martedì 19 maggio 2009

Agesci Progetto Serbia-Sombor

Questa volta non ho voglia di scrivere.
Sto piangendo, perchè ho appena letto le due seguenti esperienze che vi riporto.
Le informazioni necessarie le trovate qui www.progettosombor.org/


Ancora una volta torno a casa da Sombor e ancora una volta mi ritrovo sdraiata sul mio letto a riflettere su ciò che ho vissuto. Continuo a chiedermi, e questa domanda non mi abbandona mai, come fanno dei bambini a saper donare tutto quell'affetto che ogni volta mi donano. Io non credo di meritarlo. Com'è possibile che sappiano accogliere così all'improvviso delle persone sconosciute nella loro vita così incondizionatamente e così a pieno.
E' una cosa che mi lascia sempre a bocca aperta. Io credo, e vorrei avere modo di dirglielo e di dimostrarglielo, che sono veramente unici e che sono in grado di insegnare a tutti un modo migliore di vivere. Donare amore dovrebbe essere così facile in ogni momento e in ogni luogo della nostra vita e forse il mondo sarebbe migliore se ogni persona sapesse farlo come loro.
Ma come sempre mi porto a casa da Sombor anche tanta tristezza. Tristezza perché non so se rivedrò mai più quei bimbi a cui tanto mi sono affezionata.
Tristezza perché ogni volta vado là con la speranza di rivedere la Vale, l'Ivona, Kornel, Saša, l'Ivana, Adam, Bratislav e Lazo per sapere e vedere con i miei occhi che stanno bene e sono felici e per abbracciarli ancora una volta e questa speranza ogni volta muore perché ovviamente e giustamente loro non tornano al Miroslav perché vivono con le loro nuove famiglie che li hanno accolti, spero felicemente.
Ma ogni volta ci sono nuovi bambini che entrano nel mio cuore a colmare il vuoto che loro hanno lasciato. Primo fra tutti Zolika, l'unico che dimostri la sua età al Miroslav, maturo, coraggioso,affettuoso, dolce e con cui avevo creato un legame speciale fin dai primi minuti che ero al Miroslav. Di lui mi ricorderò sicuramente i baci, gli abbracci, la determinazione nei suoi occhi e la profondità dei suoi occhi.
E poi Đuro, i suoi schizzi, le sue violenze, gli urli, ma anche gli abbracci, i regali, il suo DOBRO JUTRO una mattina in tenda appena svegliata e le lacrime l'ultimo giorno.
E ancora Saša, i suoi sorrisi e i suoi abbracci e la fatica che faceva a camminare con il suo piedino tutto storto e di come gli si illuminava il visino quando si nominavano le sorelle accolte tutte e tre in una famiglia.
E poi Arnold, Lepa, Mladen, Đorđica, Robika, Boba, Milan, Josif, Felipe, Dragana, Goran, Sanja, Nikolaj, Đorđe, Esma.
Io non so se quando tornerò riuscirò a rivederli tutti, ma spero che Dio ascolti le mie preghiere e li protegga tutti, uno per uno, e doni loro una vita felice, piena di amore e affetto che li ripaghi x tutto quello che già gli è stato tolto.


Ci hanno chiesto di raccontarvi cos’è Sombor…ma come si fa in poche parole a raccontarlo??
Sombor è un insieme di emozioni che ti rimangono dentro per tutta la vita.
Sombor è amore.
A Sombor abbiamo conosciuto un amore più puro, più essenziale, fatto di sorrisi, di abbracci, di carezze; ci si accorge che la vita non è fatta di vestiti e sapone, ma di coccole, baci della buonanotte e sorrisi; è fatta di parole non dette, di intese silenziose.
A noi viene spontaneo pensare che gli aiuti economici siano quelli più graditi, ma in realtà a Sombor si può andare anche a mani vuote, basta essere carichi d’amore.
Arrivi là e credi di essere preparato: hai il tuo sapone, il tuo set antipidocchi, perché ti hanno detto che ti devi lavare spesso; poi scendi dal pullman, il primo bambino ti saluta, il secondo ti salta in braccio ed ecco che le tue difese calano e ti rendi conto che non eri preparato a niente di tutto questo.
Passi una settimana in mezzo a urla, corse, giochi, canzoni e bans e ti accorgi che nonostante tutto quello che gli è successo, questi bambini sono pieni di gioia di vivere e di amore. Allora cominciano a mancarti i tuoi genitori e l’affetto della tua famiglia e ti chiedi come mai solo in quel momento li valorizzi così tanto.
La magia di Sombor trasforma una partita di calcetto saponato nella finale dei mondiali, la cena italiana nel cenone di capodanno, lo shampoo in oro colato, la gita a Subotica nel giro del mondo e tutte le piccole cose in eventi speciali.
E ancora…
La magia di Sombor fa sì che le parole per una volta non servano perché non sono l’unico modo di comunicare e i sorrisi vadano al di là delle frontiere (linguistiche) e che senza parole riesci a dire tanto.
E con che forza allora si possono lasciare là quei bimbi?
L’unica cosa che ci viene in mente è tornare per far capire a quei bambini che nel mondo c’è qualcuno che gli vuole bene veramente e che non li abbandona come già sono stati abbandonati.



Non dimenticate il post di Francy.

1 commento:

  1. ringrazio simone per la pazienza dimostratami
    se c'è qualcosa che non va, ditemelo e io faro' le variazioni..
    ringrazio tutte le persone del gruppo agesci che partecipano a questo progetto
    siete la nostra speranza
    grazie dal piu' profondo del cuore a nome di persone piu' sfortunate
    ogni qual volta vado in serbia torno con un grande "grazie" anche solo per il fatto che ci interessiamo a loro
    mi sembra chiara la frase che si è sentito dire enrico ad un posto di blocco
    il poliziotto controllava il carico destinato ad un orfanotrofio e ha trovato le caramelle
    il poliziotto guarda enrico e gli chiede:
    - ma tu sei italiano ?
    - si
    - ma come, prima ci buttate le bombe e poi ci portate le caramelle ?
    voi del progetto agesci e tutti gli altri volontari delle organizzazioni umanitarie testimoniate con la vostra presenza che eravamo, siamo e sempre saremo contrari alle bombe che hanno provocato tanto dolore e bambini orfani, privati di tutto, anche dell'affetto della loro mamma...
    grazie

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