Di sicuro sembra un perfetto siciliano !

Intervista in tv
Kuca poso

venerdì 20 agosto 2010

Salciccia e patate. Kobasica i krompiri


Ebbene si.. siamo completamente pazzi ! In pieno Agosto, quando dovremmo parlare di gelati e macedonie di frutta, ecco che i nostri cuochi Pino e Roberto di Napoli ci preparano un piatto pieno di calorie ! E la cosa bella è che dicono : "Lina, non abbiamo fatto il primo perchè siamo a dieta !". Cavoletti di Beograd che dieta !
Comunque da ora in poi hanno detto che si danno alla cucina regionale e mi hanno chiesto la ricetta della bagna cauda. Io li ho dirottati sulla pita !

Pelare e lavare le patate. Tagliarle a rondelle ... più o meno delle stesse dimensioni. Versare in una teglia rivestita con carta forno. Condire con un filo d'olio extravergine d'oliva, sale e aromi tritati a piacere.

Ricoprire la teglia con un foglio di carta d'alluminio e infornare per 35-40 minuti circa, a temperatura moderata ( 180 gradi).

Togliere la carta d'alluminio e mescolare le patate con un cucchiaio. Aggiungere la salsiccia e lasciare cuocere in forno. Bucare la salsiccia con uno spiedino, di tanto in tanto.

Sfornare e servire il tutto caldo.

Buon appetito!!! Prijatno !

giovedì 19 agosto 2010

Il commento di Samantha

Nei giorni scorsi, sul blog di Alessandro Di Meo, ho trovato un commento che ho letto d'un fiato !

Nessuno, Isabella, invita i Serbi ad insorgere. Ma sperare che, nonostante la dispersione..., siano uniti, anche nell'armonia tra etnie che ancora esiste in molti tratti della Serbia, a non farsi fregare dai compromessi unilaterali che la "comunità internazionale", che l'UE, attraverso la NATO gli sta imponendo via via, questo sì, non si può non augurarselo. Più che insorgere si tratta di resistere, sono 11 anni che resistono, i bombardamenti NATO sono stati il colpo di grazia a una ferita già infetta ma che poteva sviluppare i propri anticorpi o essere gestita in modo diverso dai governi “civili”. Hanno vissuto un dopo guerra infinito, che volente o nolente non ha ceduto al ricatto economico dell'occidente. Pensi veramente che la colpa di ciò sia solo endogena? L'instabilità e la scelleratezza delle classi politiche interne succedutesi ha le sue colpe, ma pensi più gravi di quelle dei governi internazionali che sono andati in missione di pace? vogliamo analizzare i panni sporchi dei nostri governi? E l’ipocrisia di chi non si può sottrarre a certi interventi vuoi legge economica e mediatica del più forte?
Resta sul piano della popolazione, di quella che alla fine subisce, a volte si adagia, a volte si dispera e insorge, si disorienta, e spesso muore...
Dici l’orgoglio di essere quello che sei, ma chi sei? L’hai chiesto a quei Serbi che vivono nei pochi e confinati villaggi protetti in Kosovo? L’hai chiesto ai serbi che ormai hanno abbandonato le loro origini da più di un decennio? L’hai chiesto a quei Serbi che sono emigrati nel mondo e anche in Italia sono spesso accolti con distanza e pregiudizio? Io l’ho chiesto a molti di loro, se tu hai esperienze o impressioni diverse ben vengano. Uscire dai personalismi non è mai facile, ma la voce diffusa di un popolo non la si deve dimenticare.. e quasi mai oggi è quella che riportano i media.
Il film è sempre lo stesso, vale per i Serbi ma per tante altre popolazioni che la storia ha penalizzato. Però ora è dei serbi che stiamo parlando. La generalizzazione o “globalizzazione” delle tragedie non ammette ignoranza secondo me e qualunquismo, sennò le responsabilità non se le prende mai nessuno.
Tu dici “Ora può sopravvivere solo se conserva la coscienza di sé nonostante la politica”. E’ giusto, ma no ora, ormai sono anni che lo fanno, parlo sempre della maggioranza della popolazione serba. La maggioranza non la faccio io, la si vede, ci so’ i numeri, la si conta in quei pochi dati e informazioni censite sulla condizioni di vita, la si vede, nei luoghi…
In quanto all’umiltà, beh, non confondiamo l’umiltà con l’elasticità e la volontà di ricostruirsi, sono due concetti molto ma molto diversi. Tutto il mondo è paese, ci sono serbi presuntuosi ma con tanta voglia di migliorare e altri umili ma anche rilassati… Le caratteristiche caratteriali di un popolo che poi la storia consegna, sono affascinanti e preziose culturalmente ma spesso dannose nei luoghi comuni. E non te lo devo dire io…
Se per umiltà intendi quella cosa che dovrebbe portare i Serbi al compromesso con la parte di mondo che conduce il gioco, per farsi “aiutare”, ma alle condizioni del più forte, o con i prestiti dell’FMI (quello che ha contribuito alla disgregazione della Jugoslavia) e perché uno dei detti è che ogni paese ha il governo che si merita, beh, basta guardarsi allo specchio, e spero di riuscire a farlo nonostante il maggior benessere potrà comunque appannarmi la vista, anche nel caso sia un benessere conquistato e non regalato, forse grazie alle stesse condizioni di compromesso e “sudditanza” politica che si vorrebbero evitare ai Serbi. Ma lo scotto lo pagano loro, e la comunità internazionale che dice di volerli aiutare, non sarà mai disposta a farlo rinunciando a qualcosa per loro, a partire dal riconoscimento come dici tu della coscienza di se’, e degli errori commessi. Il rispetto della memoria, vale per tutti.
Quindi io direi, è vero, dovremmo essere umili e determinati, se vogliamo aiutare la maggioranza dei Serbi a vivere meglio, dovremmo esserlo prima di loro e per loro, che sono in difficoltà e stremati da anni. La retorica degli ideali non gli serve, un po’ di prospettive e di serenità per riappropriarsi della loro memoria e del loro futuro sì.
Tutto un po’ lungo, ma avevo voglia di rispondere…. Grazie Isabella, anche se non ti conosco, degli spunti che mi hai dato.

