martedì 9 marzo 2010
Lingue e confini : la guerra infinita ?
La serata intitolata "Lingue e confini: la guerra infinita?" ha avuto luogo nella bella struttura all’interno della Villa Visconti d’Aragona (inizio alle ore 21), in presenza di una trentina di persone che hanno – per così dire -, sfidato la pioggia incessante e il freddo umido della serata.
Il Presidente del CESPI Giovanni Bianchi ha presentato noi due relatrici e nello stesso tempo ha fatto un’ampia introduzione a quello che era la Jugoslavia socialista, soffermandosi soprattutto sul suo modello di autogestione e sulla sua “europeità”, in quanto le città principali (Belgrado, Zagabria, Sarajevo) erano centri di una cultura vivace e in tutti i sensi europea. Era inevitabile contrapporre alla Jugoslavia titoista quella degli anni Novanta, delle guerre e della dissoluzione e qui Bianchi ha raccontato le sue esperienze durante i numerosi viaggi in Bosnia o in Serbia.
Io ho cercato di inquadrare la lingua come sistema e di presentarla da questo punto di vista (genetico, linguistico/morfologico, tipologico) come un’unicum: ho mostrato su esempi semplici e chiari ai “non addetti ai lavori” come funziona/va il serbo-croato/croato-serbo e quali caratteristiche ha (il sistema dei sostantivi, degli aggettivi, il sistema dei verbi ecc.), ho toccato i punti più importanti della sua storia, fino alla creazione artificiale delle nuove lingue. Questa è stata una base per porre alcuni argomenti che confermano la validità della tesi sulla policentricità del serbo-croato e delle sue varianti, citando qualche nome come esempio (Kordić, Bugarski, Klajn, Groeschel). Infine, ho mostrato citando alcuni casi ( Babić, Mesić, Anić, Buden Štrkalj) che il purismo, strettamente legato alla politica nazionalistica, equivale a una xenofobia linguistica.
Ho letto due brevi brani in traduzione italiana, il primo come introduzione dalla Vita e avventure, (Lecce, 2007, pp. 256- 257) di Dositej Obradović. Si tratta della Lettera a Haralampije dove già nel Settecento (1783) abbiamo la coscienza (dopo le esperienze europee dell’autore) di un’unità linguistica dell’ambito jugo-slavo: “[…] Chi non sa che gli abitanti del Montenegro, della Dalmazia, dell’Erzegovina, della Bosnia, della Serbia, della Croazia […], della Slavonia, del Sirmio, della Bačka e del Banato […] parlano un’unica stessa lingua? […] poiché la religione e la fede si possono cambiare, la razza e la lingua no […]. Il secondo pezzo presentato alla fine della relazione è tratto dal romanzo di Nenad Veličković, Sahib, (Nardò/LE, 2009, pp. 26-27): “Qui si parlano tre lingue: serbo, croato e bosniaco. In confidenza, penso che si tratti di una sola lingua con tre nomi diversi. […]”. Gli esempi comici e molto divertenti su come viene eseguita la “pulizia linguistica” hanno seguito da “ponte” alla relazione di Valentina Sileo che ha presentato il video, davvero molto interessante e coinvolgente. Il ripetersi della frase “Ja čitam” in diverse “lingue” ha fatto sì che il pubblico partecipasse, ripetendo la stessa frase.
La relazione di Valentina è stata “tecnica” ma anche molto vivace e ricca di esempi presentati in Power Point sul gergo giovanile. La tesi era di mostrare come anche questo strato della lingua, anche se poco soggetto alle regole di standardizzazione, nella variante sarajevese e belgradese, mostri le stesse caratteristiche, nonostante gli standard siano stati separati, per assecondare le politiche nazionali.
La partecipazione del pubblico è stata davvero ottima il che dimostrano anche alcuni (quattro o cinque,) interventi molto interessanti (tra cui anche quello di Ivana) e in armonia con quanto relazionato.
Torino, 07/03/2010 Ljiljana Banjanin
Tratto da Cnj
Cnj/iniziative
Il filmato
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fantastica valentina !!
RispondiEliminaonorata!
RispondiEliminaonorati siamo noi !!
RispondiEliminanon so' cosa avrei dato per esserci !
Un' argomento interessantissimo!! Ho visto anche i video e letto l' articolo di luca bogdanic, ne sapevo pochissimo! E' triste che anche nel XXI secolo si scelga sempre di dividere invece di unire. Ma il processo di "nazionalizzazione" delle lingue nei balcani prosegue o si è interrotto? E' un processo senza ritorno? Anche nel caso del kosovo mi sa che ha influito non poco...
RispondiEliminaio a dirti la verità parlo serbo (anche se dire "parlo" è un po' esagerato ) e a parte lo sloveno, si capisce un po' tutto
RispondiEliminatra croato e serbo c'è una j in piu' anche se i croati, ultimamente, cercano di cambiare un sacco di termini, ma tanta gente pensa ancora ai balkani come alla jugo e gli stati sono poco piu' che regioni ( per alcuni, tipo la mia amica ivana)
ti cerca fabrizio casavola di mahalla e io ho perso la tua mail personale makyo
me la puoi ridare per favore ?
balkan_crew at yahoo.it
non ho più 8 blog, ne ho solo più 7!
RispondiEliminame ne hanno chiuso uno !
ricordate che se chiudono balkan-crew noi ritorniamo finchè abbiamo vita !
in caso provate poi a cercare new balkan-crew
e preparatevi le arance !