Come ogni ultimo venerdì del mese, sono stata alla riunione di preghiera del gruppo "Amici di Lazzaro". Questo è gruppo è multireligioso, multietnico e multiculturale ed è l'unico, ma veramente l'unico che mi ha tenuta legata alla Chiesa negli ultimi anni.
Se non fosse stato per questo gruppo, mi sarei allontanata dalla chiesa già molte volte, ma lo avrei fatto in maniera definitiva nel momento della morte di Welby, quando gli sono stati rifiutati i funerali cattolici.
Quel giorno non ci ho visto più dalla rabbia. Avrei voluto andare in chiesa e buttare giù tutte le statue, ma sono scoppiata a piangere e ho pregato ricordando che mentre Gesù moriva in croce, c'era gente che rideva.
Ma veniamo al motivo di questo post.
Apparentemente non vi sono motivi di farlo in un blog balkanico, ma solo all'apparenza.
Nei balkani vi sono 3 religioni e sono anche state prese a motivo di guerre fraticide.
Quando arriva qualcuno un po' fuori dal mondo balkanico mi stupisco della sua non conoscenza verso i problemi di questa regione, eppure io ho sempre pensato all'Egitto come una nazione moderna e non è così. Anche io ho della falsa informazione verso altre aree geografiche.
In Egitto la maggior parte della popolazione è musulmana e vi è una piccola parte di cristiani di rito copto.
La chiesa ortodossa copta festeggia il S. Natale il 7 gennaio e nel Gennaio 2010, all'uscita della S.Messa natalizia è successsa una strage :
CAIRO - È stato un Natale di sangue quello dei cristiani copti a Nag Hammadi, villaggio egiziano nel governatorato di Qena, vicino al sito archeologico di Luxor (mappa). All'uscita dalla chiesa di Anba Basaya, dopo la Messa di mezzanotte, i fedeli sono stati aggrediti da tre musulmani. Sette i morti e nove i feriti. Tra le vittime c'è anche un poliziotto. Alla Messa celebrata da Shenuda III, Papa dei copti, partecipava anche il figlio ed erede designato del presidente Mubarak. La sparatoria è avvenuta intorno alle 23.30 (le 22.30 in Italia), dopo la Messa che segna l'inizio della Natività copta, il 7 Gennaio.
Veramente mi stupisco come qualsiasi notizia dai Balkani mi arriva e dal resto del mondo mi arriva solo in parte. Forse anche perchè le stragi sono talmente tante che ci abbiamo fatto assuefazione (purtroppo).
Ma ritornando a noi, in questo gruppo di pregiera ho incontrato questa comunità copta che a Torino ha la loro chiesa e sono tutti bellissimi. In particolare le ragazze egiziane, hanno una bellezza senza fine. Un saluto particolare a Camelia e alla sua amica che ha una bambina che conosce perfettamente il Vangelo.
Davvero una comunità favolosa ! Complimenti vivissimi.
Tanto per dirvi cosa si canta in questo gruppo di preghiera, vi faccio l'esempio del centurione, ovvero uno "straniero" che è andato a chiedere aiuto a Gesù per il suo servo.
Io ti prego Signore non entrare da me, perchè so che il mio cuore non è degno di Te, ma con una parola sono certo Signore, tu potrai guarire questo mio servitore...Io ti prego Signore, entra dentro il mio cuore, non ho al mondo nessuno all'infuori di Te, che mi sappia capire, che mi possa guarire, fa che cresca ogni giorno la mia fede per Te!
Il centurione
Amici di Lazzaro
Amici di Lazzaro in face book
Chiese ortodosse e orientali a Torino
sabato 27 febbraio 2010
venerdì 26 febbraio 2010
Saran na slovenski nacin
Basta, oggi sia quel che sia, ci dedichiamo alla cucina !
Prepariamo la carpa alla slava.
1 kg di carpa o una carpa da un kilo
800 gr.di patate
3 cucchiai di olio
80 gr di pancetta affumicata
1 cucchiaio di peperoncino rosso dolce in polvere
prezzemolo, sale e pepe
Squamare la carpa e rimuovere le interiora e la testa, lavare e scolare.
Tagliare in fette spesse. Bollire la testa in un po' d'acqua.
Sbucciare le patate, tagliarle in fette sottili e cospargerle di sale.
Tagliare la pancetta in striscioline e tritare il prezzemolo.
Ungere una teglia con l'olio, disporvi metà delle patate e cospargere con peperoncino rosso dolce, prezzemolo e pepe bianco.
Mettere i pezzi di pesce sopra le patate, cospargerle di sale, coprire le patate rimanenti e cospargere ancora con peperoncino rosso dolce, prezzemolo e pepe bianco.
Friggere dolcemente la pancetta e versarla sopra le patate.
Versare il liquido in cui è stata cotta la testa di carpa
A questo punto non ho più la traduzione e consiglio di mettere tutto in forno.
Se scoppia è perchè non andava in forno !
mercoledì 24 febbraio 2010
Cecilia Ferrara
Il bello di questo blog è che si viene in contatto con gente favolosa e con quello che sta succedendo in Italia tra corruzione e mal affare, parlare con gente onesta è veramente una boccata di ossigeno.
E' così che siamo rimasti colpiti da questa simpaticissima e solare giornalista : Cecilia Ferrara.
In particolare io sono rimasta colpita da un suo vecchio articolo sulla notte dei cristalli di Sarajevo.
Chiunque si occupa di balkani deve sapere cosa è successo in questa notte e ovvero la persecuzione a suon di manganelli contro gli omosessuali.
Io rabbrividisco mentre scrivo.
Forse perchè sono di Torino e dopo le olimpiadi abbiamo avuto una meravigliosa festa omosessuale con 6 km di sfilate e canti e balli e musica e pace.
In campagna il gatto della mia vicina è gay. E' una colpa ? E' la natura.
Si puo' condividere o non condividere, parlarne, ma massacrare di botte ragazzi e ragazze, giovani e anziani, giornalisti che cercavano unicamente di fare il proprio lavoro.. è un po' troppo.
Eppure sembra che questo copione si rappresenti in tutto l'est. Vuol dire che all'ovest siamo più emancipati ?
Non credo, probabilmente vuol solo dire che i tempi devono cambiare e cambiare in fretta, poichè la violenza non porta a nulla.
Kafana
Intervista a Cecilia Ferrara
Osservatorio Balkani
La notte dei cristalli
martedì 23 febbraio 2010
Beskonacni Rat - Riccardo Iacona su RTS
Finalmente hanno fatto vedere "La guerra infinita" di Riccardo Iacona sulla TV serba. Eccovi (per chi non l'avesse ancora visto) la prima parte in italiano con sottotitoli in serbo.
Buon corso di lingua! lunedì 22 febbraio 2010
Outlaws Pozarevac
Dedicate to Milan Miletic'
Ragazzi.. dopo una gestazione lunga e sofferta, con numerose minacce di aborto, io ho partorito.
Mai ho sofferto tanto per un post.
Ripetutamente ho chiesto il permesso all'allenatore della squadra di andare in onda e da lui sempre silenzio..
Daltra parte outlaws non vuol dire fuori dalle regole ?
Allora ho detto : va bè, vale la regola del silenzio assenso e se devo andare in galera, l'importante è che ci vada con tutta la squadra !!
ih! ih!
Outlaws Pozarevac
Ragazzi.. dopo una gestazione lunga e sofferta, con numerose minacce di aborto, io ho partorito.
Mai ho sofferto tanto per un post.
Ripetutamente ho chiesto il permesso all'allenatore della squadra di andare in onda e da lui sempre silenzio..
Daltra parte outlaws non vuol dire fuori dalle regole ?
Allora ho detto : va bè, vale la regola del silenzio assenso e se devo andare in galera, l'importante è che ci vada con tutta la squadra !!
ih! ih!
Outlaws Pozarevac
sabato 20 febbraio 2010
Calming park
Foto sotto copyright.. non si ruba !
Ora voi vi metterete a ridere, ma vi giuro che quello che vi sto per dire è tutto vero !
Stavo guardando in tv i nuovi orizzonti della medicina con i nostri funzionari statali che non vanno più a farsi curare la cervicale in ospedale, bensì nei centri benessere con tali "ragazze" formose che fanno delle cure particolari, per cui i gorilla di questi funzionari accompagnano il malato e poi passano dal retro e poi si dicono : "si, l'incontro sta andando benissimo, poi ripulisci tutto tu, ricordati di buttare il xxxx.." e l'altro gorilla che poi il xxx non lo trova e se lo sarà messo in tasca .. ?
Bè mi stavo scompisciando dalle risate quando Francy mi manda il video di Gent.
Sappiate che Gent è stato il mio primissimo amore albanese dopo Ske. E' stato un colpo di fulmine e sapete bene che al cuore non si comanda, quindi mi sono messa il video in tv perchè ho il pc collegato al televisore.
Che bello vedersi Gent così, sul mio schermo gigante !
Ma cosa conteneva il video ?
Il mio inglese si sà, non è dei migliori e così tra la mia poca conoscenza della lingua e i programmi sui centri benessere, ti vado a capire che anche Gent ha aperto un centro benessere.
Subito dico tra me : "Ma guardalo li', il marpione, ha capito come si fanno i soldi"
Ma poi vedo che le proposte del centro benessere non sono rivolte ai maschietti bensì vi sono 5 uomini tutti nudi che ti accolgono a lume di candela e ti calmano con la loro arte !!!
Al chè rimango un po' turbata, ma non si sà mai, potrebbe anche essere che un giorno anche io voglia provare i nuovi confini della medicina !
