Il carissimo Fabrizio Casavola ci ha proposto questo articolo preso da Le courrier de Balkans
E' passato un anno dal febbraio 2009, quando la bidonville rom sotto il ponte autostradale di Gazela, a Belgrado, fu vittima di un terribile incendio. Il sindaco approfittò dell'occasione per espellerne tutti gli abitanti. In Aprile, vennero abbattuti i baraccamenti illegali del Blocco 67, a Novi Beograd. Il sindaco continua le sue operazioni di "pulizia sociale", ma i rom cacciati in provincia muoiono di fame e di freddo. Reportage a Vranje di Goran Antić.
Il solo accesso all'accampamento improvvisato di Vranje, 350 chilometri a sud di Belgrado, è un percorso fangoso che sale per la collina. Gli stessi abitanti hanno scavato dei percorsi nella terra per arrivare ai loro ripari.
La casa dove alloggiano Nasser Kamberi, 38 anni, sua moglie ed i loro tre bambini, due ragazze ed un ragazzo, è tipica: pareti nude senza intonaco, un tetto di lamiera coperto di plastica. I suoi bambini poco vestiti corrono nella neve del mese di Gennaio, mentre i loro vestiti di ricambio, vecchi e strappati, si asciugano su una corda stesa.
"I bambini non possono andare a scuola in questa maniera, hanno vergogna di essere sporchi e malvestiti. Prima, a Belgrado, andavano a scuola. Qui, non hanno niente, né quaderni, né libri, né matite," spiega Irinka, la moglie di Nasser.
La vita era dura a Belgrado nell'accampamento illegale stabilito sotto il ponte di Gazela, ma la comunità si organizzava, faceva piccoli lavori, raccoglieva vecchi cartoni, faceva la selezione dei rifiuti per il riciclaggio.
Invece, a Vranje, non c'è nulla da fare. "Non c'è lavoro. I nostri bambini crepano di fame e viviamo di carità," racconta Nasser.
Le autorità di Belgrado hanno giustificato la pulizia dell'accampamento con la necessità di fare piazza pulita per la ricostruzione del ponte, che farà parte del famoso corridoio 10, che attraversa la capitale serba.
Il comune di Vranje sostiene di aver ricevuto più famiglie di quante aspettava e che non aveva fondi per occuparsi di tutti.
La famiglia di Dino Kamberović che conta tre persone, fa parte di questi nuovi arrivi. Ha ricevuto un'assegnazione di realloggiamento da parte del governo di 140.000 dinari (circa 1500 euro), ma il denaro è scomparso molto rapidamente.
"Il denaro è finito in un batter d'occhio. Non avevamo più nulla ed avevamo bisogno di tutto. Ho speso denaro per mangiare, per gli abiti, per il riscaldamento e per il materiale scolastico di mio figlio di 10 anni", spiega Dino che non ha lavoro e la cui famiglia deve sopravvivere con gli aiuti sociali di 15.000 dinari al mese (circa 160 euro).
Miroslav Iljazović e le sei persone che compongono la sua famiglia vivono affianco, in una baracca senza finestre con un uno tetto in lamiera. Ha ricevuto soltanto 31.000 dinari (circa 300 euro) d'aiuto sociale in quest'ultimi sei mesi, e tutto è stato speso per comperare da mangiare.
È la stessa cosa per Velija Kamberović. Di 20 anni soltanto, è già il padre di quattro bambini che si appendono alle sue gambe e chiedono di mangiare. "Mangiamo una volta al giorno ed è magra. È duro per noi perché non abbiamo l'acqua corrente; i bambini si lavano una volta al mese".
La decisione di spostare i rom è stata presa nel 2007, quando la Banca Europea per lo Sviluppo e la Ricostruzione (BERD), ha dato il suo benestare per assegnare i fondi per la ricostruzione del ponte alla condizione di spostare la gente che vi viveva sotto.
I rom sono stati ripartiti in diversi luoghi in provincia, secondo i loro vecchi indirizzi di residenza, con la promessa che le autorità locali li accogliessero in condizioni rispettabili.
I rom si sono lamentati più volte della loro situazione presso gli enti locali ed il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, ma nessuno ha prestato attenzione alla loro sorte. Il ministero li rinvia ai sindaci, ma lì non ottengono più attenzione. L'ultima volta che una delegazione è andata dal sindaco di Vranje, le guardie di sicurezza li hanno gettati fuori.
Branimir Stojancić incaricato degli affari sociali del sindaco di Vranje, ripete che ci sono più persone che sono arrivate per essere rialloggiate che non c'erano persone iscritte. "Avevamo una lista di 13 famiglie, e ne sono arrivate 29. Ci sono 16 famiglie che non erano iscritte e non possiamo aiutare tutta questa gente".
