lunedì 17 maggio 2010

XXIII Salone internazionale del libro di Torino

Dedicato a Eliana, Marco e Domenico, miei compagni (occasionali) di Salone.


Oggi è stata una giornata molto complicata. Il morale era a terra causa problemi familiari e problemi dai Balkani. Ci tenevo tanto ad andare al Salone e ho fatto i salti mortali per riuscire ad andare. Sul tram discorsi razzisti e dal finestrino vedo un anziano che raccoglie la frutta da per terra al mercato di Porta Palazzo.
Arrivo al Lingotto e osserviamo un minuto di silenzio per i caduti in Afganistan.
Mi sopporto (nemmeno io so' come !) dei discorsi di politica che non stanno nè in cielo nè in terra e inizio veramente ad avere le lacrime agli occhi.
Improvvisamente la scena cambia.
Via i politici, la mia vicina di sedia zittisce i suoi discorsi assurdi e mi appaiono davanti agli occhi alcune donne che hanno dell'incredibile !
Ma davvero Nostro Signore ci ha fatto fantastiche ! Mai un uomo riuscirà a eguagliarci !
Prima di tutto che i premi sono stati consegnati da Alketa Kosova e vederla è stato emozionante.


Poi Ndoci Leoreta, una ragazza cosi' bella e solare che sprizzava vitalità da tutti i pori .
Nata nel 1986 a Shkoder, in Albania, manifesta sin da piccola la passione per i viaggi e la letteratura. Nel 2004 consegue il diploma di maturità classica. Delusa dal sistema universitario albanese, decide di abbandonare la Facoltà di Giurisprudenza per iscriversi ad un corso di italiano organizzato dall’Università di Perugia con sede a Shkoder. Nel 2006 si trasferisce in Italia. Nel 2008 scrive “Essere una sconosciuta”, libro di poesie pubblicato da Primalpe Edizioni. Iscritta alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino, vive e lavora a Cuneo. Il suo racconto “Burrnesha” ha vinto il Premio Speciale Torino Film Festival del V Concorso letterario nazionale Lingua Madre con la seguente motivazione: una narrazione che mantiene efficacemente il senso di sviluppo del personaggio e il suo divenire. Un ritratto psicologico, sentimentale e relazionale che lascia trasparire una lucida analisi dei rapporti di genere in una società non troppo lontana. Una storia che, concentrata nella dimensione del racconto breve, riesce a contenere un'evoluzione psicologica e a consentire uno sviluppo narrativo cinematografico.


Poi Vodarich Monica con la sua gamba rotta non ha voluto perdere il momento di ringraziare la giuria per il premio ricevuto
Nata in Italia da padre croato e da madre italiana nel 1962, vive e lavora a Ravenna. Dedicatasi alla scrittura, pubblica nel 1993 il thriller Una trappola per Peggy (Tartaruga, Milano) e nel 2008 il manuale Uscire dalla violenza si può (Jar edizioni, Bologna). È autrice di numerosi racconti vincitori di premi letterari. Collabora alla realizzazione di alcuni cortometraggi tratti dai suoi racconti. Di prossima pubblicazione il romanzo dal titolo Il villaggio brucia e la vecchia si pettina, (aprile 2010, Aletti, Roma) opera che affronta il tema dell’incesto, confermando l’impegno dell’autrice nella lotta contro la violenza sulle donne. Il suo racconto “Florence e il suo mondo parallelo” ha vinto il Terzo Premio del V Concorso letterario nazionale Lingua Madre con la seguente motivazione: l’essere straniere nel paese d’arrivo è colto in modo originale nel rapporto fra Florence e Clara, fra l’essere clandestina e il non esserlo, l’una e l’altra figure speculari dell’io narrante. La difficoltà ad accogliere, a riconoscere, viene giustificata dalla protagonista del racconto come l’incapacità ad affrontare la dura realtà rappresentata dalla fame, dalla guerra, dalle persecuzioni che caratterizzano i paesi del terzo mondo verso i quali la nostra società in qualche misura, più o meno inconscia, si sente debitrice. La clandestinità è percepita come perdita della fisicità, quasi una morte civile, in cui si diventa socialmente invisibili. La protagonista si costruisce, dapprima, un rifugio in una realtà immaginaria alla ricerca di un mondo più facile, per acquisire a poco a poco la consapevolezza del ruolo attivo che può esercitare per abbattere il muro di paura che impedisce di guardare e vedere


Poi Guza Kamela
Nata a Durazzo nel 1986, città nella quale vive fino all’età di diciotto anni, si trasferisce in Italia, dopo aver conseguito il diploma di maturità. Si stabilisce inizialmente a Venezia e quindi si trasferisce a Firenze, dove risiede tuttora. Qui intraprende gli studi di architettura e asseconda il personale desiderio di studiare e confrontarsi con realtà nuove e diverse da quelle d’origine, conosciute sino ad allora solo attraverso i libri. Il suo racconto “Il luogo dei confini” ha vinto il Primo Premio del V Concorso letterario nazionale Lingua Madre con la seguente motivazione: il racconto colpisce per la semplicità e la pulizia dello stile. Nonostante il tema porti con sé una naturale polemica, l’autrice non cede mai alla facile retorica. Prosa fluida, organica e pulita, ricca d’immagini coinvolgenti, come forse è stata l’esperienza diretta. La perdita d’importanza del clandestino, di una persona, del soggetto in genere, rispetto alla scena dove si svolge la vicenda, la prominenza dei colori degli ombrelli sotto la pioggia e la prevalenza delle emozioni dell’autrice, sono elementi che avvicinano la storia narrata a un dipinto impressionista. La metafora dello spazio del cortile è efficace: tante vite condensate in poche pennellate, file, distinzioni inutili. Mostra come le regole rigide servono il caos e non l’ordine, come l’insensatezza possa essere molto lineare. E il finale intriso di noncuranza dice più e meglio di molte parole e giudizi arrabbiati.


E che dire di Mirkamali Leila (Iran), Alloh Alia (Palestina), Orfalian Veronica (Armenia), Silva Simone (Brasile)... donne fantastiche.
Grazie.. siete state un esempio e mi avete dato coraggio. Grazie senza fine !

6 commenti:

  1. benvenuto benko g. nel nostro blog

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  2. mi scordavo :
    uscita dal salone sono andata al lavoro e con un entusiasmo infinito ho annunciato che il 10 giugno vado ad una festa in un campo rom
    vedere le facce delle mie colleghe non ha prezzo !!!
    ah! ah!

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  3. benvenuta ivana n., incredibile serba che studia italiano all'università in serbia e lo parla meglio di noi !
    najsimpaticna ivana.. ti si dobrodosla !

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  4. stamattina ho fatto un giro tra alcune organizzazioni albanesi torinesi...
    in particolare ho visto l'attività di benko
    ho visto che se ci fossimo parlati prima avremmo saputo io di un documentario a febbraio e lui di anilda
    cerchiamo cio' che ci unisce benko e ci facciamo un po' di pubblicità vicendevole ?

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  5. consiglio a davor e a tutti questo post
    http://pasudest.blogspot.com/2010/05/in-kosovo-ci-sono-anche-i-croati.html
    in realtà le minoranze erano tante... erano..

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  6. fantastica !
    www.meltinglab.it/index.php?
    option=com_content&view=article&id=1218&Itemid=779
    Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre 2010.
    La giovanissima Leoreta Ndoci (Albania) che si è aggiudicata il Premio Speciale Torino Film Festival con il racconto "Burrnesha"

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