Poi ti arriva niente meno che Tatiana, 64 anni e non sà una parola di inglese.
Lei mi dice : ma che belle candele profumate ! Ha avuto un'idea geniale questo ragazzo a produrle !
Ma come ? Allora non capisco, compri la candela e ti danno l'uomo nudo per calmarti ?
Ma dov'è allora il calming park ?
Io se mi vedo un uomo come si deve, piuttosto che calmarmi mi agito !!
Scherzi a parte non so' cosa si è messo a fare Gent, so' solo che il filmato non mi piace.
Rifarei tutta la presentazione alla balkanika con torte, kolo e musika balkanika
Sembrate tanti fizer, cari svizzeri !
Calming park
Il sito
Ora voi vi metterete a ridere, ma vi giuro che quello che vi sto per dire è tutto vero !
Stavo guardando in tv i nuovi orizzonti della medicina con i nostri funzionari statali che non vanno più a farsi curare la cervicale in ospedale, bensì nei centri benessere con tali "ragazze" formose che fanno delle cure particolari, per cui i gorilla di questi funzionari accompagnano il malato e poi passano dal retro e poi si dicono : "si, l'incontro sta andando benissimo, poi ripulisci tutto tu, ricordati di buttare il xxxx.." e l'altro gorilla che poi il xxx non lo trova e se lo sarà messo in tasca .. ?
Bè mi stavo scompisciando dalle risate quando Francy mi manda il video di Gent.
Sappiate che Gent è stato il mio primissimo amore albanese dopo Ske. E' stato un colpo di fulmine e sapete bene che al cuore non si comanda, quindi mi sono messa il video in tv perchè ho il pc collegato al televisore.
Che bello vedersi Gent così, sul mio schermo gigante !
Ma cosa conteneva il video ?
Il mio inglese si sà, non è dei migliori e così tra la mia poca conoscenza della lingua e i programmi sui centri benessere, ti vado a capire che anche Gent ha aperto un centro benessere.
Subito dico tra me : "Ma guardalo li', il marpione, ha capito come si fanno i soldi"
Ma poi vedo che le proposte del centro benessere non sono rivolte ai maschietti bensì vi sono 5 uomini tutti nudi che ti accolgono a lume di candela e ti calmano con la loro arte !!!
Al chè rimango un po' turbata, ma non si sà mai, potrebbe anche essere che un giorno anche io voglia provare i nuovi confini della medicina !
Poi ti arriva niente meno che Tatiana, 64 anni e non sà una parola di inglese.
Lei mi dice : ma che belle candele profumate ! Ha avuto un'idea geniale questo ragazzo a produrle !
Ma come ? Allora non capisco, compri la candela e ti danno l'uomo nudo per calmarti ?
Ma dov'è allora il calming park ?
Io se mi vedo un uomo come si deve, piuttosto che calmarmi mi agito !!
Scherzi a parte non so' cosa si è messo a fare Gent, so' solo che il filmato non mi piace.
Rifarei tutta la presentazione alla balkanika con torte, kolo e musika balkanika
Sembrate tanti fizer, cari svizzeri !
Calming park
Il sito
Quattordicesima lezione di italiano
... e forse anche ultima !!!
Perchè ho trovato finalmente il sito giusto !!
Dopo numerosi tentativi ecco il sito che fa per voi !
In Italia, l'italiano per stranieri con Nataša Cosic (Olga)
venerdì 19 febbraio 2010
Vlora
Oggi è un bellissimo giorno. Dopo 4 mesi di silenzio assoluto, Alberto ci ha dato nuovamente sue notizie. Io stavo pensando al peggio e cercavo notizie in internet, ma perfortuna tutto bene.
Quindi veniamo a noi. Abbiamo sempre avuto tantissime richieste per due argomenti : i corsi e il turismo.
Alle volte io e Francy ci diciamo : ma possibile che nessuno chieda ricette di cucina ? Noi posteremmo torte un giorno si e l'altro pure.
Tra l'altro questo è anche un suggerimento per Alberto. Dice che non ha più niente da dire, ma non ha mai parlato di qualche piatto tipico kosovaro.
Comunque, ritornando a noi, uno degli ultimi arrivati è Vjoldi, un bellissimo ragazzo albanese che spero ci darà il permesso di pubblicare una sua foto.
Come abbiamo conosciuto Vjoldi ? Ma naturalmente litigando ! Io penso che ogni discussione lasciata sia persa e quindi che ci do' che ci do'.
Il bello è che ogni tanto arriva qualche pezzo grosso del mondo balkaniko a chiedermi cosa sto facendo, ma io dico sempre di lasciarmi fare e infatti, anche con Vjoldi, come già era stato con Afis, siamo diventati amici.
Ora sto ragazzo mi dice : una volta parli bene degli albanesi e una volta ne parli male.
Ma dove ? Stiamo continuando a ripetere che ci scagliamo contro qualsiasi mafia, di qualsiasi stato e apprezziamo le persone oneste di qualsiasi nazionalità.
Qui non c'è nulla contro gli albanesi onesti Vjoldi e siete il 99%.
A riprova di cio' ti dedichiamo il tuo video. Una città veramente incantevole che spero un giorno di poter visitare.
Benvenuto su balkan-crew !
Visit Vlora a Mediterranean jewell
giovedì 18 febbraio 2010
Il concerto
Su consiglio dei magigici Svobodi (mamma quanto li amo !), mentre sto facendo un filo serrato a Teodor, ma non lo dite a nessuno, vi presentiamo questo magico film.
Anche io non vedo l'ora di andarlo a vedere.
Andreï Filipov è un direttore d'orchestra deposto dalla politica di Brežnev e derubato della musica e della bacchetta. Rifiutatosi di licenziare la sua orchestra, composta principalmente da musicisti ebrei, è costretto da trent'anni a spolverare e a lucidare la scrivania del nuovo e ottuso direttore del Bolshoi. Un fax indirizzato alla direzione del teatro è destinato a cambiare il corso della sua esistenza. Il Théâtre du Châtelet ha invitato l'orchestra del Bolshoi a suonare a Parigi. Impossessatosi illecitamente dell'invito concepisce il suo riscatto di artista, riunendo i componenti della sua vecchia orchestra e conducendoli sul palcoscenico francese sotto mentite spoglie. Scordati e ammaccati dal tempo e dalla rinuncia coatta alla musica, i musicisti accoglieranno la chiamata agli strumenti, stringendosi intorno al loro direttore e al primo violino. La loro vita e il loro concerto riprenderà da dove il regime li aveva interrotti, accordando finalmente presente e passato.
Con Train de vie, Radu Mihaileanu “addolcì” la Shoa, circondandola di un'aura pienamente fantastica e organizzando una finta “autodeportazione” per evitare quella reale dei nazisti. Il suo treno carico di ebrei fintamente deportati ed ebrei fintamente nazisti riusciva a varcare come in una favola il confine con la Russia. Ed è esattamente nella terra che prometteva uguaglianza, salvezza e integrazione, che “ritroviamo” gli ebrei di Mihaileanu, musicisti usurpati del palcoscenico e della musica a causa della loro ebraicità.
Tratto da my movies.it
Il concerto
Il trailer
martedì 16 febbraio 2010
Attentato contro un poliziotto albanese nel sud serbo
Presevo, vicino a Bujanovac...nel sud della Serbia
Attentato contro un poliziotto albanese nel Sud serbo
Le indagini puntano verso i terroristi albanesi per i quali è un 'traditore'
Belgrado, 15 feb. (Apcom-Nuova Europa) - Sono molto preoccupanti le condizioni di Blerim Mustafa, l'agente della Polizia serba, ma di etnia albanese, rimasto gravemente ferito nell'esplosione della sua autovettura, ieri sera a Bujanovac, città a maggioranza albanese della Serbia meridionale, al confine con il Kosovo. La bomba è esplosa non appena Mustafa e sua moglie sono saliti nella loro macchina, nel pieno centro della cittadina, ad un passo dalla sede del municipio: la donna e altre due ragazze di passaggio sono rimaste ferite in modo lieve.
Secondo gli ultimi aggiornamenti dell'agenzia Tanjug, il direttore della Polizia serba (Mup), Milora Velijovic, è appena arrivato a Bujanovac per occuparsi personalmente di quello che "in base a molte indicazioni è stato un attacco terroristico", come ha dichiarato il ministro dell'Interno serbo, Ivica Dacic, anche alla luce del fatto che le vittime designate dell'esplosione "non erano solo agenti Mup, ma anche cittadini civili".
Bujanovac
Le prime indagini sembrano avvalorare la tesi per cui l'attacco nei confronti dell'agente albanese sia partito da membri della sua stessa etnia che vedono un 'tradimento' nella scelta di entrare nel corpo speciale 'multietnico' che la Polizia serba disloca nella valle di Presevo, a maggioranza albanese. Il fratello dell'agente trentanovenne ferito ieri scampò ad un simile attentato nel 2001, mentre frequentava il corso di formazione per aderire al medesimo corpo di polizia.
La Valle di Presevo è una zona a maggioranza albanese inclusa nei confini della Serbia, ma a ridosso del Kosovo che si è dichiarato indipendente nel 2008: tra il 2000 e il 2001 la Valle fu teatro di forti tensioni a sfondo secessionista e da allora i rapporti tra la comunità albanese e il potere centrale di Belgrado sono rimasti difficili, con una nuova ondata di violenza registrata proprio nell'ultimo anno.
Questa la notizia di qualche giorno fa. Ma leggete poi anche qua:
Jakup Krasniqi
Jakup Krasniqi Presidente dell’Assemblea del Kosovo (e ex-portavoce dell’Esercito di Liberazione del Kosovo UCK) ha affermato, che vorrebbe fare sapere ai Serbi del Nord del Kosovo, che se sono pronti a separarsi dal Kosovo, allora gli Albanesi di Bujanovac e Presevo sono disposti a connetersi al Kosovo.
