sabato 12 dicembre 2009

Andrea e i Balkani


Ho letto che, in occasione di una presentazione di «Serbia hardcore» di Dušan Veličković, si è parlato di presunti apprezzamenti per i bombardamenti della Nato nel 1999, e più precisamente di una certa necessità della guerra per avvicinare la Serbia alla democrazia.
Il libro di Veličković è un diario di due periodi difficili per la Serbia e Belgrado: quelli dei bombardamenti del ‘99 e della transizione successiva alla “deposizione” di Slobodan Milošević.
Non mi è sembrato di trovare in questo volume una sola riga di simpatia per la scelta bellica dei paesi dell’Alleanza atlantica.
Filo conduttore del diario di Veličković è senza dubbio il disgusto per il regime di Milošević e la classe dirigente che ha governato il paese negli anni ‘90, dal quale non deriva però approvazione per la guerra della Nato contro la Serbia. Lo stesso autore presenta la sua Serbia come una nazione che, pur con i limiti che hanno contraddistinto i paesi balcanici in questi anni, ha la sua collocazione storica nella politica e nella cultura dell’Europa.
«Serbia hardcore» è un libro che, come altre testimonianze dal paese più grande dell'ex Iugoslavia, fa i conti con un passato recente poco lusinghiero: cosa che sembra avvenire in maniera meno marcata in altri paesi balcanici.
Nonostante Milošević sia stato in lungo e in largo presentato come primo fomentatore delle guerre che hanno distrutto la Iugoslavia, di certo non è stato il solo. Come lui, oltre i confini della Serbia, hanno dato il loro contribuito poco apprezzabile le classi dirigenti che si sono affermate tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei' 90. Solo in Serbia però sembra esserci una reazione forte contro questa generazione di politici, mentre in Occidente si continua a riflettere troppo poco sui corresponsabili delle tempeste che hanno attraversato i Balcani, che tra l’altro questo negli ultimi anni conquistano molto sporadicamente prime pagine e titoli di testa.
A volte parlare del ruolo di Franjo Tuđman e Alija Izetbegović nelle guerre iugoslave è un fatto che viene percepito come una richiesta di assoluzione per Milošević, quando dovrebbe invece essere letto come richiesta di ulteriore condanna verso chi, non solo non è stata tacciato di crimini di guerra, ma è stato addirittura considerato esimio statista.
Capita ancora di vedere in televisione manifestazioni di piazza in onore di Milošević o a difesa di Radovan Karadžić. La stessa audience purtroppo non hanno conquistato iniziative a sostegno di Naser Orić in Bosnia o di Ante Gotovina in Croazia, che non vanno oltre gli organi di informazione più balcanocentrici. Per non parlare dell’attuale classe dirigente del Kosovo autoproclamatosi indipendente!
È bene sapere come un paese, a lungo additato come la patria dei cattivi (per di più gli unici!), stia metabolizzando il suo passato recente poco lusinghiero. Questo è quanto mostra il diario di Veličković.
Sarebbe bene sapere anche se, e quanto, qualcosa di simile stia accadendo nel resto dell'ex Iugoslavia, soprattutto per far cominciare a capire all’opinione pubblica occidentale come la divisione tra buoni e cattivi, di gran moda negli anni ‘90, fosse artificiosa, strumentale e lontana dalla realtà.

Andrea Rapino



Serbia hardcore.
Serbia hardcore or hardlucky ?

P.S. e N.B. Un ringraziamento particolare ad Andrea da parte di tutta la ciurma !
Erano mesi che aspettavamo un post così !!!!!!
Grande, grandissimo, favoloso, favolosissimo !!!!

5 commenti:

  1. questo post l'ho covato come una gallina (quale sono)
    andrea è una favola
    insegna giornalismo ed è bellissimo
    non ha voluto che mettessi la sua foto, ma sono riuscita a strappargli quella col casco in moto in yugoslavia
    andrea è stato in kosovo e in molte parti della ex-yu ed è un piacere parlare con lui di qualsiasi cosa.. dalle tradizioni balkanike alla politica (dolore!)
    se ci fossero domande private potete scriverci e noi gli giriamo la mail
    balkan_crew at yahoo.it
    grazie andrea.. un grande grazie da chi, come noi, si sgola a dire queste cose da anni... e non sono ancora riusciti a farci tacere !!!

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  2. da piu' parti mi sono stati chiesti dei chiarimenti
    allora :
    - una cosa è il messaggio del libro
    - un'altra cosa è se viene manipolato il messaggio
    detto cosi' suona polemico, mentre, Dio ci scampi.. non lo vogliamo !!!
    semplicemente diciamo che alcune presentazioni non sono state conformi al messaggio del libro
    queste le parole di alessandro :
    ciao! non ho mai detto che il libro di Velickovic fosse a favore dei bombardamenti, ma che pareva esserlo la serata di presentazione organizzata a settembre. Le domande rivolte non hanno pressocchè toccato l'argomento del libro, soffermandosi invece, secondo me strumentalmente, sulla sua opposizione al "novello Hitler", Milosevic.
    Saluti
    alessandro di meo

    se poi abbiamo capito male.. benvengano i chiarimenti
    ma io e non solo io queste cose le diciamo da tempo su ogni blog balkaniko e ad ogni conferenza e tutti sono sempre concordi nel dire che milo è l'unico colpevole nella storia da caino ad oggi
    ecco perchè aspettavamo andrea che lo mettesse per iscritto qui, nello spazio ospiti...
    almeno non ci sentiamo poi cosi' soli.....

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  3. ho qualche problemino..
    tutti i commenti arrivano privati..
    io li riporto in forma anonima..
    almeno servono per tutti !

    ...può darsi che sia io che non distinguo più le cose.....
    ma mi sembra che Andrea assolva il libro mentre per Alessandro è una c------a (come per le mie amiche che sono andate alla presentation....). Peccato, anche perché il redattore è mooooolto simpatico e pare pro-jugoslavo.
    segue firma

    e, tra l'altro, la persona che me lo ha inviato è una persona che apprezzo molto, anzi moltissimo !!!

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  4. la frase:
    "mi sembra che Andrea assolva il libro mentre per Alessandro è una c------a"
    mi chiama in causa e allora, vabbè, lo ribadisco per l'ultima volta (spero...)
    Io ho detto quel che ho detto perchè chi faceva le domande a Velickovic ha di fatto spostato l'attenzione su altro, direi, in modo strumentale e prevenuto.
    Se rileggete il mio post parlo anche di "buone letture tratte dal libro", ma questo sembra non convenga ricordarlo per poter continuare meglio una polemica che davvero non mi interessa.
    Spero di aver chiarito.
    un saluto
    Alessandro Di Meo

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  5. grazie alessandro
    in realtà anche a me sembrava chiaro, ma piu' volte mi sono resa conto che nei blog non si puo' dar nulla per scontato
    è proprio un discorso che si espone spesso a fraintendimenti
    a me è capitato piu' volte e ormai non mi stupisco piu' di nulla
    grazie di essere passato
    sei sempre il benvenuto

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