giovedì 26 novembre 2009

Incontro con Anilda Ibrahimi


Alle volte la vita è proprio strana. Mercoledi' scorso ero molto giù di morale. Avevo litigato con un amico, avevo avuto discussioni in casa senza fine, avevo avuto problemi al lavoro e avevo tirato una scarpa al tg 1 che mi informava di come il nostro governo sta distruggendo, pezzo a pezzo, l'Italia.
Ogni tanto aprivo l'email di Chiara che mi avvisava di una conferenza al Circolo dei lettori. Diceva di una scrittrice albanese che aveva ambientato un romanzo in Kosovo.
Già sapevo di dover affronatre una discussione col martirio per l'orario della conferenza e infatti così è stato. Comunque ho preso l'auto, ho girato mezz'ora per trovare parcheggio e un'altra mezz'ora per trovare una macchinetta funzionante per il biglietto del parcheggio. Poi ho fatto ancora una mezz'ora a piedi per arrivare al Circolo lettori. Tra di me continuavo a pensare :
- Ma che ci faccio qui. Un caos per venire, cio' la testa altrove e l'ultimo meeting che ho fatto è stata la stessa solfa di Milosevic caino e colpevole di tutto dai tempi della mela. Immaginiamoci qui, tra albanesi che magari toccano anche il problema "politica balkani".
Così ero parecchio prevenuta quando ti entro nella sala e sento la voce dolcissima di Anilda. Già subito mi sono illuminata d'immenso. Il primo pensiero è stato che una voce così dolce non poteva portare che pace. Poi il tono delle prime frasi mi ha incantata ancora di più. Non so' come si dice "una che non se la tira" ovvero una persona semplice ed umile. Naturalmente io la pensavo all'esatto suo contrario, ovvero rabbrividivo quando diceva la Repubblica di Kosova è una democrazia giovane, poichè io penso che il Kosovo è Serbia, ma in quei momenti ho pensato che se mi dovessi trovare davanti una persona che in politica balkanika la pensa al mio esatto opposto, vorrei che fosse così : leale, sincera, aperta al dialogo e al confronto.. altro che guerre fraticide a suon di kalasmikof ! Il dialogo è possibile !
Ma Anilda non finiva mai di stupirmi. Riguardo all'intervento umanitario NATO ha detto :
- Ma quali bombe intelligenti cadono sulla testa delle persone e uccidono donne e bambini, ci vuole coraggio a chiamare una bomba "intelligente". Io ero al centro rifugiati quando arrivavano i serbi senza nulla, solo con i vestiti che avevano addosso e spaventati a morte. Con uno di loro che si chiamava Milos mi sono sentita in dovere di uscire e prendere un caffè per parlare un po' con lui. Alle volte bastava che dicessero una frase sbagliata e invece che rifugiati politici venivano considerati semplici clandestini ed espulsi.
Riguardo al Kosovo e etnie serbi e albanesi Anilda ha detto :
- Sono stufa di cercare se i primi ad arrivare sono stati i serbi o gli illiri. Che senso ha tutto questo ? C'è una leggenda che ci unisce, quella di Rozafa e vuol dire che eravamo un unico popolo e dobbiamo dinuovo esserlo. Come albanese sono vicinissima ai serbi che soffrono nelle enclavi in Kosovo e vorrei che non esistessero enclavi, che si potesse vivere assieme senza paure.
In quel momento mi sarei alzata a darle un bacio. E' stato come se mi avesse materializzato Ske sulla sedia accanto alla mia. Tutto quello che Skender
rappresenta per me e per Francy in questo blog si è materializzato nell'azione di Anilda, che non ha fatto nulla di strano, se non vivere la sua vita con coerenza e impegno.
Grazie Anilda, mi hai aperto una porta alla speranza, mi hai fatto credere che il nostro sogno è possibile, che tante ore spese qui al pc per parlare di pace non sono perse e non lo saranno mai finchè esiste sulla faccia di questa terra una persona splendida come te. E devo dire di più. Io che sono filo-serba e che spesso litigo con gli albanesi sui vari blog balkanici, anche se per correttezza devo dire che le discussioni esistono anche coi croati, coi bosniaci,con gli italiani, etc.. devo dire che se c'è c'è qualche persona che nella vita ogni tanto mi stupisce in modo particolare, questa persona, di sicuro, è albanese. E so' anche il perchè di questo. Perchè tutto nella nostra vita ha un senso. Una delle peggiori pugnalate che ho preso in pancia è stata quella bambina che al catechismo mi ha detto : "Gli albanesi sono tutti ladri !". Allora le avevo risposto che non sono tutti ladri, poichè avevamo parlato di Madre Teresa di Calcutta, ma già dal giorno dopo era arrivata una bambina albanese al catechismo che non era stata battezzata. Sua mamma l'aveva accompagnata dicendo che non sarebbe più venuta perchè lavorava 12 ore al giorno e la bambina stava tutto il giorno da sola. Ma la mamma ci teneva che la bambina venisse al catechismo perchè mi ha detto :
- In Albania hanno ammazzato mio marito, lasciandomi sola con 4 figli, hanno bruciato la chiesa del villaggio e il prete ha dovuto scappare. Io sono venuta in Italia per dare un futuro ai miei figli, ma voglio che imparino ad amare gli altri, non a uccidere, ad aiutare i compagni, non a rubare la penna all'amico. E' vero, mia figlia non è battezzata, ma voglio che senta cos'è il Vangelo e che impari a lottare per esso.
Tu Anilda è vero che sei una ladra, ma di spazi lasciati al male, all'odio, ai pregiudizi. Nel tuo libro si amano un'albanese e un serbo e questo succede tutti i giorni, la relatà non è quella che ci insegnano i mass media, ovvero che serbi e albanesi si odiano. Se poi in qualche caso è così, gli faremo leggere il tuo libro.