Oliver Ivanovic
L'adetto del ministero per Kosovo e Metohija Oliver Ivanovic, ha pregato la comunità internazionale, a reagire a queste affermazioni di Krasniqi.
La Serbia non darà mai un territorio proprio in scambio di un'altro proprio territorio, ed il concetto di dividere il Nord del Kosovo dal resto del Kosovo non è un nostro desiderio.
Si mostra molto preocupato che nessuno della comunità internazionale abbia reagito alle provocazioni di Krasniqi.
Noi di Balkan-Crew che avevamo detto due anni fa? La scatola di Pandora si è aperta.....e chissà che cosa verrà ancora fuori!!!!
lunedì 15 febbraio 2010
Non bombe, ma solo caramelle
E finalmente riusciamo a mandare in onda questo post che da un po' era fermo nelle bozze. Non ho parole per dirvi quanto sia meraviglioso Gilberto Vlaic. Diverse volte ero capitata sul loro sito, ma un giorno Ivana mi ha detto bene chi era e cosa faceva Gilberto con la sua Onlus, così ho deciso di parlargli. La prima telefonata è durata più di un'ora e abbiamo parlato di tutto : dalla politica italiana a quella balcanica (brr.. sorvoliamo), dalle varie Onlus ai vari siti che si occupano di balcani. Mai ho trovato una persona più corretta ed equilibrata e da allora Gilberto mi manda ogni email riguardante la sua associazione ed è da lui che ho appreso della tristissima situazione di disoccupazione dopoFiat di Kragujevac.
Gilberto ti nominiamo console onorario di balkan-crew. Sei una favola ed estendiamo i complimenti a tutti i tuoi collaboratori, nonchè la nostra vicinanza alle famiglie in difficoltà che voi aiutate.
La nostra attivita’ nasce nel 1999 a Trieste per portare solidarieta' materiale alle popolazioni ed ai lavoratori colpiti dalla aggressione della NATO alla Repubblica Federale di Jugoslavia del 1999.
Insieme alla nostra nacquero in Italia una quindicina di associazioni simili, tuttora attive, a Bari, Napoli, Roma, Bologna, Rimini, Reggio Emilia, Lecco, Milano, Brescia, Torino, Bolzano. Tutti agiamo con modalita’ assai simili.
L’attivita’ prevalente della nostra associazione e’ stata per un lungo periodo quella degli affidi a distanza di figli di lavoratori della fabbrica Zastava, nella citta' di Kragujevac, rimasti senza lavoro per effetto dei bombardamenti della NATO. Siamo partiti con 8 affidi nel 2000 e al momento ne abbiamo circa 180 in corso (310 euro/anno per affido); il loro numero e' aumentato in maniera costante fino alle fine del 2007 ed ora e' stabile.
Il nostro referente locale a Kragujevac e’ il sindacato dei lavoratori metalmeccanici Samostalni a cui e’ iscritta la stragrande maggioranza dei lavoratori del gruppo Zastava.
Al proprio interno questo sindacato ha un ufficio internazionale per gli affidi a distanza .
Nel 2003 abbiamo cambiato il nome della associazione, fondando la ONLUS NON BOMBE MA SOLO CARAMELLE, in modo da poter usufruire dei benefici delle Onlus (5 per mille, possibilita’ di partecipare a bandi pubblici per il finanziamento di progetti specifici).
Con periodicita' annuale invitiamo in Italia una delegazione da Kragujevac, in modo da mantenere sempre vivi i rapporti di amicizia e solidarieta' e per cercare di diffondere la cultura serba in Italia.
La particolarita’ della nostra azione risiede nel fatto che ogni operazione e’ condotta in pubblico, e che NON c’e’ alcuna trattenuta sui fondi che i nostri sottoscrittori versano; tutte le spese (che non sono ingentissime, per fortuna) sono sostenute in proprio dai volontari della associazione.
Il costo piu’ significativo e’ quello dei periodici viaggi che effettuiamo ogni tre mesi per la distribuzione delle quote (circa 200 euro pro-capite per quattro giorni).
Oltre agli affidi a distanza dal 2004 abbiamo iniziato a realizzare progetti che vadano incontro a reali bisogni sociali della popolazione, e che lo stato di poverta’ della citta’ non permette di soddisfare.
Alcuni di questi progetti sono realizzati in cooperazione con altre associazioni italiane:
Cooperazione Odontoiatrica Internazionale ONG
Zastava Brescia per la solidarieta’ Internazionale ONLUS
ABC solidarieta’ e pace di Roma ONLUS
Associazione Fabio Sormanni di Milano
ASIT di Trieste
Fondazione Luchetta di Trieste
Caritas di Trieste
Comunita’ Serbo-Ortodossa di Trieste
Un ponte per... ONG di Roma
Non Bombe ma Solo Caramelle - ONLUS
Gilberto Vlaic
Il blog
Una favola chiamata Enrico
Gilberto ti nominiamo console onorario di balkan-crew. Sei una favola ed estendiamo i complimenti a tutti i tuoi collaboratori, nonchè la nostra vicinanza alle famiglie in difficoltà che voi aiutate.
La nostra attivita’ nasce nel 1999 a Trieste per portare solidarieta' materiale alle popolazioni ed ai lavoratori colpiti dalla aggressione della NATO alla Repubblica Federale di Jugoslavia del 1999.
Insieme alla nostra nacquero in Italia una quindicina di associazioni simili, tuttora attive, a Bari, Napoli, Roma, Bologna, Rimini, Reggio Emilia, Lecco, Milano, Brescia, Torino, Bolzano. Tutti agiamo con modalita’ assai simili.
L’attivita’ prevalente della nostra associazione e’ stata per un lungo periodo quella degli affidi a distanza di figli di lavoratori della fabbrica Zastava, nella citta' di Kragujevac, rimasti senza lavoro per effetto dei bombardamenti della NATO. Siamo partiti con 8 affidi nel 2000 e al momento ne abbiamo circa 180 in corso (310 euro/anno per affido); il loro numero e' aumentato in maniera costante fino alle fine del 2007 ed ora e' stabile.
Il nostro referente locale a Kragujevac e’ il sindacato dei lavoratori metalmeccanici Samostalni a cui e’ iscritta la stragrande maggioranza dei lavoratori del gruppo Zastava.
Al proprio interno questo sindacato ha un ufficio internazionale per gli affidi a distanza .
Nel 2003 abbiamo cambiato il nome della associazione, fondando la ONLUS NON BOMBE MA SOLO CARAMELLE, in modo da poter usufruire dei benefici delle Onlus (5 per mille, possibilita’ di partecipare a bandi pubblici per il finanziamento di progetti specifici).
Con periodicita' annuale invitiamo in Italia una delegazione da Kragujevac, in modo da mantenere sempre vivi i rapporti di amicizia e solidarieta' e per cercare di diffondere la cultura serba in Italia.
La particolarita’ della nostra azione risiede nel fatto che ogni operazione e’ condotta in pubblico, e che NON c’e’ alcuna trattenuta sui fondi che i nostri sottoscrittori versano; tutte le spese (che non sono ingentissime, per fortuna) sono sostenute in proprio dai volontari della associazione.
Il costo piu’ significativo e’ quello dei periodici viaggi che effettuiamo ogni tre mesi per la distribuzione delle quote (circa 200 euro pro-capite per quattro giorni).
Oltre agli affidi a distanza dal 2004 abbiamo iniziato a realizzare progetti che vadano incontro a reali bisogni sociali della popolazione, e che lo stato di poverta’ della citta’ non permette di soddisfare.
Alcuni di questi progetti sono realizzati in cooperazione con altre associazioni italiane:
Cooperazione Odontoiatrica Internazionale ONG
Zastava Brescia per la solidarieta’ Internazionale ONLUS
ABC solidarieta’ e pace di Roma ONLUS
Associazione Fabio Sormanni di Milano
ASIT di Trieste
Fondazione Luchetta di Trieste
Caritas di Trieste
Comunita’ Serbo-Ortodossa di Trieste
Un ponte per... ONG di Roma
Non Bombe ma Solo Caramelle - ONLUS
Gilberto Vlaic
Il blog
Una favola chiamata Enrico
sabato 13 febbraio 2010
Jovica Jovic
Questo è Giogiò, l'amore mio che mi contemplo da 3 mesi nelle bozze in attesa della presentazione di Ivana, che pubblicheremo in seguito. Noi non possiamo più aspettare, perchè Giogiò è diventato famoso !
Balval è nato 56 anni fa da una famiglia di musicisti rom. Suo padre e suo nonno erano violinisti, all'età di 9 anni ha scelto invece la fisarmonica, strumento nuovo per quei tempi. All'età di 12 anni suonava ai matrimoni e alle feste. A 18 anni ha deciso di cercare fortuna in altri paesi che potessero offrirgli maggiori possibilità della Serbia.
Dal 1971 al 1996 ha fatto il musicista in vari paesi d'Europa. Dal 1996 vive stabilmente in Italia e continua ad esercitare la professione di musicista.
Da tre anni circa collabora con un gruppo di musica serba e balcanica, i Muzikanti. Con loro ha prodotto due dischi, e insieme a loro si esibisce in occasione di eventi pubblici e privati (feste, matrimoni, ecc). Insieme ad altri musicisti rom ha animato numerose serate in tutta Italia organizzate da Opera Nomadi, con cui collabora dal 1984.