Le autorità provano a conservare un legame con questi nuovi arrivi. Il giorno di Vasilica, la festa celebrata da tutti i rom in occasione del nuovo anno ortodosso, il 13 Gennaio, gli eletti locali hanno offerto cognac ai residenti del campo rom di Gornja Čaršija.
Naser Kamberi non ha proprio apprezzato questo regalo. "Non abbiamo nulla da mangiare ed il sindaco ha denaro per offrirci il cognac! Non ho bisogno di cognac, ho bisogno di prodotti alimentari, di abiti e di libri per i miei bambini! Avrebbero almeno potuto dare un pacco di Natale ai bambini".
A Belgrado, la ricostruzione del ponte Gazela non è ancora cominciata. I lavori potrebbero iniziare in primavera.
Gagi è residente nel nuovo insediamento rom. Qui risiedono i Rom che per decisione dell'Assemblea Cittadina di Belgrado, cinque mesi prima, li spostò dall'insalubre accampamento posto nelle adiacenze del ponte "Gazela". Guardando le riprese della squadra della Radio Televisione Serba - RTS che diverse volte registrava pellicole, a Gagi è cresciuto il desiderio di girare un film sui suoi vicini ed amici.
Gagi si fece prestare una videocamera ed andò a filmare. Però i vicini erano molto più propensi a parlare quando la videocamera era spenta, rispetto a quando Gagi con la videocamera accesa li interrogava sulla loro vita ed i problemi che affrontavano. Si può respirare l'atmosfera nell'insediamento attraverso le sue conversazioni con i vicini. Nelle parti dove non vengono date le risposte concrete, secondo il giudizio di Gagi, è lui stesso che si pone di fronte alla videocamera, spiegando lui stesso più dettagli della situazione.
Era intenzione di Gagi che il film fosse visto da qualcuno di RTS perché venisse trasmesso in TV. Spera che Milutin, il direttore film di RTS, lo aiuti. Milutin, [...] segue Gagi riprendendolo a su a volta nei sui sforzi di registrare la vita del suo nuovo insediamento. Storia ruvida su Gagi, le sue ambizioni, sui Rom ed i loro problemi, intervallata da diverse situazioni comiche [...]
Balkanophonie
Milutin Jovanovic
Roma in Europe / EBU Documentary / MIGRATION
a discolpa della serbia si deve dire che ha avuto in pochissimi anni e soprattutto nel 2004 un numero elevatissimo di profughi dal kosovo
RispondiEliminaguardando queste favelas si capisce perchè i pochi serbi rimasti in kosovo preferiscono morire di stenti la' piuttosto che ai margini di bg
Non scorderò mai quei cinque bambini rom che chiedevano l'elemosina ad un semaforo a Belgrado. Una signora gli ha dato un pacco di crekers e loro si sono azzuffati per prenderlo. Ha vinto il più grande che è scappato, mentre il più piccolo si è buttato a terra piangendo dalla fame e io, impietrito, non ho fatto nulla, come tutti gli altri passanti.
RispondiEliminaMarco
Per precisione gli articoli sono due: uno sui profughi dell'insediamento Gazela e l'altro sul cineasta Gagi
RispondiEliminaTriste!
RispondiEliminaLa condizione dei rom putroppo è triste ovunque.
Non potrò mai dimenticare il quartetto di rom a Belgrado che inscenò un concerto rap al semaforo per ottenere qualche spicciolo! Scena simpaticissima e triste allo stesso tempo!
grazie della precisazione fabrizio
RispondiEliminasi.. sberleffo.. e tutto succede anche da noi !
Vogliamo presentarVi un straordinario momento di aggregazione che punta sul linguaggio universale che unisce popoli ed età e che funziona più di mille parole. Insieme con L'associazione culturale serba di Arzignano e KUD-Jelek sarà presentata parte della cultura serba : costumi tradizionali ricamati e coloratissimi, che del resto sembravano condizionare i balli, soprattutto il Kolo, una delle danze più conosciute e diffuse nella zona (“Kolo” in slavo significa “cerchio”; si tratta di una danza in cui i ballerini si dispongono in circolo). Fondamentale il messaggio del gruppo - la musica che accompagna le danze è legata a leggende e storie del folclore che hanno lo scopo di rafforzare l’identità nazionale.
RispondiEliminaTutti sono invitati cordialmente allo spetacolo presso il TEATRO PUCCINI di Merano al 20 Febbraio 2010 con inizio alle 19;00
Per tutte le informazioni; 3897891018
Bojan A.