Anilda Ibrahimi (Valona, 1972) è una giornalista e scrittrice albanese, attualmente residente in Italia.
Laureatasi in lettere moderne all'Università di Tirana, ha lavorato nel suo paese come giornalista radiotelevisiva e della carta stampata ma nel 1994 si è trasferita all'estero, prima in Svizzera e poi, dal 1997, a Roma, dove è stata consulente per il Consiglio Italiano per i Rifugiati.
Nel 1996 ha vinto a Losanna il primo premio per la poesia albanese contemporanea e ha pubblicato la raccolta di poesie Cristallo di tristezza.
Nel 2008 è stato pubblicato da Einaudi il romanzo Rosso come una sposa, scritto in lingua italiana e incentrato sulle vicende delle donne di una famiglia attraverso i cambiamenti sociali della storia albanese, dal mondo arcaico di inizio Novecento al socialismo reale del regime comunista di Enver Hoxha, alla società post-comunista.
In questi giorni è uscito il suo ultimo romanzo "L'amore e gli stracci del tempo".
Un uomo e una donna divisi dalla guerra. Lui è serbo e lei kosovara, e la guerra è proprio quella del Kosovo, nei Balcani squarciati dai nazionalismi. Lui la cerca per anni tra i profughi dispersi per l'Europa, perché gliel'ha promesso. Lei lo aspetta, seduta in un angolo di mondo, perché aspettarlo è l'unica cosa che sa fare. Ma a volte la sorte trasforma le persone in «lettere mandate al momento sbagliato».

6 commenti:

  1. grande anilda !
    mi hai regalato due ore di sole in una giornata proprio buia !!
    peccato per l'ora tarda
    avevo iniziato un bel discorso con alcune signore albanesi presenti in sala
    mi piacerebbe continuarlo tramite mail
    balkan_crew at yahoo.it

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  2. mi scordo sempre di dire che noi abbiamo due amici :
    goran e dashamir
    che darebbero la vita l'un per l'altro
    e quando sono giù di morale per alcune discussioni sui blog balkanici vado a vedere i loro profili in face book e leggo di come scherzano tra loro e di come si aiutano e tutto torna come prima
    loro sono la mia forza !!

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  3. visto che ormai siamo solo piu' ai commenti privati ( e non va bene !) ti dico anilda che hai i complimenti di artur nura e di antonio caiazza, due grandi giornalisti

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  4. svetna balkania moja ! kukulele i vakka boja !!!
    alex ed enrico insieme in kosovo !!!
    e io no..... !!!!!!!
    crepo d'invidia !!!
    http://unsorrisoperognilacrima.blogspot.com/2009/11/sos-kosovo.html

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  5. gli albanesi sono tutti ladri ?

    c'è bisogno di riportare questi esempi.

    cara LINA ANZI Linaç dovresti prendere un po di esempio da anilda.

    se tu che sei razzista e

    e non ti permettere di scrivere cose che offendono un popolo.
    cancella subito la frase

    gli albanesi sono tutti ladri.

    lo sai che è un reato ?

    non abbiamo bisogno dei tuoi complimenti.

    grazie

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  6. caro anonimo/a
    gradirei sempre sapere un nome o un nick di chi commenta
    forse non hai capito che io ero l'insegnante di catechismo di quella bambina che ha sparato quella frase che mi è giunta come una pugnalata
    in quel momento ho guardato gli altri 18 bambini che avevo a catechismo e che mi guardavano aspettando una risposta
    sul momento ho risposto che non potevano essere tutti ladri poichè avevamo parlato di madre teresa di calcutta e i bambini erano rimasti molto colpiti da lei
    io avevo sottolineato che è albanese, anche se poi in realtà è macedone
    ma è uguale...
    ma dopo quel primo momento mi sono data molto da fare a combattere il razzismo e non solo verso gli albanesi...
    perchè mi attribuisci il contrario di cio' che faccio ?????

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