Nella sua vita ha registrato numerosi dischi, come solista o come membro di orchestre; nel 2000 ha partecipato alla tournée di Piero Pelù, con il quale ha anche registrato un video; con Moni Ovadia ha stretto una fratena amicizia ed insieme hanno partecipato alla mostra su De Andrè, attualmente in giro per l'Italia. Numerosi sono i suoi concerti in occasioni ufficiali, in memoria dell'olocausto con la partecipazione di enti pubblici
Un corso di fisarmonica a orecchio, tenuto da uno dei migliori fisarmonicisti sulla piazza, per assoluti principianti, che non richiede né lettura della musica, né solfeggio né altre competenze musicali; e ci sarebbe pure la possibilità di avere lo strumento in affitto a prezzi convenzionati. Che ne dite?
Vorremmo farlo partire, ma ci serve un numero minimo di iscritti. Se siete interessati scrivete a corsi@schighera.org
La sua fisarmonica ha 39 anni. Jovica Jovic l’ha acquistata appena arrivato in Italia, a Stradella, nel 1971. Per essere precisi è una fisarmonica cromatica, uno di quei modelli introvabili con i bottoni al posto della tastiera, difficilissima da suonare. Jovic è un serbo di etnia rom e a guardarlo sembra un elegante pensionato sulla cinquantina, sorridente e dai modi gentili. Ma, suo malgrado, ha una doppia vita. Quella ufficiale, che vive sui palchi di mezza Italia a fianco di artisti internazionali e assieme alla sua band “ I Muzikanti”. E quella da clandestino, cominciata nel 2007 e passata a nascondersi fra un accampamento e l’altro. Con un’unica colpa: avere un visto scaduto.
Tratto da Repubblica
Muzikanti in concerto
Un musicista in fuga
Jovica di Belgrado
Ho sognato
Srecan rodjendan Jo Jo'
Gelem gelem
Amici di Jo Jo
Jo Jo'.. mi te volimo puno puno bez kraja !
Firma la petizione on line !
giovedì 11 febbraio 2010
La lettera di Piero
Dear Lina,
ho letto con molto interesse quanto tu mi hai inviato.
Innanzi tutto molti complimenti e tanta ammirazione per quanto tu hai fatto insieme alla Balkan Crew.
Aiutare il prossimo, cercare di evitare lutti e dolori è certamente l’azione più nobile e meritevole che un essere umano possa fare indipendentemente da ogni giudizio di "torto" o "ragione" delle Parti.
Anch’io ho preso coscienza ed ho, diciamo, contratto un fortissimo coinvolgimento (solo a livello mentale) sui fatti e misfatti della guerra ‘92-‘95 nei Balcani: la Guerra Serbo-Bosniaca.
Come mai tanto interesse?
Ho una Nuora profuga Bosniaca!
Si chiama M.: è scappata rocambolescamente da Serajevo nel ’95, ha passato un bel po’ di tempo in un campo profughi a Split e da lì finalmente è riuscita ad emigrare con i genitori negli USA con lo status di rifugiata.
Ha continuato i suoi studi laureandosi alla Darthmouth School of Medicin e conseguendo successivamente la Specializzazione in Pediatria alla Columbia University.
A Darthmouth ha incontrato il mio terzo Figlio P., che stava seguendo un corso di MBA presso Tuck School of Economics.
Sposati a Dubrovnic nel 2002 (cerimonia da fiaba sulla Torre più alta del Forte di Lavrienac), adesso i due vivono a NY, hanno avuto due gemellini, meravigliosi.
La Madre di M. è "Serba di Bosnia" / Ortodossa, il Padre è "Bosniaco" / Mussulmano.
Credo di aver ricevuto informazioni abbastanza "bilanciate" sugli eventi.
Da che parte sta la Ragione? Da che parte sta il Torto?
Lo sa solo il Buon Dio!
L’unica cosa che "sembra certa" è che la guerra sia stata scatenata dai Serbi.
Come sempre succede e questo purtroppo è una cosa "assolutamente certa", a guerra iniziata tutte le parti si scatenano a fare tutto il male possibile.
E così è stato anche questa volta.
E questo non vuol assolutamente dire che i "Serbi sono tutti criminali" come ha detto il poliziotto.
Sono generosissimi ed ospitali, direi quasi che ci si deve difendere dalla loro gentilezza (soprattutto a tavola dove si rischia di essere soffocati dal cibo che ti vogliono far ingurgitare a tutti i costi).
Ho vissuto 4 anni in Germania ad inizio anni ’60 ed ho mantenuto rapporti con amici carissimi, che ti sembra impossibile possano aver avuto parenti capaci di fare quello che è stato fatto lì negli anni ‘30-’40.
Ma è così.
Tutto ciò detto è la cosa più bella aiutare il prossimo senza riserve e senza giudicarlo.
Brava Lina!
Piero G.
ho letto con molto interesse quanto tu mi hai inviato.
Innanzi tutto molti complimenti e tanta ammirazione per quanto tu hai fatto insieme alla Balkan Crew.
Aiutare il prossimo, cercare di evitare lutti e dolori è certamente l’azione più nobile e meritevole che un essere umano possa fare indipendentemente da ogni giudizio di "torto" o "ragione" delle Parti.
Anch’io ho preso coscienza ed ho, diciamo, contratto un fortissimo coinvolgimento (solo a livello mentale) sui fatti e misfatti della guerra ‘92-‘95 nei Balcani: la Guerra Serbo-Bosniaca.
Come mai tanto interesse?
Ho una Nuora profuga Bosniaca!
Si chiama M.: è scappata rocambolescamente da Serajevo nel ’95, ha passato un bel po’ di tempo in un campo profughi a Split e da lì finalmente è riuscita ad emigrare con i genitori negli USA con lo status di rifugiata.
Ha continuato i suoi studi laureandosi alla Darthmouth School of Medicin e conseguendo successivamente la Specializzazione in Pediatria alla Columbia University.
A Darthmouth ha incontrato il mio terzo Figlio P., che stava seguendo un corso di MBA presso Tuck School of Economics.
Sposati a Dubrovnic nel 2002 (cerimonia da fiaba sulla Torre più alta del Forte di Lavrienac), adesso i due vivono a NY, hanno avuto due gemellini, meravigliosi.
La Madre di M. è "Serba di Bosnia" / Ortodossa, il Padre è "Bosniaco" / Mussulmano.
Credo di aver ricevuto informazioni abbastanza "bilanciate" sugli eventi.
Da che parte sta la Ragione? Da che parte sta il Torto?
Lo sa solo il Buon Dio!
L’unica cosa che "sembra certa" è che la guerra sia stata scatenata dai Serbi.
Come sempre succede e questo purtroppo è una cosa "assolutamente certa", a guerra iniziata tutte le parti si scatenano a fare tutto il male possibile.
E così è stato anche questa volta.
E questo non vuol assolutamente dire che i "Serbi sono tutti criminali" come ha detto il poliziotto.
Sono generosissimi ed ospitali, direi quasi che ci si deve difendere dalla loro gentilezza (soprattutto a tavola dove si rischia di essere soffocati dal cibo che ti vogliono far ingurgitare a tutti i costi).
Ho vissuto 4 anni in Germania ad inizio anni ’60 ed ho mantenuto rapporti con amici carissimi, che ti sembra impossibile possano aver avuto parenti capaci di fare quello che è stato fatto lì negli anni ‘30-’40.
Ma è così.
Tutto ciò detto è la cosa più bella aiutare il prossimo senza riserve e senza giudicarlo.
Brava Lina!
Piero G.
mercoledì 10 febbraio 2010
Gazela
Il carissimo Fabrizio Casavola ci ha proposto questo articolo preso da Le courrier de Balkans
E' passato un anno dal febbraio 2009, quando la bidonville rom sotto il ponte autostradale di Gazela, a Belgrado, fu vittima di un terribile incendio. Il sindaco approfittò dell'occasione per espellerne tutti gli abitanti. In Aprile, vennero abbattuti i baraccamenti illegali del Blocco 67, a Novi Beograd. Il sindaco continua le sue operazioni di "pulizia sociale", ma i rom cacciati in provincia muoiono di fame e di freddo. Reportage a Vranje di Goran Antić.
Il solo accesso all'accampamento improvvisato di Vranje, 350 chilometri a sud di Belgrado, è un percorso fangoso che sale per la collina. Gli stessi abitanti hanno scavato dei percorsi nella terra per arrivare ai loro ripari.
La casa dove alloggiano Nasser Kamberi, 38 anni, sua moglie ed i loro tre bambini, due ragazze ed un ragazzo, è tipica: pareti nude senza intonaco, un tetto di lamiera coperto di plastica. I suoi bambini poco vestiti corrono nella neve del mese di Gennaio, mentre i loro vestiti di ricambio, vecchi e strappati, si asciugano su una corda stesa.
"I bambini non possono andare a scuola in questa maniera, hanno vergogna di essere sporchi e malvestiti. Prima, a Belgrado, andavano a scuola. Qui, non hanno niente, né quaderni, né libri, né matite," spiega Irinka, la moglie di Nasser.
La vita era dura a Belgrado nell'accampamento illegale stabilito sotto il ponte di Gazela, ma la comunità si organizzava, faceva piccoli lavori, raccoglieva vecchi cartoni, faceva la selezione dei rifiuti per il riciclaggio.
Invece, a Vranje, non c'è nulla da fare. "Non c'è lavoro. I nostri bambini crepano di fame e viviamo di carità," racconta Nasser.
Le autorità di Belgrado hanno giustificato la pulizia dell'accampamento con la necessità di fare piazza pulita per la ricostruzione del ponte, che farà parte del famoso corridoio 10, che attraversa la capitale serba.
