giovedì 2 dicembre 2010

Islam e ortodossia


Ho recentemente letto il testo di una conferenza dal titolo "La natura dell'Islam", tenuta nel 2007 all'Istituto San Sergio di Parigi da Georges Khodr', il metropolita greco-ortodosso di Biblo e Botrys (Libano). Ci sono alcuni punti di questa conferenza che mi hanno profondamente colpito: innanzitutto mons. Khodr' mette in risalto il fatto che, nonostante le vicende storiche avverse, un profondo dialogo tra musulmani e cristiani esisteva già fin dall'inizio della storia islamica. Per primo San Giovanni di Damasco si occupa dell'Islam, considerandolo però una setta all'interno del cristianesimo stesso, infatti "il suo dialogo immaginario con un sarrazin mostra evidentemente che San Giovanni non conosceva abbastanza l'arabo per leggere il Corano, sebbene fosse amico del califfo Yazid [...]. I suoi errori furono presto dissipati dai teologi della Siria e dell'Iraq che acquisirono una conoscenza perfetta dell'Islam", mentre in tempi recenti, spiega Khodr’, "I più forti in questa materia mi sembrano gli arabisti russi che si sono occupati più approfonditamente della tematica musulmana rispetto agli occidentali".
Dall'altro lato l'Islam stesso è forse più vicino alla religione cristiana che non l'ebraismo post-biblico, avendo adottato come suo profeta lo stesso Gesù Cristo, fatto oggetto di una grande venerazione specie presso i sufi, gli asceti musulmani. Tra gli altri profeti menzionati nel Corano troviamo poi "Maria, Zaccaria padre di Giovanni Battista, il Battista stesso, Idris ( forse assimilato a Ermete Trismegisto), Noè, Abramo, Giuseppe, Saul, Salomone, Elia, Giona e Giobbe e dei personaggi non biblici come Luqman, Houd, Calih e Chou'aib, che sono propriamente dei profeti arabi".
Di sicuro la religione di Maometto è qualcosa più di un compendio tra il monoteismo cristiano e quello ebraico: il metropolita Khodr' insiste sulla sua natura propriamente araba, suggerendo che in origine Allah dovesse essere il dio principale di un pantheon più esteso, una sorta di Zeus o di Odino, nel quale però Maometto riconobbe i tratti del Dio unico di cristiani ed ebrei. Non a caso quando il Profeta dell'Islam ripulì la Ka'aba della Mecca da tutti gli idoli, oltre alla celebre Pietra Nera, risparmiò anche un'icona di Maria Theotokos (Madre di Dio) che rimase lì ancora per molti secoli.
Dalla lettura di molte sure del Corano si nota che Maometto doveva avere una certa conoscenza non solo dei testi biblici ma anche di diversi apocrifi e del monachesimo ortodosso, forse per mezzo di Waraka Ben Nauphal, un giudeo-cristiano, cugino della sua prima moglie Khadija. L'idea che Gesù non fosse morto sulla croce ma assunto direttamente in Cielo viene quasi sicuramente dai docetisti, eretici che negavano l'Incarnazione del Messia. Descrizioni della vita ultraterrena in cui compaiono giardini meravigliosi con alberi ombrosi e frutti succulenti, ricordano quelle dei testi siriaci, ma anche alcuni brani dell'ufficio funebre del rito bizantino. E forse il Corano, letto senza i vari commenti successivi, non è nemmeno così opposto al concetto di Trinità come si crede. Maometto tende a condannare chi affianca al culto di Allah quello di Gesù e Maria, considerandoli due altri dei minori. Questa credenza viene da lui attribuita ad una comunità chiamata Nazarà, nome che potrebbe fare pensare a Nazareth e quindi ai cristiani, non fosse che in arabo, allora come oggi, essi vengono denominati "masshi'in", seguaci del Messia e non Nazareni o Nazorei.
Certo, mons. Khodr' non è uno di quegli ecumenisti semplicistici e frettolosi che mettono in risalto le somiglianze, scordandosi delle differenze. Innanzitutto nell'Islam è assente il concetto di "storia della Salvezza". Dio è eterno e non esiste alcuna mediazione fra lui e la storia. Il modo con cui offre la sua misericordia ai credenti non ha nulla a che vedere con la kenosis cristiana. In quanto alla vita dopo il Giudizio finale e la Resurrezione, il Corano pare non fare distinzioni tra piaceri/pene fisici e beatitudine/dannazione spirituale. Non esiste come nel Vangelo l'idea di un "corpo glorisoso" dei risorti che li rende "simili agli angeli". Inoltre non c'è nessuna visione del Volto di Dio, nè una condivisione delle energie divine, tema caro agli esicasti, padri spirituali della Chiesa Ortodossa. Allah resta inconoscibile per l'uomo e non divide la sua condizione con nessuno.
Khodr' si sofferma infine sul dialogo islamo-cristiano attuale. Al momento molti studiosi musulmani cercano di conoscere i testi del cristianesimo sia ortodosso, sia eterodosso. Io stesso mi sono sorpreso, quando ho letto il romanzo Azazel di Youssef Ziedan, notando la profonda conoscenza della storia cristiana dei primi in possesso dell'autore, il quale oltre che romanziere è anche professore di filosofia musulmana e sufismo. Il metropolita libanese si domanda però se questo non resti solo un dialogo accademico.
Tutti conosciamo quanto siano difficili i rapporti tra le due fedi attualmente. I musulmani spesso considerano i cristiani in blocco "invasori crociati", dal canto nostro spesso siamo ancora legati all'idea del "feroce saladino" delle vecchie figurine a cui ora si sovrappone quella di Bin Laden. Per gli ortodossi la situazione è ancora più difficile, siccome tutti i paesi tradizionalmente ortodossi hanno conosciuto la dominazione islamica: persino la Valacchia nel XVI secolo era tenuta a pagare tributi ai turchi, mentre la Russia ha sperimentato l'occupazione di mongoli che avevano abbracciato l'Islam in Asia centrale. Nonostante questo esiste una "arabità" culturale che accomuna per lo meno i fedeli dei Patriarcati ortodossi di Antiochia, Gerusalemme e Alessandria ai musulmani. Anche se li si chiama comunemente greco-ortodossi, questi sono a tutti gli effetti degli arabo-ortodossi. Dall'altro lato ci sono musulmani europei, come ad esempio i bosniaci, che sono più vicini culturalmente a serbi e croati, piuttosto che agli egiziani o ai sauditi.
Per Georges Khodr’ esiste, oltre al bisogno di trovare un modo di convivere pacificamente, anche un motivo spirituale per comprendere l'Islam: ricordiamoci che scopo di ogni credente ortodosso è quello di arrivare a contemplare Dio dappertutto. Se San Giustino Martire poteva scorgere dei Logoi spermatikoi (semi del Verbo) nella mitologia pagana e nella filosofia greca, tanto più dovremmo trovarne noi in una religione che ha "adottato" Gesù e Maria. Io mi spingo anche più in là, affermando che tanto le diverse confessioni cristiane, tanto quelle islamiche (sunnismo, sciismo, sufismo, marabutismo, ecc.) hanno segnato un passaggio dal politeismo al monoteismo, ma oggi sono chiamate ad attuare un’evoluzione ulteriore: andare oltre tutti i concetti con cui abbiamo adornato il Dio unico, che hanno finito però per creare una barriera tra noi e Lui. Questo si chiama "apofatismo". Meister Eckhart e, più recentemente, Edward Schillebeeckx tra i cattolici romani, Isacco di Ninive tra gli ortodossi, Al-Hallag e Rabi'a tra i musulmani hanno già indicato la via.

