Questa settimana su RTS (Radio Televizija Srbije) hanno mandato in onda un documentario sul Kosovo un po' diverso dal solito ma fatto molto bene.
Poi ci ritornano dopo la proclamazione d'indipendenza e di nuovo raccolgono le loro impressioni, e nasce questo documentario: "Diari dal Kosovo".
Tutti e tre i protagonisti vengono in contatto con le due realtà parallele del Kosovo: quella Serba e quella Albanese. Gente che vive nello stesso posto, ma in mondi completamente diversi. Gli Albanesi parlano di Kosovo, i Serbi di Serbia. Sentiamo dialoghi e storie che raramente vediamo nei notiziari.
Tamara fa domande a un prete cattolico albanese, a un frate ortodosso ed a un prete albanese musulmano (per esempio, che ne pensano del Kosovo come culla della cultura Serbia) e riceve risposte molto contrastanti.
Aleksandar parla con attori del teatro di Pristina (albanesi) e del teatro di Kosovska Mitrovica del Nord (serbi) e gira un video diario. 13 anni prima era stato in Kosovo come militare sul confine Yugoslavo-Albanese. Adesso i confini sono altri: Serbia-Kosovo, Mitrovica Nord- Mitrovica Sud, Kosovo - Monastero di Decani, Kosovo - Albania.
Ivan s'incontra con due fotografi (uno Serbo e uno Albanese) e scambiando esperienze, prepara un'esposizione di foto da esporre a Belgrado (e si vede confrontato con la censura di una foto).
Descrivono il Kosovo visto dalla parte della Serbia, come territorio e come simbolo....questo Kosovo che è tema di ogni giorno, tema di ogni dibattito politico, eppure tanti giovani Serbi non ci sono mai stati in Kosovo. Sanno poco della vita serba nelle enclave e ancor meno della vita albanese in questa provincia.
Un documentario ben riuscito!
Troje običnih ljudi iz Srbije krenulo je prošlog novembra na put na Kosovo. Student, novinarka i glumac, svako za sebe, pošli su u istraživanje ovog problematičnog mesta. Od tada do danas mnogo toga dogodilo se i na Kosovu i u Srbiji. Tokom ove kritične faze za status Kosova, troje ljudi pratila je kamera dokumentarnog filma "Kosovski dnevnik", u produkciji SEETV.
Novinarka Tamara Skrozza, student i fotograf Ivan Aleksić i glumac Aleksandar Gligorić glavni su protagonisti dokumentarnog filma. Kamera ih prati na ovom putovanju i kroz njihove oči otkriva stvarnost Kosova. Svako od njih ima svoj motive i zadatke: novinarka da napiše tekst, student fotografije da po povratku napravi izložbu, a glumac da vodi svoj video-dnevnik.
«Junaci filma komuniciraju, zapravo, sa dve različite "stvarnosti" na Kosovu - srpskom i
albanskom. I svaka od tih stvarnosti ima svoju državu: Srbi - Srbiju, a Albanci - Kosovo, koje žive jedna u drugoj i međusobno se ne priznaju. Ovo troje junaka filma ulazi i izlazi iz njihovih "stvarnosti" u potrazi za nekom stvarnošću koja bi ih možda objedinila, ili makar definisala. U svojim dnevnicima oni prenose svoje utiske» - kaže reditelj Željko Mirković
Protagonisti se sreću sa Srbima i Albancima, i slušaju priče kakvih obično nema u vestima i novinama. Novinarka Tamara Skrozza,sreće kolege iz srpskih i albanskih redakcija na Kosovu; istražuje gde idu u kupovinu, gde se leče i porađaju žene u srpskim enklavama. Glumac Aleksandar Gligorić posetio je albansko pozorište u Prištini i srpsko u Mitrovici. Sa svojim domaćinom, albanskim glumcem , otišao na snimanje najpopularnije kosovske TV sapunice. Ivan Aleksić upoznaje dvojicu fotografa, Srbina i Albanca, koji su njegovi domaćini u Severnoj Mitrovici i Prištini. Od novembra do aprila svi oni su na Kosovu bili dva puta - pre i posle februarskog proglašenja nezavisnosti.
"Tri osobe iz Srbije pokušavaju da izgrade sopstvenu sliku o Kosovu - kao teritoriji i simbolu - rekao je Dušan Gajić, producent dokumentarnog filma. "U pitanju je bilo dvostruko putovanje: fizičko putovanje po Kosovu ali ujedno i neminovno preispitivanje lične i kolektivne percepcije problema Kosova. U tom smislu, ovaj film je i kritički pogled na naše viđenje Kosova i Albanaca. Naravno, kritika sopstvenih stereotipa ne znači davanje za pravo stereotipima onih drugih, naprotiv. Istinito sagledavanje problema može biti samo prednost za sve."
bello questo post..
RispondiEliminanon ho potuto vedere il documentario, ma probabilmente non l'avrei capito ..
pero' mi colpiscono molto queste parole e mi ricordano ciò che mi diceva il mio amico Ivan di Novi Sad a proposito degli scontri avvenuti a Belgrado in seguito alla secessione del Kosovo..
" Sai Lina che io conoscevo quel ragazzo morto dentro l'ambasciata a Belgrado. era kosovaro ed era piccolo quando era in braccio a sua nonna che è stata ammazzata dalla mafia albanese"
c'è un destino di certe terre di essere segnate dalla criminalità e di essere usate dai potenti
è per questo che non capisco il nostro attuale governo di centro destra che si accanisce contro i poveri
abbiamo la nostra mafia che uccide chiunque si opponga al pizzo..
un bambino di soli 4 anni raggiunto da un proiettile alla testa perchè si trovava innocente in mezzo a due criminali..
e cosa fa il nostro governo ? si accanisce contro le vittime di guerre come quella kosovara..
io spero che ci siano sempre più persone disposte come noi a denunciare e a vomitare questi crimini..
alle volte non sai più veramente dove guardare per risentire un piccolo profumo di giustizia
effettivamente quando scrivo da arrabbiata non si capisce..
RispondiEliminaprovo a rispiegarmi stamattina che sono calma
il prof di serbo-croato dell'università di torino : Ivan, mi ha detto che lui conosceva il ragazzo morto nell'ambasciata a belgrado nel febbraio scorso durante gli scontri con la polizia.
quel ragazzo era nato in kosovo e la sua famiglia era scappata dal kosovo perchè la mafia albanese aveva ucciso parte della famiglia.
in particolare il ragazzo morto nell'ambasciata, da piccolo, era in braccio a sua nonna quando alcuni criminali l'hanno uccisa e quel bambino che era sfuggito al suo destino da piccolo, è morto ragazzo, in patria, sempre per lo stesso motivo anche se da "fuoco amico" (si fa per dire !)
certe volte ammazzerei chi mi dice che vuole vedere queste cose anche in italia..
primo perchè la nostra mafia fa di peggio, secondo perchè sono persone che pensano che il male accade solo agli altri..
ma quando li tocca.. allora non dicono più che lo hanno cercato !!