domenica 10 gennaio 2010

La paura del diverso


In Italia stiamo assistendo a dei gravissimi fatti di stampo razzista nei confronti di ragazzi dalla pelle nera, sfruttati da caporali mafiosi bianchi.
In realtà il nostro blog non si occupa di politica e nemmeno di immigrazioni dall'Africa, ma non molti anni fa, queste immigrazioni arrivavano dall'Albania e io non me la sento di non spendere nemmeno una parola in favore di persone rese schiave nel mio paese.
Perciò vi pubblico la storia vera che mi ha spedito un'amica.

Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla. Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un giovane di colore che stava leggendo il giornale. Quando cominciò a prendere il primo biscotto, anche il giovane ne prese uno; lei si sentì indignata, ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro. Tra lei e lei pensò: "Ma tu guarda che schifo, che arroganza, che maleducazione… se solo avessi un po' più di coraggio gliene direi quattro, tornatene al tuo Paese, prima di viaggiare impara ad essere civile...". Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, il giovane di colore accanto a lei, senza fare un minimo cenno, ne prendeva uno anche lui. Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò: "Ah, adesso voglio proprio vedere cosa farà.…!" Il giovane di colore prima che lei prendesse l'ultimo biscotto lo divise a metà!
"Ah, questo è troppo", pensò e cominciò a sbuffare ed indignata si alzò di scatto, borbottò a bassa voce "i cafoni dovrebbero restare a casa", prese le sue cose, il libro e la borsa e si incamminò verso l'uscita della sala d'attesa.
Quando si sentì un po' meglio e la rabbia era passata, si sedette su una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione e per evitare altri incontri spiacevoli. Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando....nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tutto intero nel suo interno. Capì solo allora che il pacchetto di biscotti uguale al suo era del giovane di colore che si era seduto accanto a lei e che però aveva diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, schifato, nervoso. Al contrario di lei che aveva sbuffato, ma che ora si sentiva sprofondare nella vergogna… (Ignoto)


Dovevano spararmi nelle gambe per ricordarvi che qui ci siamo anche noi? E' necessario tutto sto casino per parlare dei negretti? Dobbiamo rompere tutto per manifestare il nostro disagio? Spiegatemi come si fa a farsi sentire in questo paese. Questo è solo l'inizio,l'esplosione è imminente.
Sono un immigrato di 25 anni,regolare se qualche pignolo volesse saperlo, lavoro nei campi della Calabria da tre anni e "vivo" in una fabbrica abbandonata. Ogni mattina all'alba pronto per una nuova giornata di lavoro, ogni giorno costretto a piegare la testa, ogni giorno zitto, ubbidiente, piegato. Nei nostri campi una cassetta di clementine vale più della nostra vita, più della nostra dignità; nei nostri campi se qualcuno prova a ribellarsi è fottuto, completamente tagliato fuori. Io per qualche parola in più mi ritrovo con due pallottole nella gamba destra. Scusate se non sono riconoscente verso chi mi offre questo lavoro, so perfettamente che non tutti possono pemettersi un cartone su cui dormire la notte, non tutti si concedono cenette a lume di candela tutte le sere, poche persone hanno la possibilità di vedere topi belli come quelli che vedo ogni giorno io. Non so come ringraziarvi, ma io da oggi ho deciso di smettere con la bella vita. Tutto questo poi per 25 euro. Non mi sarei mai aspettato un'accoglienza così calorosa quando son partito dal Senegal.
Qui a Rosarno sono 2500 gli immigrati, 15000 i calabresi doc. Ieri le bestioline dei campi sono scese per strada perchè non ne potevano più di questa situazione, non potevano più stare zitti. I nostri non sono modi cortesi, non facciamo girotondi, non ci prendiamo per mano, d'altronde qualcuno mi ha insegnato che violenza genera violenza.
Voi come al solito vi siete dimostrati dei servi fedeli, avete , a modo vostro, cercato di mantenere l'ordine, avete ancora una volta fatto il loro gioco. Come sempre i deboli si scannano fra di loro, i pezzenti si uccidono per una cassetta di clementine e due limoni, muro contro muro, paura e pregiudizio. Gli altri, quelli che mangiano le nostre clementine , quelli che decidono, quelli che ci guardano dall'alto, se la ridono, e mentre loro ridono io mi ritrovo zoppo.
Forse qui da voi è sempre stato così, forse per voi il nemico è il più debole... forse tutto ciò è quello che meritate : una cassetta di clementine e tanta tanta vergogna.
Io me ne vado un pò zoppo, ma con la testa alta. Attenti però, l'esplosione è imminente.

1 commento:

  1. dopo il vomito causatomi dal tg1, ricevo una mail di un amico :

    ......E' disperante, si urla nell'indifferenza più assoluta e la catastrofe è vicina....Scusa Lina.......


    quanto ti do' ragione amico caro !
    vedrai che se toccano la Costituzione arriveremo a vedere brutte cose nelle nostre piazze e poi chissà che non ci faranno anche un bombardamento umanitario !

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