Dal blog di Alex

mercoledì 18 agosto 2010

RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC.Prima parte

Pubblichiamo a puntate il resoconto del viaggio che l'associazione "Non bombe, ma solo caramelle" ha effettuato a Luglio 2010. Ce ne fossero tante di queste persone fantastiche !



RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC
Viaggio del 1 - 4 luglio 2010

Giovedi’ 1 luglio 2010
Siamo partiti da Trieste alle 8 e 30 del primo Luglio, con il solito pulmino prestato dalla Associazione di Solidarieta’ Internazionale Triestina: Gilberto e Marvida da Trieste, Stefano da Fiumicello, Milena da San Giorgio di Nogaro, Vladimiro da Milano ed Andrea da Bologna. Sul furgone hanno trovato posto alcuni scatoloni per famiglie di Kragujevac inviati dai loro donatori italiani, moltissima carta e quaderni per il Centro 21 Ottobre per ragazzi Down, giocattoli per i piu’ piccoli della Scuola primaria Jovan Popovic e una grande quantita’ di medicine per il presidio medico della Zastava.

Siamo arrivati a Kragujevac verso le 19, dopo un tranquillissimo viaggio nell’inesistente traffico dei Balcani (se si eccettua il sempre caotico attraversamento di Belgrado).

Dopo i soliti calorosi saluti con i nostri amici del Sindacato Samostanli abbiamo preparato il piu’ velocemente possibile le buste contenenti gli affidi da distribuire il sabato 3 Luglio; a differenza del solito, abbiamo anticipato un appuntamento, altrimenti la giornata di venerdi’ sarebbe stata troppo densa. Abbiamo incontrato Ranko Golijanin, Direttore del Centro Stomatologico del Distretto della Sumadija (la regione di Kragujevac e’ la capitale) e discusso delle loro necessita’.
Poiche’ il giorno successivo abbiamo visitato questo Centro, rimando tutte le informazioni su questo incontro al resoconto delle attivita’ del venerdi’.

A cena poi abbiamo incontrato la delegazione della CGIL di Torino, che aveva consegnato le sue quote di affido la stessa mattina.
Durante la cena siamo riusciti a definire i dettagli della spedizione di un camion di aiuti, che la CGIL ha raccolto a Torino ma che aveva difficolta’ ad inviare a Kragujevac.
Il camion in effetti e’ partito da Torino il 9 Luglio successivo, ed il trasporto e’ stato GRATUITO, cosi’ come lo era stato per il camion spedito a Dicembre 2009, grazie all’aiuto del Consolato della Repubblica di Serbia a Trieste...
Fine prima parte

lunedì 16 agosto 2010

La repubblica delle trombe


Su segnalazione di Stefano Missio e Alessandro Gori vi segnaliamo questo bellissimo film.