Il comune di Vranje sostiene di aver ricevuto più famiglie di quante aspettava e che non aveva fondi per occuparsi di tutti.
La famiglia di Dino Kamberović che conta tre persone, fa parte di questi nuovi arrivi. Ha ricevuto un'assegnazione di realloggiamento da parte del governo di 140.000 dinari (circa 1500 euro), ma il denaro è scomparso molto rapidamente.
"Il denaro è finito in un batter d'occhio. Non avevamo più nulla ed avevamo bisogno di tutto. Ho speso denaro per mangiare, per gli abiti, per il riscaldamento e per il materiale scolastico di mio figlio di 10 anni", spiega Dino che non ha lavoro e la cui famiglia deve sopravvivere con gli aiuti sociali di 15.000 dinari al mese (circa 160 euro).
Miroslav Iljazović e le sei persone che compongono la sua famiglia vivono affianco, in una baracca senza finestre con un uno tetto in lamiera. Ha ricevuto soltanto 31.000 dinari (circa 300 euro) d'aiuto sociale in quest'ultimi sei mesi, e tutto è stato speso per comperare da mangiare.
È la stessa cosa per Velija Kamberović. Di 20 anni soltanto, è già il padre di quattro bambini che si appendono alle sue gambe e chiedono di mangiare. "Mangiamo una volta al giorno ed è magra. È duro per noi perché non abbiamo l'acqua corrente; i bambini si lavano una volta al mese".
La decisione di spostare i rom è stata presa nel 2007, quando la Banca Europea per lo Sviluppo e la Ricostruzione (BERD), ha dato il suo benestare per assegnare i fondi per la ricostruzione del ponte alla condizione di spostare la gente che vi viveva sotto.
I rom sono stati ripartiti in diversi luoghi in provincia, secondo i loro vecchi indirizzi di residenza, con la promessa che le autorità locali li accogliessero in condizioni rispettabili.
I rom si sono lamentati più volte della loro situazione presso gli enti locali ed il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, ma nessuno ha prestato attenzione alla loro sorte. Il ministero li rinvia ai sindaci, ma lì non ottengono più attenzione. L'ultima volta che una delegazione è andata dal sindaco di Vranje, le guardie di sicurezza li hanno gettati fuori.
Branimir Stojancić incaricato degli affari sociali del sindaco di Vranje, ripete che ci sono più persone che sono arrivate per essere rialloggiate che non c'erano persone iscritte. "Avevamo una lista di 13 famiglie, e ne sono arrivate 29. Ci sono 16 famiglie che non erano iscritte e non possiamo aiutare tutta questa gente".
Le autorità provano a conservare un legame con questi nuovi arrivi. Il giorno di Vasilica, la festa celebrata da tutti i rom in occasione del nuovo anno ortodosso, il 13 Gennaio, gli eletti locali hanno offerto cognac ai residenti del campo rom di Gornja Čaršija.
Naser Kamberi non ha proprio apprezzato questo regalo. "Non abbiamo nulla da mangiare ed il sindaco ha denaro per offrirci il cognac! Non ho bisogno di cognac, ho bisogno di prodotti alimentari, di abiti e di libri per i miei bambini! Avrebbero almeno potuto dare un pacco di Natale ai bambini".
A Belgrado, la ricostruzione del ponte Gazela non è ancora cominciata. I lavori potrebbero iniziare in primavera.
Gagi è residente nel nuovo insediamento rom. Qui risiedono i Rom che per decisione dell'Assemblea Cittadina di Belgrado, cinque mesi prima, li spostò dall'insalubre accampamento posto nelle adiacenze del ponte "Gazela". Guardando le riprese della squadra della Radio Televisione Serba - RTS che diverse volte registrava pellicole, a Gagi è cresciuto il desiderio di girare un film sui suoi vicini ed amici.
Gagi si fece prestare una videocamera ed andò a filmare. Però i vicini erano molto più propensi a parlare quando la videocamera era spenta, rispetto a quando Gagi con la videocamera accesa li interrogava sulla loro vita ed i problemi che affrontavano. Si può respirare l'atmosfera nell'insediamento attraverso le sue conversazioni con i vicini. Nelle parti dove non vengono date le risposte concrete, secondo il giudizio di Gagi, è lui stesso che si pone di fronte alla videocamera, spiegando lui stesso più dettagli della situazione.
Era intenzione di Gagi che il film fosse visto da qualcuno di RTS perché venisse trasmesso in TV. Spera che Milutin, il direttore film di RTS, lo aiuti. Milutin, [...] segue Gagi riprendendolo a su a volta nei sui sforzi di registrare la vita del suo nuovo insediamento. Storia ruvida su Gagi, le sue ambizioni, sui Rom ed i loro problemi, intervallata da diverse situazioni comiche [...]
Balkanophonie
Milutin Jovanovic
Roma in Europe / EBU Documentary / MIGRATION
E' passato un anno dal febbraio 2009, quando la bidonville rom sotto il ponte autostradale di Gazela, a Belgrado, fu vittima di un terribile incendio. Il sindaco approfittò dell'occasione per espellerne tutti gli abitanti. In Aprile, vennero abbattuti i baraccamenti illegali del Blocco 67, a Novi Beograd. Il sindaco continua le sue operazioni di "pulizia sociale", ma i rom cacciati in provincia muoiono di fame e di freddo. Reportage a Vranje di Goran Antić.
Il solo accesso all'accampamento improvvisato di Vranje, 350 chilometri a sud di Belgrado, è un percorso fangoso che sale per la collina. Gli stessi abitanti hanno scavato dei percorsi nella terra per arrivare ai loro ripari.
La casa dove alloggiano Nasser Kamberi, 38 anni, sua moglie ed i loro tre bambini, due ragazze ed un ragazzo, è tipica: pareti nude senza intonaco, un tetto di lamiera coperto di plastica. I suoi bambini poco vestiti corrono nella neve del mese di Gennaio, mentre i loro vestiti di ricambio, vecchi e strappati, si asciugano su una corda stesa.
"I bambini non possono andare a scuola in questa maniera, hanno vergogna di essere sporchi e malvestiti. Prima, a Belgrado, andavano a scuola. Qui, non hanno niente, né quaderni, né libri, né matite," spiega Irinka, la moglie di Nasser.
La vita era dura a Belgrado nell'accampamento illegale stabilito sotto il ponte di Gazela, ma la comunità si organizzava, faceva piccoli lavori, raccoglieva vecchi cartoni, faceva la selezione dei rifiuti per il riciclaggio.
Invece, a Vranje, non c'è nulla da fare. "Non c'è lavoro. I nostri bambini crepano di fame e viviamo di carità," racconta Nasser.
Le autorità di Belgrado hanno giustificato la pulizia dell'accampamento con la necessità di fare piazza pulita per la ricostruzione del ponte, che farà parte del famoso corridoio 10, che attraversa la capitale serba.
Il comune di Vranje sostiene di aver ricevuto più famiglie di quante aspettava e che non aveva fondi per occuparsi di tutti.
La famiglia di Dino Kamberović che conta tre persone, fa parte di questi nuovi arrivi. Ha ricevuto un'assegnazione di realloggiamento da parte del governo di 140.000 dinari (circa 1500 euro), ma il denaro è scomparso molto rapidamente.
"Il denaro è finito in un batter d'occhio. Non avevamo più nulla ed avevamo bisogno di tutto. Ho speso denaro per mangiare, per gli abiti, per il riscaldamento e per il materiale scolastico di mio figlio di 10 anni", spiega Dino che non ha lavoro e la cui famiglia deve sopravvivere con gli aiuti sociali di 15.000 dinari al mese (circa 160 euro).
Miroslav Iljazović e le sei persone che compongono la sua famiglia vivono affianco, in una baracca senza finestre con un uno tetto in lamiera. Ha ricevuto soltanto 31.000 dinari (circa 300 euro) d'aiuto sociale in quest'ultimi sei mesi, e tutto è stato speso per comperare da mangiare.
È la stessa cosa per Velija Kamberović. Di 20 anni soltanto, è già il padre di quattro bambini che si appendono alle sue gambe e chiedono di mangiare. "Mangiamo una volta al giorno ed è magra. È duro per noi perché non abbiamo l'acqua corrente; i bambini si lavano una volta al mese".
La decisione di spostare i rom è stata presa nel 2007, quando la Banca Europea per lo Sviluppo e la Ricostruzione (BERD), ha dato il suo benestare per assegnare i fondi per la ricostruzione del ponte alla condizione di spostare la gente che vi viveva sotto.
I rom sono stati ripartiti in diversi luoghi in provincia, secondo i loro vecchi indirizzi di residenza, con la promessa che le autorità locali li accogliessero in condizioni rispettabili.
I rom si sono lamentati più volte della loro situazione presso gli enti locali ed il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, ma nessuno ha prestato attenzione alla loro sorte. Il ministero li rinvia ai sindaci, ma lì non ottengono più attenzione. L'ultima volta che una delegazione è andata dal sindaco di Vranje, le guardie di sicurezza li hanno gettati fuori.
Branimir Stojancić incaricato degli affari sociali del sindaco di Vranje, ripete che ci sono più persone che sono arrivate per essere rialloggiate che non c'erano persone iscritte. "Avevamo una lista di 13 famiglie, e ne sono arrivate 29. Ci sono 16 famiglie che non erano iscritte e non possiamo aiutare tutta questa gente".
Le autorità provano a conservare un legame con questi nuovi arrivi. Il giorno di Vasilica, la festa celebrata da tutti i rom in occasione del nuovo anno ortodosso, il 13 Gennaio, gli eletti locali hanno offerto cognac ai residenti del campo rom di Gornja Čaršija.
