Prosegue da qui (prima parte) e qui (seconda parte):
Dopo aver proceduto per un tratto sentii provenire dall’altro lato della strada della musica suonata a forte volume, mi fermai ed individuai una bassa costruzione color arancio con la scritta in caratteri latini corsivi EFIKA. Lì davanti c’erano alcune persone in attesa di entrare, mi unii a loro. L’ingresso era una vasta stanza abbastanza spoglia con un lungo ed alto bancone ad L sormontato da certe leziose colonnine di legno a spirale. Mi accolse un tizio che aveva l’aria di essere uno che comanda; all’incirca quarant’anni, altezza media, corporatura robusta, viso butterato dall’acne, barba di qualche giorno. Lo riconobbi per quello che era e mi rivolsi a lui per pagare il biglietto, mi rispose che l’ingresso era gratis, allora gli chiesi di acquistare una birra visto che ne aveva una in mano e mi disse di rivolgermi al cameriere.
Superai una porta ed entrai in un vasto salone dal soffitto piuttosto basso, contornato lungo il perimetro da un finto colonnato in legno in stile moresco, altre colonne al centro della sala in fulcrate alle quali c’erano i soliti tavolini tondi a fungo alti e piccoli. Sotto le colonne divani e poltrone. Dal lato dell’ingresso c’era sotto, manco a dirlo, un finto colonnato moresco, un lungo e basso palco sotto il quale suonava appassionatamente un numeroso e giovane gruppo di turbo-folk con tanto di cantante maschio e di cantante femmina (molto denudata ma niente d’eccezionale). Su un lato della sala (l’atmosfera era da discoteca con tantissime luci colorate e stroboscopiche) su palchetto con poltrone un’avventrice (un pò speciale credo) biondissima, mezza nuda, snella ed assolutamente bella, stava cantando (ad un microfono che le avevano appositamente fornito) con grande competenza.
La musica proprio uguale a quella turca, con tutti quei ghirigori e quelle infioriture, sentimentalissima fino alla più becera sdolcinatezza, ma arrangiata su basi rock e pop era suonata a volume altissimo. L’effetto devo dire, però, era gradevole.
Erano più o meno le due e la discoteca era piena all’inverosimile. Tantissimi giovani ma anche più di qualcuno della mia età (43 anni), mi sono sentito a mio agio. Presi una birra e me ne andai gironzolando intorno. Tante belle ragazze e bei ragazzi, solo alcune molto discinte quasi tutte con atteggiamento molto contegnoso. mi sistemai sul fondo della pista in una zona meno affollata. Mi appoggiai ad un tavolinetto colonna vicino ad un gruppo di ragazze sole, dall’aria ansiosa e schiva.
Mi spostai in avanti per dare un’occhiata e, davanti al palco, una bella brunetta mi invitò a ballare. Non me lo feci ripetere nemmeno mezza volta e sfoderai tutta la mia abilità ( è quella che è) di ballerino e mi slanciai in danza che voleva essere sensuale, intanto avevo anche adocchiato il fidanzato della tizia, il quale per la verità, non faceva una piega.
La ragazza mi aveva preso per ungherese e quando le dissi che, invece ero italiano la raggiunsero altre quattro ragazze che ballarono tutte con me, ed io raggiunsi l’acme della felicità. Mi facevano volteggiare, mi toccavano e mi stringevano nonostante i fidanzati, che se ne stavano tranquilli in disparte e nemmeno le guardavano e così fino alla fine della serata, quando si unirono a noi anche i fidanzati (o forse semplici accompagnatori) che pensavano che io non li avessi notati.
Dopo averli guardati bene nelle loro reali dimensioni, mi complimentai con me stesso per non aver esageraro, erano, evidentemente, degli abituè del locale. La ragazza che per prima aveva ballato con me, una brunetta svelta minuta sulla trentina, comunque mi rimaneva vicino. Mi offrirono da bere, ricambiai e ce ne andammo, mentre i gestori del locale mi invitavano per la serata successiva.
Rapidamente percorsi il breve tratto di strada fino all’albergo e mi misi a letto. Erano le 4.00.
La mattina mi svegliai intorno alle dieci e per le undici ero fuori dall’albergo. Feci la solita strada fino alla stari grad. Girovagai per un pò.
Visitai la cattedrale ortodossa: i fedeli entrano in questo vasto locale, spoglio al centro, con le pareti fittamente decorate, per lo più in colore oro, di immagini sacre in stile bizantino con volti senza prospettiva, dal soffitto appesi a lunghe catene grossi, pesanti e molto elaborati lampadari di ottone. In fondo alla sala delle pale da altare, ma senza altare, dipinte nello stesso stile ma con maggiore intensità e ricercatezza, su questa superficie una porticina ed alcune finestrelle.La mattina mi svegliai intorno alle dieci e per le undici ero fuori dall’albergo. Feci la solita strada fino alla stari grad. Girovagai per un pò.