Paolo Motta

13 commenti:

  1. grande ! grandissimo paolo.. il tuo testo è ricco di spunti !!!
    lo dedichiamo alla bosnia nella speranza che le tre religioni esistenti vivano sempre in pace e armonia.... e non è facile !
    ma ancora di piu' lo dedichiamo al kosovo.. terra in cui 133 monasteri sono distrutti
    santa balkania.. !!!!

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  2. Cari Amici di Balkan Crew, scusate se vi disturbo chiedendovi un aiuto.
    Scrivo qui perché non sapevo dove altro postare.
    Mi è capitato di trovarmi davanti a questo piccolo testo e non sapevo come tradurlo.
    Potreste aiutarmi?

    "Nasljednicima se temeljem Zakona i oporuke ostaviteljičine sestre pok. Kancijane Poropat od dana 20. veljače 2003. godine proglašavaju, te se ne naknadno pronadena ostavinska imovina uručuje: [...]"

    Mi scuso ancora per il disturbo.

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  3. per quello che ne capisco io parla del testamento di poropat del 2003 e dice che non si trovano i beni consegnati..
    ma adesso mi rivolgo a qualche serbo che ne capisce piu' di me
    magari scrivici una mail
    balkan_crew at yahoo.it
    e scusa se non riesco a tradurre bene !

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  4. Ma figurati, comunque dovrebbe essere croato.
    Grazie per la disponibilità!

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  5. ho qualche dubbio
    il croato ha la j al secondo posto
    vestica - vjestica
    qui di j ne vedo poche..
    ma arriverà il parere tecnico
    stiamo fiduciosi !

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  6. Contributo molto interessate, Grazie all'autore e a Balkan Crew. Tornerò presto a leggervi.
    tito

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  7. Però è estratto da un documento che arriva dalla burocrazia croata, comunque vi ringrazio ancora!

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  8. nema problema.. tra croato e serbo ci sono solo delle piccole differenze
    la mia collega francy dovrebbe essere dai genitori e quindi senza dsl...
    ma al piu' presto tornerà a casa e ci illuminerà d'immenso !

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  9. grazie tito
    gli autori sono questi
    http://sites.google.com/site/
    sajkaca32/burekburek

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  10. Zao mi je Lina ovo je hrvatski jezik !!!
    Milan

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  11. urkavè.. è proprio croato !!!
    e questo ?
    Moj život je san. Tvoj život je san. Živimo u sopstvenoj fantaziji, sopstvenoj kreaciji satkanoj od iluzija i sve što znamo o sebi je istina samo za nas. Moja istina nije tvoja istina. Moj san nije tvoj san. Dvoje ljudi nikada nema isti san.

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  12. ma a occhio e croce potrebbe essere che :
    "la sorella del compianto kancijan poropat, deceduto il 20/2/2003 non si è presentata per il ritiro dell'eredità"
    .. tutto a occhio e croce !

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  13. uuuauuu !!!!
    la nostra amica alessandra ha tradotto !
    "...ai tizi, proclamati eredi sulla base del testamento della defunta sorella.......... del 20 febbraio 2003 si consegnano i beni ulteriormente attestati facenti parte dell'eredità "

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