Naser Kamberi non ha proprio apprezzato questo regalo. "Non abbiamo nulla da mangiare ed il sindaco ha denaro per offrirci il cognac! Non ho bisogno di cognac, ho bisogno di prodotti alimentari, di abiti e di libri per i miei bambini! Avrebbero almeno potuto dare un pacco di Natale ai bambini".
A Belgrado, la ricostruzione del ponte Gazela non è ancora cominciata. I lavori potrebbero iniziare in primavera.
Gagi è residente nel nuovo insediamento rom. Qui risiedono i Rom che per decisione dell'Assemblea Cittadina di Belgrado, cinque mesi prima, li spostò dall'insalubre accampamento posto nelle adiacenze del ponte "Gazela". Guardando le riprese della squadra della Radio Televisione Serba - RTS che diverse volte registrava pellicole, a Gagi è cresciuto il desiderio di girare un film sui suoi vicini ed amici.
Gagi si fece prestare una videocamera ed andò a filmare. Però i vicini erano molto più propensi a parlare quando la videocamera era spenta, rispetto a quando Gagi con la videocamera accesa li interrogava sulla loro vita ed i problemi che affrontavano. Si può respirare l'atmosfera nell'insediamento attraverso le sue conversazioni con i vicini. Nelle parti dove non vengono date le risposte concrete, secondo il giudizio di Gagi, è lui stesso che si pone di fronte alla videocamera, spiegando lui stesso più dettagli della situazione.
Era intenzione di Gagi che il film fosse visto da qualcuno di RTS perché venisse trasmesso in TV. Spera che Milutin, il direttore film di RTS, lo aiuti. Milutin, [...] segue Gagi riprendendolo a su a volta nei sui sforzi di registrare la vita del suo nuovo insediamento. Storia ruvida su Gagi, le sue ambizioni, sui Rom ed i loro problemi, intervallata da diverse situazioni comiche [...]
Balkanophonie
Milutin Jovanovic
Roma in Europe / EBU Documentary / MIGRATION
lunedì 8 febbraio 2010
Gornja Maoca un piccolo villagio in Bosnia
La settimana scorsa ho scoperto una notizia abbatsabza strana; l'hanno data su RTS (Radio televizije Srbije) e per un po' ho cercato la notizia sui siti italiani o tedeschi...e solo dopo qualche giorno ho trovato poche righe su questo fatto.
Ve lo riporto come scrive la reuters(italia) il 3.2.2010:
SARAJEVO (Reuters) - La polizia bosniaca ha sferrato oggi raid su larga scala in un villaggio nel nord della Bosnia, sede di un gruppo islamico radicale chiamato Wahabbi, alla ricerca delle persone sospettate dalle autorità locali di destabilizzare il paese.
L'operazione, che ha coinvolto 600 agenti di polizia, è la più grande dalla fine della guerra del 1992-1995, dice Boris Grubesic, portavoce della procura.
"Le attività hanno lo scopo di perseguire gli individui sospettati di minare l'integrità territoriale, l'ordine costituzionale e di incitare l'intolleranza etnica, razziale e religiosa", aggiunge Grubesic.
Alcuni militanti islamici provenienti dall'estero, che hanno combattuto durante la guerra al fianco dei musulmani bosniaci contro i serbi e i croati, si sono stanziati nel villaggio balcanico dando vita alla loro comunità. Sono stati poi raggiunti da alcuni seguaci locali del movimento Wahabbi.
In dicembre un tribunale bosniaco ha accusato di terrorismo e di traffico di armi un gruppo di integralisti islamici.
Le informazioni sono veramente poche, vi aggiungo le informazione tratte dal sito di della WienerZeitung che è uno dei giornali occidentali che da un po' più di attenzione ai balcani.
Ve lo riporto come scrive la reuters(italia) il 3.2.2010:
SARAJEVO (Reuters) - La polizia bosniaca ha sferrato oggi raid su larga scala in un villaggio nel nord della Bosnia, sede di un gruppo islamico radicale chiamato Wahabbi, alla ricerca delle persone sospettate dalle autorità locali di destabilizzare il paese.
L'operazione, che ha coinvolto 600 agenti di polizia, è la più grande dalla fine della guerra del 1992-1995, dice Boris Grubesic, portavoce della procura.
"Le attività hanno lo scopo di perseguire gli individui sospettati di minare l'integrità territoriale, l'ordine costituzionale e di incitare l'intolleranza etnica, razziale e religiosa", aggiunge Grubesic.
Alcuni militanti islamici provenienti dall'estero, che hanno combattuto durante la guerra al fianco dei musulmani bosniaci contro i serbi e i croati, si sono stanziati nel villaggio balcanico dando vita alla loro comunità. Sono stati poi raggiunti da alcuni seguaci locali del movimento Wahabbi.
In dicembre un tribunale bosniaco ha accusato di terrorismo e di traffico di armi un gruppo di integralisti islamici.
Le informazioni sono veramente poche, vi aggiungo le informazione tratte dal sito di della WienerZeitung che è uno dei giornali occidentali che da un po' più di attenzione ai balcani.
Il villaggio in questione è la parte alta di Gornja Maoca (Maoca alta), è vicino a Brcko e si trova nel nord della BiH (Bosnia & Hercegovina). I "wahabbi" che dopo la guerra sono rimasti in Bosnia (la piu parte si era sposata con donne bosniache) hanno creato un villaggio con strutture parallele (legge, scuole etc.) e vivono osservando rigorosamente il corano e condannano qualsiasi interpretazione libera dell'Islam.
Tanti Wahabbi hanno dovuto (sotto pressione degli USA) lasciare la BiH dopo la guerra, ma ancora oggi c'è gente che aderisce a questo gruppo.
Oltre al problema di strutture parallele qui si aggiunge quello di traffico di armi e di terrorismo. Questo è anche un motivo perchè la liberazione dei visti per la BiH è in pericolo.
I musulmani di Bosnia, generalmente vivono un Islam molto libertino. Portare il velo, non bere alcol e non mangiare carne di maiale è una cosa privata e non controllata dallo stato. Questo post NON tratta della popolazione musulmana di BiH, ma di una piccola minoranza pericolosa che con i bosniaci c'entra poco.
Io mi preocupo per un altro fatto: questa cellula di estremisti che si oppone a qualsiasi regola del luogho è appena a 1000 km da qui. Chi di noi viaggia regolarmente nei balcani ci passa vicino senza accorgersene.
Oltre al problema di strutture parallele qui si aggiunge quello di traffico di armi e di terrorismo. Questo è anche un motivo perchè la liberazione dei visti per la BiH è in pericolo.
I musulmani di Bosnia, generalmente vivono un Islam molto libertino. Portare il velo, non bere alcol e non mangiare carne di maiale è una cosa privata e non controllata dallo stato. Questo post NON tratta della popolazione musulmana di BiH, ma di una piccola minoranza pericolosa che con i bosniaci c'entra poco.
Io mi preocupo per un altro fatto: questa cellula di estremisti che si oppone a qualsiasi regola del luogho è appena a 1000 km da qui. Chi di noi viaggia regolarmente nei balcani ci passa vicino senza accorgersene.
Eppure qui in Europa occidentale non ne sapiamo niente. I giornali non ci informano su questi fatti. Solo se per questi wahabbi dovesse scopiare un conflitto se ne parlerebbe, e magari si criticherà la polizia di BiH, accusandola di non rispettare la libertà di religione, la libertà di una "minoranza", di imporre brutalmente le regole di stato.
Dobbiamo essere consapevoli, che quello che succede nei balcani e quello che veniamo a sapere qui in occidente sono due cose molto diverse.
Se vi interessa qualche link in più (in inglese, mi spiace ma in Italiano non si trova quasi niente su questo tema...rendetevi conto come siamo bene informati!!!!):
Bosnian police raid radical Muslim stronghold
Bosnia Investigates Radical Threats
domenica 7 febbraio 2010
10 Febbraio 2010. Il giorno del ricordo
sabato 6 febbraio 2010
Lina ponovo u Claviere
Dedicato a Riccardo e a Luca
Finalmente anche quest'anno sono riuscita ad andare a sciare. Visti i costi diventa sempre piu' un'impresa impossibile.
Mi ricordavo la bella giornata dell'anno scorso, quando avevo intervistato Nicola ed ero rabbrividita a sentire la sua esperienza in Kosovo.
Quest'anno ho avuto una bellissima sorpresa. Al posto di Nicola c'erano 4 bellissimi volontari della Croce verde ai quali va il nostro saluto e ringraziamento, perchè stare fermi tante ore al freddo è proprio faticoso e poi.. dalla nebbia.. sono apparsi 6 ragazzi così belli, ma così belli che non ho potuto fare a meno di fotografarli !
Tutti loro sono stati nei Balcani, da Sarajevo a Decani e in 100 altri posti in Kosovo e in Bosnia.
Ho provato a chiedere loro qualcosa sulla loro esperienza e avrebbero anche voluto dirmi... ma si sono guardati e hanno risposto in coro : non possiamo !
Mi sa' che ce l'ho scritto in fronte che di me non ci si puo' fidare !!!
Comunque, carissimi, la nostra crew è piena di giovani fanciulle, per cui scriveteci, perchè mi sa' che Maria si sta già facendo un poster della vostra foto !!
balkan_crew at yahoo.it
Claviere 2009
Vulcano Mitrovica
Appello per la protezione dei Monasteri in Kosovo
I militari se ne vanno
Socanica
Croce verde Claviere
Ed eccolo qua l'alpino più bello del mondo !!!