Per terra mosaici con la consueta simbologia protocristiana e delle guide rosse che non possono essere calpestate. Niente banchi, niente sedie, solo alcuni leggii, con sopra libri con immagini sacre protetti da una bacheca di vetro. I fedeli entrando si fermavano davanti ad ognun leggio in genere inserivaono un’offerta nell’apposita cassettina e poi si chinavano a baciare l’immagine sacra partendo dalle immagini più vicine all’ingresso fino ad arrivare in fondo alla chiesa, dove, per capirci, da noi ci sarebbe l’altare.
Uscito dalla chiesa, inserita in un angusto giardino recintato, mi ritrovai di nuovo nell’isola pedonale, dove stava passando una banda musicale di cinque o sei elementi. Questi erano tutti rom, ed indossavano una specie di divisa, composta di un pantalone scuro e di una camicia a quadri uguale per tutti. Suonavano dietro l’offerta di denaro, maggiore era l’offerta più lungo era il brano musicale suonato e di tanto in tanto si spostavano di qualche decina di metri. La musica era del tipo, ormai celebre, suonata nei film di Kusturica.
Camminai ancora per un pò e me ne andai a mangiare di nuovo nel ristorante dove avevo già mangiato il giorno prima, essendomi trovato bene. Ordinai bistecca di maiale ed insalata di cetrioli, pomodori, cipolle e contorno di patate al forno (1000 din). Devo aggiungere che tutto era molto buono e che lo innaffiai con due bottiglie grandi Jelen pivo. Lentamente me ne tornai in albergo per riposarmi un pò.
Per chi decide di visitare Novi Sad ecco qui una guida (in pdf) da scaricre!
direi...
RispondiEliminache quasi ti invidio.. !!!
sve najbolje balkan-crew !
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=vz7PmciDaBU
vi voglio raccontare una storia
RispondiEliminaè un fatto realmente accaduto
staro' il piu' sul vago che posso
prego le persone che sanno i particolari di non far riferimento a nessuno perchè la persona che me l'ha raccontata chiede di stare nell'anonimato
una bellissima ragazza straniera prende un treno in italia
diciamo che si chiama maria
dopo un po' arriva nel suo scompartimento un bellissimo ragazzo straniero che diciamo che si chiama mario
mario e maria si piacciono e iniziano a parlare del piu' e del meno
entrambi capiscono di essere stanieri, ma entrambi hanno dei dubbi sulla provenienza
ad un certo punto mario diventa troppo curioso e chiede a maria :
- di dove sei ?
- di belgrado
mario diventa pallido e con gli occhi lucidi
tira fuori una tessera dell'uck e dice a maria:
- sai di solito che ci faccio ai serbi come te ?
anche maria sbianca e non sa che dire
guarda mario che si alza e cambia scompartimento, ma si chiede il senso di quell'incontro
solo che me lo chiedo pure io !
Mario è proprio un bel tipo, non c'è che dire. Di che utilità può risultare l'azione di spaventare ed umiliare una povera ragazza che non può evidentemente aver avuto nessuna responsabilità diretta con quello che è accaduto in Cossovo. D'altronde si può in qualche modo capire che sarà rimasto deluso e frustrato nell'apprendere che la ragazza che gli piaceva era Serba e quindi nemica.
RispondiEliminaVorrei dire a Mario che in tutte le guerre le persone normali hanno sempre da rimetterci (e anche lui visto che è stato costretto ad emigrare) e che anche Maria è una vittima: hanno tante cose in
comune. Se riconsidera la vicenda dalla giusta prospettiva non avrà difficoltà a riavvicinarsi a Maria.
In genere intutte le guerre a scannarsi sono sempre i poveracci e sono sempre anche gli unici a rimetterci.
Saluti a tutti da Gennaro.
parole sante gennaro !!
RispondiEliminaun mio amico bosniaco è scappato per non andare in guerra contro i suoi compagni di scuola
un po' come nel film no men's land che i due protagonisti si scoprono quasi parenti
ma leggi qua
http://alf74.splinder.com/post/16132252/KOSOVO+LJUBAVI+MOJA..
io la prima volta che holetto ho pianto tanto
spesso non si riescono a postare i link
RispondiEliminail post è kosovo ljubavi moja
e il blog è consigliato dagli elfi
e l'autore è quella favola di alf
che salutiamo con affetto e stima
olè..
RispondiEliminabenvenuti milos e ana di cacak !!
ma che bella coppia che siete
napred cacak !!