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E.. si', questo è proprio l'anello mancante di una catena che lega l'occidente ai balkani. Inutile dire che io adoro Gian Matteo al punto da considerarlo divino, ma la presentazione di questo libro è un atto dovuto e un ringraziamento a tutte quelle persone che hanno lavorato, lavorano e lavoreranno per la pace.
Pensate che io e Matteo la pensiamo diversamente su quasi tutto, ma in particolar modo la vediamo parecchio diversamente a proposito di Balkani.
Eppure non ho mai conosciuto nessuno così attento ad ascoltare e a mediare, sempre pronto a cercare un accordo.
L'esatto mio contrario, perchè io cerco sempre lo scontro con tutti.
Grazie a Matteo e al suo blog Metapolis, ho cambiato idea riguardo a una parte della mia città.
Bombardata da mille tv e giornali innegianti al razzismo, non passavo più volentieri da Porta Palazzo, una delle piazze più famose di Torino. Ora ci vado dinuovo volentieri e quando passo di la con l'autobus, guardo sempre chi sale.
Mi ricorderò a lungo la faccia stravolta di due anziani ben vestiti quando mi sono messa a parlare con una famiglia rom. Loro erano rumeni, ma erano del confine e parlavano anche un po' di serbo. Abbiamo così iniziato una conversazione che sembrava quel film : non guardarmi, non ti sento. Poi siamo scoppiati tutti a ridere perchè ci capivamo parlando chissà quale "arabo".
In quel momento mi è venuto in mente Matteo e l'ho ringraziato per quella "situation comedy" colorita da quei due anziani che mi guardavano stralunati perchè io parlavo con i rom. A proposito.. qualche brutta parolina gliel'abbiamo detta, ma per fortuna che non ci capivamo tanto neanche noi in quello che dicevamo !!!!!!
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La città divisa è la negazione della città, tradizionalmente vista come luogo della pluralità e della diversità, è lo spazio pubblico che si fa confine invece che luogo di incontro, è la comunità che si fa luogo di chiusura invece che di sviluppo.
Lavorare sulle città divise significa lavorare sull’incontro di popoli, religioni e culture diverse, ma è anche il punto di partenza per il rilancio economico e sociale.
Il libro ha il patrocinio dell’Istituto internazionale Jacques Maritain e di Metapolis ed è realizzato in collaborazione con le Università di Trieste e Padova e con la Regione Friuli Venezia Giulia.
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Gian Matteo Apuzzo, nato a Trieste il 28 gennaio 1969, insegna Sociologia del Territorio e Progettazione Sociale all’Università di Trieste e da quattro anni coordina il Master in Cooperazione con l’Europa centro-orientale e balcanica (Università di Padova e Trieste).
Dottore di ricerca in Scienze Sociali con studi di Social Foresight, dopo varie esperienze di ricerca in America Latina, e in particolare a San Paolo del Brasile, sui temi della povertà urbana e sul problema dell’abitazione, da alcuni anni lavora presso l’Istituto Jacques Maritain di Trieste, nel quale si occupa dei progetti socio-territoriali e delle attività di formazione, soprattutto verso i Balcani.
Già consulente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, tra le altre cose ha partecipato ad una ricerca dell’Ocse sull’integrazione transfrontaliera di città europee e per il Comune di Trieste è stato responsabile di alcuni interventi di progettazione sociale e progettazione partecipata, temi sui quali ha pubblicato numerosi articoli e libri.
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Tengo a precisare che io preparo i post e poi li metto nelle bozze e li tiro fuori quando è possibile, compatibilmente ai post che dobbiamo pubblicare secondo gli impegni presi e anche dando la precedenza ad argomenti tipo mostre, concerti, ecc...
Quindi io credo di aver preso informazioni riguardo a Gian Matteo sul sito lascighera.org e dico credo perchè adesso non mi lasciano più entrare !
A Gian Matteo e a tutte le favole come lui dedichiamo questo video:
Un amico è la cosa più bella che c'è !