Mamma mia Luka.. se mi guardi così, con quel sorriso tako tako.. io svengo !!!
Ti amo troppo.. scapperemo io e te nei balkani e creeremo un conflitto di interessi..
Tu interessi a me e le altre si arrangiano !!! ih! ih!
Finalmente anche quest'anno sono riuscita ad andare a sciare. Visti i costi diventa sempre piu' un'impresa impossibile.
Mi ricordavo la bella giornata dell'anno scorso, quando avevo intervistato Nicola ed ero rabbrividita a sentire la sua esperienza in Kosovo.
Quest'anno ho avuto una bellissima sorpresa. Al posto di Nicola c'erano 4 bellissimi volontari della Croce verde ai quali va il nostro saluto e ringraziamento, perchè stare fermi tante ore al freddo è proprio faticoso e poi.. dalla nebbia.. sono apparsi 6 ragazzi così belli, ma così belli che non ho potuto fare a meno di fotografarli !
Tutti loro sono stati nei Balcani, da Sarajevo a Decani e in 100 altri posti in Kosovo e in Bosnia.
Ho provato a chiedere loro qualcosa sulla loro esperienza e avrebbero anche voluto dirmi... ma si sono guardati e hanno risposto in coro : non possiamo !
Mi sa' che ce l'ho scritto in fronte che di me non ci si puo' fidare !!!
Comunque, carissimi, la nostra crew è piena di giovani fanciulle, per cui scriveteci, perchè mi sa' che Maria si sta già facendo un poster della vostra foto !!
balkan_crew at yahoo.it
Claviere 2009
Vulcano Mitrovica
Appello per la protezione dei Monasteri in Kosovo
I militari se ne vanno
Socanica
Croce verde Claviere
Ed eccolo qua l'alpino più bello del mondo !!!
Mamma mia Luka.. se mi guardi così, con quel sorriso tako tako.. io svengo !!!
Ti amo troppo.. scapperemo io e te nei balkani e creeremo un conflitto di interessi..
Tu interessi a me e le altre si arrangiano !!! ih! ih!
venerdì 5 febbraio 2010
Tredicesima lezione di italiano
e adesso andate via
voglio restare solo
con la malinconia
volare nel suo cielo
non chiesi mai chi eri
perche' scegliesti me
me che fino a ieri
credevo fossi un re.
perdere l'amore
quando si fa sera
quando tra i capelli un po'
d'argento li colora
rischi d'impazzire
puo' scoppiarti il cuore
perdere una donna e avere voglia
di morire.
lasciami gridare
rinnegare il cielo
prendere a sassate tutti i
sogni ancora in volo
li faro' cadere ad uno ad uno
spezzero' le ali del destino
e ti avro' vicino.
comunque ti capisco
e ammetto che sbagliavo
facevo le tue scelte
chissa' che pretendevo
e adesso che rimane
di tutto il tempo insieme
un uomo troppo solo
che ancora ti vuol bene.
perdere l'amore
quando si fa sera
quando sopra il viso c'e' una ruga
che non c'era
provi a ragionare
fai l'indifferente
fino a che ti accorgi che non
sei servito a niente
e vorresti urlare
soffocare il cielo
sbattere la testa mille volte
contro il muro
respirare forte il suo cuscino
dire e' tutta colpa del destino
se non ti ho vicino
perdere l'amore
maledetta sera
che raccoglie i cocci di una vita
immaginaria
pensi che domani e' un giorno nuovo
ma ripeti non me l'aspettavo
non me l'aspettavo
prendere a sassate
tutti i sogni ancora in volo
li faro' cadere ad uno ad uno spezzero'
le ali del destino e ti avro' vicino.
perdere l'amore.
il lo la i gli le
lo amore = l'amore
lo indifferente = l'indifferente
Gli articoli determinativi
Perdere l'amore
giovedì 4 febbraio 2010
Irinej è il nuovo patriarca
Il patriarca di Serbia Irinej, da poco eletto, e appena installato nel suo ruolo di capo della Chiesa ortodossa di quel paese, ha suggerito che si tenga nel 2013 un incontro ecumenico di ampiezza mondiale nel suo paese. L'evento dovrebbe celebrare il ricordo, a 1700 anni di distanza, dell'editto di Milano. E Irinej pensa che il luogo ideale per questo avvenimento, che vedrebbe riuniti tutti i leader cristiani del pianeta, potrebbe aver luogo a Nis, dove ebbe i natali l'imperatore romano Costantino. Irinej ha anche espresso la speranza (un sostanziale invito) che anche Benedetto XVI voglia essere presente.
Sarebbe la prima visita di un pontefice romano in Serbia. Irinej non ha detto esplicitamente che il convegno potrebbe fornire l'opportunità e la "location" per l'incontro fra Benedetto XVI e il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill; ma è evidente che questa prospettiva sarebbe più che probabile, e risolverebbe anche il problema, non secondario della scelta di un luogo appropriato per il meeting "al vertice" fra i responsabili della prima e della terza Roma.
Il suggerimento di Irinej ha anche un evidente significato distensivo verso Roma; e considerando che invece all'epoca del suo predecessore, Pavle, i rapporti non erano cordiali, segna anche un mutamento di clima, dovuto alla simpatia che Benedetto raccoglie nelle chiese dell'Europa orientale.
Da La Stampa
Tengo a precisare che questo è il parere di un giornalista del quotidiano La Stampa, perchè ipotizzare che Giovanni Paolo II, il Papa polacco, non godesse di simpatia nell'Est è un po' esagerato a mio parere.
Sarebbe la prima visita di un pontefice romano in Serbia. Irinej non ha detto esplicitamente che il convegno potrebbe fornire l'opportunità e la "location" per l'incontro fra Benedetto XVI e il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill; ma è evidente che questa prospettiva sarebbe più che probabile, e risolverebbe anche il problema, non secondario della scelta di un luogo appropriato per il meeting "al vertice" fra i responsabili della prima e della terza Roma.
Il suggerimento di Irinej ha anche un evidente significato distensivo verso Roma; e considerando che invece all'epoca del suo predecessore, Pavle, i rapporti non erano cordiali, segna anche un mutamento di clima, dovuto alla simpatia che Benedetto raccoglie nelle chiese dell'Europa orientale.
Da La Stampa
Tengo a precisare che questo è il parere di un giornalista del quotidiano La Stampa, perchè ipotizzare che Giovanni Paolo II, il Papa polacco, non godesse di simpatia nell'Est è un po' esagerato a mio parere.
martedì 2 febbraio 2010
Il macellaio
Dedicato ai cari Sberleffi
Chissà come mai nei giorni scorsi mi è venuto in mente che Ciccio sax burek mi aveva detto di aver partecipato alle riprese del film "Il macellaio" con Alba Parietti e Miki Manojlovic.
Miki è stato a Torino ospite di Vera di Pec, ma io purtroppo non l'ho saputo.
Alina è una donna brillante e piena di iniziativa che dirige a Palermo un'avviata galleria d'arte. Il marito Daniele, affermato direttore d'orchestra, colto e intelligente, non è una presenza fissa. Un giorno, nell'accompagnare Daniele all'aeroporto, Alina avverte un senso di vuoto. Proverà a colmarlo con un macellaio sempre scherzoso e prodigo di allusioni erotiche che suscita in lei una forte attrazione.
Sono le sue sopracciglia a fare la differenza? Magari. Forse. Chissà. Miki Manojlovic è entrato anche nella cinematografia italiana, purtroppo con il pessimo Il macellaio, anche se si era già messo mirabilmente in luce per ruoli di buoni e cattivi nei film di Kusturica. In effetti, se lo si osserva meglio, a dargli quell'aria da mascalzone, contribuiscono notevolmente anche le sue sopracciglia così folte e nere. E che dire di quelle labbra sottili e dei baffetti che ogni tanto si fa crescere sotto il naso. Una maschera che ha saputo narrare la Jugoslavia dalla A alla Z, con una padronanza per la recitazione che molti invidiano.
Figlio d'arte, sua madre è infatti l'attrice Zorka Manojlovic, Miki Manojlovic ha iniziato a recitare subito dopo essersi diplomato alla Scuola d'Arte Drammatica di Belgrado e, in brevissimo tempo, si è imposto come uno dei più popolari attori dell'Europa dell'Est in circolazione, vincendo anche numerosi premi nazionali e internazionali. Sposato con l'attrice Tamara Vuckovic, dalla quale ha avuto una figlia, l'attrice Carna Manojlovic, muove i suoi primi passi in televisione a partire dal 1970, quando entra nel cast del telefilm Cedomir Ilic (1970) di Joakim Marusic, successivamente lavora al film tv Sarajevski atentat (1972) di Arsenije Jovanovic, seguito da altri serial e film per il piccolo schermo come: Gradjani sela Luga (1972), Jelisavetini ljubavni jadi zbog molera (1972) di Dejan Karaklajic, Majstori (1972), Slike bez rama – iz decijih knjiga (1973) di Nebojsa Komadina, Zasto je pucao Alija Alijagic (1974) sempre di Jovanovic e Jednog lepog, lepog dana (1974) di Paolo Magelli.
Il debutto sul grande schermo avviene proprio nel 1974, grazie al film Otpisani di Aleksandar Djordjevic, ma a segnare la sua carriera sarà, senza alcun dubbio, il sodalizio artistico che lo legherà al grande regista bosniaco Emir Kusturica il quale, dopo averlo voluto come protagonista del film Papà… è in viaggio d'affari, nel 1985, lo sceglie più e più volte come interprete delle sue commedie. Dal capolavoro Underground (1995) - dove mette tutta la sua recitazione visionaria nell'interpretazione del compagno Marko, partigiano, trafficante e borsanerista che fa credere al suo paese che la Seconda Guerra Mondiale non è mai terminata e li costringe, per rifugiarsi dalle bombe, a vivere costantemente sottoterra per oltre un ventennio – alla miniserie televisiva Bila jednom jedna zemljia (1995), da Gatto nero, gatto bianco (1998) a Promise Me This (2007).