La trama.
Gvozden Rosic, capo orchestra di un gruppo di suonatori in un piccolo paesino agricolo nel cuore della Serbia, si prepara alla più grande competizione di ottoni d'Europa. Usata per suonare l'attacco in guerra, la tromba ha perso la sua valenza militare ed è diventata parte integrante della vita del popolo serbo, suonando per la nascita di un bambino, per l'inaugurazione delle nuove case fino ad accompagnare il morto nel suo ultimo viaggio.
La Repubblica delle Trombe (TrubaÄ ka Republika) ha vinto il Premio Speciale "per il Talento" al 4° "Saratov Sufferings - The International Documentary Drama Film Festival" (Russia) nel 2007.

Trumpets republic

sabato 14 agosto 2010

Gas gas


Nei giorni scorsi sono finita per puro caso sul sito della nostra amica croata che vuole mantenere l'anonimato. Sono rimasta senza parole nel vedere l'immenso lavoro che ha fatto di traduzione e con mia immensa sorpresa ho visto una marea di testi tradotti molto diversamente da come li avevo tradotti io. Sicuramente è giusta la sua versione e non la mia !
Mi ha colpito tantissimo la traduzione di gas gas. Forse perchè io sono radioamatrice e tra radioamatori diciamo che "la 27" è dei camionisti. La 27, ovvero la frequenza dei 27 MHZ è la frequenza sulla quale inizia qualsiasi radioamtaore ed è anche detta banda cittadina. Gli utenti si chiamano cb (citizen band) e differiscono dai radioamatori patentati che hanno dovuto sostenere un esame di stato e che possono andare su tutte le frequenze. Io ci ho messo degli anni a prendere il patentino e, in quegli anni di studio forsennato dell'elettronica, mi davo tranquillamente alla mia 27. La mattina alle 7 salutavo chi consegnava il pane e i camionisti della zona di Lecco che erano già arrivati a scaricare e ripartivano.
Nemmeno vi immaginate quanta gioia nel vedere i miei amici serbi in Italia con il camion. Una volta era quasi l'unica possibilità per avere un visto.
Bè, questa canzone è dedicata ai camionisti o almeno cosi' mi pare di capire !
E il filmato si riferisce all'Arena di Bg che è all'inizio città arrivando dall'aereoporto, vicino ai due idioti.

Ej, što volim miris kamiona!

Ehi, quanto mi piace l'odore del camion!

Šoferskih gostiona

Trattorie degli autisti
hormona do plafona

ormoni fino al soffitto
muškaraca tona
tonnellate di maschi
turbo je sezona

la stagione è turbo

Ej, što volim miris od benzina

Ehi, quanto mi piace l'odore di benzina,
ej, magistrala dalmatina

ehi, strada (costiera) dalmatina
hop, hop, malo, malo pa krivina

hop, hop, poco, poco e poi la curva
ljulja se kabina, turbo je mašina

la cabina si dondola, la macchina è turbo

Mali, mali, meni toga fali

Piccolo, piccolo, a me manca questo
latinice, atmosferice

scrittura latina, atmosfere
mali, mali, meni toga fali

piccolo, piccolo, a me manca questo
gas do daske, bebice

gas al massimo, bamboline

Gas, gas, gas, gas...

Laj, la, la, la

Kelneri k'o sečeri

Camerieri come zuccheri
a pjevaju šoferi

e cantano gli autisti
nek' se živi

che si viva
pa 'ko preživi

chi sopravvive

Šoferi, šoferi

Autisti, autisti
ej, da vas je više

ehi, se ci foste di più

Volim, volim, volim, volim
volim, volim, volim, volim
volim, volim kad na muško miriše

amo, amo quando odora di maschio

Gas, gas, gas, gas..

Ajde, ajde, nije to od vina

Dai, dai, questo non è del vino
ej, nije ni od serpentina

ehi, non è nemmeno dei tornanti (curve)
uhvatila me milina

mi ha acchiappato il piacere
šest mjeseci mi vručina

sei mesi di caldo
turbo je godina

l'anno è turbo

Ej, što volim miris kamiona!

Ehi, quanto amo l'odore dei camion!

Šoferskih gostiona

Trattorie degli autisti
hormona do plafona

ormoni fino al soffitto
muškaraca tona
tonnellata di maschi
turbo je sezona

la stagione è turbo

Mali, mali, meni toga fali

Piccolo, piccolo, a me manca questo
latinice, atmosferice

scrittura latina, atmosfere
mali, mali, meni toga fali

piccolo, piccolo, a me manca questo
gas do daske, bebice

gas al massimo, bamboline

Gas, gas, gas, gas...



Severina all'Arena Bg
Canzoni croate e non
Severina e Bregovic'
Stop the truck

venerdì 13 agosto 2010

Frittata con le cipolle


Continua il buon momento degli amici napoletani, anche se mi stupisco da sola, perchè pensavo di essere solo più ben impressionata dai balkanici. Comunque i migliori cuochi sono uomini, quindi, care devojke, fuori dalla cucina ! Mettiamoci i mariti !

