sabato 24 aprile 2010

Il 25 Aprile della nostra crew con Dino Casavola


Foto del cnj

Mio padre non voleva fare il militare: nel ’38 non si presentò alla chiamata di leva. Vennero dei gentili carabinieri ad accompagnarlo in caserma e fece la conoscenza con le Forze Armate in una cella del castello di Pavia.
Passano due anni, termina la leva e Dino Casavola torna a casa. L’Italia dichiara guerra alla Francia. Il tempo di riprendere la sacca militare e raggiunge il col di Tenda. Tutto tranquillo o quasi: la Francia, allo stremo per l’invasione tedesca, firma l’armistizio dopo pochi giorni (non prima di aver bombardato dal mare la città di Genova).
Forse, avrà pensato mio padre tornando a casa, la guerra non era così brutta… e arriva una nuova chiamata: ci si imbarca a Brindisi per raggiungere l’Albania.
Dall’Albania, gli italiani volevano spezzare le reni alla Grecia, i greci non erano della stessa opinione e ce lo stavano spiegando anche troppo chiaramente.
L’inverno albanese rimarrà un ricordo costante per mio padre, che odierà gelo e neve per il resto della vita. Intanto la guerra continua, con la primavera arrivano i tedeschi, e finalmente anche gli italiani entrano in Grecia.
Arriva anche il settembre ’43: l’armistizio. I reparti italiani ricevono notizie contraddittorie, e in qualche maniera anche all’interno della Grecia arrivano voci su Cefalonia e i massacri tedeschi. Cosa successe a quel gruppo di soldati italiani non lo so, ma Dino Casavola fece in tempo a raggiungere la montagna, finendo con i partigiani. Imparò il greco.
Nel frattempo in Grecia sbarcano gli inglesi e i tedeschi si ritirano. I partigiani greci e i soldati inglesi troveranno anche il tempo per spararsi tra loro per decidere chi avrebbe comandato in Grecia negli anni a venire.
Mio padre si ritrova prigioniero degli inglesi. Comincia una nuova avventura: a piedi… dalla Grecia all’Egitto, lungo tutta la sponda orientale del Mediterraneo. “L’elmetto degli inglesi, il più scomodo che abbia mai indossato…” mi dirà.
In Turchia vide come i superiori trattavano le loro truppe (e ringraziò di non aver dovuto fare lì il militare).
Campo di prigionia – Egitto: ci rimase più del previsto e riportò in Italia un’abbronzatura che resisterà per il resto dei suoi anni.... altro ricordo che durerà un po' di anni: la malaria. Non c’era molto da fare: imparò un po’ d’inglese e la Divina Commedia a memoria (l’unico libro a sua disposizione)
Finalmente il 25 aprile! La guerra è finita e piano piano ritornano in Italia i soldati fatti prigionieri (qualcuno no, ma questa è un’altra storia). Gli inglesi se la prendono comoda con i rimpatri e in quel campo di prigionia in Egitto scoppia una rivolta. Responsabili e presunti tali (lui è nel gruppo) saranno gli ultimi a rientrare, nel 1946.
Ecco la storia di un uomo che non voleva fare il militare e se ne fece otto anni, come soldato, come partigiano e infine come prigioniero, uscendone vivo.
Quando ero ragazzo, avrei voluto parlare con lui di come furono quegli anni. Ma quasi tutte le volte la risposta era la stessa: “ Non è stato divertente, non ho molta voglia di parlarne.”
Così è nata questa ricostruzione, reale o forse immaginaria, raccogliendo frammenti di discorsi e reticenze.
Che dire ancora? A 77 anni passati, anche Dino Casavola smise col lavoro. Ero contento, perché finalmente avrebbe potuto godersi il riposo, la calma, i nipoti. Neanche sei mesi dopo, una malattia lo portava via nel giro di un mese. Era il 4 luglio 1998.
Fabrizio Casavola

Dino Casavola

4 commenti:

  1. critichiamo i balkani mentre abbiamo il divieto in alcuni paesi italiani di cantare o bella ciao
    finchè non ci chiudono noi la cantiamo e se ci chiudono noi riapriamo !
    Bella Ciao - Modena City Ramblers
    http://www.youtube.com/
    watch?v=55yCQOioTyY&feature=related

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  2. Cara Lina, sai cosa mi stupisce di piu-divieto in Malta di divorzio legale. Puoi immaginare? 21. secolo......
    Saluto da Neda

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  3. cara neda.. è un mondo difficile..
    che ti devo dire...
    io ho un amico che mi butta sempre a terra perchè ogni cosa che gli dico mi dice :
    lina ne vedremo di peggio
    e io :
    peggio di questo ?
    si, non c'è mai limite al peggio..
    o cavoletti di beograd !
    pero' stiamo riscoprendo le piccole cose...
    non tutte le disgrazie vengono per nuocere !

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  4. benvenuta marina e benvenuto fidanzato italiano che vedrà belgrado !

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