Da mymovies.it
Gli Sberleffi !
Ciccio sax burek
Chissà come mai nei giorni scorsi mi è venuto in mente che Ciccio sax burek mi aveva detto di aver partecipato alle riprese del film "Il macellaio" con Alba Parietti e Miki Manojlovic.
Miki è stato a Torino ospite di Vera di Pec, ma io purtroppo non l'ho saputo.
Alina è una donna brillante e piena di iniziativa che dirige a Palermo un'avviata galleria d'arte. Il marito Daniele, affermato direttore d'orchestra, colto e intelligente, non è una presenza fissa. Un giorno, nell'accompagnare Daniele all'aeroporto, Alina avverte un senso di vuoto. Proverà a colmarlo con un macellaio sempre scherzoso e prodigo di allusioni erotiche che suscita in lei una forte attrazione.
Sono le sue sopracciglia a fare la differenza? Magari. Forse. Chissà. Miki Manojlovic è entrato anche nella cinematografia italiana, purtroppo con il pessimo Il macellaio, anche se si era già messo mirabilmente in luce per ruoli di buoni e cattivi nei film di Kusturica. In effetti, se lo si osserva meglio, a dargli quell'aria da mascalzone, contribuiscono notevolmente anche le sue sopracciglia così folte e nere. E che dire di quelle labbra sottili e dei baffetti che ogni tanto si fa crescere sotto il naso. Una maschera che ha saputo narrare la Jugoslavia dalla A alla Z, con una padronanza per la recitazione che molti invidiano.
Figlio d'arte, sua madre è infatti l'attrice Zorka Manojlovic, Miki Manojlovic ha iniziato a recitare subito dopo essersi diplomato alla Scuola d'Arte Drammatica di Belgrado e, in brevissimo tempo, si è imposto come uno dei più popolari attori dell'Europa dell'Est in circolazione, vincendo anche numerosi premi nazionali e internazionali. Sposato con l'attrice Tamara Vuckovic, dalla quale ha avuto una figlia, l'attrice Carna Manojlovic, muove i suoi primi passi in televisione a partire dal 1970, quando entra nel cast del telefilm Cedomir Ilic (1970) di Joakim Marusic, successivamente lavora al film tv Sarajevski atentat (1972) di Arsenije Jovanovic, seguito da altri serial e film per il piccolo schermo come: Gradjani sela Luga (1972), Jelisavetini ljubavni jadi zbog molera (1972) di Dejan Karaklajic, Majstori (1972), Slike bez rama – iz decijih knjiga (1973) di Nebojsa Komadina, Zasto je pucao Alija Alijagic (1974) sempre di Jovanovic e Jednog lepog, lepog dana (1974) di Paolo Magelli.
Il debutto sul grande schermo avviene proprio nel 1974, grazie al film Otpisani di Aleksandar Djordjevic, ma a segnare la sua carriera sarà, senza alcun dubbio, il sodalizio artistico che lo legherà al grande regista bosniaco Emir Kusturica il quale, dopo averlo voluto come protagonista del film Papà… è in viaggio d'affari, nel 1985, lo sceglie più e più volte come interprete delle sue commedie. Dal capolavoro Underground (1995) - dove mette tutta la sua recitazione visionaria nell'interpretazione del compagno Marko, partigiano, trafficante e borsanerista che fa credere al suo paese che la Seconda Guerra Mondiale non è mai terminata e li costringe, per rifugiarsi dalle bombe, a vivere costantemente sottoterra per oltre un ventennio – alla miniserie televisiva Bila jednom jedna zemljia (1995), da Gatto nero, gatto bianco (1998) a Promise Me This (2007).
Da mymovies.it
Gli Sberleffi !
Ciccio sax burek
lunedì 1 febbraio 2010
Le guerre tra poveri
Carissimi,
sembra proprio di essere ritornati all'età della pietra.
Mentre centinaia di lavoratori disoccupati vivono, nell'indifferenza piu' totale, sui tetti delle fabbriche, la Fiat è ufficialmente entrata a Kragujevac e il risultato dell'operazione non è il benessere e il posto di lavoro che ogni abitante si aspettava, bensi' la disoccupazione.
Care amiche, cari amici, oggi 1 febbraio 2010 la FIAT si e’ ufficialmente impossessata della fabbrica auto Zastava a Kragujevac, che d’ora in avanti dovrebbe chiamarsi Fiat Auto Serbia.
Ho appena parlato al telefono con Rajka Veljovic, dell’ufficio adozioni a distanza del Sindacato Samostanli e mi ha descritto una situazione drammatica.
La FIAT ha mantenuto in produzione, con contratto a tempo determinato di due mesi, 500 operai e con contratto di tre mesi cento impiegati; sul contratto non e’ indicato il valore del salario. I giornali Novosti e Politika ipotizzano oggi che il salario medio sara’ di 250 euro.
Gli altri lavoratori, oltre 2000, sono fuori dalla fabbrica e per loro si e’ genericamente parlato di cassa integrazione, ma al momento senza alcuna precisazione.
Il Sindacato non ha da oggi alcuna agibilita’ in fabbrica.
La situazione che si va delineando e’ la piu’ drammatica vissuta da questi lavoratori dai bombardamenti della NATO sulla loro fabbrica nel 1999.
Sostenere poi (come fanno alcune trasmissioni televisive italiane ed alcuni giornalisti) che in questo momento i lavoratori serbi stanno di fatto togliendo il lavoro agli operai italiani è inaccettabile.
Non è alimentando guerre fra poveri che si battono le politiche liberiste e selvagge del nostro tempo.
Da parte nostra cercheremo di portare a questi lavoratori tutta la nostra solidarieta’ materiale, come abbiamo fatto sempre in questi dieci anni.
Vi terremo informati delle evoluzioni della situazione.
Un cordiale saluto
Gilberto Vlaic
Trieste, 1 febbraio 2010
sembra proprio di essere ritornati all'età della pietra.
Mentre centinaia di lavoratori disoccupati vivono, nell'indifferenza piu' totale, sui tetti delle fabbriche, la Fiat è ufficialmente entrata a Kragujevac e il risultato dell'operazione non è il benessere e il posto di lavoro che ogni abitante si aspettava, bensi' la disoccupazione.
Care amiche, cari amici, oggi 1 febbraio 2010 la FIAT si e’ ufficialmente impossessata della fabbrica auto Zastava a Kragujevac, che d’ora in avanti dovrebbe chiamarsi Fiat Auto Serbia.
Ho appena parlato al telefono con Rajka Veljovic, dell’ufficio adozioni a distanza del Sindacato Samostanli e mi ha descritto una situazione drammatica.
La FIAT ha mantenuto in produzione, con contratto a tempo determinato di due mesi, 500 operai e con contratto di tre mesi cento impiegati; sul contratto non e’ indicato il valore del salario. I giornali Novosti e Politika ipotizzano oggi che il salario medio sara’ di 250 euro.
Gli altri lavoratori, oltre 2000, sono fuori dalla fabbrica e per loro si e’ genericamente parlato di cassa integrazione, ma al momento senza alcuna precisazione.
Il Sindacato non ha da oggi alcuna agibilita’ in fabbrica.
La situazione che si va delineando e’ la piu’ drammatica vissuta da questi lavoratori dai bombardamenti della NATO sulla loro fabbrica nel 1999.
Sostenere poi (come fanno alcune trasmissioni televisive italiane ed alcuni giornalisti) che in questo momento i lavoratori serbi stanno di fatto togliendo il lavoro agli operai italiani è inaccettabile.
Non è alimentando guerre fra poveri che si battono le politiche liberiste e selvagge del nostro tempo.
Da parte nostra cercheremo di portare a questi lavoratori tutta la nostra solidarieta’ materiale, come abbiamo fatto sempre in questi dieci anni.
Vi terremo informati delle evoluzioni della situazione.
Un cordiale saluto
Gilberto Vlaic
Trieste, 1 febbraio 2010
Eidos teatro e Alan
Nei giorni scorsi sono venuta in contatto ( ma non ravvicinato) con un'associazione teatrale molto carina.
Si chiama Eidos ed è gestita da un ragazzo bellissimo che si chiama Alan Mauro Vai
Diplomato alla Scuola Professionale d'Arte Teatrale (SAT) di Teatranza Artedrama a Torino nel 2006, ha lavorato a Milano, Roma e Perugia, con la Compagnia Gabriele Lavia, il Teatro Stabile dell'Umbria, la Societas Raffaello Sanzio e il Teatro Mohole, e si è formato con grandi maestri quali Cesar Brie, Mamadou Dioume, Romeo Castellucci e Chiara Guidi, affiancando al lavoro attoriale quello registico e di pedagogia teatrale. Da un anno è regista e drammaturgo della compagnia Eidos Teatro di Torino.
Alan sta cercando commedie balkanike e mi ha chiesto (dolore !) se ne conoscevo...
emmmm... la risposta è stata : " mi informo" , ma subito dopo Alan mi ha lasciata senza parole parlandomi di Marina Abramovic come di un'attrice conosciuta da sempre.
Grande Alan, non solo bello, ma anche simpaticissimo !!
Ti amiamo alla follia !
Allora.. che commedia gli consigliamo ?
eidosteatro@gmail.com
Cell. 3938322405
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