Affettare la cipolla e metterla in una padella con il burro (meglio se è olio) e, mentre soffrigge, sbattere bene le uova con il sale. Quando la cipolla è bene abbronzata, versare le uova. Appena è cotta da un lato, girarla con l'aiuto del coperchio. E' sempre meglio fare riposare la frittata almeno un paio d'ore prima di consumarla.





La pastiera di Roberto
Dato che Roberto è un gran bell'uomo che mi ha vietato di pubblicare le sue foto, gli dedichiamo una canzone per fargli cambiare idea : sei bello Roberto, ma un po' impossibile !

giovedì 12 agosto 2010

Ariano folk festival 2010


I nostri fratelli sberleffi quest'anno hanno superato loro stessi !!!
Cosa darei per essere ad Ariano dal 17 al 22 Agosto !
Domenica 22 Agosto niente meno che Bregovic' !!!!!
Forse questa occasione vale un divorzio.. io quasi quasi parto !!!!!!!!!!!!!

Programma

lunedì 9 agosto 2010

Jahmento. Rimpatrio


Sbarco della Vlora a Bari 8 agosto 1991.
Il crogiolo delle razze è una ricchezza.


Bari, 8 Agosto 1991

sabato 7 agosto 2010

Serbian lessons with Danny


Bè.. diciamo che è estate, fa caldo, abbiamo voglia di trasgredire e apriamo una piccola parentesi che richiudiamo subito.
Ci dissociamo da tutte le parolacce, ma per il resto Danny fa morire dalle risate.
In tutti i filmati che ho ascoltato non ho trovato nulla di offensivo verso nessuno, ma se ci dovesse essere ci dissociamo anche da questo.

Serbian lesson one
Am I a serb ?
Danny al tennis
Danny in cucina

giovedì 5 agosto 2010

Kiki Lesendric i Piloti


Davvero una bellissima scoperta questo Kiki Lesendric. Non lo conoscevo e non ho trovato notizie on line, ma siamo talmente sotto stress in tanti campi che ci serviva un po' di musica per tiraci su il morale e Kiki fa della buona musica.
Se avete notizie da darci ve ne saremmo grati !

Svet je lep kad sanjamo
Te Noci Smo Se Potukli Zbog Nje
Kako si lepa

domenica 1 agosto 2010

L'urlo del Kosovo


E' uscito l'ultimo libro di Alessandro Di Meo !
Cerchiamo collaborazioni in tutta Italia per le presentazioni !

Storie vere da cui è impossibili fuggire.
L'urlo che la propaganda non riesce a coprire.
Voci che spezzano il coro allineato del pregiudizio che è letale per le persone tanto quanto le scorie della "guerra umanitaria".

Il Libro
Il libro vuole essere una denuncia del dramma vissuto da migliaia di persone, in prevalenza serbe, cacciate da quella terra, il Kosovo e Metohija, dove hanno da sempre vissuto e convissuto con altre etnie. Le ingerenze esterne dovute a interessi di potere, politici e, soprattutto, malavitosi, hanno tolto la parola alle persone per consegnarla alla propaganda e alla menzogna.
L’autore, attraverso le storie narrate, cerca di spostare l’attenzione sui veri protagonisti della triste e drammatica vicenda: le persone in carne e ossa, facendosi testimone della loro tragica vicenda per una ricostruzione dei fatti meno condizionata da propaganda e luogo comune.

Il DVD
Il documentario è un viaggio tra le conseguenze dei bombardamenti che nel 1999, per 78 giorni, hanno colpito quel che rimaneva della Jugoslavia. A oltre 10 anni di distanza, i problemi e le contraddizioni che la cosiddetta “guerra umanitaria” voleva risolvere si sono, in realtà, moltiplicate. L’insorgere di malattie sempre più gravi, dovute a inquinamento ambientale e uso indiscriminato di uranio impoverito; la chiusura delle fabbriche con conseguente perdita del posto di lavoro; la drammatica situazione dei serbi rimasti nei villaggi del Kosovo, di fatto ghettizzati; lo stato dei monasteri ortodossi, patrimonio culturale e storico dell’umanità, a rischio distruzione. Un viaggio nella Serbia di oggi, ancora troppo devastata nel cuore e nell’anima.

Si può richiedere l'edizione completa di libro e dvd a:
http://www.unponteper.it/bottega/description.php?II=31
Codice prodotto: 02084
nome: L'Urlo del Kosovo (Libro+DVD)
Durata: 52'
contributo richiesto: euro 18.00
Spese di spedizione: euro 3.00

Il blog di Alessandro Di Meo
La Fiat bomba della solidarietà