giovedì 8 ottobre 2009

A trip to happyland 11

Continua da qui.


Arrivo all'albergo di corsa, mi ero anche persa e così incominciavo a preoccuparmi.
Prendo le valigie che avevo lasciato in reception e mi butto alla fermata del pulman Jat che sta accanto alla stazione ferroviaria.


Mentre guardo gli orari butto un occhio ad un taxi che era li' vicino.
Nella mia mente ho pensato : taxi o autobus ?
L'autista del taxi era un ragazzo bellissimo. Non posso dire figaccione perchè Riky dice che sono tutti figaccioni quelli che incontro io, ma era carino.
Naturalmente si è subito proposto di portarmi all'aereoporto e così abbiamo iniziato a contrattare sul prezzo, perchè ormai ho capito che si fa così.
Alla fine ci mettiamo daccordo per 10 euro. Il taxista si chiamava George e non sapeva una parole di inglese, ma parlava il serbo molto adagio e ci capivamo benissimo. Io facevo tanti errori, ma parlavo senza smettere. In poco tempo s'è creato un certo feeling e sono riuscita a fare per la prima volta quello che con un serbo non sono mai riuscita a fare. State pensando al ciu ciu ? Sbagliato !
Abbiamo parlato di politica. Io non credevo alle mie orecchie. Un serbo che si lasciava andare con un'estranea. Quanto mi sembrava strano.
Gli ho anche detto che ero arrivata preoccupata per la frase che girava:
"Dobrodosli dragi gosti, slocicemo vam kosti!" e lui a dirmi : ma dai Lina, lo sai che non siamo così !


C'era un traffico pazzesco e avevamo appena imboccato l'autostrada. George mi ha richiesto a che ora avevo il volo e ogni tanto andava un po' avanti sulla corsia di emergenza per recuperare un po' di tempo.
Ad un certo punto ho cacciato un urlo e ho detto tutte le parolacce serbe che sapevo :
- George, ho dimenticato il passaporto in albergo !
- Ma come Lina, è già tardi !
Quel che è successo dopo è simile ad un uragano. George voleva fare inversione di marcia in autostrada, ma non ho voluto. Al primo svincolo siamo usciti sgommando e in qualche modo quasi stile ambulanza urgente siamo tornati all'albergo.
Lì ho capito che il mio serbo ha fatto progressi perchè ho capito di poter litigare in serbo.
Intanto George dalla macchina strombettava e urlava : muoviti, non perdere tempo !
Mi sono ributtata sul taxi e pregavo di arrivare in tempo, ma George ha detto :
- Forse è un segno, che tu devi stare qui
Interessante !!!
Comunque alla fine siamo arrivati all'aereoporto in tempo e George non ha voluto fare la foto. Gli ho dato 30 euro, molto meritati, e lui ha detto che posso chiamarlo giorno e notte quando arrivo in Serbia.


All'aereoporto consegno le valige e mi guardo intorno. C'erano due gruppi: le ragazze di Sarajevo che giocavano a football e un team di Madrid con una coppa.
I ragazzi di Madrid erano venuti a giocare a basket ed erano arrivati secondi. Gli chiedo come s'era piazzata l'Italia e mi hanno risposto che eravamo quarti e primi ?
Nemmeno da chiedere !


Ogni volta che entro in aereoporto comincio a contare i giorni all'alba : 365.
Ma ho paura che se tolgono il visto e possono viaggiare i miei amici, potrebbero anche essere molto di più che 365 ! Sigh !



Continua...

1 commento:

  1. si.. ogni volta che passo da li ti penso francy !!!
    george non me lo sono portato in italia, ma con questa storia dei visti si/no tutti mi dicono :
    chissà che non ci vedremo..
    io non so' neanche cosa mi devo augurare
    di certo non ci andro' piu' se diventa una colonia americana
    ne ho anche parlato con dule dall'una alle 2 di notte, in piedi..
    vedremo che succede..
    speriamo per il meglio

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